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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

Io vorrei dare seguito alla domanda con una considerazione. Ho appena visto un video su FB, la cui fonte e' discutibilissima (informare per resistere) ma il contenuto potrebbe essere condivisibile.

 

A posteriori. Appunto.

 

 

 

E niente, ci ha azzeccato.

 

 

.ehm.... in tempi non sospetti , anche questo ::::

https://youtu.be/k7LPILjBAmo

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Non essere intervenuti nel 2013 ha evitato agli Stati Uniti di invischiarsi nel pantano della Siria. Che voleva dire porre la ripresa economica americana quasi esclusivamente sul comparto difesa (con un intervento l'industria pesante avrebbe trainato le altre orientando capitali su se stessa e togliendoli ad altri settori perché è particolarmente remunerativa sul breve) ma soprattutto avrebbe impegnato truppe americane per dieci anni almeno tra regime change, peace building, transizione e vigilanza, con una spesa a bilancio notevole.

Sullo scenario mediorientale i guerrieri volenterosi sono rimasti in pochi, è stato un proliferare della feccia fino ad allora nascosta di tagliagole e oscurantisti a cui molti soggetti politici, tra cui Assad e i suoi nemici, hanno deciso di appaltare la loro azione di conquista dei territori.

Mica solo gli Stati Uniti, nessuno ci ha messo il piede seriamente, tranne la Russia che però ha il quadruplo di interessi storici e strategici sulla Siria rispetto agli Usa e gli altri. Perché la matassa è così intricata che puoi trovarti a combattere contro alcuni nemici su un fronte, accanto a nemici che hai su un altro fronte, vedi la Turchia che ha fatto il triplo gioco senza mai partecipare, vedi Israele che ogni tanto scavalla e fa un attacco qua e là.

Auguri Trump, è un casino tornare a metterci piede.

 

Sì, infatti, proprio a quelli mi riferivo, alla feccia del medio oriente, guerrieri-carnefici con la volontà di combattere ("volenterosi" non nel senso bushiano, ma come lo intendeva C.Browning).

La "grande rinuncia" di Obama a varcare la linea rossa nell'agosto 2013 ha sia spalancato le porte alla ripresa del regime di Assad e dei suoi alleati, sia gettato nelle braccia jihadiste l'opposizione siriana moderata orfana dello Zio Sam, tutti incoraggiati e ringalluzziti come un mercante di tappeti davanti ad un acquirente troppo accomodante, che quindi passa per fesso.

Il ritorno a riva di Obama pescatore di idee, ampiamente giustificabile e che comunque comprendo, ha di fatto lasciato campo libero agli squali di sfamarsi e proliferare.

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D'accordo sugli USA.

Ma posso capire (e non è solo rivolto a te, dico in generale) perché siete scandalizzati per UN bombardamento sulla Siria, quando sono 6 anni che piovono bombe di Assad (prima) e della Russia (dopo) sulla testa dei siriani? Non è che mezzo milione di siriani sono morti e 10 milioni hanno lasciato le loro case per una catastrofe naturale!

 

 

Il punto è un altro. Chi è davvero così ingenuo da pensare che l'attacco ad Assad sia partito per l'uccisione di circa 50 persone con gas nervino? Una cosa brutale per chi ha buon cuore, del tutto normale per chi gioca a Risiko con gli innocenti bevendo un whisky.

Nessuno si scandalizza, è che l'Italia fa parte della NATO e sono passati neanche 30 anni dalla fine ufficiosa della guerra fredda, trovarsi ad essere alleati di una nazione di psicopatici imperialisti che lanciano bombe solo per affari, potere e controllo di territori, invece di attaccare lo Stato Islamico, inquieta. Non può inquietare allo stesso modo un dittatore che fa danni (grossi sia per il proprio popolo che per l'Europa in fatto di immigrazione, ovviamente) a casa propria. Proprio perché quella è una terra dove sunniti e sciiti si scannano da secoli, una guerra che fa schifo ma che non ci appartiene. Come non ci apparteneva la guerra in Iraq contro Saddam, come non ci apparteneva la guerra dei francesi contro Gheddafi, e neanche quella contro i talebani o i serbi. Saddam non aveva armi chimiche, Gheddafi stava bene al posto suo perché aveva un rapporto privilegiato con Libia, in Afganistan non si è esportata democrazia, semmai si è aumentata esponenzialmente l'esportazione di droga, l'instabilità e la pericolosità del territorio tra mine antiuomo e pozzi contaminati. Il Kosovo poi è una sorta di terra di nessuno dove l'illegalità è legale, con un equilibrio assai precario. Hanno sbagliato sempre, a partire dal Vietnam.

Sorprende perché quando han voglia di muoversi lo fanno.

Sorprende perché loro dovrebbero essere contro i movimenti terroristici visto ciò che subirono nel 2001, invece quel che è successo nelle scorse ore dimostra inequivocalmente che contro l'ISIS non si vogliono muovere, non hanno premura di bombardare, anzi fa loro comodo tenerli in vita. È proprio la certificazione di quanto da più parti ipotizzato (e chi dà contro ai complottisti a prescindere dovrebbe un attimo rivedere le proprie posizioni). Sorprende essere alleati di chi ti crea problemi invece di risolverli, sarebbe anomalo il contrario.

E dovrebbe sorprendere anche i tanti complottisti 'al contrario' del Medio Oriente, per tornare ad una discussione avuta qualche settimana fa con te. Loro erano strasicuri (e tu davi loro ragione) che gli Stati Uniti stessero facendo la guerra santa. Citandomi le dichiarazioni di qualche pinco pallino delle vecchie amministrazioni. Un po' come dire che l'Italia è razzista citando Salvini. Ecco, tuo zio e altri come lui spero che abbiano aperto gli occhi, finalmente, sugli Stati Uniti d'America. Sul perché agiscono e come. La religione come motivo di guerra è un tarlo presente solo in alcuni trogloditi di quelle terre. Agli USA dei cristiani morti ieri a Stoccolma, o a Londra, frega meno di zero. Come pure dei bambini siriani morti a causa del Sarin. Agli USA interessa solo non perdere la guerra fredda infinita con Russia, Cina e Corea del Nord. Ai sionisti (anche in queste lande) interessa solo che la Siria si indebolisca nella parte meridionale.

Della stabilità del Siraq non si interessa nessuno (concordo con chi dice che una balcanizzazione dell'area non reggerebbe). Non interessa a Putin, non interessa a Trump, non interessa agli sciiti e non interessa ai sunniti. Interessa solo agli europei, i quali contano come il due di coppe quando a briscola c'è spade.

Sorprende perché per circa 60-70 anni si è cercato di costruire un'Europa della pace, negli intenti; più unita, forte e autorevole di fronte a queste follie. Sì è costruita solo l'Europa dei banchieri, dei minori diritti, della minor sicurezza, della disoccupazione, della svendita della sovranità nazionale, del minor progresso e della minore qualità dei prodotti. Un'Europa che non riesce nemmeno a mettere assieme i servizi segreti per fare fronte comune contro il terrorismo.

Un'Europa che si scopre debole e spettatrice non pagante di fronte a dei criminali che giocano con la vita delle persone, col rischio di un'escalation pericolosissima per tutto il mediterraneo.

Un fallimento su tutta la linea.

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E' chiaro che soluzioni facili per far finire la guerra in Siria non ce ne sono. Ormai è un tale caos, con decine di attori internazionali coinvolti, che non solo mettere ordine è pressoché impossibile ma anche capirci qualcosa risulta oltre modo difficile. Ma secondo me una cosa è evidente: la Siria con i confini pre-bellici non esisterà mai più; la "balcanizzazione" sarà inevitabile prima o poi anche perché Assad ormai lo sostengono e lo sopportano (con le buone o con le cattive..) solo quelli della sua "tribù" (gli alawiti appunto) e qualche minoranza che, forse a ragione, si sente più tutelata con lui al potere che con altri. Ma si tratta di un 15, massimo 20 % della popolazione; tutti gli altri, profughi e non, ribelli e "moderati", jihadisti e semplici persone a cui la guerra ha portato via tutto, lo vedrebbe volentieri morto assieme a tutta la sua dinastia (ormai al potere da 50 anni).

Assad ha perso il controllo del territorio non solo perché altre potenze regionali hanno finanziato e continuano ad armare i suoi oppositori ma anche e soprattutto perché non ha l'appoggio della gran parte del suo popolo. Insomma prima o poi dovrà farsi da parte e credo che anche i russi arriveranno a scaricarlo, probabilmente assicurandogli una "dignitosa" via d'uscita.

Gli alawiti non sono mai stati maggioranza. Assad padre prese potere anche perché metteva d'accordo tutti, ma di fatto è sempre stata una élite di minoranza. E l'ipotesi migliore per la Siria è proprio questa, trovare un garante per la pace sociale che vada bene a tutti. Se invece dai sovranità a tutti, si ammazzano per altri cinquant'anni.

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Con photoshop

ahah

 

Quanti bambini sono morti per i bombardamenti americani? Forse sono gli ultimi a poter fare la morale agli altri.

 

Fimow ho un'altra domanda.. ma l'onu a che serve se non è capace di intervenire in momenti come questi?

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Ho una domanda fimow... ma alla fine gli stati uniti hanno trovato le armi chimiche di saddam? sefz

Secondo te c'erano? .ghgh

 

Io ho i miei dubbi. .sisi

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Io vorrei dare seguito alla domanda con una considerazione. Ho appena visto un video su FB, la cui fonte e' discutibilissima (informare per resistere) ma il contenuto potrebbe essere condivisibile.

 

Mi pare uno scenario verosimile, condivisibile. Un'evidenza ormai. Possiamo discutere sul fatto che sia nato prima l'uovo della gallina, ossia delle colpe in origine, ma sul resto credo ci sia poco da aggiungere.

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Gli alawiti non sono mai stati maggioranza. Assad padre prese potere anche perché metteva d'accordo tutti, ma di fatto è sempre stata una élite di minoranza. E l'ipotesi migliore per la Siria è proprio questa, trovare un garante per la pace sociale che vada bene a tutti. Se invece dai sovranità a tutti, si ammazzano per altri cinquant'anni.

tanto il popolo siriano non c'è più, sono già scappati 6 milioni dalla siria

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Io vorrei dare seguito alla domanda con una considerazione. Ho appena visto un video su FB, la cui fonte e' discutibilissima (informare per resistere) ma il contenuto potrebbe essere condivisibile.

 

 

A questo video fanno seguito una serie di video dal contenuto e dai toni simili, come ben sapete.

 

Ora a posteriori si puo' ipotizzare tutto. Questo video farebbe anche sorridere qualcuno che magari crede di essere preparato sulla politica internazionale e rimane ancorato a determinati crismi e dogmi storici.

 

A posteriori. Appunto.

 

Antefatto:

Nel 2006 vidi un video di uno storico (o economista? boh non ricordo) sparito nel nulla che annunciava, per le stesse identiche ragioni, la guerra in Siria. Ora, nel 2006 mi pare che la situazione fosse piuttosto stabile e tranquilla. Ricordo che dissi tra me e me.. .ok questa me la segno. Dici che la prossima vittima e' la Siria, il modus operandi e' simile ad altre 'guerre di pace' presenti e passate, ed il messaggio di pace e liberta' verra' fatto passare in un certo modo dai media secondo un meccanismo collaudato.

 

Risultato:

Prefazione - Lungi da me promuovere il complottismo (a proposito, ci avete fatto caso che questa e altre parole pertinenti - animalista, ambientalista, e via dicendo - hanno sempre un accezione negativa e una sfumatura fanatica anche se promuovono l'amore verso gli animali, l'ambiente, la natura, donne e via dicendo? sembra che un animalista non possa essere un bravo professore, pittore, genitore..e' semplicemente un fanatico del campo che gli compete). Lungi da me appunto, ma una cosa la voglio dire.

 

E niente, ci ha azzeccato.

Il video lo vedrò appena torno a casa con calma.. Però ormai tutti hanno capito che quando si attacca qualcuno c'è sempre un interesse economico. A questa gente non importa nulla della Siria e dei siriani. Sia chiaro, questo vale anche per Putin.. cosa vuoi che gli importi di assad

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E accetta l'Impero, con tutti i suoi difetti, solo come regime politico necessario per mantenere l'ordine e la pace, o almeno per mantenere una loro parvenza.

Appunto, messa così è un po' diversa da "morte e distruzione".

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Appunto, messa così è un po' diversa da "morte e distruzione".

Affatto. .ghgh

 

Dove vedi la differenza?

 

Parliamo comunque della brama di dominio di Roma, che nella sua voluptas di colonizzare, di conquistare non fa altro che distruggere e portare morte. E i romani auto-giustificavano le loro guerre di conquista come esportazione di civiltà (il celebre "bellum iustum"), come esportazione del loro imperium, dicendo di aver portato, nei territori che conquistavano, l'ordine e la pax. Ma dove? :patpat:

 

Che pace è la pace imposta con la violenza e con la sottomissione? :patpat:

 

E Tacito lo lascia capire. Fa vedere i difetti dell'imperialismo romano. Non ci vedo tutta questa difficoltà nell'accettarlo. E' la verità.

 

E' terribilmente moderna questa cosa. Ma più che moderna direi universale, visto che c'è sempre stata nella storia questa tendenza alla giustificazione della guerra come scontro tra civiltà e inciviltà, tra giustizia e ingiustizia (pensa alle guerre sante, alle "guerre giuste", alle crociate, all'imperialismo moderno, fino ai giorni nostri). Sono cambiati i mezzi, sono cambiate le giustificazioni (oggi diciamo "esportare le democrazia") ma non è cambiato il succo. Affatto. .ok

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Il punto è un altro. Chi è davvero così ingenuo da pensare che l'attacco ad Assad sia partito per l'uccisione di circa 50 persone con gas nervino? Una cosa brutale per chi ha buon cuore, del tutto normale per chi gioca a Risiko bevendo un whisky.

Nessuno si scandalizza, è che l'Italia fa parte della NATO e sono passati neanche 30 anni dalla fine ufficiosa della guerra fredda, trovarsi ad essere alleati di una nazione di psicopatici imperialisti che lanciano bombe solo per affari, potere e controllo di territori, invece di attaccare lo Stato Islamico, inquieta. Non può inquietare allo stesso modo un dittatore che fa danni (grossi sia per il proprio popolo che per l'Europa in fatto di immigrazione, ovviamente) a casa propria. Proprio perché quella è una terra dove sunniti e sciiti si scannano da secoli, una guerra che fa schifo ma che non ci appartiene. Come non ci apparteneva la guerra in Iraq contro Saddam, come non ci apparteneva la guerra dei francesi contro Gheddafi, e neanche quella contro i talebani o i serbi. Saddam non aveva armi chimiche, Gheddafi stava bene al posto suo perché aveva un rapporto privilegiato con Libia, in Afganistan non si è esportata democrazia, semmai si è aumentata esponenzialmente l'esportazione di droga, l'instabilità e la pericolosità del territorio tra mine antiuomo e pozzi contaminati. Il Kosovo poi è una sorta di terra di nessuno dove l'illegalità è legale, con un equilibrio assai precario. Hanno sbagliato sempre, a partire dal Vietnam.

Sorprende perché quando han voglia di muoversi lo fanno.

Sorprende perché loro dovrebbero essere contro i movimenti terroristici visto ciò che subirono nel 2001, invece quel che è successo nelle scorse ore dimostra inequivocalmente che contro l'ISIS non si vogliono muovere, non hanno premura di bombardare, anzi fa loro comodo tenerli in vita. È proprio la certificazione di quanto da più parti ipotizzato (e chi dà contro ai complottisti a prescindere dovrebbe un attimo rivedere le proprie posizioni). Sorprende essere alleati di chi ti crea problemi invece di risolverli, sarebbe anomalo il contrario.

E dovrebbe sorprendere anche i tanti complottisti 'al contrario' del Medio Oriente, per tornare ad una discussione avuta qualche settimana fa con te. Loro erano strasicuri (e tu davi loro ragione) che gli Stati Uniti stessero facendo la guerra santa. Citandomi le dichiarazioni di qualche pinco pallino delle vecchie amministrazioni. Un po' come dire che l'Italia è razzista citando Salvini. Ecco, tuo zio e altri come lui spero che abbiano aperto gli occhi, finalmente, sugli Stati Uniti d'America. Sul perché agiscono e come. La religione come motivo di guerra è un tarlo presente solo in alcuni trogloditi di quelle terre. Agli USA dei cristiani morti ieri a Stoccolma, o a Londra, frega meno di zero. Come pure dei bambini siriani morti a causa del Sarin. Agli USA interessa solo non perdere la guerra fredda infinita con Russia, Cina e Corea del Nord. Ai sionisti (anche in queste lande) interessa solo che la Siria si indebolisca nella parte meridionale.

Della stabilità del Siraq non si interessa nessuno (concordo con chi dice che una balcanizzazione dell'area non reggerebbe). Non interessa a Putin, non interessa a Trump, non interessa agli sciiti e non interessa ai sunniti. Interessa solo agli europei, i quali contano come il due di coppe quando a briscola c'è spade.

Sorprende perché per circa 60-70 anni si è cercato di costruire un'Europa della pace, negli intenti; più unita, forte e autorevole di fronte a queste follie. Sì è costruita solo l'Europa dei banchieri, dei minori diritti, della minor sicurezza, della disoccupazione, della svendita della sovranità nazionale, del minor progresso e della minore qualità dei prodotti. Un'Europa che non riesce nemmeno a mettere assieme i servizi segreti per fare fronte comune contro il terrorismo.

Un'Europa che si scopre debole e spettatrice non pagante di fronte a dei criminali che giocano con la vita delle persone, col rischio di un'escalation pericolosissima per tutto il mediterraneo.

Un fallimento su tutta la linea.

 

La politica internazionale non si fa con le buone intenzioni o con i principi morali. Obama a suo modo ci aveva provato e gli è andata male, come ho detto in un altro post. E mentre Obama riluttava, lo Zio Sam perdeva posizioni in medio oriente che venivano occupate da altri. E probabilmente altre ne sarebbero cadute se l'andazzo fosse stato mantenuto: magari la Giordania, magari definitivamente l'Egitto (e guarda un po'... Trump che riceve Al Sisi con tutti gli onori), magari si sarebbe destabilizzata l'Arabia Saudita.

Parli di gente che gioca a Risiko sorseggiando un whisky: ma questo È un Risiko, che ci piaccia o no.

Si tratta di assetti globali da preservare, di rotte del petrolio da proteggere, di interessi economici da mantenere. Stiamo parlando di fondi sovrani delle petromonarchie che tengono in mano i fondi pensione dei contribuenti americani; stiamo parlando di contratti di forniture d'armi e non solo per miliardi di dollari. Stiamo parlando di sfere di influenza e dinamiche del commercio mondiale da contendersi come cani sull'osso.

E in tutta coscienza, si può forse rinunciare a tutto ciò?

 

Non c'è nessuna nazione di psicopatici imperialisti: c'è solo una nazione che vuole giustamente, dal suo punto di vista, mantenere il suo ruolo globale che altrimenti passerebbe nelle mani di altri, ed ho molti leciti dubbi che questi altri sarebbero migliori. Non c'entra nulla la psicopatia bensì la realpolitik.

Trump ha vissuto in una bolla propagandistica per mesi ed anni... l'astioso e nevrotico Flynn, filorusso per convenienza ed ansioso di vendicarsi con chi lo aveva ostacolato; il millenarista suprematista Bannon (te lo ricordi in gennaio, Bannon, come cantava l'Apocalisse? "Ci sarà una guerra tra Usa e Cina!": quella, semmai, era psicopatia)... adesso qualcuno attorno a Trump pare avergli fatto scoppiare la bolla, riportandolo alla realtà.

Su Repubblica di oggi c'è un articolo di Gianluca Di Feo che tratta dell'influenza che hanno avuto su Trump due generali del suo entourage: McMaster che ha sostituito Flynn, e Mattis come segretario alla Difesa; ebbene, a quanto pare, questi due ufficiali avrebbero fatto capire a Trump quanto terreno stavano perdendo gli USA in medio oriente, quanti contratti erano a rischio, quanti alleati alla mercé di altri: il tutto secondo i principi del più sano realismo.

E Trump, che non è uno stupido, ma solo un vulcanico egocentrico perfidamente impostore, ma avveduto e cinico, pare abbia capito ciò che stava rischiando e ha quindi deciso di lanciare due missili perché è anche con i missili che gli affari si fanno, da che mondo è mondo (la "politica delle cannoniere", ca va sans dire). Quindi ecco rassicurati i vecchi alleati timorosi ed orfani, irritati i vecchi nemici che tali rimanevano anche se travestiti da agnelli, ristabilito il baricentro dell'incandescente fronte interno, rimarcato il territorio dove scorribandavano i lupi.

E quindi McMaster, quindi Mattis, che sono il grimaldello per garantire a Trump l'appoggio del Congresso. Fuori Flynn "vendutosi" al nemico russo, fuori Bannon l'ideologo di sé stesso e del suo blog di esaltati; dentro Kuschner, che rappresenta il ponte con Israele; dentro Ivanka, che non è solo la figlia ma la proiezione di Goldman che ha interessi nel Golfo.

 

Il tutto al prezzo di soli pochi missili che portavano esplosivo ma soprattutto realismo: sano, gelido, necessario realismo.

 

È forse immorale tutto ciò?

No, è solo pragmatismo, che magari sarà becero ma di sicuro indispensabile, perché non si può essere tonni in una vasca di squali.

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Il punto è un altro. Chi è davvero così ingenuo da pensare che l'attacco ad Assad sia partito per l'uccisione di circa 50 persone con gas nervino? Una cosa brutale per chi ha buon cuore, del tutto normale per chi gioca a Risiko con gli innocenti bevendo un whisky.

Nessuno si scandalizza, è che l'Italia fa parte della NATO e sono passati neanche 30 anni dalla fine ufficiosa della guerra fredda, trovarsi ad essere alleati di una nazione di psicopatici imperialisti che lanciano bombe solo per affari, potere e controllo di territori, invece di attaccare lo Stato Islamico, inquieta. Non può inquietare allo stesso modo un dittatore che fa danni (grossi sia per il proprio popolo che per l'Europa in fatto di immigrazione, ovviamente) a casa propria. Proprio perché quella è una terra dove sunniti e sciiti si scannano da secoli, una guerra che fa schifo ma che non ci appartiene. Come non ci apparteneva la guerra in Iraq contro Saddam, come non ci apparteneva la guerra dei francesi contro Gheddafi, e neanche quella contro i talebani o i serbi. Saddam non aveva armi chimiche, Gheddafi stava bene al posto suo perché aveva un rapporto privilegiato con Libia, in Afganistan non si è esportata democrazia, semmai si è aumentata esponenzialmente l'esportazione di droga, l'instabilità e la pericolosità del territorio tra mine antiuomo e pozzi contaminati. Il Kosovo poi è una sorta di terra di nessuno dove l'illegalità è legale, con un equilibrio assai precario. Hanno sbagliato sempre, a partire dal Vietnam.

Sorprende perché quando han voglia di muoversi lo fanno.

Sorprende perché loro dovrebbero essere contro i movimenti terroristici visto ciò che subirono nel 2001, invece quel che è successo nelle scorse ore dimostra inequivocalmente che contro l'ISIS non si vogliono muovere, non hanno premura di bombardare, anzi fa loro comodo tenerli in vita. È proprio la certificazione di quanto da più parti ipotizzato (e chi dà contro ai complottisti a prescindere dovrebbe un attimo rivedere le proprie posizioni). Sorprende essere alleati di chi ti crea problemi invece di risolverli, sarebbe anomalo il contrario.

E dovrebbe sorprendere anche i tanti complottisti 'al contrario' del Medio Oriente, per tornare ad una discussione avuta qualche settimana fa con te. Loro erano strasicuri (e tu davi loro ragione) che gli Stati Uniti stessero facendo la guerra santa. Citandomi le dichiarazioni di qualche pinco pallino delle vecchie amministrazioni. Un po' come dire che l'Italia è razzista citando Salvini. Ecco, tuo zio e altri come lui spero che abbiano aperto gli occhi, finalmente, sugli Stati Uniti d'America. Sul perché agiscono e come. La religione come motivo di guerra è un tarlo presente solo in alcuni trogloditi di quelle terre. Agli USA dei cristiani morti ieri a Stoccolma, o a Londra, frega meno di zero. Come pure dei bambini siriani morti a causa del Sarin. Agli USA interessa solo non perdere la guerra fredda infinita con Russia, Cina e Corea del Nord. Ai sionisti (anche in queste lande) interessa solo che la Siria si indebolisca nella parte meridionale.

Della stabilità del Siraq non si interessa nessuno (concordo con chi dice che una balcanizzazione dell'area non reggerebbe). Non interessa a Putin, non interessa a Trump, non interessa agli sciiti e non interessa ai sunniti. Interessa solo agli europei, i quali contano come il due di coppe quando a briscola c'è spade.

Sorprende perché per circa 60-70 anni si è cercato di costruire un'Europa della pace, negli intenti; più unita, forte e autorevole di fronte a queste follie. Sì è costruita solo l'Europa dei banchieri, dei minori diritti, della minor sicurezza, della disoccupazione, della svendita della sovranità nazionale, del minor progresso e della minore qualità dei prodotti. Un'Europa che non riesce nemmeno a mettere assieme i servizi segreti per fare fronte comune contro il terrorismo.

Un'Europa che si scopre debole e spettatrice non pagante di fronte a dei criminali che giocano con la vita delle persone, col rischio di un'escalation pericolosissima per tutto il mediterraneo.

Un fallimento su tutta la linea.

 

Guarda che sulle vere motivazioni delle guerre, ecc, siamo d'accordo, ma stai sottovalutando un punto, le persone "semplici" fanno ragionamenti semplici. Così come c'è l'europeo che vede "invasioni islamiche" e non si sa quali piani per trasformare l'Europa in una "terra islamica" con l'immigrazione di gente che fugge da povertà, disoccupazione, guerre, ecc, dall'altra parte c'è il mediorientale, suo simile, che ragiona allo stesso modo, che quindi vede fantasmi e mostri dietro a ogni cosa che accade nelle sue terre, un Bush che dice "crociata" parlando di Iraq ai suoi occhi diventa una prova, il patriarca di Mosca che "benedice" la guerra in Siria diventa una prova, ecc. Del resto lo scontro principale, quello israelo-palestinese, ha una colorazione "religiosa" perfino nella sponda laica occidentale, perché gira e rigira alla fine quasi ogni sostenitore d'Israele arriverà al punto che quella è la "terra promessa", in altre parole darà una patente di "proprietà" di quella terra ad un popolo specifico in base a delle tradizioni religiose! Comunque tra USA ed Europa c'è un gap enorme sul piano della politica estera e non va sottovalutato, in Europa è realmente impensabile che la politica estera possa essere influenzata da un elemento religioso, in USA no. Del resto è lo stesso gap che c'è su altri temi, dall'aborto al creazionismo/evoluzionismo e via dicendo, in Europa sono cose scontate e accettate da tutti (o quasi), in USA ci sono due fronti ben distinti! E c'è un fronte religioso che ha le sue lobby ed esercita le sue pressioni. E nel caso dell'amministrazione Bush quella frangia aveva un peso non indifferente, il cosiddetto "christian zionism" aveva tra i suoi adepti molti consiglieri di Bush, che poi la guerra in Iraq sia stata fatta per altri motivi è un discorso, ma è chiaro che tutti questi fattori messi insieme e le idee di un certo tipo di tanti consiglieri hanno fatto arrivare una certa immagine di quell'America in Medio Oriente, ovvero l'immagine del pastore Terry Jones che vuole bruciare il Corano, dei tanti fanatici texani che parlano di "Armageddon" e vanno in pellegrinaggio nella valle di Megiddo (in Israele) perché "qui ci sarà la battaglia finale tra i seguaci di Cri.sto e i seguaci di Satana" (inutile dirti che i seguaci di Satana sarebbe i musulmani), del soldato americano che si tatua "kafir" (infedele) e via dicendo, sono tutti piccoli mattoncini che nella testa del mediorientale di un certo tipo diventano un castello chiamato "crociata". Poi è chiaro che se hai a che fare con un mediorientale che conosce l'Occidente, che ha girato, che legge Chomsky e guarda la BBC, è una cosa, se hai a che fare con un mediorientale che vive di casa-moschea-lavoro e non sa nemmeno una parola d'inglese e se gli dici "Steve Jobs" pensa ad una marca di Jeans è un altro discorso, ovviamente vedranno il mondo in due modi completamente diversi!

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La politica internazionale non si fa con le buone intenzioni o con i principi morali. Obama a suo modo ci aveva provato e gli è andata male, come ho detto in un altro post. E mentre Obama riluttava, lo Zio Sam perdeva posizioni in medio oriente che venivano occupate da altri. E probabilmente altre ne sarebbero cadute se l'andazzo fosse stato mantenuto: magari la Giordania, magari definitivamente l'Egitto (e guarda un po'... Trump che riceve Al Sisi con tutti gli onori), magari si sarebbe destabilizzata l'Arabia Saudita.

Parli di gente che gioca a Risiko sorseggiando un whisky: ma questo È un Risiko, che ci piaccia o no.

Si tratta di assetti globali da preservare, di rotte del petrolio da proteggere, di interessi economici da mantenere. Stiamo parlando di fondi sovrani delle petromonarchie che tengono in mano i fondi pensione dei contribuenti americani; stiamo parlando di contratti di forniture d'armi e non solo per miliardi di dollari. Stiamo parlando di sfere di influenza e dinamiche del commercio mondiale da contendersi come cani sull'osso.

E in tutta coscienza, si può forse rinunciare a tutto ciò?

 

Non c'è nessuna nazione di psicopatici imperialisti: c'è solo una nazione che vuole giustamente, dal suo punto di vista, mantenere il suo ruolo globale che altrimenti passerebbe nelle mani di altri, ed ho molti leciti dubbi che questi altri sarebbero migliori. Non c'entra nulla la psicopatia bensì la realpolitik.

Trump ha vissuto in una bolla propagandistica per mesi ed anni... l'astioso e nevrotico Flynn, filorusso per convenienza ed ansioso di vendicarsi con chi lo aveva ostacolato; il millenarista suprematista Bannon (te lo ricordi in gennaio, Bannon, come cantava l'Apocalisse? "Ci sarà una guerra tra Usa e Cina!": quella, semmai, era psicopatia)... adesso qualcuno attorno a Trump pare avergli fatto scoppiare la bolla, riportandolo alla realtà.

Su Repubblica di oggi c'è un articolo di Gianluca Di Feo che tratta dell'influenza che hanno avuto su Trump due generali del suo entourage: McMaster che ha sostituito Flynn, e Mattis come segretario alla Difesa; ebbene, a quanto pare, questi due ufficiali avrebbero fatto capire a Trump quanto terreno stavano perdendo gli USA in medio oriente, quanti contratti erano a rischio, quanti alleati alla mercé di altri: il tutto secondo i principi del più sano realismo.

E Trump, che non è uno stupido, ma solo un vulcanico egocentrico perfidamente impostore, ma avveduto e cinico, pare abbia capito ciò che stava rischiando e ha quindi deciso di lanciare due missili perché è anche con i missili che gli affari si fanno, da che mondo è mondo (la "politica delle cannoniere", ca va sans dire). Quindi ecco rassicurati i vecchi alleati timorosi ed orfani, irritati i vecchi nemici che tali rimanevano anche se travestiti da agnelli, ristabilito il baricentro dell'incandescente fronte interno, rimarcato il territorio dove scorribandavano i lupi.

E quindi McMaster, quindi Mattis, che sono il grimaldello per garantire a Trump l'appoggio del Congresso. Fuori Flynn "vendutosi" al nemico russo, fuori Bannon l'ideologo di sé stesso e del suo blog di esaltati; dentro Kuschner, che rappresenta il ponte con Israele; dentro Ivanka, che non è solo la figlia ma la proiezione di Goldman che ha interessi nel Golfo.

 

Il tutto al prezzo di soli pochi missili che portavano esplosivo ma soprattutto realismo: sano, gelido, necessario realismo.

 

È forse immorale tutto ciò?

No, è solo pragmatismo, che magari sarà becero ma di sicuro indispensabile, perché non si può essere tonni in una vasca di squali.

 

Se i missili sono serviti solo a "marcare il territorio" ci possono stare e sono stati una giusta mossa. Ma se le azioni proseguiranno il buon Donald porterà il suo Paese e noi nei pasticci. In ogni caso basterà attendere per vedere se ha davvero intenzione di fare quanto promesso o no. Io sono ancora fiducioso, anche perché sa bene che se non lo fa si può scordare la rielezione. Vedremo nelle prossime settimane.

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tanto il popolo siriano non c'è più, sono già scappati 6 milioni dalla siria

 

Ormai si parla di 10 milioni e oltre. Risultano 6 limitandosi a quelli registrati ufficialmente come "rifugiati", ma moltissimi siriani fuggiti all'estero non risultano come tali, il siriano che ha un fratello in Arabia e va da lui all'inizio della guerra, quello che ha i soldi e sposta la sua attività ad Amman nel 2012, ecc, tutti questi non risultano tecnicamente tra i rifugiati. In Giordania per dire i rifugiati siriani registrati risultano essere 650 mila, mentre in realtà il numero di siriani arrivati nel paese è più del doppio!

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Guarda che sulle vere motivazioni delle guerre, ecc, siamo d'accordo, ma stai sottovalutando un punto, le persone "semplici" fanno ragionamenti semplici. Così come c'è l'europeo che vede "invasioni islamiche" e non si sa quali piani per trasformare l'Europa in una "terra islamica" con l'immigrazione di gente che fugge da povertà, disoccupazione, guerre, ecc, dall'altra parte c'è il mediorientale, suo simile, che ragiona allo stesso modo, che quindi vede fantasmi e mostri dietro a ogni cosa che accade nelle sue terre, un Bush che dice "crociata" parlando di Iraq ai suoi occhi diventa una prova, il patriarca di Mosca che "benedice" la guerra in Siria diventa una prova, ecc. Del resto lo scontro principale, quello israelo-palestinese, ha una colorazione "religiosa" perfino nella sponda laica occidentale, perché gira e rigira alla fine quasi ogni sostenitore d'Israele arriverà al punto che quella è la "terra promessa", in altre parole darà una patente di "proprietà" di quella terra ad un popolo specifico in base a delle tradizioni religiose! Comunque tra USA ed Europa c'è un gap enorme sul piano della politica estera e non va sottovalutato, in Europa è realmente impensabile che la politica estera possa essere influenzata da un elemento religioso, in USA no. Del resto è lo stesso gap che c'è su altri temi, dall'aborto al creazionismo/evoluzionismo e via dicendo, in Europa sono cose scontate e accettate da tutti (o quasi), in USA ci sono due fronti ben distinti! E c'è un fronte religioso che ha le sue lobby ed esercita le sue pressioni. E nel caso dell'amministrazione Bush quella frangia aveva un peso non indifferente, il cosiddetto "christian zionism" aveva tra i suoi adepti molti consiglieri di Bush, che poi la guerra in Iraq sia stata fatta per altri motivi è un discorso, ma è chiaro che tutti questi fattori messi insieme e le idee di un certo tipo di tanti consiglieri hanno fatto arrivare una certa immagine di quell'America in Medio Oriente, ovvero l'immagine del pastore Terry Jones che vuole bruciare il Corano, dei tanti fanatici texani che parlano di "Armageddon" e vanno in pellegrinaggio nella valle di Megiddo (in Israele) perché "qui ci sarà la battaglia finale tra i seguaci di Cri.sto e i seguaci di Satana" (inutile dirti che i seguaci di Satana sarebbe i musulmani), del soldato americano che si tatua "kafir" (infedele) e via dicendo, sono tutti piccoli mattoncini che nella testa del mediorientale di un certo tipo diventano un castello chiamato "crociata". Poi è chiaro che se hai a che fare con un mediorientale che conosce l'Occidente, che ha girato, che legge Chomsky e guarda la BBC, è una cosa, se hai a che fare con un mediorientale che vive di casa-moschea-lavoro e non sa nemmeno una parola d'inglese e se gli dici "Steve Jobs" pensa ad una marca di Jeans è un altro discorso, ovviamente vedranno il mondo in due modi completamente diversi!

 

Molto meglio della volta scorsa come analisi. Il punto è che vederla in modo diverso non vuol dire credere agli 'analisti islamici' (cit.) che vedono guerre sante dove non ci sono, semplici * che al confronto Sallusti è Enzo Biagi. Casa-moschea-lavoro, menti semplici... a me pare più semplice capire che in Siria e Iraq ci sono gasdotti e giacimenti di petrolio che fanno gola a tutti, piuttosto che andare a cercarsi le dichiarazioni di qualche esaltato dell'amministrazione Bush (che non rappresenta in alcun modo il pensiero dell'uomo comune americano), oppure di travisare le intenzioni di un patriarca. Queste 'chicche' si trovano su internet più che a lavoro o in moschea. Il punto è, per tornare al discorso di allora, che più che menti semplici, sono fanatici. Il fanatismo islamico, che erroneamente spesso viene fatto passare per moderato, non è compatibile con la cultura e la società europea, ormai laicizzate. In nessuna forma. E torniamo al discorso che faceva Rampini nei giorni scorsi sul vittimismo degli arabi nei confronti degli occidentali, simile a quello di molti napoletani nei confronti dei 'piemontesi'. C'è da capire che le differenze non si appianano con l'integrazione forzata, ci vuole un percorso di anni, a volte secoli. E deve essere un processo endogeno, come sta accadendo in Marocco negli ultimi mesi, grazie anche ad una buona immigrazione di ritorno. La visione internazionalista/capitalista del mondo ha fallito miseramente.

E gli attentati sono solo la punta dell'iceberg. Questo per chiudere la discussione di allora.

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La politica internazionale non si fa con le buone intenzioni o con i principi morali. Obama a suo modo ci aveva provato e gli è andata male, come ho detto in un altro post. E mentre Obama riluttava, lo Zio Sam perdeva posizioni in medio oriente che venivano occupate da altri. E probabilmente altre ne sarebbero cadute se l'andazzo fosse stato mantenuto: magari la Giordania, magari definitivamente l'Egitto (e guarda un po'... Trump che riceve Al Sisi con tutti gli onori), magari si sarebbe destabilizzata l'Arabia Saudita.

Parli di gente che gioca a Risiko sorseggiando un whisky: ma questo È un Risiko, che ci piaccia o no.

Si tratta di assetti globali da preservare, di rotte del petrolio da proteggere, di interessi economici da mantenere. Stiamo parlando di fondi sovrani delle petromonarchie che tengono in mano i fondi pensione dei contribuenti americani; stiamo parlando di contratti di forniture d'armi e non solo per miliardi di dollari. Stiamo parlando di sfere di influenza e dinamiche del commercio mondiale da contendersi come cani sull'osso.

E in tutta coscienza, si può forse rinunciare a tutto ciò?

 

Non solo si può. Si deve. E lo si deve fare proprio in "coscienza". Il petrolio è una risorsa limitata che probabilmente andrà ad esaurirsi di qui a qualche decennio, dei contratti per le forniture d'armi sinceramente me ne frego altamente, le armi andrebbero utilizzate solo per uso interno, leggasi difesa. Questo dice la nostra Costituzione, spesso calpestata con espedienti lessicali, tipo "missione di pace".

Puntare forte sulla ricerca, sulle energie rinnovabili, quello dovrebbe esser fatto, "in tutta coscienza".

Delle mire espansionistiche di chi si ciba solo di soldi, potere e territori, che siano sionisti o pronipoti dei psicopatici ed esaltati padri pellegrini, a me italiano me ne sbatte la ciolla, perdona il francesismo.

Se l'Arabia Saudita si destabilizza sono problemi dell'Arabia Saudita. Più destabilizzata di così, con i diritti umani calpestati un giorno sì e l'altro pure, che al confronto la legge del taglione è il Corpus iuris civilis, e fiumi di soldi che confluiscono nelle tasche dell'ISIS, penso che non possa essere. A meno che per "destabilizzata" non si voglia intendere "sotto il controllo di qualcun altro". E anche di questo a me italiano me ne sbatte la ciolla.

Io il gas lo compro da chi ce l'ha, non finanzia movimenti terroristici e cerco di consumarne il meno possibile con una "decrescita felice", ove possibile. Visto che se ne spreca tanto.

L'Italia ha una tradizione di mediazione e accordi transnazionali fatti con le buone intenzioni. Ed erano accordi più vantaggiosi di quelli fatti dai falchi col truciolato nel cervello.

Tanto che Mattei pagò con la vita.

 

Non c'è nessuna nazione di psicopatici imperialisti: c'è solo una nazione che vuole giustamente, dal suo punto di vista, mantenere il suo ruolo globale che altrimenti passerebbe nelle mani di altri, ed ho molti leciti dubbi che questi altri sarebbero migliori. Non c'entra nulla la psicopatia bensì la realpolitik.

Trump ha vissuto in una bolla propagandistica per mesi ed anni... l'astioso e nevrotico Flynn, filorusso per convenienza ed ansioso di vendicarsi con chi lo aveva ostacolato; il millenarista suprematista Bannon (te lo ricordi in gennaio, Bannon, come cantava l'Apocalisse? "Ci sarà una guerra tra Usa e Cina!": quella, semmai, era psicopatia)... adesso qualcuno attorno a Trump pare avergli fatto scoppiare la bolla, riportandolo alla realtà.

Su Repubblica di oggi c'è un articolo di Gianluca Di Feo che tratta dell'influenza che hanno avuto su Trump due generali del suo entourage: McMaster che ha sostituito Flynn, e Mattis come segretario alla Difesa; ebbene, a quanto pare, questi due ufficiali avrebbero fatto capire a Trump quanto terreno stavano perdendo gli USA in medio oriente, quanti contratti erano a rischio, quanti alleati alla mercé di altri: il tutto secondo i principi del più sano realismo.

E Trump, che non è uno stupido, ma solo un vulcanico egocentrico perfidamente impostore, ma avveduto e cinico, pare abbia capito ciò che stava rischiando e ha quindi deciso di lanciare due missili perché è anche con i missili che gli affari si fanno, da che mondo è mondo (la "politica delle cannoniere", ca va sans dire). Quindi ecco rassicurati i vecchi alleati timorosi ed orfani, irritati i vecchi nemici che tali rimanevano anche se travestiti da agnelli, ristabilito il baricentro dell'incandescente fronte interno, rimarcato il territorio dove scorribandavano i lupi.

E quindi McMaster, quindi Mattis, che sono il grimaldello per garantire a Trump l'appoggio del Congresso. Fuori Flynn "vendutosi" al nemico russo, fuori Bannon l'ideologo di sé stesso e del suo blog di esaltati; dentro Kuschner, che rappresenta il ponte con Israele; dentro Ivanka, che non è solo la figlia ma la proiezione di Goldman che ha interessi nel Golfo.

 

Il tutto al prezzo di soli pochi missili che portavano esplosivo ma soprattutto realismo: sano, gelido, necessario realismo.

 

È forse immorale tutto ciò?

No, è solo pragmatismo, che magari sarà becero ma di sicuro indispensabile, perché non si può essere tonni in una vasca di squali.

 

Basta togliersi dalla vasca. Questi sono psicopatici, ribadisco. La realpolitik dovrebbe pensare alla gente, i movimenti che stanno nascendo in Europa sono la dimostrazione che al popolo interessa nulla di fare guerre sporche altrove, al popolo interessa la sicurezza interna, il lavoro, il welfare, contare davvero nelle decisioni.

Tutto questo va nella direzione opposta.

L'Italia dovrebbe rivedere i rapporti con la NATO. Non siamo alleati, siamo schiavi.

I missili bisogna lanciarli per difendersi dagli invasori (in questo caso l'ISIS). Non per indebolire gli alleati di Hezbollah e men che meno per accaparrarsi le risorse.

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Su Facebook ho trovato in risposta ad un post che sfotteva i populisti della giornalista (?) Selvaggia Lucarelli questa testimonianza di un siriano che è stato ad Aleppo a Natale e che passava spesso tempo in Siria. È utile sentire anche le altre campane, non solo gli oppositori di Assad.

Capisci anche come aveva ragione Putin sull'avvertire che nel caos siriano è facile venire manipolati, da entrambe le parti.

 

 

Abdullah Badinjki

 

Non è un simpatizzante, è proprio un attivista!! Fa parte di associazioni finanziate dai Fratelli Musulmani e la sua famiglia è storicamente affiliata al gruppo. Sono proprio degli esiliati, una volta non potevano nemmeno entrare in Siria perchè avevano già tentato un colpo di stato con Hafez Al Assad con enormi bagni di sangue. La fratellanza musulmana in Siria è un gruppo terroristico già schedato da tantissimi anni. La maggior parte di quegli ipocriti, dopo anni di esilio, hanno accettato di rinnegare la fratellanza musulmana e gli è stato concesso di rientrare in territorio siriano riprendendo possesso dei propri beni confiscati. Alla prima occasione buona (la aspettavano da anni e l'hanno creata prostrandosi a tutti) si sono fatti trovare subito pronti. Vai a vedere quante associazioni "caritatevoli" ci sono a loro nome. Raccolgono soldi, vestiti, attrezzatura, ecc ecc e aiutano solo chi dicono loro. Ti posso fare una lista bella lunga, ce n'è pieno a Milano e dintorni!

 

 

Tu parli e riporti quello che ti dicono i siriani che sono scappati dalla Siria, la maggior parte di loro provengono dalle periferie e i sobborghi che erano (o sono tutt'ora) in mano ai ribelli (Al-Nusra, Isis, Ahrar al Sham, ecc ecc chi ha più * più ne metta). Se fossi una giornalista coerente e professionale nei confronti del tuo lavoro dovresti prendere e andare in Siria a sentire i MILIONI di siriani che abitano ancora lì e sopportano le conseguenze della guerra da più di 6 anni. I profughi che sono arrivati in Europa stanno tutti bene ormai e per ottenere lo status di "profugo" con tutti i benefit (parlo di quelli in Germania, Svezia, Olanda, Danimarca) hanno raccontato le peggio cose, molto spesso inventandosi di sana pianta i racconti. Per darti un idea, sai quanti siriani, che erano residenti qui in Italia da anni, sono andati in Svezia/Germania fingendo di arrivare dalla Siria col gommone e raccontando storielle fantasiose su Assad lo spauracchio?!

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Molto meglio della volta scorsa come analisi. Il punto è che vederla in modo diverso non vuol dire credere agli 'analisti islamici' (cit.) che vedono guerre sante dove non ci sono, semplici * che al confronto Sallusti è Enzo Biagi. Casa-moschea-lavoro, menti semplici... a me pare più semplice capire che in Siria e Iraq ci sono gasdotti e giacimenti di petrolio che fanno gola a tutti, piuttosto che andare a cercarsi le dichiarazioni di qualche esaltato dell'amministrazione Bush (che non rappresenta in alcun modo il pensiero dell'uomo comune americano), oppure di travisare le intenzioni di un patriarca. Queste 'chicche' si trovano su internet più che a lavoro o in moschea. Il punto è, per tornare al discorso di allora, che più che menti semplici, sono fanatici. Il fanatismo islamico, che erroneamente spesso viene fatto passare per moderato, non è compatibile con la cultura e la società europea, ormai laicizzate. In nessuna forma. E torniamo al discorso che faceva Rampini nei giorni scorsi sul vittimismo degli arabi nei confronti degli occidentali, simile a quello di molti napoletani nei confronti dei 'piemontesi'. C'è da capire che le differenze non si appianano con l'integrazione forzata, ci vuole un percorso di anni, a volte secoli. E deve essere un processo endogeno, come sta accadendo in Marocco negli ultimi mesi, grazie anche ad una buona immigrazione di ritorno. La visione internazionalista/capitalista del mondo ha fallito miseramente.

E gli attentati sono solo la punta dell'iceberg. Questo per chiudere la discussione di allora.

 

Ti ho già spiegato l'altra volta che in questa "mentalità" non c'entra nulla il fanatismo religioso in senso stretto, sarebbe come a dire che ogni casalinga di Voghera che crede alle minch***e del Salvini di turno sull'Islam che vuole conquistare l'Europa è una fanatica! Al massimo è ignoranza, è superficialità, è poca consapevolezza del mondo e della politica internazionale, ecc. Poi su certe questioni è tutto legato ad eventi politici e a quanto ti toccano da vicino, il Marocco avrà sempre un vantaggio rispetto alla Siria, ovvero che dista 5 mila km da Israele e che il suo popolo, volente o nolente, sente meno quella questione e tutte quelle che, in un modo o nell'altro, sono conseguenza di quella. Il giordano, il siriano, l'egiziano e l'iracheno sono cresciuti con un "nemico" alle porte da combattere. C'è un terreno fertile, fatto di eventi politici, di tragedie vissute sulla propria pelle, di profughi palestinesi, iracheni, ecc, che alla fine portano a una certa "mentalità" ostile in cui tendi a credere più facilmente a chiunque si presenti come "difensore" contro quel nemico. Che poi è esattamente l'equivalente della casalinga di Voghera che, stanca dell'aumento di stupri nella sua città per mano degli "immigrati", quando sentirà il politico che "i musulmani stuprano perché lo dice la loro religione" e lei vede che gli stupratori sono spesso maghrebini tenderà a credere a chi gli ha detto quella cavolata, avrà una risposta facile e ai suoi occhi plausibile. Il camionista giordano che prima faceva Amman - Baghdad tranquillo e che ti parla del pesce pescato nel Tigri con malinconia, ecc, non ha né la voglia né la testa per stare ad analizzare le dinamiche complesse dei conflitti mediorientali, lui sa che prima si stava bene, si viveva in pace, e poi sono arrivati "quelli lì" e si sono fottuti prima la Palestina, poi hanno messo il naso nella politica interna di quasi ogni nazione condizionandola a proprio favore, poi il Libano, poi l'Iraq, poi Gaza, poi la Siria, ecc, alla fine si costruisce il suo castello di convinzioni e si sente "appagato" nelle sue certezze su loro "cattivi" e noi "buoni", esattamente come l'europeo che fa il ragionamento inverso. E il primo passo per poter subire il "fascino" di un movimento estremista che divide il mondo in bianco e nero è proprio l'iniziare a vederlo così, semplificazione estrema, buoni contro cattivi, colonizzati contro colonizzatori, bianchi contro neri, ecc. E se dal Re Abdallah a centinaia di intellettuali e studiosi arabi continuano a dire che finché non si risolverà la questione palestinese ogni movimento estremista (oggi religioso, ieri marxista, domani magari nazionalista-etnico) troverà il carburante per continuare a funzionare un motivo ci sarà, perché quella questione continuerà ad alimentare la convinzione del buoni vs cattivi, della vittima contro il carnefice. Ieri come oggi l'esistenza del "nemico" non è figlia dell'ideologia di turno, è figlia degli eventi e del vissuto di quei popoli, l'ideologia è quella che, di volta in volta, propone la "soluzione", una volta è l'unione araba che combatte gli imperialisti, una volta è l'unione islamica per combattere "chi vuole distruggere il mondo islamico" e via dicendo.

E la dimostrazione che il fanatismo in senso stretto non c'entra ce l'hai nel fatto che questa "mentalità" è molto più forte nel palestinese, nel siriano e nel giordano, popoli piuttosto laicizzati, che nell'omanita o nel qatariota, decisamente più conservatore, che però non ha vissuto negli ultimi 70 anni gli stessi eventi politici sulla propria pelle, ma li ha vissuti da spettatore in TV.

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Non solo si può. Si deve. E lo si deve fare proprio in "coscienza". Il petrolio è una risorsa limitata che probabilmente andrà ad esaurirsi di qui a qualche decennio, dei contratti per le forniture d'armi sinceramente me ne frego altamente, le armi andrebbero utilizzate solo per uso interno, leggasi difesa. Questo dice la nostra Costituizione, spesso calpestata con espedienti lessicali, tipo "missione di pace".

Puntare forte sulla ricerca, sulle energie rinnovabili, quello dovrebbe esser fatto, "in tutta coscienza".

Delle mire espansionistiche di chi si ciba solo di soldi, potere e territori, che siano sionisti o pronipoti dei psicopatici ed esaltati padri pellegrini, a me italiano me ne sbatte la ciolla, perdona il francesismo.

Se l'Arabia Saudita si destabilizza sono problemi dell'Arabia Saudita. Più destabilizzata di così, con i diritti umani calpestati un giorno sì e l'altro pure, che al confronto la legge del taglione è il Corpus iuris civilis, e fiumi di soldi che confluiscono nelle tasche dell'ISIS, penso che non possa essere. A meno che per "destabilizzata" non si voglia intendere "sotto il controllo di qualcun altro". E anche di questo a me italiano me ne sbatte la ciolla.

Io il gas lo compro da chi ce l'ha, non finanzia movimenti terroristici e cerco di consumarne il meno possibile con una "decrescita felice", ove possibile. Visto che se ne spreca tanto.

L'Italia ha una tradizione di mediazione e accordi transnazionali fatti con le buone intenzioni. Ed erano accordi più vantaggiosi di quelli fatti dai falchi col truciolato nel cervello.

Tanto che Mattei pagò con la vita.

 

 

 

Basta togliersi dalla vasca. Questi sono psicopatici, ribadisco. La realpolitik dovrebbe pensare alla gente, i movimenti che stanno nascendo in Europa sono la dimostrazione che al popolo interessa nulla di fare guerre sporche altrove, al popolo interessa la sicurezza interna, il lavoro, il welfare, contare davvero nelle decisioni.

Tutto questo va nella direzione opposta.

L'Italia dovrebbe rivedere i rapporti con la NATO. Non siamo alleati, siamo schiavi.

I missili bisogna lanciarli per difendersi dagli invasori (in questo caso l'ISIS). Non per indebolire gli alleati di Hezbollah e men che meno per accaparrarsi le risorse.

 

Tu ragioni da utopista. Sogni belli in carta rosa con stelline d'argento che non servono a nulla, che non riempiono i serbatoi delle auto, non alimentano, i microchip dei telefonini, non servono a garantirsi i contratti commerciali e ad arrivare a quelle risorse che saranno anche da disprezzare ma che sono indispensabili a meno di non volere ipotizzare un ritorno all'economia di sussistenza basata sul baratto.

Se l'Arabia Saudita si destabilizza ed il prezzo del petrolio mi schizza alle stelle, non è solo un problema saudita, ma è anche un mio problema.

Se l'Egitto finisce nel caos e mi chiudono Suez bloccando le rotte commerciali con l'Oriente non è solo un problema egiziano, ma è anche un mio problema.

Se l'Iran si dota di armi nucleari, non è solo un problema dei suoi vicini ma è anche un mio problema.

Se un equilibrio internazionale si altera perché un autocrate ha deciso di credersi onnipotente e minaccia i tuoi interessi, non è solo una questione interna sua, ma diventa anche un mio problema, perché i miei interessi finiranno in mano a qualcun'altro.

Se uno stato a cui fornisco armi si rivolge ad un altro venditore perché è cambiato il suo orientamento strategico, diventa un mio problema, perché poi devo spiegarlo ai miei operai che quelle armi le producevano e che adesso si vedono lasciati a casa. O pensi forse che le varie Alenia, Finmeccanica, Fincantieri ecc (per dire solo quelle italiane) sarebbero felici di veder passare i loro contratti in mano a russi o cinesi?

E potrei continuare.

 

La politica internazionale è fatta di denaro, risorse, interessi, sangue e mèrda.

Tutto il resto, le belle favole, la decrescita felice, le buone intenzioni, lasciamole pure nel libro dei sogni.

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Se i missili sono serviti solo a "marcare il territorio" ci possono stare e sono stati una giusta mossa.

Quindi se la russia decidesse di rispondere per lo stesso motivo, ovvero per "marcare il territorio", immagino che farebbe bene? Io dico che farebbe una *, come giudico una * le bombe lanciate dagli americani senza confrontarsi con gli altri paesi. Hanno la convinzione di poter dettare legge ovunque senza rispondere delle loro azioni, un'arroganza che può trascinare il mondo nel baratro. Ci deve essere una sola soluzione: meno bombe e più dialogo.

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Quindi se la russia decidesse di rispondere per lo stesso motivo, ovvero per "marcare il territorio", immagino che farebbe bene? Io dico che farebbe una *, come giudico una * le bombe lanciate dagli americani senza confrontarsi con gli altri paesi. Hanno la convinzione di poter dettare legge ovunque senza rispondere delle loro azioni, un'arroganza che può trascinare il mondo nel baratro. Ci deve essere una sola soluzione: meno bombe e più dialogo.

 

Lo ha già fatto, a partire dal settembre 2015. E senza pagare pegno alcuno.

La Russia i suoi interessi in medio oriente li sta difendendo eccome e senza guardare in faccia nessuno.

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Quindi se la Russia decidesse di rispondere per lo stesso motivo, ovvero per "marcare il territorio", immagino che farebbe bene? Io dico che farebbe una *, come giudico una * le bombe lanciate dagli americani senza confrontarsi con gli altri paesi. Hanno la convinzione di poter dettare legge ovunque senza rispondere delle loro azioni, un'arroganza che può trascinare il mondo nel baratro. Ci deve essere una sola soluzione: meno bombe e più dialogo.

 

Le bombe sono state lanciate dopo aver avvisato i russi, il danno è stato lieve, la maggior parte dei missili nemmeno ha colpito il bersaglio. Se non prosegue l'escalation credo abbia ragione Sol, Trump avvisa Assad ( e Kim) e rassicura gli alleati Usa nella regione. Diverso se gli Usa dovessero continuare.

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Tu ragioni da utopista. Sogni belli in carta rosa con stelline d'argento che non servono a nulla, che non riempiono i serbatoi delle auto, non alimentano, i microchip dei telefonini, non servono a garantirsi i contratti commerciali e ad arrivare a quelle risorse che saranno anche da disprezzare ma che sono indispensabili a meno di non volere ipotizzare un ritorno all'economia di sussistenza basata sul baratto.

Se l'Arabia Saudita si destabilizza ed il prezzo del petrolio mi schizza alle stelle, non è solo un problema saudita, ma è anche un mio problema.

Se l'Egitto finisce nel caos e mi chiudono Suez bloccando le rotte commerciali con l'Oriente non è solo un problema egiziano, ma è anche un mio problema.

Se l'Iran si dota di armi nucleari, non è solo un problema dei suoi vicini ma è anche un mio problema.

Se un equilibrio internazionale si altera perché un autocrate ha deciso di credersi onnipotente e minaccia i tuoi interessi, non è solo una questione interna sua, ma diventa anche un mio problema, perché i miei interessi finiranno in mano a qualcun'altro.

Se uno stato a cui fornisco armi si rivolge ad un altro venditore perché è cambiato il suo orientamento strategico, diventa un mio problema, perché poi devo spiegarlo ai miei operai che quelle armi le producevano e che adesso si vedono lasciati a casa. O pensi forse che le varie Alenia, Finmeccanica, Fincantieri ecc (per dire solo quelle italiane) sarebbero felici di veder passare i loro contratti in mano a russi o cinesi?

E potrei continuare.

 

La politica internazionale è fatta di denaro, risorse, interessi, sangue e mèrda.

Tutto il resto, le belle favole, la decrescita felice, le buone intenzioni, lasciamole pure nel libro dei sogni.

 

Invece se i francesi (NATO) bombardano Gheddafi bruciando di colpo tutti i contratti stipulati che dall'Italia con la Libia non sono risorse perse o passate nelle mani dell'ISIS o di qualche tribù.

Se i bambini si ammalano di cancro a causa dei veleni dell'Ilva non è un problema.

Se il petrolio lo compro dall'ISIS non è un problema. Dillo alle famiglie che hanno perso due loro figlie con attentati terroristici.

Se l'Iran si dota di armi nucleari è un mio problema, anche se l'Iran a me non ha mai fatto nulla. Per 'mio' intendi di Israele? Perché per me l'Iran è pericoloso tanto quanto la Corea del Nord, la Russia o lo stesso Trump.

Se Trump mi boicotta la Vespa perché non compro carne a base di ormoni non è un mio problema?

Per me Finmeccanica può fallire oggi stesso. L'Italia ha già sperimentato periodi di autosussistenza economica e non credo che fosse tutto da buttare (limitatamente alle questioni economiche). Anzi il controllo statale delle principali aziende del paese era garanzia di successo, un modello da imitare. Con le privatizzazioni è andato tutto a donne di facili costumi.

Ciò a cui penso io è un mondo dove si lavora per costruire e non per distruggere. Dove ci devono essere regole ferree per lavorare in un paese e per produrre, dove non bisogna ficcare il naso in questioni che non ci riguardano. Si possono fare affari con i russi, con gli arabi e con gli americani, ma in pace.

Credo nell'autodeterminazione dei popoli.

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PYONGYANG - Per il regime nordcoreano, l'attacco Usa alla base aerea siriana di Sahyrat, "prova un milione di volte" come da oggi in poi sia giustificato il rafforzamento e la prosecuzione del proprio programma nucleare. Pyongyang dovrà dunque dotarsi di ordigni atomici per essere pronta e al riparo da eventuali azioni di Washington.

 

Lo riferiscono i media locali citando un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano. Il via libera al bombardamento del presidente Usa Donald Trump è arrivato proprio mentre stata ricevendo in Florida il presidente cinese Xi Jinping, al quale avrebbe di fatto intimato: o tenete a bada voi Pyongyang o ci penseremo noi anche ricorrendo a un intervento militare.

 

 

 

Secondo l'agenzia di Stato Kcna il portavoce del ministero degli Esteri ha aggiunto che gli "atteggiandosi arrogantemente a superpotenza gli Stati Uniti hanno solo scelto di colpire Paesi senza armi nucleari e l'amministrazione Trump non fa eccezione alcuna" a questa linea di condotta.

 

"L'attacco siriano ci rircorda con durezza che solo la nostra potenza militare ci proteggerà da un'aggressione imperialista e pertanto rafforzeremo le forze di autodifesa per far fronte agli ancora più intensi atti di aggressione statunitensi", ha concluso il portavoce di Pyongyang.

 

La Corea del Nord ha effettuato dall'ottobre 2006 cinque test di esplosioni di altrettanti ordigni atomici, due solo lo scorso anno e le immagini satellitari raccolte dagli americani da settimane lasciano intendere che si prepari ad effettuarne un sesto, in palese violazione delle sanzioni Onu.

 

Allo stesso modo Pyongyang ha dimostrato i non avere intenzione di fermare il proprio programma missilitico che ha l'obiettivo di riuscire a costruire un vettore balistico intercontinentale sul quale montare una testata atomica miniaturizzta in grado di essere collocata nell'ogiva e sparata a migliaia di chilometri di distanza.

 

Repubblica

 

 

Il buon Kim non ha capito che non c'è più Obama alla casa Bianca...Se prosegue su questa strada verrà ribaltato.

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