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Tornado blackwhite

Riforma UE sul copyright. Cosa dice la legge e perché è una follia

Post in rilievo

 

 

La riforma dell’Unione Europea sul copyright sta spaventando tutta internet: blocco delle news, fallimento dei piccoli editori, filtri ai contenuti e censura. Si parla di “morte dei meme” e di “addio YouTube”. Gli esperti di Alground hanno analizzato in maniera approfondita la legge approvata recentemente dal Parlamento Europeo: vi spiegheremo cosa dice e perchè potrebbe essere una catastrofe. Ma anche come venirne fuori.

 

Vi proponiamo prima alcune domande e risposte per comprendere rapidamente i punti del discorso e successivamente potete leggere l’intero dossier per una trattazione completa.

 

COSA DICE LA RIFORMA UE DEL COPYRIGHT?

 

Ha tanti articoli e molte norme, ma i punti focali sono due: la difesa degli editori dagli aggregatori di notiziee dei controlli per bloccare preventivamente le violazioni del diritto d'autore.

 

 

COSA DICE L'ART. 11 E DOVE E' IL PROBLEMA?

 

Dice che coloro che inseriscono un link ad un articolo assieme ad un riassuntino o ad un estratto del contenuto, devono pagare una tassa all'editore che ha scritto quel contenuto (tassa sul link). Stessa cosa per le piattaforme che propongono titolo, foto e un estratto del testo di una news (gli aggregatori tipo Google News).

 

Ma all'atto pratico mentre gli aggregatori sono potenti, i singoli siti no, perchè le loro letture dipendono spesso dalle queste piattaforme. Non hanno pari potere contrattuale.

 

Quindi se i piccoli giornali scelgono di andarsene dagli aggregatori, perdono tutte le visite, e se gli danno il permesso di prendere i loro contenuti, è tutto come prima e la legge diventa inutile. Alla fine gli unici a poter contrattare alla pari sono i grandi gruppi editoriali di ogni paese.

 

COSA DICE L'ART. 13 E PERCHE' NON VA?

 

L'art. 13 dice che quando un utente carica un contenuto su una piattaforma (tipo Youtube), il sito deve verificare tramite dei filtri che non sia materiale protetto dai diritti d'autore. Questo per evitare violazioni del copyright.

 

Il problema sta nel fatto che tutti i contenuti sono filtrati. Come se i postini aprissero le lettere per controllare che non ci siano illeciti. Inoltre un meccanismo del genere può rapidamente portare al blocco di attività sacrosante come la satira. Addirittura potrebbe trasformarsi in censura.

 

E' GIA' AVVENUTO QUALCOSA DI CONCRETO?

 

La Cina blocca Twitter, la Russia i siti LGBT e l'Ecuador usò la scusa del copyright per bloccare decine di siti che criticavano il Governo, il rischio è reale.

 

L'ATTUALE LEGGE ITALIANA COSA PREVEDE?

 

Per il discorso delle news, non c'è ancora una normativa specifica. Per il copyright tutti i contenuti possono essere caricati online. Poi se il proprietario dell'opera segnala una violazione del contenuto, la piattaforma la deve rimuovere. L'ente italiano, che può intervenire anche oscurando siti o pagine web è l'AGCOM.

 

A CHE PUNTO E' LA LEGGE?

 

E' stata approvata dal Parlamento Europeo. Ora deve passare al consiglio, dove ogni stato membro dovrà dire la sua, e poi ci sarà la votazione finale.

 

SE VOGLIO MANIFESTARE CONTRO LA LEGGE CHE POSSO FARE?

 

Puoi seguire gli aggiornamenti dell'europarlamentare tedesco Julia Reda, che guida l'opposizione a questa riforma. E sul sito Change.org puoi firmare la petizione per chiedere di bloccare il percorso della legge.

 

Ora che abbiamo chiarito i punti principali, partiamo inquadrando il pensiero alla base di tutto: l’Europa vuole costruire un mercato unico digitale, che permetta attraverso internet di scambiare qualsiasi cosa, dai prodotti alle informazioni su tutto il continente.

 

E’ con questo ideale che sono state elaborate negli anni scorsi diverse leggi. Ad esempio quella sul roaming: una volta se eri di un operatore telefonico nostrano e andavi in un altro paese, dovevi pagare una tassa per usare l’infrastruttura della nazione che ti ospitava, mentre ora non è più così. Un altro esempio più recente è la normativa GDPR, che vuole responsabilizzare le aziende nel trattamento dei dati degli utenti.

 

La riforma della legge sul copyrightha quindi, in linea teorica, un intento positivo, cioè quello di aiutare la comunità europea a far valere i suoi diritti.

 

La legge è molto lunga e complessa, ma gli articoli fondamentali sono due. L’articolo 11, che riguarda sostanzialmente la gestione delle news e delle informazioni, e l’articolo 13, che tocca la diffusione dei contenuti e il diritto d’autore.

 

Riforma UE sul copyright. L’art. 11 e la difesa degli editori dagli aggregatori

 

Per capire l’articolo 11 dobbiamo fare un piccolo passo indietro nel tempo. Negli ultimi 10 anni, i siti di informazione più o meno grandi potevano iscriversi agli aggregatori di notizie, Google News in primis, ma anche Yahoo! News , Libero (in Italia), Pulse o Flipboard.

 

Gli aggregatori citavano le notizie dei vari giornali e diventavano grossi e famosi, e in cambio veicolavano milioni di click ai giornali iscritti, che poi ci guadagnavano su.

 

Cosa è cambiato ad un certo punto? Che le piattaforme di aggregazione, hanno iniziato ad includere sempre più informazioni fino ad integrare il titolo della news, una foto e lo “snippet”, cioè un piccolo riassuntino del contenuto. E in questo modo i lettori, ad esempio di Google News, riuscivano a capire la notizia senza andare a leggere il giornale che l’aveva scritta.

 

E questo ha rotto l’incantesimo: alla fine ci guadagnava solo l’aggregatore che “sfruttava” gli editori.

 

Se lo snippet degli aggregatori riporta tutto il necessario per capire la notizia, gli utenti non hanno motivo di leggere la fonte. E’ a questo che vorrebbe porre rimedio l’art.11 della riforma UE sul copyright

 

Dopo tante polemiche e proposte, la legge europea, e in particolare l’articolo 11, sono stati sviluppati per raddrizzare la situazione. Secondo la norma se inserisci il link ad una notizia, con un riassuntino scritto da te o con la citazione di un pezzo dell’articolo, devi pagare una tassa all’editore. Una vera e propria “tassa sul link“.

 

Ma soprattutto, e questo è diretto sostanzialmente a Facebook e Google, se crei un trafiletto con Titolo, foto, snippet e link, devi ugualmente pagare l’editore.

 

Insomma, l’idea in sè non è cattiva, anzi. E’ una misura di giustizia nei confronti di chi lavora per produrre contenuti.

 

Il problema sta che fra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà. Questa legge obbliga le piattaforme di aggregazione e i singoli siti web arinegoziare i loro accordi. Tuttavia, mentre Google o Facebook sono immensamente potenti, il singolo quotidiano che magari deve a loro il 70% o l’80% del suo traffico, non ha lo stesso potere di contrattazione.E’ molto più debole.

 

E all’atto pratico se sceglie di usare la linea dura, esce dall’aggregatore e perde utenti e denaro, mentre se consente l’utilizzo pieno dei suoi snippet, ecco che la legge non è servita a nulla.

 

Gli unici che possono realmente parlare alla pari con le piattaforme, sono i grandi gruppi editoriali dei singoli paesi, e dunque piove sul bagnato. Si salvano sempre i soliti.

 

La norma imposta in Spagna, ha portato alla rottura tra Google News e gli editori ispanici. L’aggregatore non esiste più e migliaia di giornali online hanno perso traffico

 

Il bello, si fa per dire, è che abbiamo già delle prove concrete delle conseguenze di questa “lotta”: in Spagna non si è trovato l’accordo e Google News praticamente non esiste più, con un danno immenso nei confronti dei millemila siti che ci vivevano attaccati. In Germania, gli aggregatori citano solamente i titoli, ma alla fine sono sopravvissuti solo i grandi giornali e la situazione è più o meno la stessa.

 

La norma rischia, nonostante le buone intenzioni, di causare un disastro.

 

Riforma UE sul copyright: l’art. 13 per la protezione dei diritti d’autore

 

Il secondo problema è relativo all’articolo 13. Anche qui le volontà dei legislatori sarebbero le migliori, e riguardano la difesa del diritto d’autore.

 

Nella situazione attuale, tutti possono caricare dei contenuti online liberamente, specie sulle piattaforme che vivono sullo User Generated Content come Facebook o Youtube. Nel caso in cui il proprietario di un contenuto veda la sua opera riprodotta o condivisa senza il suo permesso, può segnalare la cosa alla piattaforma e in Italia all’AGCOM, che interviene rimuovendola.

 

Esiste poi il Creative Common, cioè una serie di licenze che consentono di dare una progressiva libertà al riutilizzo dei propri contenuti.

 

L’articolo 13, invece, dice sostanzialmente che le piattaforme devono eseguire un controllo preventivo su ogni contenuto caricato dagli utenti, al fine di verificare che non vi sia alcuna violazione del copyright e solo successivamente accettarlo e renderlo disponibile online.

 

Giusto nella teoria, ma di nuovo devastante nella pratica.

 

Innanzitutto uno dei principi fondamentali del diritto è che chiunque è innocente fino a prova contraria. Se trasferiamo questo nei contenuti, ogni contenuto è legittimo fino a prova contraria. Ma inserire a priori un filtro significa affermare l’opposto: ogni contenuto è irregolare e non pubblicabile fino al via libera di una autorità. E’ inaccettabile.

 

Per farvi capire un esempio non esattamente allineato ma calzante: se scrivo una lettera di insulti, il postino la recapita e sarà il destinatario a lamentarsi. Con la nuova legge, è come se il postino aprisse la busta, e leggesse per controllare che non ci siano parolacce.

 

L’art. 13 impone un controllo preventivo su ogni contenuto caricato online, per verificare che non vi sia violazione del diritto d’autore. Da lì alla censura, il passo è brevissimo

 

Il secondo problema è intellettuale: i filtri automatici non capiscono le sfumature dei significati umani, ad esempio l’ironia. Un meme che prende in giro un politico, potrebbe essere bloccato per via dell’immagine del personaggio o per la citazione di una frase, senza capire che non si vuole redistribuire contenuto protetto ma fare satira.

 

Il tutto potrebbe poi prendere la via della censura vera e propria. Un controllo totale su tutto quello che viene caricato online può diventare in un attimo repressivo. Penserete che sia una ipotesi lontana, ma tanto lontana non è: nel 2015, il Governo dell’Ecuador utilizzò la legge sul copyright per mettere i bastoni fra le ruote ad una dozzina di giornali online che criticavano l’operato dell’esecutivo.

 

Infine il problema puramente tecnico, ovvero degli errori di calcolo e dei blocchi non previsti. La tecnologia esistente più simile è il YouTube ID, che verifica l’audio di un video e lo blocca in caso di violazione. Ebbene, nel 2012, un video con un uccellino che cinguettava fu fermato perchè il suono era presente in un video musicale, e lo sbarco di un modulo della NASA su Marte, venne scambiato per qualcos’altro e rimosso. Simile sorte ad un live streaming del 2013, dove qualcuno si mise a cantare “Buon compleanno” e la diretta fu stoppata.

 

E dire che il sistema è stato sviluppato nel corso di 11 anni, il che fa capire quanto sia costoso. Da qui anche un altro problema: gli unici a poter avere dei filtri decenti sarebbero le grandi compagnie tecnologiche. Strada sbarrata a piccole iniziative private di condivisione contenuti.

 

Le proteste internazionali per bloccare la legge

 

Le due norme sono state accolte con enorme preoccupazione dai giganti del web. In una lettera aperta, gente come Tim Berners Lee (creatore del WWW) o Jimmy Wales (fondatore di Wikipedia), chiedono al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajanidi intervenire. La lettera recita:

 

Come gruppo di architetti e pionieri di Internet e loro successori, scriviamo a Lei per una questione urgente, una minaccia imminente per il futuro della Rete.

 

La proposta della Commissione europea per l ‘articolo 13 della proposta di direttiva per il diritto d’autore ha le migliori intenzioni.

 

 

 

Condividiamo la preoccupazione che ci dovrebbe essere un’equa distribuzione delle entrate online e un corretto uso delle opere d’autore, che avvantaggiano creatori, editori e piattaforme. Ma l’articolo 13 non è il modo giusto per raggiungere questo obiettivo.

 

 

 

Richiedendo alle piattaforme Internet di eseguire il filtro automatico di tutti i contenuti che i loro utenti caricano, l’Articolo 13 fa un passo senza precedenti verso la trasformazione di Internet da piattaforma aperta per la condivisione e l’innovazione, in uno strumento per la sorveglianza e il controllo dei suoi utenti.

 

 

 

L ‘Europa ha già un ottimo modello di responsabilità, in base al quale coloro che caricano contenuti su Internet hanno la responsabilità della sua legalità, mentre le piattaforme sono responsabili di rimuovere tali contenuti una volta che la loro illegalità sia stata portata alla loro attenzione. Invertendo questo modello di responsabilità e rendendo le piattaforme direttamente responsabili di garantire la legalità dei contenuti, i modelli di business e gli investimenti delle piattaforme grandi e piccoli dovranno cambiare. 

 

 

 

Il danno che questo può fare ad una Internet libera e aperta è difficile da prevedere, ma nelle nostre opinioni potrebbe essere sostanziale. In particolare, lungi dall’influenzare solo le grandi piattaforme Internet americane (che possono permetterselo), l’ònere dell’articolo 13 ricadrà più pesantemente sui loro concorrenti, comprese le start-up e le PMI europee. Il costo di mettere in atto le tecnologie di filtraggio automatico necessarie saranno costose e onerose.

 

 

 

In effetti, se l’articolo 13 fosse stato messo in atto quando i protocolli e le applicazioni di base di Internet furono sviluppate, è improbabile che Internet esisterebbe come lo conosciamo oggi. L’impatto dell’articolo 13 si ripercuoterebbe anche sugli utenti ordinari di piattaforme Internet non solo quelli che caricano musica o video, ma anche coloro che contribuiscono con le foto, testo o codice per aprire piattaforme di collaborazione come Wikipedia e GitHub.

 

 

 

Anche gli studiosi dubitano della legalità dell’articolo 13; per esempio, il Max Planck Institute per l’innovazione e la concorrenza ha scritto che “l’obbligo di applicare un filtro a tutti i dati di ciascuno dei suoi utenti prima del caricamento sui servizi pubblici è contrario all’articolo 15 della direttiva InfoSoc e alla Carta europea dei diritti fondamentali.

 

 

 

Una delle disposizioni particolarmente problematiche dell’articolo 13 come originariamente proposta dal Commissione e nei testi di compromesso del Consiglio e del Parlamento, è che nessuna di queste versioni del testo fornirebbe né chiarezza né coerenza nel tentativo di definire quali piattaforme Internet sarebbero obbligate a conformarsi e quali possono esserne esenti. L’incertezza che ne deriva guiderà le piattaforme online a lavorare fuori dall’Europa e impediranno loro di fornire servizi a livello europeo.

 

 

 

Sosteniamo le misure che potrebbero migliorare la capacità dei creatori di ricevere un compenso equo per l’utilizzo delle loro opere online. Ma non possiamo sostenere l’articolo 13, che imporrebbe alle piattaforme Internet l’incorporazione di un’infrastruttura automatizzata di monitoraggio e censura in profondità nelle loro reti.

 

 

 

Per il futuro di Internet, Vi esortiamo a votare per la cancellazione di questa proposta.

 

A combattere contro la proposta, l’europarlamentare tedesco Julia Reda, leader della fazione avversaria al nuovo regolamento, e anche semplici cittadini digitali, che sul portale Change.org hanno già raccolto 400mila firme per abolire il testo.

 

Il fatto che la legge abbia incassato una prima approvazione è il segnale che il Parlamento Europeo, sulla questione, ha questo orientamento. E ciò influisce in maniera determinante nel processo di ratifica definitiva delle norme. Esistono però ancora due passi: il Consiglio Europeo, dove ciascun paese membro dovrà dare la sua approvazione, e il voto finale di tutto il Parlamento.

 

Insomma, ci sono ancora dei passaggi, anche se la strada è abbastanza chiara.

 

Riforma UE sul copyright. La fine dell’Internet libera?

 

Ci troviamo di fronte alla fine dell’Internet libero? Secondo noi no, e sostanzialmente perchè la riforma, anche se approvata in via definitiva, dovrà poi essere applicata e adattata alla realtà di ogni specifica nazione europea. E in Italia abbiamo due armi. La prima è il Trattato di Nizza,ovvero la carta dei diritti fondamentali del cittadino Europeo, i cui articoli relativi alla libertà (6-19), potrebbero essere usati per opporsi alla legge.

 

E in secondo luogo, il carissimo e salvifico articolo 21 della costituzione, che sancisce il diritto alla cronaca e che potrebbe in molti casi “salvare” la libera espressione dal fuoco incrociato di regole e regolette.

 

Non possiamo fare altro che attendere gli sviluppi, anche se la riforma del copyright dimostra ancora una volta il modo con cui l’Europa intende l’Internet. Gli stati considerano sostanzialmente Google e Facebook come l’internet stessa, e non come due portali che ne fanno parte, e che sono i singoli consumatori od aziende a rischiare maggiormente.

 

Per loro le uniche vie di salvezza sono la non ancora capillarità della legge, che spesso si traduce in un nulla di fatto, e i singoli articoli delle costituzioni nazionali, che gli permettono di opporsi in situazioni al limite della logica.

 

Alground.com

 

Questa legge può creare problemi anche ai Forum come VecchiaSignora.com?

 

Inviato dal mio ALE-L21 utilizzando Tapatalk

 

 

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E se invece ho acquistato una copia del giornale e voglio riportare l'articolo citando la fonte posso farlo?
Dopo tutto avendo pagato la copia del giornale vuol dire riconoscere i diritti dell'autore, stesso discorso per un libro

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Il 1/7/2018 Alle 11:06, juventino ha scritto:

E se invece ho acquistato una copia del giornale e voglio riportare l'articolo citando la fonte posso farlo?
Dopo tutto avendo pagato la copia del giornale vuol dire riconoscere i diritti dell'autore, stesso discorso per un libro

Da quanto ho capito non si può fare.

 

Questa legge mi sembra molto molto brutta. Cambierebbe radicalmente il modo di pensare internet.  Devo ancora capirci molto, ma chi crea un contenuto che può ricordare un contenuto costruito da un altro ( esempio faccio il meme tipo "you don't say?" prendendo un frame di Nicolas Cage, modificandolo e adattandolo alla cultura meme) ; ebbene questo contenuto viene censurato.

Oppure un video parodia, 100% censurato.

Magari anche un testo satirico viene censurato.

Etc..

 

 

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 purtroppo le ultime informazioni non sono rassicuranti per niente :

 Ugo Mattei  Immagine correlata... :

 

 - "  Purtroppo , Dal punto di vista giuridico le direttive, oggi, sono immediatamente vincolanti per gli Stati membri indipendentemente dalla trasposizione.

C’è stata una lunga evoluzione giurisprudenziale in questo senso.

Il famoso  - caso Francovich  - contro Repubblica italiana ha stabilito addirittura la responsabilità civile degli Stati .

 Cioè, un effetto direttamente orizzontale, come dicono i giuristi.

 

Inoltre, bisogna sempre considerare che, di fronte alle questioni della rete Internet, qualsiasi velleità sovranità decade.

Internet è  come un'autostrada PRIVATA , uno SPAZIO UNIVERSALE  e la regolamentazione di un Paese, soprattutto di un Paese forte, finisce necessariamente per colpire anche tutti gli altri perché, alla fine, i grandi provider privati, quelli che sono gli unici ad avere una vera attività a livello globale, mireranno probabilmente al diritto di uno o due Stati forti, ma certamente non si preoccupano, non si fanno assolutamente un baffo di quelle che sono le indicazioni che derivano da una piccola semi-periferia come la Nostra.

 

Quindi è molto importante scongiurare questa direttiva, è molto importante farlo adesso mentre c’è ancora un po’ di tempo.

Nei prossimi giorni bisogna contattare tutte le persone che hanno dei deputati parlamentari, le persone che potrebbero, in qualche modo, influire in questo processo, per scongiurare questa disgrazia. - " 

 

.uhm Comunque, da ieri sera è scesa in campo anche Wikipedia,

che su tutte le sue pagine mostra questa schermata [ndr: guardare video]. Certo, muoversi due giorni prima forse è un po’ tardi, ma in ogni caso, a difendere questa riforma è rimasta solo la SIAE (la Società Italiana Autori Editori , perché il mondo della Rete è compatto e sta reagendo.

È inutile negarlo,

c’è un’Italia che si informa ormai in rete perché delusa da decenni di pensiero unico.

E mentre nell'ambiente che non fa parte del mainstream  si  allude esplicitamente all’opportunità di avviare una nuova fase di multimedialità in internet, perché la televisione è morta  ( nel senso : le persone non credono più alla narrazione "ufficiale" in mano  ai Poteri Forti Oligarchi )   ,  nuove minacce si addensano all’orizzonte.

Facebook annuncia che i contenuti generati dagli utenti saranno sottoposti  "" al giudizio di autorevolezza degli utenti stessi "" bah :

chi verrà giudicato positivamente dalla  " comunità "  vedrà i suoi post premiati,

viceversa chi avrà un “rating” negativo vedrà cadere i suoi post nell’oblio.

Inoltre, Zuckerberg  stringe i patti con i fact checkers per contrastare la diffusione delle cosiddette “ notizie false ”.

E adesso perfino Whatsapp, che molti utenti usano per diffondere informazioni ai loro amici, parenti e colleghi, avrà un bollino che identificherà i messaggi inoltrati.

Ricordate  che : anche Whatsapp è di Facebook e quindi di Zuckerberg.

Su tutte queste iniziative & leggi vessatorie aleggia, però ,  un’ombra per Loro ( e una speranza per Noi ) le prossime elezioni europee del 2019, che potrebbero ribaltare gli equilibri e riconsegnare le chiavi di casa di Bruxelles al popolo e sfilarle dalle mani delle élite.

Allora tutte queste manovre, potrebbero in realtà solo celare l’intenzione di spegnere l’informazione libera prima della campagna elettorale per le EUROpee e lasciare in campo una squadra sola, quella del " mainstream  " , quella del pensiero unico, quella di Chi vuole avere il monopolio delle idee ....  .uffa

 

 

 

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.uhm (( Lo dico prima che ci venga impedito di commentare le immagini in seguito alla furia iconoclasta che sta dilagando in UE-Ordoliberista )) :

E' sempre una prova che sentono mancargli il terreno sotto i piedi e stanno perdendo la testa.

ormai quelli che ancora danno retta agli organi  " ufficiali "  diminuiscono di giorno in giorno. alla fine verranno travolti, però non dobbiamo abbassare la guardia. 

In vista delle Elezioni Europee dell'anno prossimo (comunque inutili in quanto il Parlamento Europeo è un organo che non conta NULLA  in quanto le decisioni vengono prese altrove, in Commissione o al Consiglio d'Europa) l'establishment ha la scusa per imporre il Bavaglio al Web che, dal Brexit in poi, ha testimoniato una Vitalità e un'Energia che Lorsignori manco immaginavano.
 ( Io ho firmato: non sono sicuro che serva ma non è questo il momento dei distinguo e di inutili seghe mentali.

Firmiamo tutti e poi si vedrà il da farsi. ) 

 

 

 

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Vogliono affossare i piccoli/medi editori che campano di condivisioni e seo, per far confluire tutto il traffico sui soliti big politicizzati e di parte...solita storia, solito metodo.
Però ho letto che è stata modificata un pò rispetto alla prima, che era veramente criminale ed addirittura annullava il CC license, o è ancora cosi?

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Ma quindi se faccio copiaincolla di news da altri siti o forum
Tipo in sezione Videogames devo chiedere il permesso all'autote di una news? Chessó Multiplayer?
Questo in teoria anche oggi

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Vogliono affossare i piccoli/medi editori che campano di condivisioni e seo, per far confluire tutto il traffico sui soliti big politicizzati e di parte...solita storia, solito metodo.

Però ho letto che è stata modificata un pò rispetto alla prima, che era veramente criminale ed addirittura annullava il CC license, o è ancora cosi?

 

Secondo me l'informazione è stata molto veicolata su sta roba. Voi dite gli editori, ma io non avevo mai visto un'azione di lobbying così pervasiva già in commissione parlamentare.

 

Questo dovrebbe un po' far scattare l'allarme sul fatto che dietro la difesa di internet forse si sta combattendo pure la battaglia di qualcun altro molto potente.

 

Sinceramente ad oggi non vedo un'alternativa all'essere pagati per i contenuti prodotti. Qualcosa come l'art 11 si chiedeva da tempo e non è molto diverso da quello che fa già spotify.

 

Nulla vieta a realtà come wikipedia di esistere, ma se io mi voglio far pagare per un qualcosa che ho fatto devo essere tutelato. Gli editori entrano in scena dopo nel momento in cui cedi i diritti, e comunque nulla esclude che la situazione possa cambiare completamente nei prossimi 5-10 anni nel sistema musicale, artistico o giornalistico.

 

Sull'art. 13 se il problema sono i costi del sistema che ha youtube, beh, un cellulare nel 1995 costava un milione di lire e oggi se ne può comprare uno più potente a 30 euro.

 

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Non ho capito bene le implicazioni che avrebbe. in ogni caso a quanto leggo i provvedimenti verrebbero approvati a fine maggio e per allora il parlamento europeo avrà completamente mutato volto.

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16 ore fa, Fimow ha scritto:

Sinceramente ad oggi non vedo un'alternativa all'essere pagati per i contenuti prodotti. Qualcosa come l'art 11 si chiedeva da tempo e non è molto diverso da quello che fa già spotify.

 

Nulla vieta a realtà come wikipedia di esistere, ma se io mi voglio far pagare per un qualcosa che ho fatto devo essere tutelato. Gli editori entrano in scena dopo nel momento in cui cedi i diritti, e comunque nulla esclude che la situazione possa cambiare completamente nei prossimi 5-10 anni nel sistema musicale, artistico o giornalistico.

Forse mi sono spiegato male.
L'indicizzazione su internet si basa sui motori di ricerca ed in piccola parte dai social ed aggregatori vari, il 90% dell'utenza e quindi entrate di qualsiasi sito internet si basa su questo....questo non danneggia i creatori di contenuti, che anzi cercano in tutti i modi di raggiungere questo obiettivo.

 

Se tu ora, dici a google, facebook etc etc di pagare i diritti per ogni snippet link (pure quelli che appaiono nei risultati di ricerca di google), semplicemente la piattaforma in questione ti taglia fuori, o almeno, taglia di sicuro le realtà più piccole (che quindi morirebbero).

 

I grandi giornali/siti d'informazione non sono in pericolo, poichè hanno molte altre entrate, hanno il nome, sono già stabili, hanno i clienti fissi ed hanno notorietà...per loro non è un grosso problema....anzi probabilmente ci guadagnerebbero con la chiusura dei millemila blog e piccoli siti sparsi su internet....non a caso chi ha promosso questa direttiva controlla l'intera Germania giornalistica, che coincidenze vero?

 

Ora, come dicevo prima, voglio sperare che si possa usare in qualche modo il CC License (o simili), per rendere questa porcata un minimo flessibile....ma ne dubito.

 

Per quanto riguarda il resto, esistono già siti d'informazione a pagamento, che ti fanno vedere una piccola anteprima e nulla più e per leggerli devi abbonarti.....qui nessuno può rubarti nulla, le leggi già c'erano prima...almeno per quanto riguarda l'editoria, e per il resto c'era il seo a punire/premiare chi creava il contenuto originale.

 

Ora...se si vuole potenziare il diritto d'autore va benissimo, ma cosi è una pazzia totale, è una roba ambigua e pricolosa.

 

Se vuoi tartassare google, facebook, etc ci sono milioni di altri modi senza  nuocere ai poveracci.

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5 ore fa, CND Rocket ha scritto:

Forse mi sono spiegato male.
L'indicizzazione su internet si basa sui motori di ricerca ed in piccola parte dai social ed aggregatori vari, il 90% dell'utenza e quindi entrate di qualsiasi sito internet si basa su questo....questo non danneggia i creatori di contenuti, che anzi cercano in tutti i modi di raggiungere questo obiettivo.

 

Se tu ora, dici a google, facebook etc etc di pagare i diritti per ogni snippet link (pure quelli che appaiono nei risultati di ricerca di google), semplicemente la piattaforma in questione ti taglia fuori, o almeno, taglia di sicuro le realtà più piccole (che quindi morirebbero).

 

I grandi giornali/siti d'informazione non sono in pericolo, poichè hanno molte altre entrate, hanno il nome, sono già stabili, hanno i clienti fissi ed hanno notorietà...per loro non è un grosso problema....anzi probabilmente ci guadagnerebbero con la chiusura dei millemila blog e piccoli siti sparsi su internet....non a caso chi ha promosso questa direttiva controlla l'intera Germania giornalistica, che coincidenze vero?

 

Ora, come dicevo prima, voglio sperare che si possa usare in qualche modo il CC License (o simili), per rendere questa porcata un minimo flessibile....ma ne dubito.

 

Per quanto riguarda il resto, esistono già siti d'informazione a pagamento, che ti fanno vedere una piccola anteprima e nulla più e per leggerli devi abbonarti.....qui nessuno può rubarti nulla, le leggi già c'erano prima...almeno per quanto riguarda l'editoria, e per il resto c'era il seo a punire/premiare chi creava il contenuto originale.

 

Ora...se si vuole potenziare il diritto d'autore va benissimo, ma cosi è una pazzia totale, è una roba ambigua e pricolosa.

 

Se vuoi tartassare google, facebook, etc ci sono milioni di altri modi senza  nuocere ai poveracci.

Pero' da quanto leggo i piccoli sono esclusi dalla normativa

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..... uum ... :

Spiegatemi una  cosa ( da qualcuno di Voi  un pò esperto ) :

Siccome in Off-Topic Musica  c'è una discussione a cui io partecipo spesso con molti altri amici

( e Ci divertiamo un sacco ) : In Ascolto - la Vostra Musica ,  possiamo continuare a postare i video 

delle canzoni ( o dobbiamo avere " le Autorizzazioni ) ... ??? bah

 

Comunque sia ,

Una cosa è certa ( non ci vuole molto per capirlo , per Chi lo vuole capire ) .

Ho ascoltato alcune dichiarazioni di  politici  che hanno votato a favore ( tipo : il pres.  A.Tajani ) ,

tutti , più o meno , parlano di difesa (economica ) dei diritti di autore specialmente quello degli artisti ,

e delle Fake New che circolano su internet .

Ma .... Ormai lo sanno tutti che le vere Fake News/Bufale  sono quelle  che diffonde il mass-media mainstream ,

ecco perchè hanno approvato quella direttiva : non vogliono essere sputtanati !! ( spero che almeno il n/s. governo la bocci o la modifichi per salvare i blog/siti/forum , ecc. , indipendenti ) .
Il " problema degli artisti & giornaloni " è un falso problema !!  che si poteva risolvere con una direttiva "ad hoc " ;
oppure inserire un art./emendamento che precisava ad es. :
- " Chi fa informazione libera & indipendente viene esonerato dal pagamento/autorizzazioni "- ( ovviamente se dice 
Fake New , o roba del genere , è sempre suscettibile delle leggi penali del suo paese , es controllo dell'AGICOM ... per dire ) 
Negli USA , ad es. , c'è la legge del "Fey News " ( non so come si scrive ) che agevola l'informazione libera . 
Il vero scopo , invece , è p-o-l-i-t-i-c-o !! 
Vogliono tappare la bocca a qualsiasi forma di dissenso contro i governi-oligarchici EUROpei .

 

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Per come la vedo io... sta norma causerà molti più danni degli interessi che andrà a tutelare...

Ho ascoltato l'intervista di un profondo conoscitore del settore e delle dinamiche dello stesso... Secondo lui i colossi tipo Google semplicemente la smetteranno di indicizzare notizie altrui (in pratica il classico google news perderà quasi tutti i suoi contenuti) e ciò causerà un taglio importante di click ai siti d'informazione (tipo, ad esempio, Repubblica) che ora guadagnano molto con le pubblicità (legate appunto ai click)... Questi siti, perdendo click, perderanno una marea di soldi di pubblicità che non saranno compensati dagli ipotetici diritti d'autore...

Si stava meglio quando si stava peggio...

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11 ore fa, Juventino! ha scritto:

Pero' da quanto leggo i piccoli sono esclusi dalla normativa

I piccoli che pubblicano, non che vengono pubblicati....nel senso, se mi apro un motore di ricerca e sono una startup posso farlo.

Hanno escluso pure le enciclopedie.

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10 ore fa, baudolino ha scritto:

Ma .... Ormai lo sanno tutti che le vere Fake News/Bufale  sono quelle  che diffonde il mass-media mainstream ,

ecco perchè hanno approvato quella direttiva : non vogliono essere sputtanati !! ( spero che almeno il n/s. governo la bocci o la modifichi per salvare i blog/siti/forum , ecc. , indipendenti ) .

Tanto a gennaio non passa, e comunque ogni stato può modificarla come vuole....altra pagliacciata europea.

Che senso ha se poi ognuno fa quel che vuole? 

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Il 14/9/2018 Alle 18:44, CND Rocket ha scritto:

Tanto a gennaio non passa, e comunque ogni stato può modificarla come vuole....altra pagliacciata europea.

Che senso ha se poi ognuno fa quel che vuole? 

Spero che tu abbia ragione .... .boh ( comunque sia "modificare" non significa cambiare completamente , mi sembra che le modifiche dovranno  essere accettate dal Consiglio E. opp. dalla Commissione E.  )

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