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Vs News

Andrea Agnelli: "Non escludo un ritorno alla Juve. CR7? Senza pandemia sarebbe stata altra storia"

Post in rilievo

Se si legge bene, ammette degli errori.

L'importante è ammetterlo e ripartire. In bocca al lupo per le sue sfide.

Solo gli stolti non lo fanno.

Il nome di un Agnelli come Presidente è sempre affascinante, sui questo penso che possiamo concordare tutti.

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5 minuti fa, andreabeppeprato82 ha scritto:

Sarebbe stata semplicemente un'agonia un pò più lenta..117Ml di cartellino 31Ml di euro netti di stipendio trascurando il resto della rosa per poterlo mantenere..una follia pura e semplice.

non si può escludere il fenomeno covid dalla storia di ronaldo alla Juve. Due stagioni su 3 del portoghese da noi sono state fortemente condizionate dalla pandemia. Poi la controprova di come sarebbe andata, se diversamente o no, non c'è naturalmente

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58 minuti fa, Shingo Tamai ha scritto:

Vero al 100% che i problemi sono nati a causa di quello schifo di pandemia.

Esatto... magari ce ne sarebbero stati comunque ma sicuramente in dimensione minore e risolvibili (per una società come la Juventus) senza grossi traumi !!!

 

Poi vabbè i media nostrani naturalmente hanno sempre raccontato (e continueranno a farlo) una versone tutta loro e molti boccaloni (per ignoranza, pregiudizio o per l'IO spropositato) gli vanno dietro e continueranno a farlo !!!

  • Grazie 1

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1 ora fa, Shingo Tamai ha scritto:

Vero al 100% che i problemi sono nati a causa di quello schifo di pandemia.

Ma molti fanno finta di scordarlo.

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Il Covid è stato sicuramente un elemento pesante, ma farlo passare per unica motivazione del disastro finanziario 2018-2022 è veramente risibile. La pandemia c'è stata per tutti i club, ma quelli con una gestione sana non l'hanno subito più di tanto, a differenza di quelli già finanziariamente in deficit.

Agnelli nell'autunno del 2018 ha allontanato il DG ( Marotta) e l'AD ( Mazzia) sostituendoli con nessuno e affidando completamente l'area sport al ds Paratici, in un impeto autoritario e autodistruttivo, degno del peggior Moratti. 

Come sappiamo, Paratici combinerà più danni della grandine sia dal punto di vista sportivo che finanziario (letteralmente ogni sua operazione , dal gennaio 2019, sia in entrata che in uscita, è demenziale sotto ogni aspetto, ad eccezione degli acquisti di Chiesa e Rabiot, anche se sbocciato tardi e comunque con un ingaggio assurdo), ci sarà uno scollamento enorme tra squadra e società ( causa assenza DG) e il presidente in persona si intrometterà anche nelle decisioni dell'area sport, con decisioni assurde e masochistiche, come quella di Pirlo allenatore (idea nata perché le mogli erano vicine di casa) per poi sconfessarle dopo appena un anno ( " chi lo criticherà dovrà vedersela con me" cit. nel documentario su Amazon Video). 

Per sopperire a questo macello sportivo e finanziario, deciderà anche di accelerare il progetto superlega, gettando la Juventus in una complicatissima battaglia politica, in prima linea ( perché ci sono stati club favorevoli ma che non si sono esposti ai nostri livelli) contro la UEFA senza i mezzi necessari, tra comunicati notturni, presentazione alla telelombardia spagnola, senza avere il supporto della politica, senza avere calciatori testimonial e senza una campagna pubblicitaria adeguata. Il tutto per garantirsi la quota di partecipazione fissa della competizione, pensando che bastasse scialacquare a destra e a manca ( tipo Manchester United post Ferguson) per tornare competitivi, quando è principalmente la competenza gestionale dei dirigenti e la solidità della società a 360° a fare grande un club.

 

E' stato Agnelli stesso a distruggere il giocattolo, da lui costruito, che andava alla grande perché delegava ognuno al suo ruolo, volendo invece accentrare il potere nelle sue mani, con scelte assurde, in un impeto di narcisismo. 

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L'hai avuto Ronaldo senza pandemia. Siamo usciti ai quarti in CL. 

Inutile avere Ronaldo senza contorno.... pensavate che la squadra fosse completa e mancasse solo la ciliegina, in realtà il centrocampo avanzava di età come la difesa... 

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1 minuto fa, The pretender ha scritto:

L'hai avuto Ronaldo senza pandemia. Siamo usciti ai quarti in CL. 

Inutile avere Ronaldo senza contorno.... pensavate che la squadra fosse completa e mancasse solo la ciliegina, in realtà il centrocampo avanzava di età come la difesa... 

non parlava del campo

parlava della parte commerciale.

 

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15 minuti fa, AngriJuve ha scritto:

non si può escludere il fenomeno covid dalla storia di ronaldo alla Juve. Due stagioni su 3 del portoghese da noi sono state fortemente condizionate dalla pandemia. Poi la controprova di come sarebbe andata, se diversamente o no, non c'è naturalmente

Che avremmo guadagnato di più è indubbio, ma ad ingolfare il motore della Juve sperperando Ml di euro con contratti assurdi e non sostenibili non è stato il covid, è solo arrivato a dare la mazzata finale 

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1 ora fa, Vs News ha scritto:

Datemi Ronaldo e lasciatemelo schierare senza pandemia, sarebbe un'altra storia.

La vera sfortuna è stata questa

li tutto si è incanalato in quel che poteva essere e non è stato

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Mi sembra scontato che tornerà, non vedo nessun altro che possa sostituirlo alla Presidenza e che abbia le sue visioni di calcio moderno. 

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Purtroppo tra stadi chiusi e campionato fermo, fu una mazzata. E in qualche modo lo stipendio di Ronaldo andava pur pagato. 
siamo stati sfortunati, poco da aggiungere.

Detto ciò, sarebbe bello un suo ritorno. 

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9 minuti fa, Rotting Corpse ha scritto:

Purtroppo tra stadi chiusi e campionato fermo, fu una mazzata. E in qualche modo lo stipendio di Ronaldo andava pur pagato. 
siamo stati sfortunati, poco da aggiungere.

Detto ciò, sarebbe bello un suo ritorno. 

Beh, quando mai poteva scoppiare la pandemia? Quando la Juve aveva aggiunto dei super costi al suo bilancio, se fosse scoppiata nel 2014 non avremmo perso nulla .ghgh 

 

Comunque, quanto mi manca AA. Mi manca vederlo agitato in tribuna, a differenza di ora che sembrano a teatro.

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Posto una traduzione by Google (che ormai é di buon livello) dell'articolo integrale

 

Andrea Agnelli su Juventus e Superlega: 'Ho la coscienza a posto'

 

Vestito con un abito grigio e una cravatta lavorata a maglia scura, Andrea Agnelli si alza per salutarmi attraverso un tavolo rivestito di lino bianco. Offre una mano, le dita puntate verso l'alto. Adottiamo la presa dei braccio di ferro, la stretta di mano degli sportivi prima di un big match. Agnelli è un rampollo degli industriali italiani che hanno fondato la Fiat e investito nella Ferrari. Quando li chiamo “clan”, Agnelli ride e dice che Sergio Marchionne, il defunto amministratore delegato delle case automobilistiche, chiamava la famiglia “lo zoo”. Il 48enne è il quarto del suo nome – dopo il nonno, lo zio e il padre – a impossessarsi di un prezioso cimelio: la Juventus, la squadra di calcio di maggior successo in Italia. Nei suoi 12 anni di mandato come presidente della squadra torinese, la “Vecchia Signora” ha vinto il record di nove scudetti italiani di Serie A consecutivi e ha raggiunto due volte la finale della Champions League, il principale torneo europeo per club. Agnelli è stato anche tra gli agenti di potere di questo sport in qualità di presidente della European Club Association, l'organismo che rappresenta le più grandi squadre del continente. Poi è arrivata la caduta. Nell'aprile 2021, è entrato a far parte della Super League europea, una competizione separatista che ha minacciato di ribaltare la struttura del gioco. Dodici squadre d'élite, tra cui il Manchester United inglese e il Barcellona spagnolo, hanno accettato di partecipare a un torneo che sostituirebbe la Champions League. I critici hanno visto il progetto come uno sforzo per proteggere i beni dei proprietari super-ricchi, ponendo fine al sistema di promozione e retrocessione che consente anche alla squadra più piccola di scalare la piramide dello sport. Il piano è crollato entro 48 ore, sotto la protesta di tifosi, esperti, giocatori e politici. Agnelli dice che è un “mistero” il motivo per cui i ribelli non abbiano tenuto duro dopo aver firmato un contratto di 200 pagine per aderirvi. "Non ho puntato una pistola alla testa di nessuno", dice. “Hanno firmato tutti liberamente. Ancora un po' con 'Fomo'. Alcuni erano più coscienti. Ma hanno firmato tutti liberamente”. Un'immagine dipinta su una strada romana di Agnelli che trafigge una palla con un pugnale è diventata virale in seguito; l'uomo che ha accoltellato la selvaggina del popolo. Il crollo della sua carriera avvenne l'anno successivo. Uno scandalo contabile alla Juventus lo ha portato a dimettersi dalla carica di presidente del club, così come a dimettersi dai consigli di amministrazione di Exor e Stellantis, le moderne incarnazioni dell'impero automobilistico della dinastia Agnelli. (Ha ricevuto un'interdizione pluriennale da incarichi nel calcio ed è coinvolto in procedimenti penali in corso per presunta manipolazione del mercato e falso in bilancio, che sta contestando.) Nell'ultimo anno Agnelli dice di aver cercato una “pagina bianca”. Si sposò per la seconda volta e si trasferì ad Amsterdam con i tre più piccoli dei suoi cinque figli. Così, in un'umida giornata di gennaio, incontro Agnelli al Toscanini, un ristorante italiano nel quartiere alla moda Jordaan della capitale olandese, un luogo che visita per assaporare le comodità di casa. Cosa lo ha portato in Olanda? Il regime fiscale vantaggioso? O per sfuggire alle intercettazioni telefoniche dei procuratori italiani che hanno curiosato sulle sue comunicazioni per costruire il loro caso? Amsterdam è semplicemente tra le “città più vivaci d’Europa”, sostiene. Ma Agnelli ora intravede “una continuazione della mia storia professionale”. Il mese scorso, la Corte di giustizia europea ha stabilito che la Uefa e la Fifa, gli organi di governo del calcio europeo e mondiale, avevano agito illegalmente quando hanno minacciato di sanzionare i club della Super League e i loro giocatori. Dopo la sentenza, Agnelli ha interrotto un lungo silenzio su X, ex Twitter, per postare il testo di “Where The Streets Have No Name” degli U2, contenente la frase “Voglio abbattere i muri che mi trattengono dentro”. La canzone rappresenta "uno stato d'animo, uno stato del luogo", dice. Il sottotesto è la chiave per comprendere Agnelli. Il suo attuale stato su WhatsApp, visto solo da chi ha il suo numero di telefono, è una citazione di Martin Luther King Jr: "Alla fine, ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici". Dopo l’iniziale ondata di commiserazione, la gente lo ha abbandonato? "Ci sono alcune delusioni, ma è giusto", dice Agnelli. "Devo trasformarlo in una delle migliori opportunità di apprendimento che abbia mai avuto." È ora di ordinare. Agnelli suggerisce di condividere i cicchetti, fette di pane condite con Gorgonzola e pera, e altre guarnite con burro e acciughe. Dopodiché Agnelli sceglie un'insalata seguita da spaghetti alle vongole. Seleziono ravioli e pesce alla griglia. Agnelli dice che la mia scelta di pasta è “interessante”. È tentato? "È formaggio e funghi e voglio mangiare le vongole", dice. "Con tutto il rispetto, ma mi interessa cosa finisce in bocca." I cicchetti arrivano velocemente. "Oh mio Dio", esclama quando scatto una foto del cibo. “È come andare a pranzo con mia moglie. Lo metti su Instagram?" Gli assicuro che gli shot servono semplicemente a ricordare cosa abbiamo mangiato. Le mie abitudini goffe contrastano con il suo lignaggio aristocratico. Lo zio Gianni di Agnelli era il più famoso dei suoi antenati, un playboy che fece amicizia con Henry Kissinger e guidò la Fiat attraverso i conflitti industriali negli anni '70; anche un'icona di stile, Gianni era noto per indossare orologi costosi sopra i polsini della camicia. Mi ritrovo distratto dai polsi di suo nipote. Alla destra di Agnelli c'è un Rolex d'argento che copre parzialmente un tatuaggio. Sotto la giacca i polsini della camicia sono sbottonati. Uno scrittore che conosce Agnelli suggerisce che questa non è una dichiarazione di moda, semplicemente che lui “è un po’ trasandato del Bullingdon Club”. Quello traccia. L'accento italiano di Agnelli ha un accento inglese elegante, il prodotto degli studi in una scuola privata di Oxford prima di tornare in patria. La vita di Agnelli è stata ulteriormente segnata da tragedie familiari: parenti sono morti in incidenti aerei, incidenti stradali e per suicidio. Suo fratello maggiore Giovanni fu consacrato erede alla guida della Fiat, ma morì di * a soli 33 anni. “Quando mio fratello morì nel '97, andai nella stanza di mio padre. E lui dice: "Questo significa più responsabilità per te". Non rispondo e lui smette di parlare. È una frase che mi è sempre rimasta in mente”. Arrivano gli antipasti. Agnelli aveva ragione. È un po' troppo. I ravioli sono conditi con una salsa al burro prepotente. Un agile Agnelli trafigge la sua insalata. Oltre a garantire scontri pesanti, la Super League aveva altre attrazioni, come i limiti di costo per evitare spese incontrollate per i giocatori. “Questa è stata una risposta ai problemi che il calcio ha avuto e continua ad avere: instabilità finanziaria, sostenibilità finanziaria, polarizzazione”, afferma. Agnelli è stato oggetto di alcune delle critiche più dure per la fuga, a causa del suo presunto tradimento. Nel fine settimana di aprile in cui è stata annunciata la Super League, il presidente della Uefa Aleksander Čeferin – padrino del figlio più piccolo di Agnelli – ha chiamato per chiedere all'italiano informazioni sul progetto. "[Agnelli] ha detto che queste sono solo voci e poi ha detto che ti chiamo tra un'ora", ha detto Čeferin. "Ha spento il telefono... il fatto è che non ho mai visto una persona mentire così tante volte, con così tanta insistenza." Perché definire la Superlega una voce, mi chiedo? Perché spegnere il telefono? Agnelli afferma che all'epoca era vincolato da accordi di non divulgazione. Ma ora può spiegare la sua versione dei fatti. Altri avevano discusso del lancio di concorsi alternativi, dice. Un progetto, noto come “Bohr”, ha coinvolto Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain, il club francese di proprietà del Qatar. «Ricordo di essere volato a Parigi in piena Covid», dice Agnelli. “Nessuno in giro. Parigi deserta. Io e Nasser parliamo di [un nuovo torneo], dicendo che abbiamo bisogno di un cambiamento, perché non cambiamo, siamo morti. (Un portavoce di Al-Khelaifi ha detto "è aperto a riformare le competizioni ma sempre nel quadro della Uefa".) Nel novembre 2020 Agnelli è stato invece contattato dal presidente del Real Madrid Florentino Pérez per unirsi alla Super League. Mesi di trattative segrete hanno portato alla scadenza critica del 19 aprile 2021. La Uefa e l'ECA si sarebbero incontrate il giorno successivo nella città svizzera di Montreux per concordare modifiche alla Champions League che avrebbero assicurato legami più redditizi tra le grandi squadre. Gli avvocati hanno avvisato i club della Superlega che se avessero aderito alle riforme della Uefa, il loro progetto sarebbe stato bloccato per molti mesi. Agnelli era pronto ad accettare entrambi i piani: le riforme della UEFA Champions League, che ha contribuito a progettare come capo dell'ECA, o i ribelli che volevano possedere il torneo a titolo definitivo. «Ho in macchina la borsa con la tuta dell'Uefa», dice Agnelli di quella fatidica domenica. "Che succede? Sono bombardato [di chiamate]. "Hanno firmato?" Sta succedendo qualcosa?' Ero tipo, sai una cosa? Mi rilasserò, spegnerò il telefono... [il giorno dopo] o andrò a Montreux perché non è successo niente. Oppure gestire il lancio della [Super League]. Quindi ero in una posizione molto difficile? SÌ. Ma ecco dov'ero." A mezzanotte si erano iscritti 12 club. Agnelli non ha mai più indossato la tuta Uefa. Si è dimesso da capo dell'ECA, sostituito da Al-Khelaifi, lodato per aver rifiutato la Super League. Sotto il duro attacco della Uefa e di altri, il progetto è andato in pezzi, mentre l’espansione della Champions League è stata portata avanti. Ritengo che l'errore di Agnelli sia stato quello di rendere la questione personale con Čeferin. "Non l'ho fatto", dice. L'hai fatto: è il padrino di tuo figlio. "E allora?" E' una cosa personale da fare. “Parlavo con Alex tre volte al giorno. Avevo un legame molto forte”. Cosa prova Agnelli nell'essere definito bugiardo? Lui sbotta: “Sono invidiosi”. Di cosa? "Non lo so. Il fatto che ho un obiettivo e cerco di raggiungerlo. Non comprometto.” Esiste un modo per ricucire il rapporto con Čeferin? Agnelli fa una pausa. “La mia sensazione è che il tempo sia un gentiluomo. E le cose probabilmente, si spera, prima o poi andranno bene. In caso contrario, ancora una volta, la mia coscienza è super pulita. Arriva la nostra alimentazione. Agnelli è famelico. L'insalata non era sufficiente. "Facciamo una pausa e mangiamo", dice. Scherzo dicendo che dovremmo parlare con la bocca piena. Ignora il suggerimento. Agnelli fa girare delicatamente gli spaghetti attorno a una forchetta, mentre io taglio la mia bistecca di pesce. Per un paio di minuti cala il silenzio. Nel 2018, la Juventus ha ospitato il Real Madrid in Champions League, ma è stata eliminata dopo che l'attaccante rivale Cristiano Ronaldo ha segnato una rovesciata così stupenda che il pubblico di Torino è rimasto ad applaudire. Mesi dopo, Agnelli acquisì Ronaldo – allora probabilmente il miglior giocatore del mondo – con un accordo del valore di oltre 200 milioni di euro tra stipendio e compenso di trasferimento. La stella portoghese ha segnato un sacco di gol con la Juventus, ma non è riuscita a vincere la Champions League prima di partire nel 2021. Secondo Deloitte, la percentuale delle entrate del club spesa per gli stipendi è aumentata dal 66% nel 2018 all'84% nel 2022. In retrospettiva, ingaggiare Ronaldo è stato un errore? “È stata una buona mossa”, insiste Agnelli. "Datemi Ronaldo e fatemelo schierare senza pandemia, è un'altra storia". Potrebbe avere ragione. Il coronavirus ha chiuso gli stadi e rinviato le partite, provocando perdite di miliardi di euro in tutte le squadre del continente. Ma la risposta della Juventus alla crisi di liquidità è al centro dello scandalo Plusvalenza (plusvalenze) che gli è costato il lavoro e continua a incombere sulla sua vita. Rifiutandosi di discutere i dettagli della causa legale in corso contro di lui e gli ex dirigenti del club, Agnelli dice: "Resto convinto che tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto secondo le regole, secondo gli standard finanziari... Sono facilissimo." Si tratta di un trucco contabile. Un esempio è lo scambio di giocatori nel 2020, attraverso il quale la Juventus ha venduto il centrocampista bosniaco Miralem Pjanić al Barcellona per una cifra di trasferimento di 60 milioni di euro, mentre la squadra spagnola ha venduto il centrocampista brasiliano Arthur Melo alla Juventus per 72 milioni di euro. L'accusa è che tali somme siano state enormemente gonfiate, con prezzi inventati allo scopo di ripulire i conti dei club. La squadra italiana ha conteggiato il prezzo di vendita di 60 milioni di euro come entrata anticipata, distribuendo il costo di acquisto sui molteplici anni di contratto di gioco di Melo. Pochi soldi veri passarono di mano. La Juventus ha pagato appena 12 milioni di euro, la differenza tra i prezzi dei due calciatori. La posizione di Agnelli è che valutare il vero valore dei giocatori è intrinsecamente soggettivo. In qualsiasi mercato, entrambe le parti devono concordare un prezzo. Ha detto ai dirigenti del club: “Avete risorse che potete spostare, fatelo. Se è legale, qual è il mio problema?" Il problema è che la Juventus ha utilizzato questi scambi in modo più sistematico rispetto alla maggior parte degli altri. Quando la FIGC, la Federcalcio italiana, ha espresso preoccupazione per 62 trasferimenti di giocatori che coinvolgevano club italiani nel 2021, 42 riguardavano la Juventus. I rapporti suggeriscono che il club ha realizzato 282 milioni di euro di plusvalenze da commissioni di trasferimento presumibilmente gonfiate. Come punizione sportiva, il club è stato colpito da multe e detrazioni di punti, ma ha negato ogni illecito penale. La vicenda mette in luce come il marciume finanziario si sia diffuso in tutto lo sport. “Da quando si è trasformato da gioco in business, [il calcio] non ha evoluto la sua governance per governare il business”, sostiene Agnelli. “È giusto dire che la maggior parte dei club perde soldi. SÌ? O siamo tutti incompetenti oppure il sistema ha qualche carenza”. Agnelli rifiuta il dolce. “Non ho un debole per i dolci; chiedi a mia moglie”, dice. Ci accontentiamo invece di bicchierini singoli di espresso. Pensa ad un eventuale ritorno alla Juventus e alle imprese di famiglia? Agnelli non lo esclude. Per ora è impegnato con altre preoccupazioni: la sua stessa holding finanziaria, Lamse; presiedere una fondazione dedicata alla ricerca sul *; una nuova impresa tecnologica sportiva che sta cercando di far decollare. Ma vecchie passioni si risvegliano. A22, la società con sede a Madrid dietro il progetto Super League, ha rilasciato una nuova proposta: una competizione più ampia con 64 squadre maschili divise in tre divisioni, oltre a 32 squadre femminili divise su due livelli. Le partite verranno trasmesse gratuitamente attraverso una “piattaforma di streaming digitale all’avanguardia”. Non è chiaro come tutto questo venga pagato. Nonostante Agnelli affermi che tra 50 e 60 club stanno discutendo sui nuovi piani, nessuno ha dichiarato pubblicamente il proprio interesse. Dei club originari della Superlega, solo il Real Madrid e il Barcellona restano impegnati. Anche la Juventus, senza Agnelli alla guida, ha fatto marcia indietro. “Dateci tempo per lavorare”, dice. "Non è che le cose accadano come per magia." Nel descrivere la visione, Agnelli cade in un discorso aziendale: “Ci troviamo in una situazione b2b b2c... Dobbiamo trovare i club, che è la parte [business to business], perché se non abbiamo i club per partecipare al concorso, non possiamo raggiungere i consumatori.” Sono i discorsi dei consumatori più che dei tifosi, delle imprese più che dei club, a provocare rabbia. A novembre, i tifosi del Borussia Dortmund hanno issato uno striscione gigante raffigurante Agnelli accanto ad Al-Khelaifi del PSG e al presidente della Fifa Gianni Infantino con la scritta: "Non ti interessa lo sport, tutto ciò che ti interessa sono i soldi". Espressi abbattuti, chiedo ad Agnelli se dà fastidio tanta notorietà? “È carino”, dice, con un sorriso malizioso. Agnelli tira fuori il cellulare. "Ho trovato nuovi graffiti." Sullo schermo c'è una versione Photoshop del murale della Roma, questa volta con il suo pugnale che trafigge lo stemma della Uefa. Il sottotesto è chiaro. Poi offre la mano, con le dita rivolte verso l'alto. Condividiamo la stretta di mano dei giocatori dopo il fischio finale.

 

 

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21 minuti fa, Winchester1912 ha scritto:

Alla fine ha vinto lui.

in cosa esattamente?

 

perchè il tribunale ha legittimato la SuperLeague? ad avere una idea così, farsi la superleague privata, sono bravi tutti anche al bar sotto casa, dove si vede la vera bravura è in quella cosa che quelli che hanno studiato chiamato execution, cioè la concretizzazione dell'idea. e in quello il grande bresidendeh e suoi compari sono stati a dir poco disastrosi, come se il progetto l'avessero concretizzato quegli avvinazzati con la terza media del bar sotto casa.

 

di più, tal Andrea, se non ve ne siete accorti, è stato usato. Ha fatto la fine dell'utile idiota di Perez che furbescamente l'ha mandato avanti usandolo come parafulmine. Ma mentre Perez è ancora lì e nel frattempo ha vinto un'altra Champions, l'Agnelli, il genio Agnelli, è stato (almeno quello) mandato a casa, e la Juve penalizzata.

 

mortificato dal reinserimento in società del dirigente, a cui aveva rubato la moglie, che aveva licenziato o costretto al licenziamento 

estromesso dalla presidenza Juve

estromesso dal CdA Exor

estromesso dal CdA Stellantis

ha ceduto a Jaki una bella fetta delle azioni della cassaforte di famiglia che ancora possedeva.

fuggito in esilio in Olanda (per seguire meglio le sue attività, ROFL!)

 

ha perso su tutte la linea.

 

che vada in spiaggia a giocare con il secchiello e la paletta che tanto grazie ai soldi del papi non ha bisogno di lavorare. gestire imprese non è roba per lui.

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Due cose sono più interessanti

1) il silenzio degli amici, con buona pace della finta concordia con cui è andato via.

2) che anche Al khalefi tramava per una sua SuperLeague ma all'interno della UEFA. Ecco sarà quella, e non è la nuova Champions.

 

Per il resto Agnelli aveva ragione su molte cose, ma avrebbe solo dovuto affidarsi ad un manager alla Giraudo, non fare da sé, perché non è un manager, è un ereditiere. Il padre e lo zio mica facevano da sé. Errore che gli è costata la carriera e a noi costerà chissà quanti anni di miseria.

 

Tra lui e JE meglio lui, almeno aveva ambizioni per la Juve (e per se stesso), non fastidio.

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