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ufobianconero

VIDEO Allegri a "Che Tempo che fa": "Resto alla Juve. Adani? Sono anni che mi spiegano come devo fare il mio lavoro. La Champions ci è rimasta di traverso"

Post in rilievo

5 minuti fa, Audemars ha scritto:

Infatti...fuori dal ns confine lo avrebbero già cacciato da diversi anni, tipo dopo la debacle debordante in Galles. 

Evitando contestazioni

Non credo che sarebbe  stata la scelta migliore, anche perché gli anni successivi hanno comunque portato risultati tutt’altro che negativi.

Ed i trofei vinti sono li a dimostrarlo.

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8 ore fa, Luigi2390 ha scritto:

Si hanno base le tue affermazioni certo....che continui a non capire quello che scrivo , ti ripeto come la penso l'accordo verbale probabile che c'era con Zidane , ma ha preferito il Real Madrid per i soldi del mercato tutto qui  , la notizia su Guardiola ho citato Guelpa è vero , ma non la dico solo per lui anche per altro , non devo dirlo qua al forum , poi io parlo solo di trattativa reale , Guardiola non è l'allenatore già preso ed è un operazione difficile da realizzare.Poi Guelpa è una persona seria ,ha scritto libri sul calcio , uno su Ronaldo anche e ha l'amicizia con Mendes ,tifoso del Valencia e vicino agli ambienti spagnoli , direi di informavi prima di dire che uno è incompetente. Ha parlato anche ultimamente che il Napoli vuole prendere l'allenatore del Getafe per il futuro e da qui l'idea del possibile abbandono di Ancelotti anticipato da Napoli.

Quelle su Zidane sono tue ipotesi, tra le fonti attendibili nessuno diceva che la Juve aveva l’accordo verbale con Zidane o che c’erano stati contatti continui.

Su Guardiola anche non c’è nessuna fonte attendibile al momento, lui stesso un mese fa ha detto che se ne va solo se il Manchester City lo caccia, Allegri ha detto che ha già espresso la sua volontà di rimanere.

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11 minuti fa, Audemars ha scritto:

Infatti...fuori dal ns confine lo avrebbero già cacciato da diversi anni, tipo dopo la debacle debordante in Galles. 

Evitando contestazioni

azz....fuori dal confine NON cacciano a pedate Guardiola che ha fatto peggio....perchè mai dovrebbero cacciare Allegri? .fuma

5 minuti fa, Audemars ha scritto:

Ciao Liam...dovesse arrivare Pep il santone cosa faresti?sefz

almeno non è un prescritto cartonato che ci ha spalato sterco addosso un giorno si e l'altro pure. 

Comunque....magna e dormi sereno che il "santone" NON arriva. Il nostro Presidente, non è PER NIENTE solito farsi dettare le condizioni dagli allenatori e (soprattutto) non regala soldi....ad minchiam! .nono 

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2 minuti fa, FuoriDalCoro ha scritto:

Qui non si discute il giudizio del singolo ma il giudizio popolare quasi unanime 

E i tifosi da quando decidono chi deve essere l'allenatore di una squadra di calcio? .asd

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29 minutes ago, Lorerock said:

Cavalcare le onde del momento è comodo e fa acquisire like.

 

Si scrivono tante belle parole su gioco/tecnica etc, esaltando per esempio Guardiola, che per carità fa giocare benissimo le squadre che allena, ma in Europa ha ottenuto (negli ultimi 4anni) gli stessi risultati di Allegri, anzi l’italiano è arrivato 2 volte in finale di Champions league.

 

Ma io a leggere certe cose “mi diverto molto “ :)

A me sembra invece che si usi il commento sporadico su Mourinho per tacciare chi vuole Allegri via, di chissà quale reato.

 

Nel sondaggio sono pochissimi a volere Mou, per esempio.

 

Su Guardiola...stessi risultati di Allegri ma gioco offensivo e fine della mentalità provinciale della BBC? Ci metto una firma grossa così.

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Adesso, LiamBrady10 ha scritto:

almeno non è un prescritto cartonato che ci ha spalato sterco addosso un giorno si e l'altro pure

Dici che Adani farebbe meglio di Allegri? .asd.asd.asd

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1 minuto fa, Audemars ha scritto:

Ok, hai ragione. 

Credo che il suo calcio (sigh) abbia ormai ammorbato la stragrande maggioranza del tifo. 

Almeno allo stadio io percepisco questo. 

Io ero partito da una considerazione differente. Visto che il tifoso in genere ama criticare, partito Marotta che la sua buona dose di critiche se l'è sempre presa, ancora salvo Paratici......fino al suo primo mercato.... intoccabile Nedved....poco sfiorabile il presidente.....È rimasto solo l'allenatore....

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2 minuti fa, O' Rei David ha scritto:

E i tifosi da quando decidono chi deve essere l'allenatore di una squadra di calcio? .asd

In altre società non saprei. Alla juve direi .....mai. 

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Bellissimo articolo di Fabio Barcellona

 

Quoto

 

La visione del calcio di Allegri

Una riflessione sul dibattito generato dalle parole del tecnico della Juventus ai microfoni di Sky Sport.

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Nel 2014, in un’intervista rilasciata al quotidiano La RepubblicaMassimiliano Allegri aveva parlato della sua maniera di intendere il calcio e il mestiere di allenatore. A rileggerla oggi, a quattro anni di distanza, si ritrovano esattamente gli stessi concetti espressi nell’intervista televisiva per Sky nel post-partita di Inter-Juventus: c’è persino il paragone tra calcio e basket.

 

È una conferma che, al di là dell’impeto del momento, le idee di Allegri sono ferme e radicate e le sue parole, che hanno generato una grande polemica, non dovrebbero sorprendere più di tanto. Certo, i toni utilizzati e il contesto in cui sono state espresse vanno contestualizzate. In questa stagione c’è stato un lungo dibattito sul gioco della Juventus, solido e pratico ma i cui risultati sono figli più della sua forza difensiva e delle giocate individuali dei suoi campioni che di un impianto di gioco strutturato e, perché no, bello da vedere.

 

Sembra questo il punto di vista di Allegri. Tuttavia vorrei provare a mettere da parte il quadro entro cui le idee di Allegri sono state espresse, e il fatto che lasciando in maniera brusca l’intervista abbia troncato ogni discussione affermando implicitamente che la “sua verità sia sostanzialmente l’unica possibile. Considerando anche che qualcuno ha sintetizzato i commenti di Allegri come: «La tattica – quantomeno in fase d’attacco – non conta nulla e si vince coi campioni», mi sembra più interessante riflettere sul senso delle sue parole e definire meglio il suo orizzonte di pensiero.

 

Allegri ha detto davvero che la tattica non serve, che bastano Messi e Cristiano Ronaldo? Soprattutto, conoscendo il suo calcio, è possibile abbia detto e pensi davvero una cosa del genere?

 

Le premesse emotive

Il monologo di Allegri nasce da una domanda di Daniele Adani. L’opinionista di Sky premette che secondo lui il campionato verrà deciso «più sulle giocate che sul gioco»;quindi chiede al tecnico se la Juve «può giocare meglio, può riuscire a essere padrona del proprio destino…», se può arrivare «a meritarsi la giocata decisiva… più che a trovarla».

 

La premessa sembra contenere una dicotomia tra giocate gioco che vengono però riconciliate nella domanda successiva, in cui la giocata può e deve diventare una conseguenza del gioco.

 

Rimane sottinteso che per giocata si intenda il gesto determinante e puntuale di un giocatore che risulta decisivo per orientare i destini di un match, mentre per giocosembra intendersi una dimensione maggiormente collettiva e generale di conduzione tattica di una partita.

 

Inizialmente Allegri risponde ribadendo alcuni concetti espressi poco prima, dialogando con Massimo Ambrosini sulla partita appena conclusa con l’Inter: lamenta che la sua squadra avrebbe dovuto creare le condizioni per generare un 2 vs 1 sulle fasce tramite le ricezioni sul corpo di Mandzukic (esterno sinistro del 4-2-3-1) che, impegnando Cancelo, avrebbe liberato spazio esterno ad Alex Sandro e ai tagli interni di Douglas Costa (esterno destro), propedeutici alle sovrapposizioni di Cuadrado.

 

 

In questa fase, cioè, Allegri si rammarica che la sua squadra non abbia messo in difficoltà gli avversari attraverso soluzioni di gioco che possano essere ricondotte alla definizione di “tattica collettiva”. Un termine con cui si intende il movimento organizzato di due o più giocatori (quindi anche di un intero reparto e/o dell’intera squadra) finalizzato al raggiungimento di uno scopo comune, difensivo o offensivo.

 

Allegri prosegue sottolineando come quella precedente contro il Napoli fosse stata una brutta partita, precisando che la Juve ha giocato male ma che il Napoli non ha fatto molto meglio, «non c’è stato un tiro in porta in 90 minuti». Proprio discutendo della sfida contro il Napoli, il tecnico inizia a contrapporre la sua idea di calcio a quella che secondo lui, in maniera generica, veicolano gli opinionisti di Sky.

 

Massimiliano Allegri ritiene che quella contro la squadra di Sarri sia stata un brutta partita “in generale” altrimenti “si vede un calcio completamente diverso e allora io mi fermo e non dico niente”, definendo così l’alterità della sua visione del calcio rispetto a quella (un po’ sbrigativamente) attribuita ai suoi interlocutori.

 

Punto nell’orgoglio, rivendicando i meriti della sua squadra, vincitrice di 18 delle ultime 21 partite di campionato, Allegri evidenzia come sia quasi fisiologico avere dei momenti di pausa e inizia la parte di discussione che ha acceso il dibattito.

 

«Bisogna capire i momenti della stagione…. Purtroppo il calcio è diventato… è troppa teoria. Sento parlar di schemi, di robe, di robe, di cose».

 

Il paragone con il basket

A quel punto si inserisce il conduttore Marco Cattaneo che afferma che anche gli schemi contano, e Allegri inizia un paragone con il basket: «Fanno gli schemi…alla fine… non è venuto fuori lo schema, hai 3 secondi per pensare… a chi la danno la palla? A quello più bravo che gioca in 1 vs 1 e tira… o esce da un blocco e tira… E gli schemi non vengono nel basket…».

 

Il paragone sembra quindi ricondursi a quanto affermato in precedenza riguardo il momento della stagione bianconera. Allegri non dice che nel basket non servano gli schemi, ma che quando uno schema fallisce si tende ad affidarsi al giocatore più bravo, alla giocata individuale (1 vs 1). Introduce però un elemento di tattica collettiva, parlando dell’uscita da un blocco precedente al tiro.

 

L’allenatore della Juventus sembra voler dire che, in un momento di difficoltà della squadra, le soluzioni possano provenire dalle capacità individuali dei calciatori. Il confronto tra i due sport è però più profondo, tanto che anche nell’intervista del 2014 Allegri utilizzava le stesse argomentazioni. Il tecnico juventino prosegue affermando che in misura maggiore che nel basket, non sono gli schemi a far vincere le partite nel calcio.

 

Sia basket che calcio sono due sport classificabili come open skill, cioè discipline in cui il gesto tecnico è condizionato dall’imprevedibilità del contesto ed è fondamentale la capacità di adattarlo con estrema rapidità. Le variabili da cui ogni singolo gesto è influenzato sono praticamente infinite (posizione di compagni e avversari, posizione in campo, risultato della partita, condizioni di fatica fisica e mentale). In aggiunta, e Allegri lo sottolinea, il calcio a differenza del basket si gioca con i piedi, cioè con le estremità che non sono deputate al controllo e alle gestione di oggetti, su una superficie d gioco molto più ampia. Aumenta il numero di variabili e, in definitiva, amplifica l’imprevedibilità del risultato di ogni singolo gesto tecnico, rendendo più complesso portare a termine con successo soluzioni predeterminate (schema).

 

In definitiva Allegri, per ridurre l’importanza degli schemi nel basket, lo paragona a uno sport simile al calcio, in cui gli schemi, per le dimensioni del campo e le estremità con cui si gioca il pallone – e, aggiungo io, per la natura più discontinua del basket che aumenta la ripetibilità riducendo le variabili in gioco – possono talvolta risultare inefficaci, lasciando il campo alle soluzioni individuali degli interpreti.

 

Per rafforzare il concetto, Allegri, come nell’intervista del 2014, aveva sottolineato che se le qualità individuali non fossero importanti i grandi calciatori non costerebbero le cifre che costano.

 

La parte che è stata interpretata come “tattica vs tecnica”

A quel punto Allegri vira sulla formazione dei giovani calciatori, affermando che “Bisogna cambiare… I giocatori, a cominciare da quelli piccolini, vanno fatti lavorare sulla tecnica e sulla tattica individuale”.

 

La “tattica individuale” è l’esecuzione di un gesto tecnico all’interno di un contesto di gioco e rappresenta quell’insieme di comportamenti che il singolo calciatore adotta per rendere efficace il suo gioco e la sua prestazione tecnica. All’interno del concetto di tattica individuale è presente il processo decisionale che ogni calciatore deve compiere in ogni momento della partita.

 

Allegri conclude dicendo “Questo è il male del calcio italiano…” e sembra che si riferisca alla sottovalutazione dell’aspetto tecnico e individuale a vantaggio di una dimensione più collettiva e schematica. Prosegue: “Non sento una volta un gesto tecnico”, accusando l’informazione specializzata di trascurare l’importanza della tecnica nel gioco.

 

Chiude infine dicendo che “bisogna dare un’organizzazione difensiva”, lasciando immaginare una fase offensiva centrata esclusivamente sulla libertà del talento dei giocatori. Le sue ultime parole sembrano descrivere una differenza radicale tra il suo modo di intendere il calcio e quello dei suoi interlocutori: «Semplice, il calcio è molto semplice, non lo rendete complicato che poi vi intortate… Continuate con le vostre teorie che fate bene… Per me il calcio è un’altra roba».

 

Un post-gara, specie di una partita così importante e intensa come è stata Inter-Juventus, non è forse il momento migliore per rivelare il proprio modo di intendere il calcio. Allegri è apparso infastidito dalle ripetute critiche al gioco della propria squadra, ritenendole ingiuste alla luce dei risultati ottenuti.

 

Le incoerenze di Allegri

L’adrenalina della situazione ha comunque portato Allegri ad eccessive semplificazioni. Una, ad esempio, sta nell’avere appiattito la domanda posta da Adani, che chiedeva se fosse possibile trovare un modo migliore per permettere ai giocatori di esprimere il proprio talento. Allegri ha contrapposto la parola “schema”, il cui significato rimanda a soluzioni di gioco pre-ordinate, studiate a tavolino e riproposte in campo in modo rigido.

 

Che Allegri fornisca in realtà idee di natura collettiva in fase d’attacco lo rivela lui stesso nell’intervista di poco prima, parlando degli errori strategici dei suoi calciatori. L’assoluta libertà offensiva, uno dei due estremi del discorso, non è in effetti contemplata nemmeno nell’esempio della pallacanestro, in cui la giocata del singolo è successiva al fallimento degli schemi.

 

Sull’altro estremo, quello che in teoria sarebbe il calcio promosso dagli opinionisti di Sky, si lascia immaginare un gioco meccanico e privo della libera interpretazione dei singoli calciatori che, ad alti livelli, viene sempre più raramente proposto. Nella realtà il calcio è sempre più basato sui princìpi di gioco, cioè le caratteristiche che una squadra vuole possedere nello sviluppo del proprio calcio e che disegnano la struttura di gioco della squadra stessa. Esempi di principi di gioco possono essere “attaccare lo spazio lasciato libero dall’avversario uscito in pressione” o “marcare gli appoggi e aggredire il portatore di palla immediatamente dopo avere perso il possesso”. Allenando per principi si rendono chiari gli obiettivi e, in accordo con la complessità del gioco, si riducono le soluzioni prestabilite per lasciare spazio alle scelte dei calciatori che devono essere coerenti con il principio da perseguire.

 

Si passa dall’importanza quasi esclusivamente tecnica del calciatore nella qualità dell’esecuzione di uno schema, al ruolo decisivo, insieme tecnico e tattico (tattica individuale) nella scelta della migliore soluzione da attuare per soddisfare le migliori esigenze della squadra nel rispetto dei principi comuni.

 

Se un gioco totalmente libero da qualsiasi direzione preordinata dagli allenatori e uno dominato invece dagli schemi rappresentano due estremi opposti difficilmente riscontrabili nella realtà (e verosimilmente datati), la vera frontiera può forse passare tra allenatori i cui principi di gioco sono meno influenzati dal contesto (caratteristiche dei calciatori a disposizione e degli avversari) e allenatori che provano a ottimizzare le proprie chance di vittoria cucendo abiti tattici disegnati sul contesto. È una distinzione arbitraria perché ogni allenatore possiede dosi variabili di principi immutabili e prova, in misure diverse, ad adattare la propria squadra alla specificità della particolare gara.

 

Il calcio di Allegri, dal basso verso l’alto (dalla pratica alla teoria)

Per la costruzione del proprio gioco, ad esempio, Allegri ama partire dal campo e non da un’idea astratta (la teoria da lui citata?) e lavora sul campo per trovare ed affinare le connessioni tecniche tra i calciatori, con una costruzione della propria squadra che parte dal basso per giungere al disegno generale. È un calcio che si sviluppa in maniera induttiva e non deduttiva.

 

Illuminante è la definizione di Davide Nicola: «Per me Allegri può giocare in ogni modo e può allenare qualunque giocatore. Ha una maturità perfetta nella gestione della rosa, ha una lettura incredibile a partita in corso. Allegri in questo momento è al top. Sa come aggiungere imprevedibilità al suo gioco, sfruttando le caratteristiche base dei suoi calciatori, e adotta strategie differenti studiate sugli avversari».

 

Quello di Allegri è un approccio bottom-up (dal basso verso l’alto) che può essere distinto da quello top-down, di altri allenatori, in cui i principi nascono dall’alto e discendono a cascata verso la definizione del modello di gioco.

 

Ma, anche questa distinzione, in un sistema complesso come quello rappresentato dal gioco del calcio, presenta ampi margini di fluidità nella misura in cui gli sviluppi del gioco sono definiti in campo dalle scelte dei singoli calciatori che, basate sui principi generali, influenzano circolarmente la definizione e l’ evoluzione dei principi stessi.

 

 

 

 

Quindi, cosa voleva dire?

L’intervista post-gara rilasciata a Sky da Massimiliano Allegri è stata ricca di spunti di riflessione, sebbene il tecnico della Juventus abbia forzato i concetti. Oltre alle considerazioni sull’utilità degli schemi, Allegri ha sottolineato l’importanza nella formazione dei giovani di lavorare sulla tecnica e sulla tattica individuale a discapito della tattica collettiva.

 

Una considerazione generale condivisibile: i giovani devono apprendere la corretta esecuzione del gesto (tecnica) e affinare i processi di scelta e decisione che sono chiamati ad effettuare nel contesto reale della gara (tattica individuale). Senza un adeguato sviluppo delle capacità di scelta del singolo calciatore, la tattica collettiva rischia di diventare una serie di regole che il giovane segue senza capirne il senso profondo, in maniera meccanica.

 

Le forzature dialettiche di Allegri hanno trasmesso un messaggio rigido, cioè che la tattica non conti nulla e che la fortuna di una squadra risieda nei piedi dei propri campioni. Ma è proprio la natura del gioco a reclamare lo sviluppo della tattica.

 

L’alto numero di variabili in gioco, e le numerose interazioni possibili con i compagni e con gli avversari, richiedono inevitabilmente che tutti i componenti di una squadra abbiano un linguaggio comune e adottino i medesimi principi di gioco. Questa è, in maniera più profonda, la tattica, e non è possibile farne a meno senza pregiudicare l’efficacia della prestazione. Non va confusa con lo schema, una soluzione di gioco prestabilita, che rischia di diventare meccanica e che rappresenta, nella migliore delle ipotesi, solo un mezzo per tradurre in pratica i principi di gioco.

 

Tattica e calciatori non vanno visti come due entità separate, ma dovrebbero influenzarsi a vicenda. Le scelte e la tecnica degli interpreti dovrebbero concorrere al disegno, all’affinamento e all’esecuzione puntuale del quadro generale. La definizione chiara del linguaggio comune della squadra aiuta i calciatori ad esprimersi al meglio e, nel caso dei campioni, li mette nelle condizioni migliori di far vincere le partite alle proprie squadre.

 

In fin dei conti, non un concetto così diverso da quello espresso dalla domanda di Adani.

 

 

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meno male che  c'è stato allegri, altrimenti in questi 5 anni si retrocedeva.....

 

ad adani invece che gli vuoi dire peggio di intertriste?

nulla.

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4 minuti fa, Audemars ha scritto:

O magari si. 

Si sarebbe continuato a vincere scudetti e valorizzare una rosa/squadra rendendola più performante per il calcio che conta senza dover arrivare nel ritrovarci calciatori demineralizzati, fuori ruolo o addirittura fuori contesto in un calcio 4-3 confusione che in CL, 9 volte su 10, ti rispedisce a casa. 

Abbiamo buttato nel water 1 anno di CR7

 

O magari no.

non si sarebbe continuato a vincere scudetti, e non si sarebbe arrivati a giocare quella partita contro il Real dove CR7 fece un gol straordinario, consentendo grazie alla intelligenza di chi era allo stadio con la reazione avuta, di poterlo avere in squadra.

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4 minutes ago, Audemars said:

O magari si. 

Si sarebbe continuato a vincere scudetti e valorizzare una rosa/squadra rendendola più performante per il calcio che conta senza dover arrivare nel ritrovarci calciatori demineralizzati, fuori ruolo o addirittura fuori contesto in un calcio 4-3 confusione che in CL, 9 volte su 10, ti rispedisce a casa. 

Abbiamo buttato nel water 1 anno di CR7

 

Esatto.

Abbiamo anche investito in giocatori trentenni e dato loro così tanto spazio che arriviamo a marzo bolliti.

 

Investono tutti sui giovani tranne noi.

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12 ore fa, sol invictus ha scritto:

Ciao Fimow 

concordo con quanto hai detto circa la polarizzazione inaudita che si è venuta a creare e ti chiedo: da persona di buon senso tu come te la spieghi?

Non voglio dire in termini strettamente calcistici ma - diciamo così - di "sociologia del web". Voglio dire: pensi che tutto possa essere semplicememnte riconducibile alla (non) visione calcistica di Allegri (e quindi rimosso Allegri, rimosso il problema) oppure che vi siano dinamiche diverse che hanno portato Allegri ad essere una specie di "bersaglio perfetto" al di là dei suoi demeriti?

A me tutta questa faccenda ricorda (con le dovute proporzioni)  il Vaffa - Day, laddove la dichiarata contestazione alla "malapolitica" (sapientemente veicolata)  nascondeva una serie di malesseri di altro genere attirati da un catalizzatore comune; è possibile quindi, secondo te, che la semplce (ed anche comprensibile) contestazione alla "malatecnica" allegriana  possa avere in realtà  alimentato (ed a sua volta essere stata alimentata da) meccanismi web-mediatici (echo chambers e robe simili) che poco hanno a che fare con Allegri e le sue "colpe"?

Post molto intelligente ma la fai troppo difficile il popolo juventino vuole solo una cosa la CL e su quella sta diventando pazzo ;) Allegri è un problema per il suo non gioco (xxx) ed è andato avanti a colpi di sedere spesso e volentieri ma se avesse vinto quella maledetta coppa sarebbe stato perdonato e sarebbe passato come il salvatore della patria. Oggi dopo 5 anni di non gioco, 5 anni in cui si è rischiato di perdere pure lo scudetto contro il nulla cosmico in un paio di occasioni(l'ultima lo scorso anno dove stava creando un 5 maggio al contrario) la misura è colma. Il popolo vuole una nuova speranza che coincide con un nuovo allenatore. Perchè puoi perdere la CL ma perderla con il miglior giocatore di sempre in squadra non giocando è da stupidi(il termine originale non è permesso). Con un nuovo allenatore non è detto che vinci la CL ma almeno avremmo qualcuno che darebbe un gioco alla squadra e le giocherebbe le partite. Perchè la CL la puoi anche non vincere ma almeno ti devi battere non avere paura e non giocare come ha anche spiegato con solo gesto CR7.

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Io comunque continuo a pensare all'intervista rilasciata da Agnelli subito dopo l'eliminazione contro l'Ajax.

A memoria vi ricordate se questa cosa era successa altre volte?

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Adesso, Audemars ha scritto:

Per questa stagione cosa vogliamo criticare alla ns triade? 

Questi si son presentati con CR7, non dimentichiamolo. 

Anche il discorso di AA a Villar Perosa, non dimentichiamolo. 

Usciamo malamente dalla CL costruendo 3 azioni degne in 180’ contro ajax...chi dovremmo criticare?

Ovvio, dovessero riconfermare l’allenatore, riterrei corresponsabili tutti. 

Si continuerebbe a buttare via tempo e danari. 

I cicli finiscono. 

Vatti a leggere la formazione top di questi 8 anni e vedi, Ronaldo a parte, quanti titolari di quest'anno vi sono inseriti. Ronaldo è un grande colpo ma da solo non fa miracoli. La rosa ancorchè molti forte, non è una invincibile armata....com molti si sono forse troppo presto illusi. Poi ripeto, per me Allegri può benissimo essere sostituito.....sapendo però scegliere bene il sostituto in modo pragmatico 

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10 ore fa, sempresoloforzajuventus ha scritto:

Perché ti danno fastidio le ripartenze?

È solo quello che è successo...

A parte che non è vero, visto che l'ajax è venuto a palleggiare più volte in area e i 2 gol li abbiamo presi a difesa schierata, anche fosse vero sarebbe grave.. Perché se una squadra subisce contropiedi è perché è schierata male in campo.. Capitasse ad una squadra che attacca all'arma bianca puoi dire ci sta, ma con la Juve di max che fa dell'equilibrio il suo mantra anche a costo di ridurre il potenziale offensivo, sarebbe doppiamente inspiegabile 

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6 minuti fa, O' Rei David ha scritto:

Dici che Adani farebbe meglio di Allegri? .asd.asd.asd

Fratello, tu mi vuoi male...mi istighi per farmi taccare! .asd

6 minuti fa, Audemars ha scritto:

O magari si. 

Si sarebbe continuato a vincere scudetti e valorizzare una rosa/squadra rendendola più performante per il calcio che conta senza dover arrivare nel ritrovarci calciatori demineralizzati, fuori ruolo o addirittura fuori contesto in un calcio 4-3 confusione che in CL, 9 volte su 10, ti rispedisce a casa. 

Abbiamo buttato nel water 1 anno di CR7

 

Anzichè scomodare aggettivi di "tendenza" :d e per me, che lasciano (anche) il tempo che trovano,  perchè una volta per tutte non ci confidi cosa ti abbia fatto di personale Mister Allegri? Sai che ti rispetto e ti voglio bene, ergo,  farei l'impossibile per darti una mano affinchè tu possa ritrovare una giusta serenità e.... rivedere un minimo di  luce in fondo al viale.... .sisi 

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12 ore fa, Luis64 ha scritto:

Mettiamola così: ha perso 2 CL, 3 supercoppe, schiaffeggiato da Atalanta e Ajax (non proprio due rulli compressori) e non ha Mai dato una parvenza di organizzazione alla squadra

E con questo si può chiudere il thread il riassunto di allegri in due righe dimentichi solo i 10000 infortuni e la non preparazione fisica.

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16 minuti fa, Audemars ha scritto:

Per questa stagione cosa vogliamo criticare alla ns triade? 

Questi si son presentati con CR7, non dimentichiamolo. 

Anche il discorso di AA a Villar Perosa, non dimentichiamolo. 

Usciamo malamente dalla CL costruendo 3 azioni degne in 180’ contro ajax...chi dovremmo criticare?

Ovvio, dovessero riconfermare l’allenatore, riterrei corresponsabili tutti. 

Si continuerebbe a buttare via tempo e danari. 

I cicli finiscono. 

I cicli finiscono è vero ma l'incapacità di valutare certe situazioni l'incompetenza,l'arroganza sono cose che se ci nasci che ci puoi fare...? Agnelli lo ritengo già responsabile di averlo voluto convincere dopo cardiff quando allegri stesso aveva capito di essere alla frutta......adesso si sono intestarditi per una questione di orgoglio,sia allegri sia Agnelli la vogliono vincere con allegri appunto  come allenatore MANCANDO ASSOLUTAMENTE DI RISPETTO a noi tifosi

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24 minuti fa, FuoriDalCoro ha scritto:

Io ero partito da una considerazione differente. Visto che il tifoso in genere ama criticare, partito Marotta che la sua buona dose di critiche se l'è sempre presa, ancora salvo Paratici......fino al suo primo mercato.... intoccabile Nedved....poco sfiorabile il presidente.....È rimasto solo l'allenatore....

Ci hanno portato CR7 e ci hanno tolto dalle scatole marotta mandadolo per giunta dai prescritti di più ad Agnelli potevo chiedere solo l'esonero di allegri. Spero lo faccia a fine stagione e non perda altro tempo. Questa è la prima stagione in cui veramente non si poteva criticare nessuno basta pensare alla cifra folle alla quale Paratici ha venduto Sturaro.

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32 minuti fa, FuoriDalCoro ha scritto:

Qui non si discute il giudizio del singolo ma il giudizio popolare quasi unanime 

Personalmente del giudizio popoare unanime o quasi mi fido poco . Ho letto tantissimi giudizi qua , sia sugli allenatori che sui giocatori, che mi dico

meno male che il giudizio popolare in società conta meno di zero. Se si va a rileggere lo storico si possono leggere tanti di quei giudizi popolari affrettati

oppure completamente sballati .

Quindi meno male che esiste una società con le competenze per poter giudicare 

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Dopo mesi di frequentazione del forum vi faccio uno spaccato della situazione dei tifosi tipo:

 

a) la gente juventina, specialmente di ultima generazione, ha in testa solo la CL. Quindi o vinci la CL o la stagione è fallimentare. E questo indipendentemente da Allegri. Quindi chiunque verrà ad allenare la Juve avrà addosso una pressione insostenibile, perchè vincere la CL è difficilissimo ed improbabile (avremo si e no il 10% di possibilità indipendentemente dall'allenatore). Ora provate a mettere in una busta 100 biglietti di cui 10 con scritto Juventus e vedi quante volte esci vincente. Quasi mai. Quindi allenare la Juventus sta diventando impossibile

 

b) una parte di tifoseria odia sportivamente Allegri. Quindi qualsiasi cosa faccia, vinca, comunque la squadra giochi, Allegri sarà sempre inadeguato. E questo è un problema relativo, nel senso che il problema è sostanzialmente il loro. Stanno lì con il fegato a pezzi e riemergono puntualmente per insultare in ogni modo l'allenatore ogni volta che si pareggia o perde. Salvo poi eclissarsi per mesi se le cose vanno bene

 

c) c'è un'altra parte di tifoseria che, dopo una campagna creata ad hoc dagli antijuventini frustrati (capeggiati dai vari Pistocchi, Alvino, Ziliani, Liguori, Telese, ecc. ecc.), rinnega il motto della società per cui "vincere è l'unica cosa che conta" con "giocare bene è l'unica cosa che conta" per cui se vinci 8 scudetti consecutivi sono 8 scudetti inutili, vinti contro nessuno e per giunta giocando da schifo.  A Sarri cosa vuoi dire, altro che Allegri, meglio uscire ai quarti come Guardiola, che almeno se l'è giocata, meglio Emery, Pochettino, Benitez e altri concetti similmente espressi dai Pistocchi di turno. Adani (prescritto, antijuventino, saccente e provocatore che offende in diretta l'allenatore della Juventus) diventa un idolo perchè, testuale, "fa ad Allegri le domande che ogni juventino dovrebbe fare"

 

d) poi c'è un'altra parte di tifoseria (quella per me più sana .asd  alla quale penso di appartenere) per la quale conta il risultato, più o meno indipendentemente da come viene ottenuto. Quindi l'allenatore che porta risultati è ben accetto e sostenuto. Quindi difende e sostiene Allegri, Conte, Lippi, Capello, Trapattoni, ecc. cioè tutti quegli allenatori che hanno portato a casa trofei

 

Fermo restando che spesso ci sono anche situazioni  peggiori, tipo a+b+c (situazione terrificante .asd ) oppure b+c (pesantezza enorme .asd ).

 

Ma il punto a) è quello che più ci danneggia a mio avviso

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