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Deborah J

CdS: Juve-Roma attraverso gli occhi di un campione di umiltà e coraggio: Anastasi. "Quando giocavo ero un centravanti che lavorava per la squadra. Mi rivedo in Dybala"

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«Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona» diceva Jung, e Pietro Anastasi ha sempre donato agli altri, talvolta inconsapevolmente. «Anche quando giocavo: ero un centravanti che lavorava per la squadra, ero moderno già allora.Giocavo da centravanti, ma anche da seconda punta. Qualcuno dice di rivedermi in Rooney, ma se posso azzardare un accostamento mi sento più vicino a Dybala mi rivedo in Paulo»

Consideri deludente anche l’Inter? «Può stare a quattordici punti dalla Juve quando mancano tre partite dalla fine del girone di andata? E poi è pure uscita dalla Champions in quel modo. Chi giudica accettabile questa prima parte della stagione dell’Inter non ha rispetto per il club e per la sua storia. L’anno scorso di questi tempi l’Inter era seconda, se non sbaglio». Ventiduemilacinquecento lire del 1930 non si avvicinano nemmeno volendo ai 340 milioni spesi l’estate scorsa per Ronaldo. «Penso che il suo arrivo abbia comunque fatto bene a tutti. Anche se..». Anche se… «Non è ancora il Ronaldo del Real, non gioca bene, per me è al 70 per cento. Molte cose gli riescono con più difficoltà e non per via delle marcature italiane o sciocchezze del genere. Poi, inutile sottolinearlo, ha dei colpi mostruosi». « La Juve è stata la squadra della vita.Sono juventino da sempre, quante volte l’ho ripetuto». E quante volte hai ricordato che impazzivi per Charles. «Quando la Juve veniva a giocare a Catania facevo il raccattapalle e lo guardavo con gli occhi di chi sogna di poter un giorno essere un campione. Ho conservato a lungo la sua foto nel portafoglio al posto di quelle di mia moglie e dei miei figli e devo dire che loro non gradivano. Però, vedi, tornando ad oggi la gente ha voglia di rivedere un’Inter vincente, un Napoli vincente, una distribuzione diversa dei titoli» «Allegri ha 46 punti, se vince doppia la Roma. La differenza? La mentalità Ricordo un 2-2 a Torino con la mia doppietta: allora non c’era tutta questa distanza tra le due squadre. Mi curo e lotto contro la malattia: ora la gente mi tratta come un eroe, ma non c’è motivo...»

 

Fonte: Il Corriere dello Sport 

 


 

CLASSE 1948 Da Catania al tetto d’Europa Catania, 1948. Inizia tutto lì, in quel Sud portato dentro con orgoglio, anche quando sui campi del nord, di lì a qualche anno, sarebbe volato qualche insulto di troppo sul tema. Pensavano di provocarlo e ferirlo, nulla poteva però scalfire la serenità di Pietro Anastasi. È in Sicilia che tutto inizia e questa storia ha il sapore della favola. I primi calci nelle giovanili della San Filippo Neri, l’approdo alla Massiminiana, la squadra di Catania fondata da Giuseppe Massimino, fratello di Angelo che fu più tardi presidente del Catania, quella partita con il Paternò giocata sotto gli occhi di Alfredo Casati, diesse del Varese. Il resto è storia: due anni a Varese, con il salto in A, per farsi notare dalla Juventus. Otto stagioni in bianconero, 132 reti in 305 partite ufficiali, tre scudetti quasi di fila, tra il 1972 e il 1975. Poi due anni all’Inter, 13 gol e una Coppa Italia, prima di chiudere la carriera tra Ascoli e Lugano. Da favola anche la sua parabola in azzurro. Si può esordire in Nazionale in una finale d’Europeo? La risposta è sì, chiedetelo ad Anastasi: Valcareggi lo manda in campo da titolare contro la Jugoslavia, nella prima partita che finirà 1-1 dopo i tempi supplementari. Nella finale bis Anastasi è ancora in campo e segna anche il suo primo gol in maglia azzurra: finirà 2-0, Italia campione d’Europa. Due anni dopo, uno scherzo maldestro gli impedirà di partecipare ai Mondiali del 1970, quelli di Italia-Germania 4-3. Il calcio è il suo mondo e lo è rimasto anche dopo il ritiro da calciatore. Non è diventato allenatore, non è diventato dirigente. Il suo garbo, la sua passione, la sua juventinità sempre rivendicata, sono invece la cifra stilistica con cui in tutti questi anni ha commentato le gare della Vecchia Signora, ma non solo, come opinionista in tante trasmissioni televisive.

 

CdS

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Petruzzu @@......grande uomo e Juventino vero! .allah

Come in campo, un guerriero come te, non potrà che vincere anche la battaglia contro la malattia. Non mollare bomber ! .nono 

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Oh, dichiarazioni uguali, uguali a (S)Pruzzo, "gufo di qua, gufo di là, faccio festa se perdono" ecc..come si vede la differenza della mentalità Juve dal resto della feccia...

Auguroni per la tua battaglia, sono sicuro che avrai la meglio.

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Uno dei miei idoli in campo nell'adoloscenza/gioventù. Un grande uomo e in campo era un professionista esemplare. In bocca al lupo Pietruzzo. Sicuramente farai altri gol favolosi e Vincerai come hai sempre fatto!

 

Alle nuove generazione vi conviene leggere bene e meditare per "l'incompetente(cit.) di turno che insultate quasi quotidianamente. Solo un consiglio in silenzio.

 

Anastasi. "Quando giocavo ero un centravanti che lavorava per la squadra. Mi rivedo in Dybala"

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Centravanti in perenne movimento, pronto a colpire in area di testa e di piede con spiccato senso acrobatico si rivelò partner ideale del classico e statuario Bobby gol. Generoso e juventino fino al midollo ora  che sta  combattendo una battaglia difficile  speriamo tutti  lo veda trionfatore. Grandissimo Pietreuzzo. Il "Pelè bianco"....

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