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Deborah J

La tripletta di Ronaldo. Un anno fa la Juventus ribaltava l’Atletico Madrid, oggi lo sport è fermo ma vive nei ricordi di tutti noi. Rivisitiamo le emozioni bianconere

Post in rilievo

 

 

Non fu solo una tripletta, e un ottavo di Champions, quella di un anno fa allo Stadium, ma una sera da romanzo e una notte da cinema: Ronaldo, davvero marziano tra i bipedi, spalancò il Paradiso dopo che, tre settimane prima, s’era aperto l’Inferno. Sotto di lui e la Juve, impallinata 2-0 al Wanda Metropolitano. E invece, il 12 marzo 2019, più che giocare la partita, fece «il miracolo»: Juve, anzi CR7 tre, Atletico Madrid zero. Chiudendo una storia di «huevos e balones», di palle e di palloni, di calcio e di calci, e, soprattutto, di testa. In senso metaforico, perché mai Ronaldo la perse in un’aria da saloon, e fisico, se con due zuccate riacciuffò il destino, prima del rigore, sparato dentro nel recupero del recupero. Dopodiché, ci furono polemiche e bisticci, per gli «huevos» di Simeone all’andata e per quelli di Cristiano al ritorno, simbolo di attributi, molto poco educatamente indicati alle tribune. Che il Cholo l’avesse fatto verso i propri tifosi e l’altro di fronte alle tribù nemiche conta davvero nulla, nell’epoca della diretta tv, sempre e comunque. Erano solo indizi di una rivalità che sconfinava nell’antipatia (reciproca). Del resto, quando si discute di eroi — pur sportivi, lo sono — non c’è posto perla moralità, che è diversa dalla correttezza, e che non può avere l’astrattezza e il protocollo del bon ton. Piuttosto, l’urgenza concreta dei compagni che si trovano a condividere l’avventura. Semmai, dal protagonista, se non dall’eroe, si pretende coinvolgimento e assunzione del rischio, senza possibilità di auto assoluzione: nulla avrà a propria discolpa, in caso di sconfitta. Così era per Ronaldo, dopo il 2-0 dell’andata: o la va, o la spacca. Lui, spaccò. Perché poi bisogna ricordare che il trionfo iniziò dove pareva esserci un funerale, se i suoi 34 anni sembravano essersi materializzati all’improvviso, davanti alla freschezza di Griezmann. Con i fucili spianati della critica: la Juve aveva comprato Cristiano per conquistare la Champions e invece, salvo un miracolo, uscirà già negli ottavi. Questo era lo sfondo. Ma si sa, il Cristianesimo è una religione che tutto esige, in cambio dell’al-di-qua. Del risultato. E così CR7 si presentò al secondo round, non pago tra gente appagata. Come è poi sempre stato, pure durante la collezione di Palloni d’oro: «Al momento sto cercando di potenziare il piede sinistro, di migliorare l’accelerazione e i calci piazzati», disse, festeggiando quello del 2004. La sua vita è una continua rincorsa sul tapis roulant, in senso figurato e letterale, perché ovunque vada CR7 ha sempre la sua palestra pret-a-porter. Quello che lo differenzia dal rivale di una vita. Per dirla con Jorge Valdano, uno che ha fiuto (per il pallone e la letteratura), Messi si limita a mettere in pratica un talento naturale, Cristiano non ha mai smesso di perfezionarsi. Non conta essere eroi, conta prendersi la responsabilità di come va a finire, del risultato, insomma. Con una lezione: mai sottovalutare i campioni. Come se la rise Ronaldo, uscendo dal Wanda lo scorso settembre, dopo aver sfiorato il 2-3 e fatto il segno della paura all’arena: «Che vuol dire? Che dovete imparare».

 

Corriere di Torino

 


 

 

 

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Penso che quella partita sia stata l’evento sportivo che mi ha più esaltato degli ultimi 5 anni. 
Forse fino al rigore per il Real, l’unico che lo poteva superare era lo 0-3 al Bernabeu. 

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Essere presenti quel giorno allo stadium è una delle sensazioni sportive più belle... potró raccontare ai miei figli... "io c'ero"

 

 

Potrei dirgli io c'ero anche al ritorno con l'Ajax ma non glielo dirò.. 😁

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Bellissimo ricordo. Perché era impossibile crederci, un po' per l'andata, un po' per scaramanzia, poi il primo gol, il secondo a scoppio ritardato dopo l'intervento di Oblak con palla dentro, Bernardeschi indemoniato che si procura il rigore. Peccato per la semifinale persa in casa. È stata quella partita che ha maturato la decisione di interrompere il rapporto con Allegri. 

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Non ci credo ancora oggi. Solo per quella tripletta devono dargli una stella. Poi rovineranno tutto contro l'Ajax .doh

 

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Il modo in cui siamo andati fuori al turno successivo ha macchiato anche quella splendida quanto inutile serata. Il modo in cui si è affrontata la doppia sfida con l’Ajax, cercando il massimo risultato col minimo sforzo (e il bello e che se fossero girati bene alcuni episodi saremmo pure immeritatamente passati) è la grande macchia della scorsa stagione.

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1 ora fa, globulo bianconero ha scritto:

Il modo in cui siamo andati fuori al turno successivo ha macchiato anche quella splendida quanto inutile serata. Il modo in cui si è affrontata la doppia sfida con l’Ajax, cercando il massimo risultato col minimo sforzo (e il bello e che se fossero girati bene alcuni episodi saremmo pure immeritatamente passati) è la grande macchia della scorsa stagione.

concordo: una serata epica ma fine a se stessa.

Lo sconforto e la rabbia per quella prestazione indegna contro l'Ajax (parlo soprattutto del ritorno) nella mia memoria ha cancellato tutto quello che di buono abbiamo fatto prima.

 

Noi ci esaltiamo contro le grandi, per poi sparire dal campo contro l'Ajax o il Lione di turno... 

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Una delle migliori partite Europee della Juve degli anni 10 insieme a quella di Dortmund, la semifinale in casa col Real nel 2015 e il 3-0 al Barcellona. Tra queste potevano rientrare anche il ritorno con Bayern e la rimonta del Bernabeu se non fosse stato per quegli ultimi scellerati minuti. 

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Abbiamo un giocatore simile e non riusciamo da due anni a farlo rendere al 100% come dovrebbe, non me lo spiego. :(

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Che partita...sono tornato a casa dallo stadio alle 2 di notte pieno come un uovo, fino alle 4 di mattina continuavo a vedere i video dei gol a letto e alle 7.30 sveglia per andare a lavoro in condizioni che non sto neanche a specificare...goduria allo stato puro...poi però ai quarti giù bestemmie a non finire

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