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Fox Vega

Quelle strane frequentazioni alla Pinetina...

Post in rilievo

Appena sentito su Top Planet, un selfista ha ricordato un episodio del 2008 ovviamente finito nel dimenticatoio e sul quale non ha indagato nessun procuratore federale...

 

IL CASO INCHIESTA SUL TRAFFICO DI DROGA. PER I CALCIATORI NESSUNA RESPONSABILITÀ PENALE

 

Il boss, le intercettazioni

e i giocatori nerazzurri

 

Telefonate con Mancini, Zanetti, Materazzi e Altobelli

 

MILANO — Intercettati al telefono col boss. A un passo dalla giornata decisiva per l’assegnazione dello scudetto, l’allenatore dell’Inter e alcuni giocatori nerazzurri scoprono di essere finiti nelle trascrizioni di intercettazioni che fanno parte di una vasta inchiesta per traffico di droga. Tutta colpa delle chiacchiere in libertà con Domenico Brescia, il loro sarto. Un signore di mezza età con precedenti per omicidio, associazione mafiosa, rapina e droga. Un pregiudicato inseguito dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano perché accusato di fare parte di un giro di spacciatori di cocaina legati alla ’ndrangheta, eppure con un posto d’onore alla Pinetina e un altro in tribuna vip a San Siro. Un conoscente di mister Mancini e del suo vice Mihajlovic, titolare di un negozio di sartoria a Rovello Porro, nel Comasco, l’uomo che con ago e filo ripara le giacche e le braghe attillate di Mancini e di altri nerazzurri. Almeno così faceva fino a un mese fa, quando la società lo ha allontanato.

L’uomo dei clan

È indagando su di lui, Domenico Brescia, 55 anni, natali a Castell’Arquato e mani in pasta con il clan dei boss * Biagio e Alessandro Crisafulli, che i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale di Milano sono inciampati sulla compagine nerazzurra. È intercettando Domenico Brescia e il suo socio Daniele Bizzozzero, latitante a Montecarlo poi arrestato a Parigi, che sono finiti nel brogliaccio delle intercettazioni Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic, il capitano Javier Zanetti, ma anche Rocco Di Stasi, impiegato dell’Inter, Alessandro Altobelli, il mitico «Spillo», Fausto Sala, direttore responsabile del centro coordinamento tifosi dell’Internazionale, Fausto Salsano, allenatore in seconda e assistente tecnico, Marco Materazzi, un non meglio identificato giornalista sportivo che si chiama Bruno e Alfredo Granconato, della ditta «Granconato Impianti srl».

Le duemila telefonate

Da un paio di giorni quasi duemila conversazioni intercorse tra Brescia e Bizzozzero con Mancini e soci, qualcosa come una quindicina di volumi, sono arrivate in Procura a Milano e toccherà ora al sostituto procuratore antimafia Marcello Musso decidere che farne. Per i carabinieri del Ros, che all’inchiesta—fiumi di cocaina e ottanta indagati — lavorano in silenzio da un paio d’anni, le telefonate intercettate sulle utenze dei due pregiudicati non hanno evidenziato alcuna responsabilità penale riferibile agli interlocutori, ma sarà proprio il magistrato a dover stabilire se stralciare le intercettazioni dal fascicolo originario oppure proseguire con altri accertamenti.

Con gli interisti, Brescia e Bizzozzero parlerebbero di un po’ di tutto. Di donne, di auto, di costosissimi orologi, di biglietti per lo stadio, di telefonini, di calciomercato, di formazione e di scudetto. Siamo nell’ottobre del 2006, l’11, il 18 e il 26, quando mister Mancini viene intercettato al telefono con il latitante Daniele Bizzozzero.

«Quando torni?», gli chiede il Mancio. E quello: «Sto aspettando la Cassazione, magari ce la faccio per Natale...». Poi i due parlano di Brescia, al quale, il giorno dopo, il nocchiero dei nerazzurri domanda un aiuto rapido per fare aggiustare la macchina della moglie. Così come gli chiederà due «stampelle» con urgenza. Roba per gli abiti, perché oltre a spacciare cocaina e a concludere affari strani Brescia si occupa davvero di abbigliamento.

Il mister al telefono

Tra Brescia e mister Mancini i carabinieri registrano la prima telefonata il 15 giugno del 2006, l’ultima è del 19 aprile 2007. In una di queste l’allenatore chiederebbe a Brescia che fine avrebbe mai fatto proprio Bizzozzero. «L’hanno arrestato », gli comunica Brescia, il «Dome, come lo chiamano tutti alla Pinetina. «E come mai? Sempre per quella cosa? Era a Montecarlo poi è andato a Parigi... gielo avevo detto di stare lì ad aspettare l’indulto...». Allora Brescia interrompe Mancini e taglia corto: «Quello è uno stupido». E il Mancio: «Con me si era sempre comportato bene... ma quanto deve scontare? ». Cinque o sei anni, risponde il «Dome». Ma agli atti della Procura è finito anche un mms spedito al mister dei nerazzurri dal solito Brescia. È la foto di una bella donna, amica di Brescia, col seno al vento.

Ma il «Dome» si sente spesso con Rocco Di Stasi, il dipendente dell’Inter che si lamenta perché dovrebbe, dato il ruolo, guadagnare molto di più. In una circostanza Brescia e Di Stasi discutono di un sacco che l’interista avrebbe sistemato nell’auto del pregiudicato. «Quella roba lì, guardalo bene, che c’è i brillanti di... lì c’è scritto tremila e cinquanta... duemila e cinque dobbiamo prenderli eh, perché quella non è roba... quella è roba regolare, a posto eh...». E Domenico Brescia, il sarto servizievole indagato per cocaina, risponde: «Sì sì. Tranquillo. Ci penso io».

Biagio Marsiglia

15 maggio 2008

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lì erano tutti in catalessi....

procura di milano,vari piemme, figgici, abete, palazzi, petrucci e chi più ne ha ne metta....

 

come per milan (da quando è in mano al nano) e roma ... gli impuniti per eccellenza...

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E' sempre la solita storia...qualunque juventino che rimanesse inerme di fronte ad un interista che gli fa la morale...dovrebbe togliersi la maglia bianconera e passare come minimo dall'altra sponda del Pò...

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fra tutte le truffe (farsopoli, passaporti falsi, bilanci truccati, caffè corretti ed altre nefandezze) che hanno perpetrato una più una meno non cambia il loro stato di truffatori, ma sono contento che avvolte certe cose escano fuori

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E' sempre la solita storia...qualunque juventino che rimanesse inerme di fronte ad un interista che gli fa la morale...dovrebbe togliersi la maglia bianconera e passare come minimo dall'altra sponda del Pò...

perfetto.chi non insulta quella immonda farsa di dieci anni fa ordita dai prescritti, di comune accordo con la Roma, farebbe bene a dimenticarsi la Juventus e dedicarsi a qualche altra squadra.

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La domanda sorge spontanea:

Perché la procura federale non ha aperto un indagine a proposito?

C'erano tutti gli elementi per farlo.

Ci sono forse "m.afiosi" di serie A e B?

O ci sono club intoccabili?

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Secondo me non sono andati avanti e hanno archiviato perché il sarto era uno juventino e loro stavano cercando di aiutarlo a divenire collaboratore di giustizia...

 

E mi pare che a Zanetti, Moratti e Mancini fossero venute anche le stimmate...

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Certe società non vengono mai indagate... E si capisce anche il senso di quella frase : piaccia o non piaccia non ci sono telefonate del l Inter.

Non c'erano perché non le avevano intercettate. Piaccia o non piaccia non li indaghiamo mai

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