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RogerWaters

Quelli che vomitano contro la Juventus, non sapendo di che cosa si parla

Post in rilievo

Vi segnalo l'articolo, tratto da Linkiesta, da parte di Cataldo Intrieri, avvocato non juventino che già smascherò la gogna su Suarez.

Il titolo completo è "Quelli che vomitano contro la Juventus, non sapendo di che cosa si parla, ma tacciono sui veri scandali"

Vi invito a leggerlo interamente

Quoto

Il processo al cda bianconero deve ancora iniziare ma la gogna pubblica è inappellabile, malgrado si tratti di materia tecnica e di poco conto (e peraltro secondo la Cassazione non di competenza dei pm di Torino). È la memoria corta di un analfabetismo giudiziario che ha già dimenticato il simile caso Scaglia e che tace di fronte a Chiesa e magistratura

Un efficace termometro della condizione di un paese che si vorrebbe libero e democratico può essere anche l’analisi della sua stampa giudiziaria. In Italia la condizione è particolarmente miserevole e gli esempi si sprecano. Nell’ultima settimana ce ne sono stati due particolarmente significativi per la totale diversità di trattamento.

Sono due vicende giudiziarie che mischiano, come si suol dire, sacro e profano. La prima riguarda la più amata e odiata squadra di calcio italiano, la Juventus. La seconda un minuscolo ma grande Stato conficcato nel cuore d’Italia, il Vaticano.

La stampa italiana si è scaraventata in massa su una modesta storia di presunte irregolarità contabili la cui comprensione richiederebbe una robusta competenza legale e contabile, mentre ignora un inizialmente strombazzato scandalo finanziario (di maggiore entità economica) che dopo mesi di silenzio rischia di trasformarsi in un imbarazzante caso politico-giudiziario per il governo della più antica delle istituzioni, per la Chiesa romana.

I vertici societari della Juventus si sono dimessi in massa dopo un decennio di ininterrotti trionfi perché la procura di Torino ha loro contestato tre anni di asserite manipolazioni di bilanci che avrebbero fornito un’immagine finanziaria del club assai più florida di quella reale, con grave danno per gli investitori.

Il processo deve ancora iniziare, ma sulle prime pagine fioccano condanne inappellabili che le dimissioni degli amministratori (raro esempio di sensibilità) hanno alimentato.

Vano è far notare che a oggi nessun giudice (quel tizio, per intenderci, che deve essere terzo equidistante tra le ragioni dell’accusa e quelle della difesa) si sia ancora pronunciato e anzi, quando è stato chiamato in causa per emettere misure restrittive contro Andrea Agnelli e altri membri del Consiglio di amministrazione della Juventus, ha disatteso le istanze dei pubblici ministeri. Per liquidare ogni presunzione d’innocenza bastano, invece, gli estratti delle immancabili intercettazioni, qualche talk calcistico e un pugno di incomprensibili articoli del Codice penale.

Eppure si parla dell’ostica materia dei numeri e di bilanci complessi di società molto grandi, della valutazione di beni immateriali così fuggevoli come le prestazioni di calciatori per le quali, figurarsi, bisogna arrivare a un “fair value” che comporta la valutazione comparata di dati estremamente volatili.

Il quadro contabile e finanziario delle società quotate in Borsa come la Juventus deve essere redatto secondo i criteri dello IAS, un complesso di norme contabili adottate come standard internazionale e la cui applicazione concreta lascia ampio margine alle interpretazioni soggettive.

Eppure nel campo del diritto vigono due principi fondamentali: quello di legalità e di offensività, senza i quali non è possibile ipotizzare alcun reato.

Essi richiedono, per farla breve, intanto che ogni cittadino debba sapere prima di assumerle quali condotte siano illecite e, poi, che per essere punito debba aver arrecato, volontariamente o per colpa, un danno concreto agli altri.

In Italia esistono invece forme di reato – come appunto i delitti di manipolazione del mercato, falso in bilancio, e su un altro versante l’abuso di ufficio che flagella sindaci e pubblici amministratori – totalmente aleatori e vaghi nei termini per cui è pressoché impossibile trovare delle linee di condotta uniformi tra due procure.

Nel caso Juventus ancora non è dato capire, se non come ipotesi, l’entità della manipolazione e il danno arrecato agli azionisti.

Forse si potrebbe pensare a una alterazione delle regole di concorrenza sportiva se non fosse che l’inchiesta della procura calcistica c’è già stata e si è conclusa con un nulla di fatto (da qualche parte esiste una regola che vieta la possibilità di processare due volte lo stesso soggetto per la medesima infrazione, anche se diversamente qualificata e di diversa natura).

Senza contare che peraltro non si ha neanche la certezza che la procura di Torino abbia la legittimità a indagare visto che il più grave dei reati contestati (la manipolazione del mercato finanziario) si è consumato a Milano, sede della Borsa telematica. Non esattamente un particolare da poco.

Con decreto numero 532/18, la Procura generale della Cassazione testualmente sancisce che il «locus commissi delicti» (del reato di manipolazione informativa) deve «individuarsi a Milano, in quanto luogo dal quale la comunicazione diffusa al mercato divenendo accessibile ad una cerchia indeterminata di soggetti, …assume quella necessaria connotazione di concreto pericolo per gli investitori che il reato intende sanzionare».

Con ciò si sottolinea che il reato esiste solo se gli investitori sono stati realmente ingannati (e dei guai contabili bianconeri abbondantemente si sapeva anche senza origliare le chiacchiere dei cugini Agnelli).

Dunque come mai Torino ha ritenuto di distaccarsi da questo indirizzo e non ha invece attivato i colleghi di Milano?

Eppure dovrebbe essere ancora vivo il ricordo di quello che capitò a uno dei grandi pionieri delle moderne telecomunicazioni italiane, Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb, incriminato per reati fiscali e societari, arrestato e costretto a dimettersi dalle sue cariche (come il presidente della Juve) sotto la minaccia di misure cautelari, poi assolto da quello che il pm dell’epoca aveva definito «una colossale truffa allo Stato».

Memoria corta di un paese e del suo  giornalismo che anticipa sentenze di condanna in automatico per mostri e potenti in disgrazia, ma per antico riflesso condizionato tace di fronte al potere della magistratura.

Solo due editorialisti, Emiliano Fittipaldi e Lucetta Scaraffia, hanno raccontato che cosa sta succedendo in un’insolita aula di giustizia nella Città del Vaticano dove si sta celebrando l’unico storico processo a un cardinale di Santa Romana Chiesa e ad alcuni cittadini italiani secondo regole che presentano una non trascurabile differenza da quelle dello Stato di diritto.

Il locale rappresentante della pubblica accusa ha depositato dei documenti che dimostrano la manipolazione non del mercato ma di uno dei principali testi di accusa che ha denunciato le pressioni subite da una signora già nota alle cronache giudiziarie ma ancora libera, a quanto pare, di operare e condizionare disinvoltamente, senza che nessuno si stupisca e si ponga delle domande.

Per di più la donna in questione, già condannata dalla giustizia vaticana, ha contattato direttamente il super teste assumendo di ricevere dagli alti vertici informazioni di prima mano sull’inchiesta.

La stampa che si è avventata per riflesso pavloviano su una registrazione telefonica del tutto ininfluente per il processo tra il Pontefice e il cardinale Becciu, il principale imputato, si è dimenticata della clamorosa rivelazione dell’ex grande accusatore e ha fatto finta di niente.

Per dire, che cosa succederebbe se in Italia un leader politico venisse falsamente accusato da testimoni oscuramente manipolati?

Ecco anche nella risposta e nella connotazione di questa amara realtà c’è il momento non felice di una democrazia condizionata e in sofferenza

 

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Un'analisi lucida.

Comunque che la maggior parte delle intercettazioni e degli articoli vengano dai giornali di Cairo (anche oggi il Corriere della Sera insiste) oltreché dalle solite pagine sportive di Repubblica (dominate da gente ultrà della Roma) non sorprende.

Benché oggi stiamo veramente parlando di quisquillie, c'é sempre un'aura di vendetta contro la Juve, "rea" di vincere troppo in Italia. Esattamente come nel 2006....ben più che volontà di giustizia c'é solo la volontà di attaccare un'avversaria spesso più forte, lontana dal potere economico di milano e da quello politico di Roma.

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5 minuti fa, garrison ha scritto:

Un'analisi lucida.

Comunque che la maggior parte delle intercettazioni e degli articoli vengano dai giornali di Cairo (anche oggi il Corriere della Sera insiste) oltreché dalle solite pagine sportive di Repubblica (dominate da gente ultrà della Roma) non sorprende.

Benché oggi stiamo veramente parlando di quisquillie, c'é sempre un'aura di vendetta contro la Juve, "rea" di vincere troppo in Italia. Esattamente come nel 2006....ben più che volontà di giustizia c'é solo la volontà di attaccare un'avversaria spesso più forte, lontana dal potere economico di milano e da quello politico di Roma.

La Repubblica e La Stampa sono del gruppo GEDI ossia di Exor

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1 minuto fa, Pistro75 ha scritto:

La Repubblica e La Stampa sono del gruppo GEDI ossia di Exor

Frega niente di chi "sono"....Exor ha ampiamente dimostrato che non indirizza alcuna politica editoriale, figuriamoci nelle pagine sportive.

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9 minuti fa, garrison ha scritto:

Un'analisi lucida.

Comunque che la maggior parte delle intercettazioni e degli articoli vengano dai giornali di Cairo (anche oggi il Corriere della Sera insiste) oltreché dalle solite pagine sportive di Repubblica (dominate da gente ultrà della Roma) non sorprende.

Benché oggi stiamo veramente parlando di quisquillie, c'é sempre un'aura di vendetta contro la Juve, "rea" di vincere troppo in Italia. Esattamente come nel 2006....ben più che volontà di giustizia c'é solo la volontà di attaccare un'avversaria spesso più forte, lontana dal potere economico di milano e da quello politico di Roma.

Se non erro Repubblica è gruppo Gedi, quindi Exor, quindi la Famiglia. Fuoco amico? Il più accanito è Open cmq.

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3 minuti fa, garrison ha scritto:

Frega niente di chi "sono"....Exor ha ampiamente dimostrato che non indirizza alcuna politica editoriale, figuriamoci nelle pagine sportive.

Frega niente a te. Per me è circostanza rilevante in quanto l'editore che non indirizza lo linea editoriale la considero alla stregua della marmotta che incarta la cioccolata 

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10 minuti fa, Pistro75 ha scritto:

Frega niente a te. Per me è circostanza rilevante in quanto l'editore che non indirizza lo linea editoriale la considero alla stregua della marmotta che incarta la cioccolata 

Frega niente a loro, i giornali vanno venduti e già l'editoria non naviga nell'oro

se la gente vuole leggere di una Juventus nelle pesche quello ci metto

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14 minuti fa, garrison ha scritto:

Frega niente di chi "sono"....Exor ha ampiamente dimostrato che non indirizza alcuna politica editoriale, figuriamoci nelle pagine sportive.

Un tempo La Stampa difendeva la Juve da questi attacchi. Mirabile un articolo di Arpino del 1975 che spiega l'antijuventinismo. Ma bisognerebbe rileggere la Stampa anche il giorno dopo la conquista dello scudetto del 1981. I giornalisti di allora scrissero che la Juve aveva vinto contro tutto e contro tutti. 

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5 minuti fa, AresTest ha scritto:

Frega niente a loro, i giornali vanno venduti e già l'editoria non naviga nell'oro

se la gente vuole leggere di una Juventus nelle pesche quello ci metto

Ma poi la redazione sportiva di Repubblica é veramente un covo di lupacchiotti, gente oltretutto che campa sugli "scandali" calcistici.

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11 minuti fa, AresTest ha scritto:

Frega niente a loro, i giornali vanno venduti e già l'editoria non naviga nell'oro

se la gente vuole leggere di una Juventus nelle pesche quello ci metto

Se "frega niente a loro", che poi sarebbero i nostri, allora evitiamo di indignarci contro Gazzetta e simili

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1 minuto fa, Pistro75 ha scritto:

Se "frega niente a loro", che poi sarebbero i nostri, allora evitiamo di indignarci contro Gazzetta e simili

Scusa, ma quindi secondo te i giornalisti dovrebbero scrivere meno minchiate soltanto perché indirizzati dalle proprietà dei rispettivi giornali? Autonomamente non possono farlo? Non è comunque scandaloso che lo facciano? Serve per forza l'intervento dall'alto per ristabilire un minimo di equilibrio? 

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3 minuti fa, Pistro75 ha scritto:

Se "frega niente a loro", che poi sarebbero i nostri, allora evitiamo di indignarci contro Gazzetta e simili

Concordo, se gli attacchi arrivano dal gruppo GEDI, come aspettarsi che non arrivino anche dagli editori rivali? è politica prima ancora che calcio.

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Adesso, Minor threat ha scritto:

Scusa, ma quindi secondo te i giornalisti dovrebbero scrivere meno minchiate soltanto perché indirizzati dalle proprietà dei rispettivi giornali? Autonomamente non possono farlo? Non è comunque scandaloso che lo facciano? Serve per forza l'intervento dall'alto per ristabilire un minimo di equilibrio? 

Cosa c'entra? Come fruitore trovo semplicemente patetico indignarsi contro alcune testate se gli stessi comportamenti provengono da testate che sono letteralmente nostre.

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49 minuti fa, AresTest ha scritto:

Thread che verrà seguito pochissimo

la ggente vuole il sangue

Esatto… per me, qui lo dico e qui lo nego, siamo già in serie B. Non conta se giusto o sbagliato, il processo in piazza è stato fatto e qualcuno deve pagare. 

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35 minuti fa, Pistro75 ha scritto:

La Repubblica e La Stampa sono del gruppo GEDI ossia di Exor

Infatti oggi Repubblica ha pubblicato l'intervista di Grassani alla radio in cui prospetta una possibile retrocessione per noi, in quanto i reati sono più gravi di quelli di calciopoli.

 

.sisi

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In Italia la casta dei magistrati ha un potere infinito e una immunità totale nemmeno i politici per quanto possano essere criticabili per mille motivi hanno una tale forza 🙄

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Ieri ho mandato affan… mio cognato (ignorante come la *)😞 la Juve deve essere radiata perché non paga le tasse!!!

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3 minuti fa, ventusjuve71 ha scritto:

beh ma Open si sa come ragiona, il terrorismo mentale e' il loro forte, sono ancora quelli che vorrebbero un bel lockout covide per godere 

In pratica come diceva mia nonna ..quello lì è peggio dei peggio 

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In Italia esistono invece forme di reato – come appunto i delitti di manipolazione del mercato, falso in bilancio, e su un altro versante l’abuso di ufficio che flagella sindaci e pubblici amministratori – totalmente aleatori e vaghi nei termini per cui è pressoché impossibile trovare delle linee di condotta uniformi tra due procure.

E aggiungerei anche l'utilizzo di integratori perfettamente leciti che però un giudice trasforma in illeciti secondo un suo particolarissimo teorema, l'alterazione di un match di calcio senza che però ci sia stato alcun condizionamento arbitrale seguendo un concetto metafisico che il proponente non ha mai dovuto spiegare nei termini...

Il punto è questo: non è possibile che un pm possa letteralmente inventarsi un reato applicando un teorema a situazioni e comportamenti che sono leciti e poi creare un colpevole da mettere sotto processo. Non è accettabile che un teorema basato su assunti non dimostrati venga trasformato in una "prova concreta".  Il potere legislativo spetta al parlamento, non è accettabile che sempre più spesso i pm e i giudici vogliano comportarsi loro come fossero i legislatori e far partire processi e emettere sentenze che sono in contrasto con la normativa vigente. E che solo la Cassazione può capovolgere, ma ovviamente i pm e i giudici che aprono questo tipo di procedimenti hanno sempre un'estrema, scientifica cura nel fare in modo che quando si arrivi all'ultimo grado di giudizio sia intervenuta la prescrizione, in tal modo possono sempre giustificarsi dicendo che, essendo intervenuta la prescrizione, la Cassazione si è solo espressa "in merito" ma non ha emesso una sentenza, quindi loro restano convinti del fatto proprio e di aver operato correttamente...

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6 minuti fa, Pistro75 ha scritto:

Cosa c'entra? Come fruitore trovo semplicemente patetico indignarsi contro alcune testate se gli stessi comportamenti provengono da testate che sono letteralmente nostre.

Va bene che l'Italia come indipendenza della stampa è messa male, ma stai facendo un discorso da regime cinese o nord coreano... 

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