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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

Chi nel mondo arabo li considerava patrioti prima li considera patrioti ora.

E chi li considerava terroristi prima li considera terroristi ora.

Non è che i popoli mediorientali pensano in base a quello che dicono Chiesa, De Bortoli o Feltri.

Anzi, se devo essere sincero la % di quelli che li considerava patrioti prima (quando combattevano contro gli americani in Iraq) era decisamente più alta di quelli che li considerano patrioti ora, visto che ora sono ritenuti quelli che "hanno fatto fallire la rivoluzione" entrando in scena e dando di fatto un alibi al regime per i suoi massacri.

Se poi vuoi infilare sotto "Alqaeda" tutti i ribelli siriani allora è un discorso ben diverso.

 

.uhm .... Primo : dalla tua risposta si evince che : Non hai visto il video .

Secondo : la critica è rivolta alla stampa "Uccidentale "

che ha fatto passare inosservata l'ennesima strage causata dai Loro amici/tagliagole ( che ovviamente diventano "moderati" quando combattono contro il Governo della Repubblica Araba Siriana ) .

Terzo : il Mondo Arabo non c'entra !! , e comunque il "Mondo Arabo" è composta da 1.000 gruppi diversi ( per dire ) che si alleano e si combattono tra di Loro a secondo delle situazioni , tanto che non ci si capisce niente stando lì , figuriamoci stando in Italia !!

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.uhm .... Primo : dalla tua risposta si evince che : Non hai visto il video .

Secondo : la critica è rivolta alla stampa "Uccidentale "

che ha fatto passare inosservata l'ennesima strage causata dai Loro amici/tagliagole ( che ovviamente diventano "moderati" quando combattono contro il Governo della Repubblica Araba Siriana ) .

Terzo : il Mondo Arabo non c'entra !! , e comunque il "Mondo Arabo" è composta da 1.000 gruppi diversi ( per dire ) che si alleano e si combattono tra di Loro a secondo delle situazioni , tanto che non ci si capisce niente stando lì , figuriamoci stando in Italia !!

 

Io ho commentato la vignetta.

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.uhm .... Primo : dalla tua risposta si evince che : Non hai visto il video .

Secondo : la critica è rivolta alla stampa "Uccidentale "

che ha fatto passare inosservata l'ennesima strage causata dai Loro amici/tagliagole ( che ovviamente diventano "moderati" quando combattono contro il Governo della Repubblica Araba Siriana ) .

Terzo : il Mondo Arabo non c'entra !! , e comunque il "Mondo Arabo" è composta da 1.000 gruppi diversi ( per dire ) che si alleano e si combattono tra di Loro a secondo delle situazioni , tanto che non ci si capisce niente stando lì , figuriamoci stando in Italia !!

 

Come al solito riporti notizie inesatte e tendenziose

Il massacro di cui il tuo amico Chiesa si vanta di essere l'unico ad averlo denunciato, ha avuto in realtà risonanza mondiale come si può vedere dai link sotto elencati, così come la foto che è apparsa, come ovvio che sia, su tutti gli organi di informazione

 

Pertanto l'accusa alla stampa occidentale di aver passato sotto silenzio una strage solo perchè perpetrata da un kamikaze jihadista ai danni di vittime sciite è semplicemente FALSA e VERGOGNOSA.

 

 

Repubblica

http://www.repubblic...oto_-163218159/

 

La Stampa

http://www.lastampa....h2N/pagina.html

 

Corriere della Sera

http://www.corriere....c30112ddd.shtml

 

Huffington Post

http://www.huffingto...-la_a_22042037/

 

Sole 24 Ore

http://www.ilsole24o...H6&refresh_ce=1

 

The Independent

http://www.independe...a-a7690641.html

 

Der Spiegel

http://www.spiegel.d...-a-1143490.html

 

BBC

http://www.bbc.com/n...e-east-39613313

 

The Times

https://www.thetimes...onvoy-mrx63kzjd

 

Chicago Tribune

http://www.chicagotr...0415-story.html

 

Washington Post

https://www.washingt...m=.66d78942be3d

 

Reuters

http://www.reuters.c...d-idUSKBN17J0ZJ

 

El Mundo

http://www.elmundo.e...47518b459f.html

 

 

direi che possa bastare così, ma se vuoi te ne passo decine di altri.

 

 

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Come al solito riporti notizie inesatte e tendenziose

Il massacro di cui il tuo amico Chiesa si vanta di essere l'unico ad averlo denunciato, ha avuto in realtà risonanza mondiale come si può vedere dai link sotto elencati, così come la foto che è apparsa, come ovvio che sia, su tutti gli organi di informazione

 

Pertanto l'accusa alla stampa occidentale di aver passato sotto silenzio una strage solo perchè perpetrata da un kamikaze jihadista ai danni di vittime sciite è semplicemente FALSA e VERGOGNOSA.

 

 

 

 

 

Come sempre riporti commenti forvianti .

Giulietto Chiesa NON ha mai detto di essere l'unico a dare la notizia ( e meno male che ho postato il video !!) .doh !!

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Come sempre riporti commenti forvianti .

Giulietto Chiesa NON ha mai detto di essere l'unico a dare la notizia ( e meno male che ho postato il video !!) .doh !!

 

Ti riporto le tue stesse parole:

 

alla stampa "Uccidentale" che ha fatto passare inosservata l'ennesima strage causata dai Loro amici/tagliagole

 

A casa mia questo significa che la stampa occidentale - brutta, sporca e cattiva e pure assassina ("Uccide-ntale" .doh)- NON ha dato risalto alla notizia, ovvero che ha cercato di nasconderla/insabbiarla

Il che è palesemente falso.

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Come al solito riporti notizie inesatte e tendenziose

Il massacro di cui il tuo amico Chiesa si vanta di essere l'unico ad averlo denunciato, ha avuto in realtà risonanza mondiale come si può vedere dai link sotto elencati, così come la foto che è apparsa, come ovvio che sia, su tutti gli organi di informazione

 

Pertanto l'accusa alla stampa occidentale di aver passato sotto silenzio una strage solo perchè perpetrata da un kamikaze jihadista ai danni di vittime sciite è semplicemente FALSA e VERGOGNOSA.

 

 

 

 

 

Ti riporto le tue stesse parole:

 

 

 

A casa mia questo significa che la stampa occidentale - brutta, sporca e cattiva e pure assassina ("Uccide-ntale" .doh)- NON ha dato risalto alla notizia, ovvero che ha cercato di nasconderla/insabbiarla

Il che è palesemente falso.

 

 

Te l'ho già detto : le Tue risposte sono forvianti :

Prima te la prendi con Chiesa ;

Poi visto che con Chiesa hai fatto brutta figura , te la prendi con me ( mettiti d'accordo con Te stesso !!)

 

 

Quello da te riportato come Tu stesso ammetti :

NON sono le parole di Giulietto Chiesa come affermavi nella prima risposta , quindi il tuo commento al video è sbagliato ( o falso )

 

Quello che tu citi nella seconda , invece , è il mio commento che non c'entra con quello che ha detto Giulietto Chiesa . ( poi il tuo ragionamento per "induzione " è una tua opinione che a me non interessa )

 

Infatti : la stampa Occidentale ( si pronuncia "uccidentale "...) questa volta NON ha dato risalto alla carneficina

di Rashiddin come ad esempio a Khan Shaykun ( dando subito la colpa a prescindere a Bashar al Assad ) , dove tutti i giornali & tutte le TV ne hanno parlato ( o sparlato ) per giorni e giorni !!!

Per non parlare dei viaggi a Mosca ( Tillerson , Mogherini , ecc. , ecc. ) per protestare .

 

Io , ho voluto segnalare la differente reazione della stampa "Uccidentale " rispetto all'attentato chimico di Khan Shaykun , preso a pretesto dagli USA per bombardare l'aeroporto militare siriano .

Oltre tutto , i rappresentanti politici principali di USA ( es. Tillerson ) , UE ( Mogherini ) , Inglesi , Francesi , ecc. , questa volta non si sono strappati i capelli per il dispiacere .

Perfino la Botteri non ha detto niente

( o se lo ha detto lo ha detto a bassa voce BOTTERI.jpg.... .ghgh )

 

Perchè adesso i mass media occidentali non si indignano e si scandalizzano davanti la morte di bimbi innocenti allo stesso modo ?? ( a parte che : non c'è stata nessuna dichiarazione ufficiale di sdegno nè tanto meno propositi di vendetta da parte di Trump come per Khan Shaykun )

 

uum ....: Perchè , adesso , usando lo stesso comportamento e avendo la stessa reazione :

Tu ( ...per dire ) non dai l'ordine di allertare "l'Esercito della Riserva " & di bombardare i Tuoi procuratori/amichetti tagliagole ?? ha già ... quando sono in Siria non Li chiami terroristi .... .ghgh

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Te l'ho già detto : le Tue risposte sono forvianti :

Prima te la prendi con Chiesa ;

Poi visto che con Chiesa hai fatto brutta figura , te la prendi con me ( mettiti d'accordo con Te stesso !!)

 

 

Quello da te riportato come Tu stesso ammetti :

NON sono le parole di Giulietto Chiesa come affermavi nella prima risposta , quindi il tuo commento al video è sbagliato ( o falso )

 

Quello che tu citi nella seconda , invece , è il mio commento che non c'entra con quello che ha detto Giulietto Chiesa . ( poi il tuo ragionamento per "induzione " è una tua opinione che a me non interessa )

 

Infatti : la stampa Occidentale ( si pronuncia "uccidentale "...) questa volta NON ha dato risalto alla carneficina

di Rashiddin come ad esempio a Khan Shaykun ( dando subito la colpa a prescindere a Bashar al Assad ) , dove tutti i giornali & tutte le TV ne hanno parlato ( o sparlato ) per giorni e giorni !!!

Per non parlare dei viaggi a Mosca ( Tillerson , Mogherini , ecc. , ecc. ) per protestare .

 

Io , ho voluto segnalare la differente reazione della stampa "Uccidentale " rispetto all'attentato chimico di Khan Shaykun , preso a pretesto dagli USA per bombardare l'aeroporto militare siriano .

Oltre tutto , i rappresentanti politici principali di USA ( es. Tillerson ) , UE ( Mogherini ) , Inglesi , Francesi , ecc. , questa volta non si sono strappati i capelli per il dispiacere .

Perfino la Botteri non ha detto niente

( o se lo ha detto lo ha detto a bassa voce BOTTERI.jpg.... .ghgh )

 

Perchè adesso i mass media occidentali non si indegnano e si scandalizzano davanti la morte di bimbi innocenti allo stesso modo ?? ( a parte che : non c'è stata nessuna dichiarazione ufficiale di sdegno nè tanto meno propositi di vendetta da parte di Trump come per Khan Shaykun )

 

uum ....: Perchè , adesso , usando lo stesso comportamento e avendo la stessa reazione :

Tu ( ...per dire ) non dai l'ordine di bombardare i Tuoi procuratori/amichetti tagliagole ?? ha già ... quando sono in Siria non Li chiami terroristi .... .ghgh

 

1) non guardo MAI (ma pensavo fosse chiaro) i video di Chiesa, semplicemente perché non me ne frega nulla di quanto ha da dire, visto che è un personaggio che detesto e non intendo premiarlo con i miei click.

 

2) tu ci stressi in continuazione sul fatto che quando scrivi, posti, commenti, il tuo pensiero riflette esattamente la fonte dalla quale prendi ispirazione. Quindi per quanto mi riguarda tu parli per bocca delle tue fonti, ovvero le tue fonti parlano per bocca tua.

Adesso non è così? Ne sono contento: hai dimostrato capacità di pensiero autonomo.

 

3) La sostanza del discorso non cambia: hai accusato i media (i famosi disprezzati mainstream) di non aver dato risalto alla notizia è questo è FALSO. Quindi hai detto una cavolata. Da qui non si scappa.

 

 

4) è scorretto accusare i media di una mancata azione politica. Non è compito loro: loro (i media) il loro lavoro l'hanno fatto. Vuoi risposte politiche? Allora chiedi alla Mogherini perché non ha fatto un comunicato UE, a Tillerson perché non è volato a Mosca, a Trump perché non ha lanciato due Tomahawk. E già che ci sei anche a Putin perché non ha fatto fuoco e fiamme protestando con il mondo intero in modo da farci vergognare tutti per la nostra inazione. Ma non accusare i media di collusioni con gli jihadisti, visto che il loro compito l'hanno svolto.

 

 

Infine:

 

5) vuoi una spiegazione sulla possibile diversa reazione politica all'attacco di Rashideeen rispetto a quello di Khan Shaykun?

Te la dico subito: la tipologia di arma usata. Nella percezione collettiva i due attacchi hanno un impatto diverso (seppure ambedue configurabili giuridicamente come crimini di guerra) in quanto le armi chimiche (come quelle batteriologiche) sono da sempre considerate barbariche e degne della massima riprovazione rispetto a quelle esplodenti, tanto da essere oggetto di moratorie ed accordi internazionali (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Convenzione_sulle_armi_chimiche ) cosa che invece non succede per le armi convenzionali (e un kamikaze che usa esplosivo sulla folla è un'"arma" convenzionale a tutti gli effetti, seppure utilizzata per perpetrare un crimine).

Muore gente ugualmente, ma l'impatto rimane diverso anche se la cosa può non piacere.

Tutto questo rientra in un discorso che si può definire di "etica della guerra" in cui il tritolo è percepito "etico" o "più etico" rispetto ai gas (ed anche, per ricaduta al fosforo bianco, al napalm ed all'uranio impoverito).

Non è una questione di Siria: è così da sempre.

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1) non guardo MAI (ma pensavo fosse chiaro) i video di Chiesa,

................ ecc. , ecc..............

 

- Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno ( e dicono ) - ( cit.) .the

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.............................................................................................

 

Squilla il telefono a casa Papagnetti, ma non c’e’ nessuno tranne il cane.

Squilla, squilla, squilla, alla fine il cane si stufa e si arrampica al mobile del telefono, gli da’ una zampata e rovescia la cornetta sul pavimento.

Voce: “... Pronto? “.

Cane: “Bau !”. “Pronto ?! “. E il cane: “Bau ! “. “Ma chi parla ? Non si capisce niente ! “.

E il cane: “Bau ! Bau ! “. ... “Pronto! Non la sento bene! “. E il cane incazzato: “Bau !! B come Bologna, A come Ancona, U come Udine!!

 

.

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Posto questo interessante contributo tratto dal sito dell'Ispi che parla dell'intervento delle milizie sciite irachene nella guerra civile siriana (il neretto è mio) http://www.ispionline.it/pubblicazione/il-ruolo-delle-milizie-sciite-irachene-nel-conflitto-siriano-16288 :

 

Il ruolo delle milizie sciite irachene nel conflitto siriano

 

Mercoledì, 1 Febbraio, 2017

 

 

Lorena Stella Martini

 

Nonostante la vicinanza geografica, il coinvolgimento iracheno nella crisi siriana non è uno dei temi più trattati dalla cronaca, dato lo stato di estrema emergenza vigente nello stesso Iraq. La guerra civile in Siria è stata fino alla nausea definita ‘guerra per procura’, dove molteplici attori regionali e internazionali sono intervenuti a sostegno delle varie fazioni, trasponendo così il conflitto su livelli trascendenti i confini siriani. Tra gli attori regionali coinvolti compare proprio il confinante Iraq, sotto la guida di Nuri al-Maliki nei primi anni della crisi e di Haider al-‘Abadi dal 2014. I due governi, entrambi a maggioranza sciita, si sono schierati con il presidente siriano Bashar al-Assad, esponente della comunità ‘alawita, contro le forze ribelli a maggioranza sunnita che combattono il suo regime. Molteplici precisazioni sono doverose, al fine di chiarire una presa di posizione che rischia di essere terribilmente semplificata in ottica settaria: la frattura tra sunniti e sciiti è sì una delle chiavi attraverso le quali leggere il conflitto, ma dal punto di vista politico e geopolitico anziché prettamente religioso.

 

Innanzitutto, è opportuno specificare come, almeno in parte data la vastità e l’eterogeneità del fronte anti-Assad, sia il governo iracheno sia quello siriano si percepiscano in lotta  contro un nemico comune: l’estremismo sunnita, tradottosi tra gli altri nella creazione dello Stato Islamico (IS). Tale battaglia non è peraltro nuova a Baghdad: dal 2003 in avanti i neonati governi a maggioranza sciita si sono trovati a fare periodicamente fronte al malcontento di una parte di popolazione che aveva di fatto detenuto le leve del potere sin dalla fondazione dell’Iraq moderno. L’opposizione sunnita irachena ha assunto negli anni molteplici forme; tra esse, la più conosciuta è stata al-Qa‘ida in Iraq, dalla quale è poi derivato lo Stato Islamico. Un’ipotetica vittoria della guerra civile siriana da parte delle frange più estreme dell’opposizione sunnita non sarebbe che un’ulteriore minaccia per il governo di Baghdad, che teme un possibile effetto spill-over.  

 

Questione di cruciale rilevanza è anche quella curda: un’eccessiva autonomia della comunità curdo-siriana non farebbe, infatti, che aumentare le già vivissime spinte indipendentiste del Kurdistan iracheno. Pertanto, è importante per Baghdad che il territorio siriano rimanga il più possibile unito sotto il controllo di Damasco. La questione curda apre però scenari controversi, dati i numerosi e preziosi interventi dell’YPG contro lo Stato Islamico in Siria; una dinamica, questa, non lontana da quella irachena, dove le forze peshmerga combattono IS pur mantenendo difficili relazioni con Baghdad. 

 

Infine, è importante considerare l’ascendente iraniano. Nonostante la forte influenza esercitata da Teheran sulla “terra dei due fiumi”, al-Maliki e il suo successore hanno avuto più di un motivo per dar vita a una strategia con dinamiche e specificità proprie nel contesto siriano, seppur in linea con quella definita dalla Repubblica Islamica. Pertanto, è forse più corretto asserire come la vicinanza a Teheran abbia più che altro permesso all’Iraq di avere un partner, o meglio un supervisore, su un campo – quello siriano – dove lo schieramento di Baghdad di fianco a Damasco appariva come una scelta pressoché scontata. Tale presa di posizione va ovviamente contestualizzata nel nuovo scenario iracheno post 2003, quando dopo la caduta di Saddam Husayn e una prima fase di forte contrapposizione, i rapporti tra Damasco e Baghdad si sono notevolmente rilassati. 

 

Come si traduce questa posizione sul campo? Il governo siriano non riceve supporto esclusivamente dalle milizie iraniane, libanesi e dalle forze russe, ma anche da numerose milizie irachene. Tali attori non sono gruppi improvvisati di combattenti individualmente votatisi al jihad, come poteva essere inizialmente, bensì membri dell’Hashd al-Sha‘abi, ‘Unità di Mobilitazione Popolare’, creato nel 2014 dopo la fatwa del Grande Ayatollah ‘Ali al-Sistani e con il supporto del governo per respingere l’avanzata di IS. Tale organizzazione, che riunisce circa quaranta gruppi armati quasi esclusivamente sciiti, è entrata a pieno titolo nelle forze armate governative nel dicembre 2016; pertanto, i suoi aderenti sono ora soggetti alla legge militare. Questa incorporazione comporta che le azioni di tali milizie in Siria siano considerate iniziative governative irachene sul territorio sovrano dello stato confinante, sebbene permangano seri dubbi sull’effettivo controllo detenuto da Baghdad. Sono molti, inoltre, gli analisti che ritengono che i gruppi appartenenti all’Unità di Mobilitazione Popolare attivi in Siria agiscano sotto la supervisione e grazie ai mezzi forniti dalle brigate al-Quds guidate dall’iraniano Qassim Suleimani. Se la “sponsorizzazione” di milizie da parte del governo iracheno non è certo una pratica nuova, è anche vero che la creazione di un corpo paramilitare che affianchi le ordinarie forze militari ricorda senz’altro i Pasdaran, vigenti in Iran dal 1979. 

 

Tra i gruppi che fanno parte dell’Unità e che sono noti per la propria azione in Siria, di fondamentale importanza è Harakat al-Nujaba’, il ‘Movimento dei Nobili’, fondato nel 2013 dai gruppi Kata’ib Hezbollah(attivo in Iraq sin dal 2007 nella lotta contro le forze americane) e Asa’ib Ahl al-Haqq, con il fine di incanalare miliziani iracheni verso lo scenario siriano. Se tale formazione emerge poiché è stata creata ad hoc per la lotta in Siria, le due organizzazioni che la hanno fondata hanno però indipendentemente continuato a impegnare i propri uomini a fianco delle forze filogovernative siriane. 

 

La stretta collaborazione intessuta da al-Nujaba’ con Hezbollah e i contingenti iraniani segue le dinamiche fino qui delineate: il loro leader Akram al-Kabi, dal 2008 designato quale terrorista dal governo statunitense a causa del suo attivismo in seno a Jaysh al-Mahdi e Asa‘ib Ahl al-Haqq, si è pronunciato a favore di Hezbollah e della leadership di Hassan Nasrallah. Noto è anche lo stretto rapporto di al-Kabi con l’Iran, e in particolar modo con le brigate al-Quds: lo scorso agosto, questi si è recato a Teheran, dove è stato calorosamente accolto dalle più alte autorità politico-religiose iraniane e dove ha avuto modo di discutere del ruolo di Harakat al-Nujaba’ in Siria e più in generale dell’ impegno di Hashd al-Sha‘abi in Iraq.

 

Il Middle East Observer riporta che il solo al-Kabi avrebbe all’attivo circa 5000 uomini in Siria. Il Wall Street Journal annunciava nel settembre 2016 che un migliaio di combattenti iracheni, molti dei quali affiliati a al-Nujaba’, avrebbe varcato il confine siro-iracheno per unirsi alle milizie filogovernative siriane e ai circa 4000 connazionali già attivi in Siria. Essendo il confine tra i due stati permeabile, le milizie impiegate eterogenee e le notizie confuse, è facile capire come stime ufficiali a riguardo non siano disponibili e/o affidabili. 

 

Secondo alcuni rapporti, al-Nujaba’ sarebbe direttamente coinvolta nel trasferimento di centinaia di famiglie irachene sciite in Siria, nelle città di Daraya, Maadamiyat al-Sham e al-Midan, in cambio di un premio in denaro e un posto in cui vivere. La pagina ufficiale del gruppo, così come il suo account Twitter, riportano inoltre, interamente in lingua araba, notizie riguardanti le operazioni militari compiute per sbaragliare IS.

 

Un altro gruppo attivo sul suolo siriano e che detiene connessioni con l’Iraq è l’organizzazione al-Quwat al-Ja’afariyah, nata nel 2013. Nel corso dei due anni successivi, l’organizzazione e la sua sotto milizia, Liwa al-Sayyida Ruqayya, hanno sovrapposto tale legame con l’affiliazione con il gruppo iracheno di Kata’ib Sayyid al-Shuhada, identificandosi così come il braccio esclusivamente siriano di questa organizzazione paramilitare fortemente filo-iraniana appartenente all’Unità di Mobilitazione Popolare. Attiva dal 2013, Kata’ib Sayyid al-Shuhada si è posta sin dal principio l’obiettivo di proteggere il santuario di Zaynab a Damasco, nel quadro più generale di una difesa di tutti i luoghi sacri sciiti. Infatti, i combattenti di KSS, inizialmente e principalmente attivi a Damasco, dove sono stati peraltro accusati di avere collaborato con il governo siriano nell’utilizzo di armi chimiche, agiscono anche in altre zone della Siria. Il loro sito web ufficiale, in lingua araba, riporta inoltre sezioni dedicate alla lotta in Siria, Libano, Yemen, Iraq, e il gruppo conta presenze anche in Afghanistan. 

 

In conclusione, molteplici milizie irachene o aventi forti legami politico-ideologici con l’ambiente iracheno sono attive in Siria. È importante capire come la maggioranza di queste, seppur nate negli ultimi anni e a conflitto siro-iracheno già iniziato, abbiano forti legami con gruppi paramilitari filoiraniani già attivi in passato in Iraq nella lotta contro la coalizione americana. 

 

Sebbene il contributo delle milizie irachene sul suolo siriano sia risultato importante per combattere IS, l’eterogeneità, il numero e la stessa struttura di tali attori fa sì che essi siano difficilmente controllabili, rendendo poco chiaro quale sia il reale potere del governo iracheno su tale corpo delle proprie forze armate. Tale riflessione può solo rafforzarsi se si considera il forte potere che Teheran detiene e esercita su tali attori in Siria e nello stesso Iraq, con il lungimirante vantaggio di ottenere sempre più spazio di manovra nella politica interna di Baghdad. Ciò che può conseguirne è un’ulteriore deriva settaria della lotta a IS, con un ovvio riverbero sulla stabilità irachena.

 

se si ha la pazienza di leggere il pezzo, districandosi tra le numerose sigle si otterranno alcune conclusioni, già ampiamente dibattute, ma che non è mai superfluo ribadire:

 

1) la guerra civile siriana è tale solo di fatto, nel senso che ne racchiude in sé molte altre: una su tutte il progetto espansionistico di Teheran nella regione MO-Levante attuata con il pretesto di tutelare le minoranze sciite presenti al di fuori dei confini iraniani, quindi in Iraq, Siria, Libano, Yemen, regione del Golfo (la cosiddetta Mezzaluna Sciita). Per fare un parallelismo storico, è il medesimo metodo utilizzato a suo tempo dalla Germania nazista a "tutela" delle minoranze tedesche in Cecoslovacchia, Polonia e stati baltici, con i risultati che ben conosciamo.

 

2) l'attivismo di Teheran coinvolge un paese, la Siria, che è bene ricordarlo, è ad assoluta maggioranza sunnita: in altre parole, a differenza dell’Iraq dove una minoranza araba sunnita dominava quella sciita (20÷60%) e dove quindi l'interventismo iraniano poteva avere qualche (teorica) giustificazione, in Siria abbiamo una situazione rovesciata, con una minoranza sciita alawita (oltretutto araba e non persiana) che domina quella araba sunnita (15÷65%). Da qui l'assoluta mancanza di giustificazioni etico-religiose dell'intervento iraniano se non nell'ottica del puro e semplice espansionismo politico-strategico in funzione anti-saudita (da qui anche l'appoggio iraniano agli Houti dello Yemen) per il predominio sull'intero quadrante medio-orientale.

 

3) è in corso, a quanto pare, un vero riassetto etnico della popolazione siriana attraverso l'innesto di migliaia di sciiti iracheni in aree ex-sunnite attorno a Damasco: evidentemente con lo scopo di creare artificialmente una barriera etnico-religiosa sciita in grado di proteggere la capitale siriana e quindi il regime di Assad da possibili ritorni sunniti. Tali località un tempo in mano ai ribelli anti-Assad erano state svuotate della loro popolazione originaria sunnita, cui era stato garantito il salvacondotto verso altre aree del paese in cambio della resa. Ora, questi territori svuotati vengono riempiti con elementi del tutto estranei al contesto siriano, ma fedeli al regime, stravolgendo in tal modo la composizione originaria della popolazione, attraverso quella che si può configurare come una vera e propria pulizia etnica. È plausibile che tale metodo venga replicato anche in altre regioni, quella di Aleppo in primis, dove nelle settimane scorse vi sono state analoghe evacuazioni forzate di popolazione sunnita.

 

4) non è solo il fronte dei ribelli siriani a comprendere gruppi estremistico/terroristi come piace far credere alla propaganda assadiana, ma anche quello pro-Assad, dove vi sono gruppi di bad guys legati ad Hezbollah e ad organizzazioni estremistiche irachene manovrate da Teheran. D'altra parte, pensare il contrario era pura ingenuità o malafede.

Infatti, come mi piace ripetere, è del tutto assurdo pensare di trovare una vergine in un bordello, soprattutto se parliamo della tenutaria che in questo caso porta il nome di Assad.

 

 

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Posto questo interessante contributo tratto dal sito dell'Ispi che parla dell'intervento delle milizie sciite irachene nella guerra civile siriana (il neretto è mio) http://www.ispionlin...o-siriano-16288 :

 

 

 

se si ha la pazienza di leggere il pezzo, districandosi tra le numerose sigle si otterranno alcune conclusioni, già ampiamente dibattute, ma che non è mai superfluo ribadire:

 

1) la guerra civile siriana è tale solo di fatto, nel senso che ne racchiude in sé molte altre: una su tutte il progetto espansionistico di Teheran nella regione MO-Levante attuata con il pretesto di tutelare le minoranze sciite presenti al di fuori dei confini iraniani, quindi in Iraq, Siria, Libano, Yemen, regione del Golfo (la cosiddetta Mezzaluna Sciita). Per fare un parallelismo storico, è il medesimo metodo utilizzato a suo tempo dalla Germania nazista a "tutela" delle minoranze tedesche in Cecoslovacchia, Polonia e stati baltici, con i risultati che ben conosciamo.

 

2) l'attivismo di Teheran coinvolge un paese, la Siria, che è bene ricordarlo, è ad assoluta maggioranza sunnita: in altre parole, a differenza dell'Iraq dove una minoranza araba sunnita dominava quella sciita (20÷60%) e dove quindi l'interventismo iraniano poteva avere qualche (teorica) giustificazione, in Siria abbiamo una situazione rovesciata, con una minoranza sciita alawita (oltretutto araba e non persiana) che domina quella araba sunnita (15÷65%). Da qui l'assoluta mancanza di giustificazioni etico-religiose dell'intervento iraniano se non nell'ottica del puro e semplice espansionismo politico-strategico in funzione anti-saudita (da qui anche l'appoggio iraniano agli Houti dello Yemen) per il predominio sull'intero quadrante medio-orientale.

 

3) è in corso, a quanto pare, un vero riassetto etnico della popolazione siriana attraverso l'innesto di migliaia di sciiti iracheni in aree ex-sunnite attorno a Damasco: evidentemente con lo scopo di creare artificialmente una barriera etnico-religiosa sciita in grado di proteggere la capitale siriana e quindi il regime di Assad da possibili ritorni sunniti. Tali località un tempo in mano ai ribelli anti-Assad erano state svuotate della loro popolazione originaria sunnita, cui era stato garantito il salvacondotto verso altre aree del paese in cambio della resa. Ora, questi territori svuotati vengono riempiti con elementi del tutto estranei al contesto siriano, ma fedeli al regime, stravolgendo in tal modo la composizione originaria della popolazione, attraverso quella che si può configurare come una vera e propria pulizia etnica. È plausibile che tale metodo venga replicato anche in altre regioni, quella di Aleppo in primis, dove nelle settimane scorse vi sono state analoghe evacuazioni forzate di popolazione sunnita.

 

4) non è solo il fronte dei ribelli siriani a comprendere gruppi estremistico/terroristi come piace far credere alla propaganda assadiana, ma anche quello pro-Assad, dove vi sono gruppi di bad guys legati ad Hezbollah e ad organizzazioni estremistiche irachene manovrate da Teheran. D'altra parte, pensare il contrario era pura ingenuità o malafede.

Infatti, come mi piace ripetere, è del tutto assurdo pensare di trovare una vergine in un bordello, soprattutto se parliamo della tenutaria che in questo caso porta il nome di Assad.

 

 

 

Stai facendo discorsi troppo complessi per questo topic, tanto ormai è deciso, Assad è buono e gli altri cattivi.

Non si vuole andare oltre le banalità e soprattutto non si riesce a capire che Siria, Iraq, Yemen e Libano (seppur in modo minore) sono tutti parte di uno stesso scenario, ovvero di uno scontro arabo-iraniano (e hai detto bene, più politico che religioso) in cui il mondo arabo vede 4 paesi arabi sotto dominazione iraniana, quindi di fatto sotto "occupazione" straniera. Quello è il fulcro di tutto. Analizzare qualsiasi elemento del caos attuale in Medio Oriente senza tenerne conto vuol dire andare fuori strada.

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Stai facendo discorsi troppo complessi per questo topic, tanto ormai è deciso, Assad è buono e gli altri cattivi.

Non si vuole andare oltre le banalità e soprattutto non si riesce a capire che Siria, Iraq, Yemen e Libano (seppur in modo minore) sono tutti parte di uno stesso scenario, ovvero di uno scontro arabo-iraniano (e hai detto bene, più politico che religioso) in cui il mondo arabo vede 4 paesi arabi sotto dominazione iraniana, quindi di fatto sotto "occupazione" straniera. Quello è il fulcro di tutto. Analizzare qualsiasi elemento del caos attuale in Medio Oriente senza tenerne conto vuol dire andare fuori strada.

 

infatti non so come non si riesce a capire come le differenze religiose minime fra sciiti e sunniti possano provocare un simile odio se non ci fosse la politica di mezzo.

è come dire che i cattolici odiano a morte i protestanti o gli ortodossi, non esiste, non ha senso.

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è come dire che i cattolici odiano a morte i protestanti o gli ortodossi, non esiste, non ha senso.

L'Europa è stata dilaniata per secoli dalle guerre di religione.

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L'Europa è stata dilaniata per secoli dalle guerre di religione.

La religione è sempre stato un ottimo veicolo

 

 

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La traduttrice Fbi e il terrorista, l'amore che imbarazza gli Usa

 

 

034615262-f1e973fb-14ce-4c57-9425-f5618c12ae3c.jpgDaniela Green

 

 

Daniela Green avrebbe dovuto spiare Malik. E invece andò in Siria a sposarlo. L’avventura finì di fronte agli orrori cui la donna dovette assistere. Ma riuscì a fuggire. L’agenzia avrebbe preferito non far trapelare l’ennesima falla nella sicurezza .

 

WASHINGTON. Cercava l'amore nel cuore più nero dell'odio islamista e ha trovato il carcere, la giovane americana che ha tradito due volte, prima l'America che l'aveva arruolata come agente, poi il militante che lei aveva creduto di amare. Daniela Green era stata assunta dall'Fbi per leggere, interpretare e infiltrare la rete mondiale del jihadismo più sanguinario, dell'Isis, ma in quella rete era rimasta invischiata attratta dalla più antica e irresistibile delle fore d'attrazione, l'amore.

 

Daniela era nata in Germania, figlia di un militare americano bianco e di una tedesca, prima di andare a vivere negli Stati Uniti e conseguire un Master in Linguistica nella Università della North Carolina. I suoi professori, intervistati dalla Cnn la ricordano come una studentessa diligente, tenace e intelligente e, come sempre in queste situazioni, si proclamano increduli davanti alla sua fuga per amore nelle braccia del terrorismo più feroce.

 

Lo Fbi, sempre alla ricerca di agenti capaci di muoversi nel labirinto di lingue aperto dalla globalizzazione del terrorismo, l'aveva arruolata, concedendole la massima " clearance", il più alto livello di accesso a documenti e operazioni riservatissime. Ed era stato per il suo lavoro di ricerca e di sorveglianza del termitaio di militanti islamisti, che i superiori le avevano assegnato due account di Skype aperti da un ex rapper afrotedesco, Denis Cuspert, fuggito in Siria dalla Germania dopo uno scarso successo nello spettacolo e una ricca fedina penale per vari reati violenti, per divenire Abu Malik, combattente e propagandista per il Califfato. Nei suoi appelli in Rete, Denis alias Malik inneggiava a Bin Laden, invitava i "soldati" dell'Isis a uccidere, a far esplodere bombe in Europa, a "far correre il sangue degli infedeli". Il prototipo del peggio.

 

Ma Daniela aveva scoperto che Denis aveva un terzo account di Skype, ignoto allo Fbi e non ancora "hackerato", come lei avrebbe dovuto fare. Su quello, all'oscuro dei superiori, aveva allacciato con lui una relazione virtuale che si era fatta sempre più stretta fino al 2011, quando lei, l'insospettabile, l'agente perfetta, si era imbarcata per un viaggio in Germania, divenuto in realtà un viaggio segreto in Turchia. Alla frontiera con la Siria, gli uomini dell'Isis l'avevano fatta passare e aveva potuto raggiungere il suo uomo e sposarlo, rivelandogli tutti i segreti delle indagini.

 

Un amore durato poco, schiantato da quello che lei vedeva tutti i giorni attorno a sè. Violenza, brutalità, orrori che descriveva in messaggi in rete al primo marito che aveva lasciato in North Carolina, disperando di poterne uscire viva e tornare in America. "Sento che la mia fine sarà qui". Ma riuscì a fuggire, a rientrare in Usa e essere immediatamente arrestata per "collaborazione con organizzazioni terroriste".

Un reato che costa dieci o quindici anni di carcere, ma non a lei. Per imbarazzo, per pudore, per vergogna, l'Fbi ha cercato di insabbiare il suo caso. Il dossier sarebbe rimasto sepolto dal giudice che lo aveva messo sotto sigillo se un giornalista investigativo della Cnn non lo avesse scoperto. Daniela ricevette appena due anni di prigione, già accorciati per buona condotta ed è oggi libera. "Ha collaborato con le indagini", spiegano all'Fbi, si è pentita, ha dato indicazioni preziose sul funzionamento dell'Isis dall'interno, ma tutto suona come una affannosa giustificazione di una ennesima falla nell'apparato della sicurezza nazionale.

 

Per amore, non per soldi o per conversione religiosa. Per ingenuità, se si vuole giustificarla, e forse per la illusione comune a tante donne di riuscire a cambiare in meglio l'uomo che amano. Ma oggi Daniela è una donna di quarant'anni senza un lavoro nel mezzo di uno Stato del Sud mentre il suo rapper killer continua a invitare i militanti a sgozzare quelli come lei.

 

 

Repubblica

 

 

 

Incredibile la figura fatta, spero che si scelgano meglio i loro agenti, in Russia o in Israele dubito sarebbe successo.

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La traduttrice Fbi e il terrorista, l'amore che imbarazza gli Usa

 

 

034615262-f1e973fb-14ce-4c57-9425-f5618c12ae3c.jpgDaniela Green

 

 

Daniela Green avrebbe dovuto spiare Malik. E invece andò in Siria a sposarlo. L’avventura finì di fronte agli orrori cui la donna dovette assistere. Ma riuscì a fuggire. L’agenzia avrebbe preferito non far trapelare l’ennesima falla nella sicurezza .

 

WASHINGTON. Cercava l'amore nel cuore più nero dell'odio islamista e ha trovato il carcere, la giovane americana che ha tradito due volte, prima l'America che l'aveva arruolata come agente, poi il militante che lei aveva creduto di amare. Daniela Green era stata assunta dall'Fbi per leggere, interpretare e infiltrare la rete mondiale del jihadismo più sanguinario, dell'Isis, ma in quella rete era rimasta invischiata attratta dalla più antica e irresistibile delle fore d'attrazione, l'amore.

 

Daniela era nata in Germania, figlia di un militare americano bianco e di una tedesca, prima di andare a vivere negli Stati Uniti e conseguire un Master in Linguistica nella Università della North Carolina. I suoi professori, intervistati dalla Cnn la ricordano come una studentessa diligente, tenace e intelligente e, come sempre in queste situazioni, si proclamano increduli davanti alla sua fuga per amore nelle braccia del terrorismo più feroce.

 

Lo Fbi, sempre alla ricerca di agenti capaci di muoversi nel labirinto di lingue aperto dalla globalizzazione del terrorismo, l'aveva arruolata, concedendole la massima " clearance", il più alto livello di accesso a documenti e operazioni riservatissime. Ed era stato per il suo lavoro di ricerca e di sorveglianza del termitaio di militanti islamisti, che i superiori le avevano assegnato due account di Skype aperti da un ex rapper afrotedesco, Denis Cuspert, fuggito in Siria dalla Germania dopo uno scarso successo nello spettacolo e una ricca fedina penale per vari reati violenti, per divenire Abu Malik, combattente e propagandista per il Califfato. Nei suoi appelli in Rete, Denis alias Malik inneggiava a Bin Laden, invitava i "soldati" dell'Isis a uccidere, a far esplodere bombe in Europa, a "far correre il sangue degli infedeli". Il prototipo del peggio.

 

Ma Daniela aveva scoperto che Denis aveva un terzo account di Skype, ignoto allo Fbi e non ancora "hackerato", come lei avrebbe dovuto fare. Su quello, all'oscuro dei superiori, aveva allacciato con lui una relazione virtuale che si era fatta sempre più stretta fino al 2011, quando lei, l'insospettabile, l'agente perfetta, si era imbarcata per un viaggio in Germania, divenuto in realtà un viaggio segreto in Turchia. Alla frontiera con la Siria, gli uomini dell'Isis l'avevano fatta passare e aveva potuto raggiungere il suo uomo e sposarlo, rivelandogli tutti i segreti delle indagini.

 

Un amore durato poco, schiantato da quello che lei vedeva tutti i giorni attorno a sè. Violenza, brutalità, orrori che descriveva in messaggi in rete al primo marito che aveva lasciato in North Carolina, disperando di poterne uscire viva e tornare in America. "Sento che la mia fine sarà qui". Ma riuscì a fuggire, a rientrare in Usa e essere immediatamente arrestata per "collaborazione con organizzazioni terroriste".

Un reato che costa dieci o quindici anni di carcere, ma non a lei. Per imbarazzo, per pudore, per vergogna, l'Fbi ha cercato di insabbiare il suo caso. Il dossier sarebbe rimasto sepolto dal giudice che lo aveva messo sotto sigillo se un giornalista investigativo della Cnn non lo avesse scoperto. Daniela ricevette appena due anni di prigione, già accorciati per buona condotta ed è oggi libera. "Ha collaborato con le indagini", spiegano all'Fbi, si è pentita, ha dato indicazioni preziose sul funzionamento dell'Isis dall'interno, ma tutto suona come una affannosa giustificazione di una ennesima falla nell'apparato della sicurezza nazionale.

 

Per amore, non per soldi o per conversione religiosa. Per ingenuità, se si vuole giustificarla, e forse per la illusione comune a tante donne di riuscire a cambiare in meglio l'uomo che amano. Ma oggi Daniela è una donna di quarant'anni senza un lavoro nel mezzo di uno Stato del Sud mentre il suo rapper killer continua a invitare i militanti a sgozzare quelli come lei.

 

 

Repubblica

 

 

 

Incredibile la figura fatta, spero che si scelgano meglio i loro agenti, in Russia o in Israele dubito sarebbe successo.

 

Può succedere di peggio, non hai visto Homeland? :d

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La traduttrice Fbi e il terrorista, l'amore che imbarazza gli Usa

 

 

034615262-f1e973fb-14ce-4c57-9425-f5618c12ae3c.jpgDaniela Green

 

 

Daniela Green avrebbe dovuto spiare Malik. E invece andò in Siria a sposarlo. L’avventura finì di fronte agli orrori cui la donna dovette assistere. Ma riuscì a fuggire. L’agenzia avrebbe preferito non far trapelare l’ennesima falla nella sicurezza .

 

WASHINGTON. Cercava l'amore nel cuore più nero dell'odio islamista e ha trovato il carcere, la giovane americana che ha tradito due volte, prima l'America che l'aveva arruolata come agente, poi il militante che lei aveva creduto di amare. Daniela Green era stata assunta dall'Fbi per leggere, interpretare e infiltrare la rete mondiale del jihadismo più sanguinario, dell'Isis, ma in quella rete era rimasta invischiata attratta dalla più antica e irresistibile delle fore d'attrazione, l'amore.

 

Daniela era nata in Germania, figlia di un militare americano bianco e di una tedesca, prima di andare a vivere negli Stati Uniti e conseguire un Master in Linguistica nella Università della North Carolina. I suoi professori, intervistati dalla Cnn la ricordano come una studentessa diligente, tenace e intelligente e, come sempre in queste situazioni, si proclamano increduli davanti alla sua fuga per amore nelle braccia del terrorismo più feroce.

 

Lo Fbi, sempre alla ricerca di agenti capaci di muoversi nel labirinto di lingue aperto dalla globalizzazione del terrorismo, l'aveva arruolata, concedendole la massima " clearance", il più alto livello di accesso a documenti e operazioni riservatissime. Ed era stato per il suo lavoro di ricerca e di sorveglianza del termitaio di militanti islamisti, che i superiori le avevano assegnato due account di Skype aperti da un ex rapper afrotedesco, Denis Cuspert, fuggito in Siria dalla Germania dopo uno scarso successo nello spettacolo e una ricca fedina penale per vari reati violenti, per divenire Abu Malik, combattente e propagandista per il Califfato. Nei suoi appelli in Rete, Denis alias Malik inneggiava a Bin Laden, invitava i "soldati" dell'Isis a uccidere, a far esplodere bombe in Europa, a "far correre il sangue degli infedeli". Il prototipo del peggio.

 

Ma Daniela aveva scoperto che Denis aveva un terzo account di Skype, ignoto allo Fbi e non ancora "hackerato", come lei avrebbe dovuto fare. Su quello, all'oscuro dei superiori, aveva allacciato con lui una relazione virtuale che si era fatta sempre più stretta fino al 2011, quando lei, l'insospettabile, l'agente perfetta, si era imbarcata per un viaggio in Germania, divenuto in realtà un viaggio segreto in Turchia. Alla frontiera con la Siria, gli uomini dell'Isis l'avevano fatta passare e aveva potuto raggiungere il suo uomo e sposarlo, rivelandogli tutti i segreti delle indagini.

 

Un amore durato poco, schiantato da quello che lei vedeva tutti i giorni attorno a sè. Violenza, brutalità, orrori che descriveva in messaggi in rete al primo marito che aveva lasciato in North Carolina, disperando di poterne uscire viva e tornare in America. "Sento che la mia fine sarà qui". Ma riuscì a fuggire, a rientrare in Usa e essere immediatamente arrestata per "collaborazione con organizzazioni terroriste".

Un reato che costa dieci o quindici anni di carcere, ma non a lei. Per imbarazzo, per pudore, per vergogna, l'Fbi ha cercato di insabbiare il suo caso. Il dossier sarebbe rimasto sepolto dal giudice che lo aveva messo sotto sigillo se un giornalista investigativo della Cnn non lo avesse scoperto. Daniela ricevette appena due anni di prigione, già accorciati per buona condotta ed è oggi libera. "Ha collaborato con le indagini", spiegano all'Fbi, si è pentita, ha dato indicazioni preziose sul funzionamento dell'Isis dall'interno, ma tutto suona come una affannosa giustificazione di una ennesima falla nell'apparato della sicurezza nazionale.

 

Per amore, non per soldi o per conversione religiosa. Per ingenuità, se si vuole giustificarla, e forse per la illusione comune a tante donne di riuscire a cambiare in meglio l'uomo che amano. Ma oggi Daniela è una donna di quarant'anni senza un lavoro nel mezzo di uno Stato del Sud mentre il suo rapper killer continua a invitare i militanti a sgozzare quelli come lei.

 

 

Repubblica

 

 

 

Incredibile la figura fatta, spero che si scelgano meglio i loro agenti, in Russia o in Israele dubito sarebbe successo.

 

In russia o in israele non trovavi mai più l'agente, figuriamoci la sua storia sefz

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Intanto come primo viaggio all'estero (in genere molto significativo anche a livello simbolico) dove va Trump?

In Arabia Saudita!

Com'era quella che Trump è meglio perché Obama-Clinton sono troppo filo-sauditi? :risata3:

 

Il primo viaggio all'estero di Trump: la 'nuova' geopolitica inizia in Arabia Saudita. A Roma il 24 maggio: vedrà il Papa e Mattarella

 

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Ufficiali le tappe del viaggio, sulle tracce delle tre grandi religioni monoteistiche, ma partendo dall'Islam. Sarà sia in Israele che in Palestina, poi a Bruxelles per il vertice Nato e a Taormina per il G7

 

 

NEW YORK - Prima tappa in Arabia saudita, poi in Israele e Palestina, infine a Roma da papa Francesco e da Mattarella: Donald Trump nel suo primo viaggio all'estero da presidente renderà omaggio alle tre religioni monoteiste che discendono idealmente dal ceppo di Abramo. Poi andrà al summit Nato di Bruxelles, infine chiuderà la trasferta con il G7 sotto la presidenza italiana a Taormina.

 

Trump sarà il 24 maggio a Roma, il 25 a Bruxelles e il 26-27 a Taormina. Tortuoso dal punto di vista della geografia dei voli, l'itinerario rivela una nuova "geopolitica di Trump". Vi appare l'urgenza di "correggere un'immagine sbagliata dei suoi rapporti con l'Islam"; di saldare un fronte unito anti-Iran e anti-terrorismo; la pretesa di rilanciare il processo di pace tra israeliani e palestinesi; la vanteria di avere già costretto gli alleati Nato a spendere "molto di più" per la difesa; infine la velata minaccia di porre in seno al G7 la questione della "reciprocità" nel commercio mondiale e quindi nell'accesso ai rispettivi mercati.

 

Su tutto spicca una teoria a dir poco inattesa: questo presidente "invertirà la tendenza al disimpegno dell'America, in particolare in Medio Oriente". Ennesimo colpo di scena, senza dubbio: Trump in tutta la campagna elettorale e anche dopo (per esempio al discorso d'insediamento nell'Inauguration Day, 20 gennaio) aveva rivendicato orgogliosamente una priorità per l'interesse nazionale. America First, nella sua versione originaria, significava anche non voler più fare il gendarme del mondo, il raddrizzatore dei torti.

 

Ricostruire il proprio paese, non quelli altrui. Ma adesso è il generale McMaster in persona, capo del National Security Council e quindi il più influente consigliere di politica estera, a teorizzare che America First è perfettamente compatibile con una "leadership americana nel mondo", ivi compreso "la volontà di usare la forza militare quando necessario, come dimostrato in Siria dopo gli attacchi di Assad con le armi chimiche". La spiegazione di McMaster è che questo presidente "si fa carico del ruolo di leader mondiale quando serve a rafforzare la sicurezza degli americani".

 

L'ascesa del generale McMaster, insieme agli altri due militari Mattis (Difesa) e Kelly (Homeland Security) sta dando maggiore coerenza ad una politica estera che all'inizio era stata ondivaga. Il segno dominante è il ritorno a un'impostazione più tradizionale del Pentagono e della destra repubblicana, quella non-isolazionista cioè. McMaster nel briefing per i corrispondenti alla Casa Bianca ha spiegato la sorprendente precedenza data alla tappa in Arabia saudita, che diventerà il primo paese straniero in assoluto a ricevere la visita di Trump: "Insieme sconfiggeremo il fondamentalismo, l'ideologia del terrorismo".

 

A più riprese il capo del National Security Council ha affiancato come avversari da battere "Isis e Iran". Il militare ha sottolineato che l'Arabia saudita in quanto "custode delle sacre moschee" è il partner con cui l'America può "unificare il mondo arabo". La rapida successione delle tappe in Israele e in Vaticano è stata spiegata dalla stessa Casa Bianca come "un viaggio attraverso tutte le maggiori religioni".

 

Tra gli incontri più attesi, quello con papa Francesco dovrà ricucire una relazione che era cominciata sotto i peggiori auspici, quando Trump era un semplice candidato alla nomination repubblicana. Il pontefice lo criticò aspramente, e in modo molto esplicito, per le sue prese di posizione contro gli immigrati e sul Muro col Messico. La Casa Bianca invece non ha risposto alle domande su un possibile incontro bilaterale con Vladimir Putin.

 

La possibilità di un incontro fra Trump e Putin era stata evocata nel comunicato del Cremlino diffuso il 2 maggio, subito dopo la loro telefonata in cui avevano parlato soprattutto della Siria. In seguito all'annuncio russo di due giorni fa, a Washington il portavoce del National Security Council ha ammesso che i due avevano discusso quell'ipotesi. Nella versione russa l'eventuale incontro sarebbe stato evocato in occasione del G20 di Amburgo a luglio. E quindi nella stessa città tedesca. In seguito il ministro degli Esteri russo Lavrov ha citato anche Helsinki come possibile sede. Un retroscena della rivista americana The Atlantic, non ripreso da altri, aggiungeva attribuendola a fonti anonime l'opzione di un bilaterale in Slovenia, la patria di Melania Trump.

 

Fonte

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Intanto come primo viaggio all'estero (in genere molto significativo anche a livello simbolico) dove va Trump?

In Arabia Saudita!

Com'era quella che Trump è meglio perché Obama-Clinton sono troppo filo-sauditi? :risata3:

 

Il primo viaggio all'estero di Trump: la 'nuova' geopolitica inizia in Arabia Saudita. A Roma il 24 maggio: vedrà il Papa e Mattarella

 

 

 

Ufficiali le tappe del viaggio, sulle tracce delle tre grandi religioni monoteistiche, ma partendo dall'Islam. Sarà sia in Israele che in Palestina, poi a Bruxelles per il vertice Nato e a Taormina per il G7

 

 

 

 

.................. .quoto

 

Io .... sono proprio uno dei tanti che ha votato Trump ( per dire ) perchè credevo in quello che prometteva in campagna elettorale ... :patpat:

speravo in a) : una riappacificazione con la Russia ( ovviamente avrebbe avvantaggiato anche l'Italia in primis ) ,

b) : il riconoscimento del diritto di determinazione dei Popoli ( Crimea & c.) ,

c) : terminare/smettere di collaborare con gli Stati canaglia che riforniscono e finanziano Daesh ( la maggior parte delle guerre terminerebbero in pochi mesi ) .

 

Invece mr. "volpeintesta" .schiaf ha continuato la politica estera promessa dalla guerrafondaia " Killary Clinton " .uffa !!

Anzi , adesso continua a soffiare sul fuoco nei Paesi Baltici , contro la Corea del Nord e non sta facendo niente per risolvere il problema Kosovo ( ormai Il Kosovo è oggi la regione del mondo che contribuisce pro capite di più ad esportare jihadisti per lo Stato Islamico davanti alla Bosnia-Erzegovina, un altro paese inventato dai globalisti. ) .help

 

......................................................................

 

Un passerotto si lancia dal nido e, con pochi insegnamenti ricevuti dai genitori, comincia a esplorare il mondo.

Un giorno incontra un cane e gli chiede:

– “Tu chi sei?”

E il cane:

– “Sono il cane lupo!”

Il passerotto:

– “Non può essere! Uno, o è cane o è lupo!”

E il cane con tanta pazienza gli spiega:

– “Mia mamma era una lupa, mio papà un cane, hanno fatto sesso e sono nato io, il cane lupo!”

Il passerotto si reca perplesso presso un ruscello per bere e qui vede un pesce:

– “E tu chi sei?”

E il pesce:

– “Sono la trota salmonata!”

– “Non è possibile, uno, o è trota o è salmone!”

E la trota:

– “Mia mamma era trota, papà salmone, hanno fatto sesso e sono nata io!”

L’uccellino perplesso si gira e vede un insetto:

– “E tu chi sei?”

E l’insetto:

– “Sono la zanzara tigre.”

E il passerotto: – " Mavvaffanculo!! " :d !!

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