Ieri non ci sono state rivelazioni clamorose ad agitare tutto il movimento, ma la situazione resta di estrema allerta. Le squalifiche possono essere pesanti. Tutto gira intorno all'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva che punisce i giocatori che effettuono, direttamente o indirettamente,  "scommesse che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell'ambito della Figc; della Fifa e della Uefa". Niente scommesse di calcio per i giocatori, questa è la base.  Nicolò Fagioli lo sa bene, e con i suoi avvocati deve evidentemente aver studiato una strategia per uscire da questa storia nella migliore maniera possibile. Leggi, restare a piedi, senza calcio solo pochi mesi. Da qui all'autodenuncia alla Procura, ammettendo di aver scommesso sul calcio e fornendo elementi utili alle indagini. Massima collaborazione, con Chinè che ha ascoltato il centrocampista più volte. Sono stati fatti nomi, è stato spiegato quale fosse lo sport oggetto delle scommesse, l'entità delle stesse e i siti (illegali) dove il denaro girava. Ormai assodato che Fagioli abbia ammesso di aver puntato su partite di calcio, ma mai su quelle della Juventus. E questo a livello difensivo è stato un passo fondamentale per puntare dritti a un sostanzioso sconto della pena. L'obiettivo di Fagioli è stato quello di patteggiare prima del deferimento  per ottenere così una riduzione della pena del 50% . La richiesta di patteggiamento sembra in dirittura d'arrivo: se non ci saranno intoppi, entro il fine settimana dovrebbe arrivare la soluzione.