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ArthurLee

Vasto, spara al giovane che investì la moglie: lascia pistola sulla tomba e si costituisce

Post in rilievo

Fra, io non ti capiro' mai.

 

Ricordo che la nostra 'fratellanza' ebbe inizio proprio da una di queste discussioni, quindi non voglio sovvertire oggi i tuoi sani principi. Perche' riconosco che sono sani.

 

Non conosco la vicenda quindi, come ha detto bene Roland, si dovrebbe ragionare prima di scrivere di getto. D'altra parte siamo su un forum, quindi gli interventi emotivi sono piu' che perdonabili.

 

D'istinto non riesco a condannare il vedovo. La ragione arriva al cervello solo qualche attimo dopo e riconosco che il tuo approccio non e' per niente campato per aria. Ma se davvero alla fine della fiera la giustizia non funzionasse (quanti casi abbiamo discusso qui dentro) se il criminale la facesse franca, inquadrato e divertito sotto gli occhi delle povere vittime, se l'atteggiamento non fosse quello di chiedere umilmente perdono con ogni mezzo, se la strafottenza andasse a braccetto con l'ingiustizia....ecco se ci fosse una combinazione di tutti questi fattori, non credi che - oltre una certa soglia - si voglia far giustizia ad ogni costo?

 

Le regole esistono, ma tutti si sono dimenticati che le regole sono create da noi medesimi ed esistono per la nostra sicurezza, per il nostro beneficio, per assicurare equita' e giustizia. quando il fine principe viene a mancare, non credi che il concetto di regola stessa decada?

 

Questo e' un pensiero che va oltre il fatto di cui stiamo parlando. In realta' sto parlando, di me, di te, degli utenti. Delle nostre esperienze e percezioni, della paura che qualcosa di ugualmente tragico possa accadere a noi. Il principio della storia di un popolo/gruppo/famiglia e' l'amore, la protezione, l'equita', la liberta' e la giustizia. Quando il principio manca, nel nostro piccolo e per quanto ne siamo capaci, non credi che sia giustificabile tentare di riscrivere il libro?

Innanzitutto, andare oltre il fatto di cui si sta parlando, quando invece c'è gente che giustifica precisamente questo fatto, e non la "vendetta" in generale, è un po' voler dare una visione eufemistica ed addolcita delle cose.

 

Poi, mi sarà concesso avere più paura del fatto che, se in futuro io o un mio caro dovessimo incappare in un errore o una tragica fatalità, oltre a dover superare lo shock della cosa, dovremo temere ogni giorno la possibile vendetta dei cari della vittima, rispetto alla paura che un mio caro muoia per mano di una persona che potrebbe non pagare per ciò che ha fatto? A me fa più paura il primo scenario, se dobbiamo metterla sul piano delle paure personali e giudicare questo piuttosto che le vicende che riguardano persone che non conosciamo.

 

ahahah da tutto ciò solo questo hai estratto, mi fa piacere che non hai trovato argomenti validi

ah se non lo capisci, forse è meglio che cerchi sul dizionario il significato della parola ipocrisia

L'unico contesto in cui la parola "ipocrisia" potrebbe avere un senso, sarebbe quello in cui io condanno a parole il gesto di quest'uomo e invece nella realtà farei la stessa cosa che ha fatto lui. Cosa che tu, non conoscendomi, dubito possa affermare con tanta sicurezza. Quindi darmi dell'ipocrita ha molto poco senso.

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Innanzitutto, andare oltre il fatto di cui si sta parlando, quando invece c'è gente che giustifica precisamente questo fatto, e non la "vendetta" in generale, è un po' voler dare una visione eufemistica ed addolcita delle cose.

 

Poi, mi sarà concesso avere più paura del fatto che, se in futuro io o un mio caro dovessimo incappare in un errore o una tragica fatalità, oltre a dover superare lo shock della cosa, dovremo temere ogni giorno la possibile vendetta dei cari della vittima, rispetto alla paura che un mio caro muoia per mano di una persona che potrebbe non pagare per ciò che ha fatto? A me fa più paura il primo scenario, se dobbiamo metterla sul piano delle paure personali e giudicare questo piuttosto che le vicende che riguardano persone che non conosciamo.

 

 

L'unico contesto in cui la parola "ipocrisia" potrebbe avere un senso, sarebbe quello in cui io condanno a parole il gesto di quest'uomo e invece nella realtà farei la stessa cosa che ha fatto lui. Cosa che tu, non conoscendomi, dubito possa affermare con tanta sicurezza. Quindi darmi dell'ipocrita ha molto poco senso.

non è l'unico contesto, se ti sforzi ci arrivi

trovo cmq molto ipocrita anche questo tuo offenderti

il resto cmq è meglio non discuterlo, sembra che cmq non sapresti cosa dire

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non è l'unico contesto, se ti sforzi ci arrivi

trovo cmq molto ipocrita anche questo tuo offenderti

il resto cmq è meglio non discuterlo, sembra che cmq non sapresti cosa dire

Ma figurati se mi offendo per ciò che mi dici. .ghgh

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Innanzitutto, andare oltre il fatto di cui si sta parlando, quando invece c'è gente che giustifica precisamente questo fatto, e non la "vendetta" in generale, è un po' voler dare una visione eufemistica ed addolcita delle cose.

 

Poi, mi sarà concesso avere più paura del fatto che, se in futuro io o un mio caro dovessimo incappare in un errore o una tragica fatalità, oltre a dover superare lo shock della cosa, dovremo temere ogni giorno la possibile vendetta dei cari della vittima, rispetto alla paura che un mio caro muoia per mano di una persona che potrebbe non pagare per ciò che ha fatto? A me fa più paura il primo scenario, se dobbiamo metterla sul piano delle paure personali e giudicare questo piuttosto che le vicende che riguardano persone che non conosciamo.

 

 

Hai piu' paura del primo scenario perche' esiste una finita probabilita' che accada, alla luce del clima nel nostro paese. Ne hai paura perche' hai preparato la scena, perche' esiste un antefatto. Il rischio e' dettato dalla natura del pericolo e dalla probabilita' che il pericolo accada. Hai paura a causa della seconda variabile. Poi hai detto bene. Errore. Tragica fatalita'. Ma non per tutti e' cosi'.

 

La settimana scorsa un ragazzo di 25 anni entra nel centro pedonale di Melbourne in macchina, falcia 25-30 persone. Annuncia la cosa su FB da settimane. Uccide 6 persone, di cui un 25nne, una 20nne una bambina di 8 anni e un neonato. Il ragazzo e' fiero della cosa. La giustizia Australiana fara' il suo corso.

 

Come te anche io ho delle paure. Ho paura che una cosa del genere passi impunita altrove. A quel punto i familiari del ragazzo dovrebbero avere una ragionevole paura che il loro ragazzo, che si e' divertito a calpestare dei poveri bambini, finisca sotto terra in breve tempo.

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Ma figurati se mi offendo per ciò che mi dici. .ghgh

no infatti altrimenti mi avresti sospeso di nuovo per nascondere le vergogne .brr

spero almeno che andrai a cercare il significato di quelle parole che non conoscevi

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Hai piu' paura del primo scenario perche' esiste una finita probabilita' che accada, alla luce del clima nel nostro paese. Ne hai paura perche' hai preparato la scena, perche' esiste un antefatto. Il rischio e' dettato dalla natura del pericolo e dalla probabilita' che il pericolo accada. Hai paura a causa della seconda variabile. Poi hai detto bene. Errore. Tragica fatalita'. Ma non per tutti e' cosi'.

 

La settimana scorsa un ragazzo di 25 anni entra nel centro pedonale di Melbourne in macchina, falcia 25-30 persone. Annuncia la cosa su FB da settimane. Uccide 6 persone, di cui un 25nne, una 20nne una bambina di 8 anni e un neonato. Il ragazzo e' fiero della cosa. La giustizia Australiana fara' il suo corso.

 

Come te anche io ho delle paure. Ho paura che una cosa del genere passi impunita altrove. A quel punto i familiari del ragazzo dovrebbero avere una ragionevole paura che il loro ragazzo, che si e' divertito a calpestare dei poveri bambini, finisca sotto terra in breve tempo.

Il problema è che tu hai citato un caso specifico in cui ovviamente la giustizia dovrà fare il suo corso e, solo in un secondo momento, post sentenza, avrebbe senso dire di avere paura che folli come quello la passino liscia. Nel caso di cui discutiamo non si è dato tempo alla giustizia di fare il proprio corso. E, ma questa è solo una mia idea, temo che alle persone coinvolte in questa vicenda interessasse pochino di cosa avrebbe deciso un giudice.

 

no infatti altrimenti mi avresti sospeso di nuovo per nascondere le vergogne .brr

spero almeno che andrai a cercare il significato di quelle parole che non conoscevi

Sappi che ti stai rendendo ridicolo davanti a tutti, per l'ennesima volta. Ma contento tu... .ghgh

 

Nessuno ha mai sospeso nessuno per nascondere fantomatiche vergogne. Se fosse come dici tu, saresti già bello che bannato definitivamente da un pezzo. Invece sei ancora qui e noi dobbiamo sorbirci il tuo modo enormemente irritante di discutere con la gente, e il conseguente vittimismo da quattro soldi quando oltrepassi il limite e lo staff applica il regolamento. A cui, non è necessario che tu lo ribadisca, tu sei allergico.

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Il problema è che tu hai citato un caso specifico in cui ovviamente la giustizia dovrà fare il suo corso e, solo in un secondo momento, post sentenza, avrebbe senso dire di avere paura che folli come quello la passino liscia. Nel caso di cui discutiamo non si è dato tempo alla giustizia di fare il proprio corso. E, ma questa è solo una mia idea, temo che alle persone coinvolte in questa vicenda interessasse pochino di cosa avrebbe deciso un giudice.

 

 

Sappi che ti stai rendendo ridicolo davanti a tutti, per l'ennesima volta. Ma contento tu... .ghgh

 

Nessuno ha mai sospeso nessuno per nascondere fantomatiche vergogne. Se fosse come dici tu, saresti già bello che bannato definitivamente da un pezzo. Invece sei ancora qui e noi dobbiamo sorbirci il tuo modo enormemente irritante di discutere con la gente, e il conseguente vittimismo da quattro soldi quando oltrepassi il limite e lo staff applica il regolamento. A cui, non è necessario che tu lo ribadisca, tu sei allergico.

permalosa .uah

 

"offensivo" :(

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Si ma se ha deciso di ammazzarlo almeno aspetta la pena o l'archiviazione, ora ha commesso un omicidio che non ha la minima giustificazione.

Non che sia giustificabile l'omicidio in caso di pena minima, ma comunque in quel caso capisco che nella testa di una persona possa scattare qualcosa che porta a cercare vendetta.

Così si è fatto giustizia da solo, senza aspettare quella convenzionale e non è accettabile.

In galera non ci sarebbe andato molto probabilmente. Il gesto è da condannare ma non condanno lui, il lutto è forse l'esperienza peggiore per un essere umano.

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Molto bello il corsivo di Mattia Feltri su La Stampa di oggi, che sottoscrivo in toto:

 

Buon linciaggio

 

MATTIA FELTRI

 

Non ci azzarderemo a spendere una sola parola sull’uomo che a Vasto ha ammazzato il ragazzo di 21 anni che gli uccise la moglie passando col rosso. Solamente un pazzo o Fëdor Dostoevskij oserebbero mettere dito nell’anima di un uomo disperato a tale punto. Ma vogliamo dire qualcosa su una comunità - su tutti noi - che chiedeva giustizia prima del processo, come funzionava nel Far West coi ladri di cavalli. È stata chiesta con manifestazioni di piazza e sentenze spietate e inappellabili sul web, e giustizia equivaleva a carcerazione preventiva. E cioè, in galera subito, per placare la rabbia, e poi si vedrà, e nonostante il ragazzo la sera dell’incidente guidasse a poco più cinquanta all’ora, non fosse né drogato né ubriaco, non fosse fuggito e insomma non c’era un solo appiglio per rinchiuderlo prima del giudizio in tribunale, se non attraverso la logica della corda insaponata.  

 

È stata data la colpa alle lentezze della magistratura, ed è una faccenda con cui tocca fare i conti. E c’è chi lo spiega da decenni, inascoltato. Ma la pretesa di una giustizia di piazza è anche il «fuori i nomi» di qualche giorno fa sui ritardi di Rigopiano, è anche la periodica speranza di una «giustizia esemplare», che esiste in Cina, mentre in una democrazia esiste la giustizia e punto, senza aggettivi, ed è anche rispondere a ogni emergenza con lo sbrigativo «inasprimento delle pene», e sono tutti fuochi del cuore che portano il nome del linciaggio: il modo più comodo e sommario di sentirsi migliori del linciato.

 

Oltretutto anche la presunta lentezza della magistratura sembra più che altro un teorema campato in aria: infatti, secondo quanto affermato (Corsera di oggi) dal procuratore di Vasto l'inchiesta preliminare è stata chiusa in 110 giorni (3,5 mesi) e subito dopo il rinvio a giudizio del ragazzo per omicidio stradale, presentato il 30 novembre scorso.

Quindi di cosa stiamo a parlare? Di ritardi? Di inadempienze? Di burocrazia malsana?

 

No, qui stiamo parlando d'altro. Stiamo parlando di voglia di forca, di caccia all'uomo mediatica e di colonna infame di manzoniana memoria.

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A tutti gli aspiranti Paul Kersey propongo uno scenario.

 

Anno 2020: abbiamo rinunciato allo Stato di Diritto e siamo entrati nell'era della giustizia fai-da-te.

 

State facendo dei lavori nel vostro appartamento. Ad un certo punto non si sa bene come, se per sbadataggine, fatalità, incapacità o per la fretta di finire, la finestra in alluminio che stavate montando vi sfugge dalle mani e piomba al suolo cinque piani più sotto uccidendo sul colpo una ragazza che passava sul marciapiede (incidente capitato ad una mia amica, fortunatamente con conseguenze non letali solo perché la finestra è caduta ad un paio di metri da lei).

Passano le settimane durante le quali voi avete cercato di spiegare ai quattro venti che no, non eravate ubriachi mentre la stavate montando, che no non vi siete distratti e che la finestra vi è sfuggita dalle mani solo per una tragica fatalità...

Spiegazioni che non bastano ad alleviare il dolore del marito della defunta, il quale un bel giorno piomba in casa vostra e vi spara due colpi in faccia facendosi "giustizia".

 

La trovereste accettabile come cosa? uum

 

No, perché è ciò che potrebbe accadere nel caso rinunciassimo allo Stato di Diritto e passassimo invece alla giustizia fai-da-te che sa tanto di faida... .ehm .ehm

 

 

Come sai, ti stimo e ti apprezzo ma temo che ogni discorso logico e razionale con chi crede al "valore" della vendetta sia perfettamente inutile. Alcuni commenti letti qui dentro sono raccapriccianti e voglio sperare che siano, anche in parte, sbruffonate da tastiera o provocazioni tanto per infiammare la discussione. Se così non fosse, consiglio a quelli de "ha fatto bene" di trasferirsi in quei Paesi (ce n'è ancora qualcuno credo) dove vige tuttora la legge del taglione; probabilmente si troverebbero bene.....

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Come sai, ti stimo e ti apprezzo ma temo che ogni discorso logico e razionale con chi crede al "valore" della vendetta sia perfettamente inutile. Alcuni commenti letti qui dentro sono raccapriccianti e voglio sperare che siano, anche in parte, sbruffonate da tastiera o provocazioni tanto per infiammare la discussione. Se così non fosse, consiglio a quelli de "ha fatto bene" di trasferirsi in quei Paesi (ce n'è ancora qualcuno credo) dove vige tuttora la legge del taglione; probabilmente si troverebbero bene.....

 

Lo so amico. È una partita persa. Probabilmente sono sbruffonate, ma le sbruffonate mediaticamente amplificate dai social talvolta finiscono per produrre un effetto-valanga con conseguenze devastanti. Come pare sia avvenuto in questo caso.

Resta il fondo di una vicenda tragica, in cui una intera comunità farebbe bene a lavorarci su, che per molti versi mi ha ricordato quel bel film di Arthur Penn, La Caccia, con Marlon Brando ed un giovanissimo Robert Redford: con la differenza che nel caso di Vasto si tratta di realtà.

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Non me la sento di giudicare un uomo distrutto da un dolore atroce.

Mi sento di giudicare i suoi concittadini forcaioli e ignoranti che facevano manifestazioni invocando giustizia senza manco sapere come funziona l'iter giudiziario.

La colpa di quanto successo è loro.

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Impossibile mettersi nella testa di qualcuno che ha appena perso la moglie per una fatalità.

Ma a chi può guardare alla tragedia con distacco perché non coinvolto, chiedo: adesso il cerchio si è chiuso? Voglio dire, un assassino ha ucciso l'omicida della moglie. Tutto qua, sangue lava sangue, può dormire tranquillo, può essere soddisfatto? Tu rovini la mia vita io rovino la tua e siamo pari, è questa la giustizia che vogliamo?

Ed è vero, nessuno sa cosa ti succede nella testa finché non perdi davvero qualcuno in quel modo. Anzi è molto probabile sia vittima due volte, della fatalità e della massa che in un momento suo di debolezza e disperazione lo ha reso un assassino. Perché con tutta l'empatia possibile, questo è diventato, un assassino. Uno che ha ucciso un altro uomo a sangue freddo e in modo premeditato. Non si tratta di giudicare un uomo disperato, ma di chiamare chi compie un gesto con il nome giusto.

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Molto bello il corsivo di Mattia Feltri su La Stampa di oggi, che sottoscrivo in toto:

 

 

 

Oltretutto anche la presunta lentezza della magistratura sembra più che altro un teorema campato in aria: infatti, secondo quanto affermato (Corsera di oggi) dal procuratore di Vasto l'inchiesta preliminare è stata chiusa in 110 giorni (3,5 mesi) e subito dopo il rinvio a giudizio del ragazzo per omicidio stradale, presentato il 30 novembre scorso.

Quindi di cosa stiamo a parlare? Di ritardi? Di inadempienze? Di burocrazia malsana?

 

No, qui stiamo parlando d'altro. Stiamo parlando di voglia di forca, di caccia all'uomo mediatica e di colonna infame di manzoniana memoria.

 

Sottoscrivo tutto, aggiungendo che un atteggiamento simile nel web purtroppo era probabile avrebbe trovato spazio. Trovo molto più grave il fatto che molti giornali, non questo che hai citato, si riferiscano all'assassino con termini come "giustiziere" o simili che nulla hanno a che vedere con l'azione compiuta.

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Una cosa vorrei chiedere a te e a tutti quelli che dicono che avrebbero fatto la stessa cosa: se alla guida dell'auto non ci fosse stato uno sprovveduto 22enne ma un ma.fioso, un camorrista, un capoclan, insomma gente poco raccomandabile e pericolosa , avreste fatto giustizia lo stesso?

 

Al di là della follia di questo gesto, non era uno sprovveduto 22enne, non si può continuare a sminuire così la gravità di certi gesti che si vedono sulle strade; strade italiane dove ogni anno muoio più di 3000 persone.

Se sfrecci col rosso sei un potenziale assassino, non uno sprovveduto.

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Lo so amico. È una partita persa. Probabilmente sono sbruffonate, ma le sbruffonate mediaticamente amplificate dai social talvolta finiscono per produrre un effetto-valanga con conseguenze devastanti. Come pare sia avvenuto in questo caso.

Resta il fondo di una vicenda tragica, in cui una intera comunità farebbe bene a lavorarci su, che per molti versi mi ha ricordato quel bel film di Arthur Penn, La Caccia, con Marlon Brando ed un giovanissimo Robert Redford: con la differenza che nel caso di Vasto si tratta di realtà.

 

Pienamente d'accordo (anche con la citazione cinematografica; bellissimo film, visto molti anni fa ma lo ricordo bene). Aggiungo soltanto che ho appena letto sul sito di repubblica l'intervista al padre del ragazzo ucciso: nell'ultima parte il padre fa un accenno, decisamente inquietante, al clima che si era creato a Vasto dopo il terribile incidente in cui perse la vita quella povera ragazza.

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Se sfrecci col rosso sei un potenziale assassino, non uno sprovveduto.

 

Qui nessuno sta cercando di sminuire la follia e la devastante pericolosità di chi sulle strade sfreccia a velocità assurde e non rispetta la segnaletica ma stiamo soltanto provando a spiegare che l'accertamento delle responsabilità penali in caso di incidenti come quello di Vasto va fatto solo ed esclusivamente dalla magistratura dopo un accurato svolgimento delle indagini. Il resto, come dice sol, è voglia di forca, caccia all'uomo, vendetta a prescindere dall'esame di come si sono svolti i fatti.

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Qui nessuno sta cercando di sminuire la follia e la devastante pericolosità di chi sulle strade sfreccia a velocità assurde e non rispetta la segnaletica ma stiamo soltanto provando a spiegare che l'accertamento delle responsabilità penali in caso di incidenti come quello di Vasto va fatto solo ed esclusivamente dalla magistratura dopo un accurato svolgimento delle indagini. Il resto, come dice sol, è voglia di forca, caccia all'uomo, vendetta a prescindere dall'esame di come si sono svolti i fatti.

Secondo me il messaggio da me quotato sminuiva la gravità del gesto invece.

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Si ma se ha deciso di ammazzarlo almeno aspetta la pena o l'archiviazione, ora ha commesso un omicidio che non ha la minima giustificazione.

Non che sia giustificabile l'omicidio in caso di pena minima, ma comunque in quel caso capisco che nella testa di una persona possa scattare qualcosa che porta a cercare vendetta.

Così si è fatto giustizia da solo, senza aspettare quella convenzionale e non è accettabile.

 

Da quanto ho letto, il marito era in uno stato psicologico piuttosto preoccupante. Non riusciva ad accettare la morte della moglie (aveva organizzato, mi pare, due fiaccolate e una partita di calcetto in sua memoria).

In questi casi un supporto psicologico dovrebbe essere garantito, troppo difficile immaginare come può reagire una persona, come giustamente scrivi tu

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Da quanto ho letto, il marito era in uno stato psicologico piuttosto preoccupante. Non riusciva ad accettare la morte della moglie (aveva organizzato, mi pare, due fiaccolate e una partita di calcetto in sua memoria).

In questi casi un supporto psicologico dovrebbe essere garantito, troppo difficile immaginare come può reagire una persona, come giustamente scrivi tu

 

Su questo credo che possiamo essere tutti d'accordo anche se non credo - ma sono ignorante in materia per cui chiedo lumi - che sia previsto in questi casi un supporto psicologico pagato dalle amministrazioni pubbliche. Da un punto di vista "morale" sembra giusto che debba essere garantito ma sul piano pratico mi pare difficile che lo "Stato" possa accollarsi spese del genere. Ma ripeto, non conosco la materia per cui se qualcuno fosse esperto sulla questione, mi piacerebbe sapere come stanno le cose.

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Su questo credo che possiamo essere tutti d'accordo anche se non credo - ma sono ignorante in materia per cui chiedo lumi - che sia previsto in questi casi un supporto psicologico pagato dalle amministrazioni pubbliche. Da un punto di vista "morale" sembra giusto che debba essere garantito ma sul piano pratico mi pare difficile che lo "Stato" possa accollarsi spese del genere. Ma ripeto, non conosco la materia per cui se qualcuno fosse esperto sulla questione, mi piacerebbe sapere come stanno le cose.

 

Nemmeno io, però sarebbe opportuno discuterne .ok

Alla fine, da quanto so, uno psicologo dell'ASL ti costa sui 30 euro all'ora.

Lo stato potrebbe pagarne una parte, non il 100%.

 

Chiaro che la mia è solo un'idea, però leggendo qualche articolo di giornale mi è subito balzato all'occhio come il marito avesse accusato il colpo in maniera talmente forte da organizzare continuamente eventi in memoria della moglie.

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Sinceramente, faccio fatica a capire perché molti dei post in cui non si dà ragione all'uomo che ha ucciso il ragazzo inizino con frasi del tipo "Non me la sento di giudicarlo", "Non si può sapere cosa passi nella testa di un uomo che ha perso l'amore della sua vita" et similia.

 

E allo stesso modo, non capisco perché la parte opposta inserisca nei propri post frasi del tipo "La fate facile dall'esterno a condannare un uomo che sarà stato distrutto dal dolore".

 

Mi sembra abbastanza ovvio che il nocciolo della questione non sia dare ragione o torto all'uomo in questione o giudicarlo moralmente, ma analizzare cosa comporta il clima di giustizia fai da te e di voglia di forca di cui ha giustamente parlato sol, in cui oggigiorno siamo pienamente immersi.

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Sinceramente, faccio fatica a capire perché molti dei post in cui non si dà ragione all'uomo che ha ucciso il ragazzo inizino con frasi del tipo "Non me la sento di giudicarlo", "Non si può sapere cosa passi nella testa di un uomo che ha perso l'amore della sua vita" et similia.

 

E allo stesso modo, non capisco perché la parte opposta inserisca nei propri post frasi del tipo "La fate facile dall'esterno a condannare un uomo che sarà stato distrutto dal dolore".

 

Mi sembra abbastanza ovvio che il nocciolo della questione non sia dare ragione o torto all'uomo in questione o giudicarlo moralmente, ma analizzare cosa comporta il clima di giustizia fai da te e di voglia di forca di cui ha giustamente parlato sol, in cui oggigiorno siamo pienamente immersi.

Il clima di giustizia fai da te è semplicissimo da comprendere. La giustizia italiana è corretta con tutti? Da pene adeguate ai reati commessi? La risposta è NO. E chi dice il contrario è in malafede o ignorante.

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Il clima di giustizia fai da te è semplicissimo da comprendere. La giustizia italiana è corretta con tutti? Da pene adeguate ai reati commessi? La risposta è NO. E chi dice il contrario è in malafede o ignorante.

So bene da quale narrazione nasce il clima di giustizia fai da te.

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Pienamente d'accordo (anche con la citazione cinematografica; bellissimo film, visto molti anni fa ma lo ricordo bene). Aggiungo soltanto che ho appena letto sul sito di repubblica l'intervista al padre del ragazzo ucciso: nell'ultima parte il padre fa un accenno, decisamente inquietante, al clima che si era creato a Vasto dopo il terribile incidente in cui perse la vita quella povera ragazza.

 

Una cosa che mi chiedo è quale sarebbe potuto essere l'epilogo nel caso non ci fossero stati i social ad attualizzare di continuo una vicenda che avrebbe dovuto invece decantare nel silenzio affinché potesse compiersi in maniera naturale l'elaborazione del lutto. Forse il medesimo, ma non ne sono così sicuro, perché io credo che la continua presenza di input esterni, tutti tendenzialmente distruttivi, abbia innescato una spirale perversa che ha impedito al marito di potere trovare pace tra i suoi più stretti familiari, di fatto costringendolo a "socializzare il proprio dolore" nella giungla del web.

 

Non ho idea di chi sia stato ad innescare la spirale, se il marito alla ricerca di un sovrappiù di conforto oppure qualche esterno, per malintesa solidarietà o senso di pietà, o magari per superficialità o peggio ancora per compulsività da "mi piace": fatto sta, mi pare di capire, che per mesi quest'uomo si è nutrito di un dolore malato che ha impedito alla ferita di rimarginarsi, senza che nessuno intorno a lui, cercasse di porre fine al massacro bloccando in qualche modo questa sovraesposizione mediatica... fiaccolate, appelli, striscioni, messaggi su Fb, il filmato dell'incidente che continuava a rimpallare sul web, quell'assurdo, grottesco header del Gladiatore sulla pagina del marito... una vera e propria "escalation del dolore", continuamente alimentata, che alla fine è esplosa con conseguenze devastanti.

 

Per questo io credo che la ragazza sia stata vittima del giovane, che il giovane sia stato vittima del marito e che il marito sia vittima di sé stesso ma anche e soprattutto di coloro che gli stavano attorno applaudendolo ed incitandolo come ad un osceno spettacolo di gladiatori.

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