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Vs News

(TS) "Allegri per ora resta ma senza cambio di passo prima del mondiale potrebbe esserci una rivoluzione. 7 i tecnici liberi che potrebbero rappresentare un opportunità"

Post in rilievo

7 minuti fa, mauri8000 ha scritto:

Diciamo che peggio di così non possiamo andare,

Lo dicevamo anche prima di perdere con il Monza, o subito dopo il Benfica. Invece possiamo eccome andare peggio, perché da una possibile eliminazione siamo arrivati a una sicura eliminazione dalla CL e dal sesto posto siamo arrivati all'ottavo, staccati tre punti dalla settima.
Da qui alla fine dell'andata dobbiamo ancora incontrare (derby a parte) Inter, Lazio, Udinese, Napoli, Atalanta. 
Le occasioni per far peggio ci sono, per una squadra che ha dimostrato di saperle sfruttare benissimo (perdonami l'amara ironia).

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Non credo che Agnelli voglia mandare via Allegri prima della fine della stagione ma se dovessimo perdere ancora anche contro il Torino è molto probabile che qualcuno più in alto lo costringa a prendere altra decisione e in tal caso a puntare su un traghettatore quindi non su un nome importante.

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1 ora fa, rakhia ha scritto:

L’ha vinto ereditando il lavoro di Allegri infatti

quello è un altro scudetto di allegri, Sarri non ci ha messo nulla di suo 

Certo, quello di Sarri era il sesto scudetto di Allegri. Immagino sarai allora coerente nel ritenere i cinque scudetti di Allegri in realtà il quarto, quinto, sesto, settimo e ottavo di Conte, vero?

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4 ore fa, Vs News ha scritto:

Pochettino, Benitez e Tuchel seguiti da Paulo Sousa,Tedesco , DI Francesco e Prandelli che lanciò Vlahovic con la Fiorentina

Questi nomi sono uno scherzo tranne Tuchel.

Comunque è un articolo senza senso, senza alcuna fonte, solo per dare aria alla bocca

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1 ora fa, pablito77! ha scritto:

Da noi ha vinto lo scudetto e poi è stato cacciato. 

 

In ogni caso cerca di essere meno indisponente per cortesia. Il momento è già nero di suo, se poi devo pure confrontarmi con gente che usa certi toni e certi termini e mi ride in faccia non aiuta certamente. 

 

Buona giornata.

 

@rakhia, ridi ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi. Ho solo cercato di darti un consiglio, ma purtroppo vedo che la tua maleducazione travalica ogni cosa. Complimenti, i tuoi genitori ne saranno fieri. Piccolo particolare, stai facendo lo spavaldo davanti a un computer. 

c'è anche da dire COME ha vinto lo scudetto: in parte ereditando il lavoro di Allegri, in altra parte grazie a Dybala che nel pre-covid era ancora un mostro ed a CR7 ... non dimentichiamoci però come finì quella stagione: con un punto di vantaggio sulla seconda. Ci fosse stata un'altra giornata, non avremmo nemmeno vinto lo scudetto.

P.S. giusto il commento sulla risata.

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Se nel contratto c'è una clausola di uscita dopo il secondo anno (quindi un 2+2) Agnelli non vorrebbe esonerarlo ora ma vuole aspettare giugno per non pagargli altri 2 anni di contratto, anche accettando il rischio di uno sprofondo completo (fino alla lotta per non retrocedere)

Mentre Allegri probabilmente sta facendo di tutto per farsi cacciare intascando quei soldi fino al 2025 che tanto non lo prenderebbe più nessuno, men che meno a 7 mln. a stagione

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9 minuti fa, canescioltocurvasud ha scritto:

c'è anche da dire COME ha vinto lo scudetto: in parte ereditando il lavoro di Allegri, in altra parte grazie a Dybala che nel pre-covid era ancora un mostro ed a CR7 ... non dimentichiamoci però come finì quella stagione: con un punto di vantaggio sulla seconda. Ci fosse stata un'altra giornata, non avremmo nemmeno vinto lo scudetto.

P.S. giusto il commento sulla risata.

A dire il vero lo vincemmo con più punti di vantaggio,poi le ultime 3/4 le giocammo tanto per ... Lungi da me però difendere sarri,il crollo che ci ha portato a quello che siamo ora è dipeso in gran parte della scelta di far sedere lui sulla nostra panchina

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parlare di allenatori e inutile,

 

si deve rivoluzionare la dirigenza e il modo di lavorare, poi si puo pensare a lavorare sulla gestione tecnica. Agnelli si e auto-distrutto con la superlega, non puo piu fare il presidente e va accompagnato verso la porta, insieme a lui nedved, cherubini, e arrivabene.

 

Dopo di loro vanno licenziati lo staff tecnico, e mettere gente nuova, idee nuove, cambiando metodo di lavoro. La mal-gestione degli ultimi 4 anni ricorda la gestione Cobogli-Blanc-Secco, su quei livelli siamo, qui va cambiato tutto.

 

Non siamo piu una grande squadra, le decisioni prese negli ultimi 4 anni ci hanno ridimensionato alla grande, vanno tolti le persone che ci hanno portato a questo. Questo e il Karma di aver licenziato l'ultimo allenatore che ha vinto lo scudetto, aver puntato su un esordiente per mandarlo via dopo appena un anno nonostante abbia vinto 2 coppe nazionali.

 

Una dirigenza senza alcuna direzione da 4 anni, non se ne puo piu, se rimangono gli stessi dirigenti cambiando solamente l'allenatore non risolverebbe nulla.

 

siamo solo ad ottobre, fuori da tutto, chiamatemi pazzo ma nella posizione che siamo sarebbe meglio mandare a fare in * gente demotivata sopra i 30 anni e puntare su i giovani che abbiamo, tentando di almeno creare una sorta di base per il 'futuro'

 

Non so voi, ma preferisco vedere in campo soule, gatti, fagioli, miretti che, sbaglieranno, e molto, ma con la speranza di poter vederli migliorare, invece di far giocare sandro, cuadrado, bonucci, rugani, che stanno sbagliando troppo e vista l'eta e le loro motivazioni, di certo non miglioreranno

 

 

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Agnelli è stato chiaro (fermo restando che è il primo a dichiarare una cosa e farne un'altra) e lo manderanno via a fine stagione quando ci sarà più scelta nei possibili sostituti (tra questi non ne vedo mezzo adatto alla nostra situazione attuale). Resta comunque il fatto che se in meno di 4 anni una squadra cambia 3 allenatori, l’allenatore è l’ultimo dei problemi. In ogni caso, Allegri chiuderebbe un capitolo della sua carriera senza aver raccolto nulla, può succedere, ma rimarrà sempre un signore di fronte a chi ha costruito attacchi personali contro di lui, con scarse argomentazioni e spettacolarizzazione dell'insulto più becero, inquinando ancor di più di quanto non lo sia già, la narrazione del calcio. Tra l'altro mi piacerebbe ricordare che davate per finiti pure i vari Spalletti e Ancelotti, ma vi stanno bellamente "umiliando", il calcio è fatto di alti e bassi...

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Quando Allegri dice che il calcio è semplice, in un certo senso ha ragione. È semplice, ad esempio, anche per un occhio poco allenato come il mio, capire quando una squadra non è più una squadra, ovvero quando ha perso tutti quei riferimenti minimi che rendono un insieme di calciatori professionisti qualcosa in più di un ammasso di singoli talenti.

 

Se tutte queste cose vanno storte, può essere solo colpa dell’errore del singolo? Se Cuadrado perde quel pallone, è completamente colpa di Cuadrado? Non è forse perché sta ricevendo un passaggio spalle alla porta ben marcato, in una zona di nessuno, da un compagno troppo vicino? E perché quel compagno, Danilo, poi gli si sovrappone alle spalle portandogli un avversario addosso invece di offrire una linea di passaggio sicura? Cuadrado a quel punto deve obbligatoriamente provare a orientare il controllo verso il centro, ma è una giocata difficile e scontata che l’avversario capisce (perché è più facile rubare palla a chi ha una sola alternativa) e sporca facilitando l’intervento del compagno (che si trova lì perché McKennie e Milik sono nel cerchio di centrocampo senza avere nessuna idea di cosa fare.

Per trovare il colpevole in questo gol, ma anche in quasi tutti i 14 tiri in 90’ del Maccabi, si potrebbe dire, come ha detto Agnelli dopotutto, che sono i calciatori i responsabili perché non riescono a vincere un tackle. Il presidente della Juventus lo ha detto con la volontà di discolpare Allegri, non capendo però che se i tutti i calciatori perdono i duelli individuali o sbagliano tutte le scelte la colpa è per forza di cose dell’allenatore. Se Cuadrado era in quella situazione scomoda è perché non c’è un piano per farlo ricevere meglio, magari in corsa, magari fronte alla porta, visto che sono le sue caratteristiche. Se Paredes prova a difendere in avanti è perché è così che è stato abituato, una scelta che avrebbe funzionato in una squadra corta dove i tre difensori non stavano quindici metri alle sue spalle, pronti a scappare indietro. 

Ieri la Juventus ha iniziato schierata con il 4-4-2, il modulo più usato quest’anno, schierando però Cuadrado a sinistra e McKennie a destra, ovvero uno sulla fascia opposta a quella battuta in oltre 10 anni di carriera e uno semplicemente fuori ruolo. Come era stata preparata la partita? Non è dato sapersi, ma al Maccabi bastava far ricevere il suo numero 10 Chery nello spazio tra il centrocampista e l’esterno per far arrivare l’azione sulla trequarti e poi aprire sulla fascia per trovare un cross in un’area di rigore riempita il più possibile. Un piano non particolarmente articolato, ma efficace contro una squadra che non trova risposte contro quasi nulla. Dopo meno di 10 minuti, un gol e un quasi gol arrivati con la stessa identica azione, Allegri ha pensato di rimescolare tutto riportando Cuadrado a destra, alzando Alex Sandro a sinistra e passando alla difesa a tre (con Danilo più stretto), con McKennie mezzala sinistra a formare un 3-5-2. 
Questa disposizione ha portato, se possibile ancora più confusione.

 

Se il mio giudizio può essere parziale, ci sono i numeri a confermare l’assenza di una che ben minima idea dietro alle prestazioni di questa squadra: la Juventus, con quel potenziale lì, è undicesima in Serie A per xG creati, tredicesima per tocchi nell’area avversaria, sedicesima per tocchi nella trequarti avversaria, terzultima per dribbling tentati. Tira a partita lo stesso numero di volte della Cremonese. Anche nella fase difensiva, che era il fiore all’occhiello dell’allenatore, le cose non vanno tanto meglio: la Juventus è nelle ultime posizioni in tutte le statistiche che riguardano il pressing, i tentativi di fermare i dribbling avversari. Per funzionare una fase difensiva in cui non si pressa, deve essere capace di difendersi in maniera posizionale in maniera perfetta, ma questa versione della Juventus non ci riesce: è decima per xG concessi, ottava per pericolosità per tiro concessa, terzultima nei duelli aerei vinti (una delle poche statistiche che Allegri dice di guardare), nella seconda metà della classifica anche per quanto riguarda falli commessi e subiti

 

Forse Allegri si è illuso di poter intervenire in maniera mistica, grazie alla sua capacità di relazionarsi con i giocatori e di trovare una soluzione in corso d’opera, perché nella sua vecchia esperienza alla Juventus andava più o meno così. Allegri provava un po’ di cose e poi tutto magicamente si aggiustava. Ma quella era un’altra Juventus, non solo più forte, ma che aveva sviluppato – per meriti della società, di Conte e dello stesso Allegri – una specie di autocontrollo automatico sulle partite (e, nei rari casi in cui veniva meno, erano dolori). 
 
Oggi Allegri è vittima della sua presunzione. Porta avanti una battaglia che ha già perso, trascinandosi dietro la squadra e i tifosi. Una battaglia che ne ha minato anche le sue capacità comunicative, trasformando ogni intervista in un’ulteriore picconata allo stato d’animo di tutte le persone che hanno a cuore la Juventus. Dire dopo la partita col Maccabi che «quando una sfida è più difficile diventa più bella» per giustificare la sua scelta di non dimettersi (rispettabile, per carità, vista la presenza di un contratto lungo ancora due anni e mezzo) è l’ennesima conferma che ormai Allegri è un uomo che pensa solo a sé stesso e a provare un punto che ormai è anche difficile capire quale sia. E questo è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare un allenatore.  
 
Se prima poteva essere considerato un allenatore conservativo, che faceva giocare male le sue squadre, che aveva più a cuore l’equilibrio che l’armonia, oggi non si tratta più di avere uno stile di gioco spiacevole, ma di aver perso quelle capacità taumaturgiche che ti spingono fino ad allenare la Juventus. A un allenatore a questo livello viene richiesto di trattare il calcio come una scienza, anche se possiamo obiettare che non lo sia. Deve essere preparato, conoscere tutto, valutare tutto, unire insieme tantissime capacità gestionali e sportive. Mettere i giocatori in campo come se tutto questo non contasse, come se l’importante fosse «andare avanti, non indietro» o «passare la palla a quello con la maglia uguale alla mia» vuol dire non fare il proprio lavoro. E non fare il proprio lavoro per un allenatore si riverbera a cascata sulla società: lo stadio si svuota, le magliette non si vendono, i like diminuiscono, i nuovi tifosi spariscono. In poche parole entrano meno soldi. Dopo la batosta del Covid e alcune (molte) scelte sbagliate, la Juventus può permettersi di avere un dipendente che le fa perdere soldi? Che dopo alcune delle partite più brutte della storia della Juventus dice che non bisogna essere «simpatici e bellini». Allegri sa che lo sport è anche intrattenimento? Che è chiamato a valorizzare la rosa, creare un gioco, formare un’identità e attraverso queste arrivare ai risultati? Allegri lo sa che gli abbonati della Juventus pagano dai 650 ai 2700 euro, più del doppio di ogni altra squadra di Serie A? Che comprare un biglietto per lo Stadium è un salasso?  

Un cambiamento radicale nella gestione della Juventus, che è necessario anche solo perché il mondo va avanti e non si può restare fermi, richiede prima un’analisi dei propri errori. Ha responsabilizzato al massimo i suoi allenatori, esonerando prima Sarri e poi Pirlo, ma ora non sta facendo lo stesso con Allegri, coprendo le spalle a un allenatore che non sta portando nulla di buono alla causa. 
 
Ora la Juventus è a un bivio: scegliere cosa vuole essere in futuro. Una scelta che va oltre l’esonero di Allegri, quanto piuttosto verso la capacità di rinnovarsi in maniera positiva. In uno sport che va sempre di più verso un approccio olistico, non esiste il campione che da solo vince le partite, o il direttore sportivo illuminato che scova i fenomeni per due spicci, ne l’allenatore che sa solo vincere, checché ne dica l’interessato. Esiste un approccio più totalizzante, che è quello usato dalle migliori società in Europa, e che al momento la Juventus non riesce a costruire. Come è successo in negativo senza quasi rendersene conto, anche il cambiamento in positivo può iniziare solo con una scintilla: una decisione forte, che scuota l’ambiente, e che riporti alla Juventus il piacere di giocare a calcio. Prima delle vittorie, mi sembra, sia un passaggio necessario

 

Tratto da articolo di oggi su Ultimo Uomo

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se vogliono ricostruire partendo dai giovani e facendoci riassaporare il piacere di vedere un po di calcio dopo tanta agonia chi se non Gasp????

io spero in lui o al limite in Tudor....gente che sa di juve come lo era Conte...

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1 ora fa, rakhia ha scritto:

L’ha vinto ereditando il lavoro di Allegri infatti

quello è un altro scudetto di allegri, Sarri non ci ha messo nulla di suo 

Ma come? Non diceva il vate che ci sono quelli che non vincono mai? E che c'è un motivo? .ghgh

Ah come? Sarri ha vinto EL e scudetto e Max non vince un trofeo da maggio 2019?

Eh vabbè, coincidenze, nel calcio vincono sempre gli stessi, si sa .ghgh

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5 hours ago, mrBurns said:

Ieri il super Pres é stato chiaro. 

Allegri vive di fiducia immotivata e incondizionata. 

Non é Sarri o Pirlo o robe simili,defenestrati per molto meno. 

Allegri sarà esonerato a fine stagione, come Sarri e Pirlo. Si è capito dalle dichiarazioni di Agnelli. 

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57 minuti fa, axpart ha scritto:

Ereditando il lavoro di allegri. Quando mai allegri ha fatto un lavoro per la squadra?? Un minimo di serietà per favore, allegri non ha mai fatto nulla, nulla!!!

Beh, è facile partire da una base dove i giocatori sanno già che il pallone va passato a quelli con la stessa maglia e che bisogna giocare bene tecnicamente. Lavoro spianato per Sarri in questo caso.

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1 ora fa, Manny Calavera ha scritto:

Il proprietario è J.E.

 

Comunque Agnelli da una parte dice di guardare al futuro, all'innovazione e al cambiamento, dall'altro ha un atteggiamento retrograda e antiquato: in un mondo che evolve velocemente e cambia lui è rimasto alla tradizione che dice che non si può esonerare in corsa. E chi lo dice oggi che non si può fare?

Vero ma anche che la proprietà è la Famiglia Agnelli, la finanziaria EXOR, di  cui J.E ha solamente una quota si importante ma di minoranza, e una quota importante l'ha pure A.A. sono equilibri interni, J.E. non può andare apertamente contro suo cugino della Famiglia perché rischia una spaccatura nel CDA Exor, che certo a lui non interessa, piuttosto non fa casino, poi per il quieto vivere A.A. ha dovuto accettare l'ingaggio di un uomo EXOR come Arrivabene licenziando Paratici la cui gestione economica è stata fallimentare 

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1 minuto fa, 09bianconero85 ha scritto:

Quando Allegri dice che il calcio è semplice, in un certo senso ha ragione. È semplice, ad esempio, anche per un occhio poco allenato come il mio, capire quando una squadra non è più una squadra, ovvero quando ha perso tutti quei riferimenti minimi che rendono un insieme di calciatori professionisti qualcosa in più di un ammasso di singoli talenti.

 

Se tutte queste cose vanno storte, può essere solo colpa dell’errore del singolo? Se Cuadrado perde quel pallone, è completamente colpa di Cuadrado? Non è forse perché sta ricevendo un passaggio spalle alla porta ben marcato, in una zona di nessuno, da un compagno troppo vicino? E perché quel compagno, Danilo, poi gli si sovrappone alle spalle portandogli un avversario addosso invece di offrire una linea di passaggio sicura? Cuadrado a quel punto deve obbligatoriamente provare a orientare il controllo verso il centro, ma è una giocata difficile e scontata che l’avversario capisce (perché è più facile rubare palla a chi ha una sola alternativa) e sporca facilitando l’intervento del compagno (che si trova lì perché McKennie e Milik sono nel cerchio di centrocampo senza avere nessuna idea di cosa fare.

Per trovare il colpevole in questo gol, ma anche in quasi tutti i 14 tiri in 90’ del Maccabi, si potrebbe dire, come ha detto Agnelli dopotutto, che sono i calciatori i responsabili perché non riescono a vincere un tackle. Il presidente della Juventus lo ha detto con la volontà di discolpare Allegri, non capendo però che se i tutti i calciatori perdono i duelli individuali o sbagliano tutte le scelte la colpa è per forza di cose dell’allenatore. Se Cuadrado era in quella situazione scomoda è perché non c’è un piano per farlo ricevere meglio, magari in corsa, magari fronte alla porta, visto che sono le sue caratteristiche. Se Paredes prova a difendere in avanti è perché è così che è stato abituato, una scelta che avrebbe funzionato in una squadra corta dove i tre difensori non stavano quindici metri alle sue spalle, pronti a scappare indietro. 

Ieri la Juventus ha iniziato schierata con il 4-4-2, il modulo più usato quest’anno, schierando però Cuadrado a sinistra e McKennie a destra, ovvero uno sulla fascia opposta a quella battuta in oltre 10 anni di carriera e uno semplicemente fuori ruolo. Come era stata preparata la partita? Non è dato sapersi, ma al Maccabi bastava far ricevere il suo numero 10 Chery nello spazio tra il centrocampista e l’esterno per far arrivare l’azione sulla trequarti e poi aprire sulla fascia per trovare un cross in un’area di rigore riempita il più possibile. Un piano non particolarmente articolato, ma efficace contro una squadra che non trova risposte contro quasi nulla. Dopo meno di 10 minuti, un gol e un quasi gol arrivati con la stessa identica azione, Allegri ha pensato di rimescolare tutto riportando Cuadrado a destra, alzando Alex Sandro a sinistra e passando alla difesa a tre (con Danilo più stretto), con McKennie mezzala sinistra a formare un 3-5-2. 
Questa disposizione ha portato, se possibile ancora più confusione.

 

Se il mio giudizio può essere parziale, ci sono i numeri a confermare l’assenza di una che ben minima idea dietro alle prestazioni di questa squadra: la Juventus, con quel potenziale lì, è undicesima in Serie A per xG creati, tredicesima per tocchi nell’area avversaria, sedicesima per tocchi nella trequarti avversaria, terzultima per dribbling tentati. Tira a partita lo stesso numero di volte della Cremonese. Anche nella fase difensiva, che era il fiore all’occhiello dell’allenatore, le cose non vanno tanto meglio: la Juventus è nelle ultime posizioni in tutte le statistiche che riguardano il pressing, i tentativi di fermare i dribbling avversari. Per funzionare una fase difensiva in cui non si pressa, deve essere capace di difendersi in maniera posizionale in maniera perfetta, ma questa versione della Juventus non ci riesce: è decima per xG concessi, ottava per pericolosità per tiro concessa, terzultima nei duelli aerei vinti (una delle poche statistiche che Allegri dice di guardare), nella seconda metà della classifica anche per quanto riguarda falli commessi e subiti

 

Forse Allegri si è illuso di poter intervenire in maniera mistica, grazie alla sua capacità di relazionarsi con i giocatori e di trovare una soluzione in corso d’opera, perché nella sua vecchia esperienza alla Juventus andava più o meno così. Allegri provava un po’ di cose e poi tutto magicamente si aggiustava. Ma quella era un’altra Juventus, non solo più forte, ma che aveva sviluppato – per meriti della società, di Conte e dello stesso Allegri – una specie di autocontrollo automatico sulle partite (e, nei rari casi in cui veniva meno, erano dolori). 
 
Oggi Allegri è vittima della sua presunzione. Porta avanti una battaglia che ha già perso, trascinandosi dietro la squadra e i tifosi. Una battaglia che ne ha minato anche le sue capacità comunicative, trasformando ogni intervista in un’ulteriore picconata allo stato d’animo di tutte le persone che hanno a cuore la Juventus. Dire dopo la partita col Maccabi che «quando una sfida è più difficile diventa più bella» per giustificare la sua scelta di non dimettersi (rispettabile, per carità, vista la presenza di un contratto lungo ancora due anni e mezzo) è l’ennesima conferma che ormai Allegri è un uomo che pensa solo a sé stesso e a provare un punto che ormai è anche difficile capire quale sia. E questo è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare un allenatore.  
 
Se prima poteva essere considerato un allenatore conservativo, che faceva giocare male le sue squadre, che aveva più a cuore l’equilibrio che l’armonia, oggi non si tratta più di avere uno stile di gioco spiacevole, ma di aver perso quelle capacità taumaturgiche che ti spingono fino ad allenare la Juventus. A un allenatore a questo livello viene richiesto di trattare il calcio come una scienza, anche se possiamo obiettare che non lo sia. Deve essere preparato, conoscere tutto, valutare tutto, unire insieme tantissime capacità gestionali e sportive. Mettere i giocatori in campo come se tutto questo non contasse, come se l’importante fosse «andare avanti, non indietro» o «passare la palla a quello con la maglia uguale alla mia» vuol dire non fare il proprio lavoro. E non fare il proprio lavoro per un allenatore si riverbera a cascata sulla società: lo stadio si svuota, le magliette non si vendono, i like diminuiscono, i nuovi tifosi spariscono. In poche parole entrano meno soldi. Dopo la batosta del Covid e alcune (molte) scelte sbagliate, la Juventus può permettersi di avere un dipendente che le fa perdere soldi? Che dopo alcune delle partite più brutte della storia della Juventus dice che non bisogna essere «simpatici e bellini». Allegri sa che lo sport è anche intrattenimento? Che è chiamato a valorizzare la rosa, creare un gioco, formare un’identità e attraverso queste arrivare ai risultati? Allegri lo sa che gli abbonati della Juventus pagano dai 650 ai 2700 euro, più del doppio di ogni altra squadra di Serie A? Che comprare un biglietto per lo Stadium è un salasso?  

Un cambiamento radicale nella gestione della Juventus, che è necessario anche solo perché il mondo va avanti e non si può restare fermi, richiede prima un’analisi dei propri errori. Ha responsabilizzato al massimo i suoi allenatori, esonerando prima Sarri e poi Pirlo, ma ora non sta facendo lo stesso con Allegri, coprendo le spalle a un allenatore che non sta portando nulla di buono alla causa. 
 
Ora la Juventus è a un bivio: scegliere cosa vuole essere in futuro. Una scelta che va oltre l’esonero di Allegri, quanto piuttosto verso la capacità di rinnovarsi in maniera positiva. In uno sport che va sempre di più verso un approccio olistico, non esiste il campione che da solo vince le partite, o il direttore sportivo illuminato che scova i fenomeni per due spicci, ne l’allenatore che sa solo vincere, checché ne dica l’interessato. Esiste un approccio più totalizzante, che è quello usato dalle migliori società in Europa, e che al momento la Juventus non riesce a costruire. Come è successo in negativo senza quasi rendersene conto, anche il cambiamento in positivo può iniziare solo con una scintilla: una decisione forte, che scuota l’ambiente, e che riporti alla Juventus il piacere di giocare a calcio. Prima delle vittorie, mi sembra, sia un passaggio necessario

 

Tratto da articolo di oggi su Ultimo Uomo

Analisi anche condivisibile in alcune parti, ma che a mio avviso colpevolizza troppo Allegri, tirato in causa anche per il caro biglietti (se la Juve giocava come il Milan, sarebbe stato normale che "gli abbonati dovevano pagano più del doppio di ogni altra squadra di serie A"?).

Stendo un velo pietoso sulla gestione del caso Sarri, che dall'articolista viene vista come una "responsabilizzazione" mentre per me il suo allontanamento è stata una fesseria bella e buona...non sarà forbito usare questo termine, ma rende bene l'idea.

 

La Juventus "al bivio" doveva esserci già dal 2019, una scelta l'aveva fatta già allora e un passo in una certa direzione lo aveva compiuto: rinnegarlo dopo 12 mesi è stato il segnale della confusione più totale che regnava e regna tuttora.

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4 ore fa, Moeller73 ha scritto:

Ma anche no. Allora tutti i presidenti che esonerano un allenatore dovrebbero andarsene ? In realtà temo che alla Juve non ragioni più nessuno. Oppure è in atto una sfida psicologica tra A.A. e Allegri. A.A. aspetta le dimissioni e Allegri l'esonero. Nessuno dei due vuole cedere. Sarebbe la cosa più logica da pensare.

No qui è diverso, Agnelli(si sa) rischia il posto... Gli Elkann non ce la fanno più, lui si è esposto per Allegri(solo lui voleva il suo ritorno) quindi se saltasse Allegri probabile salterebbe la sua testa... Ad Agnelli non fotte un * della Juve... scordiamoci i vecchi Agnelli che avrebbero fatto di tutto per la Juve... lui vuole tenersi il giocattolino altrimenti non troverebbe posto in nessun'altra azienda

 

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1 ora fa, Manny Calavera ha scritto:

Il proprietario è J.E.

 

Comunque Agnelli da una parte dice di guardare al futuro, all'innovazione e al cambiamento, dall'altro ha un atteggiamento retrograda e antiquato: in un mondo che evolve velocemente e cambia lui è rimasto alla tradizione che dice che non si può esonerare in corsa. E chi lo dice oggi che non si può fare?

Agnellino la cosa su cui più si è dato da fare mettendo tutto sè stesso è la superlega e guarda com'è andata a finire uaua

Appena ha ripreso a comunicare all'esterno come presidente della Juve ha confermato allegri.

Se continua ad impegnarsi così ci fa finire in serie C in tre anni.

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1 ora fa, -Anton10- ha scritto:

Un allenatore vince la champions, viene esonerato e preso uno dal Brighton pagando una penale da 20 milioni pe lui e lo staff e puntualmente  le cose cambiano

 

Noi no… Perché Agnelli non ce crede che cambiare allenatore in corsa cambierebbe qualcosa

 

Deve espandere i suoi orizzonti e cacciare fuori i soldi.. Lui e il PROPRIETARIO.

Parole sante ed è successo pure al Bayern, che anzi esonerando un allenatore ha poi vinto la Champions con quello nuovo...

A volte serve, anzi è necessario, a volte invece è inutile, vedi Lippi1 e Ferrara

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