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Sylar 87

(Video) Vinicius Jr in conferenza parla di razzismo e scoppia a piangere: "Ho sempre meno voglia di giocare"

Post in rilievo

7 minuti fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

La realtà, lo sappiamo tutti, è che il nero si prende l'epiteto razzista, il grasso si prende il "ciccione", il basso è un "nano", ecc. Ognuno ha il suo insulto: incassi in silenzio, spalle larghe, il bullo si annoia e trova un'altra vittima.

Parole sante.

Aggiungo che ho un amico “sessista” quando si tratta di ferire/insultare una donna (per strada, al lavoro), con i classici “puoi solo stare dietro ai fornelli” e così via, ma che poi le donne che stima le adora, riconoscendo in loro, anzi, qualità che gli uomini non possiedono.

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È abbastanza semplice per me

Per sesso, etnia e confessione religiosa non si discrimina quindi chi lo fa si prende il daspo (se tifoso) o la squalifica (se tesserato)… e devono essere sanzioni certe e severe 

 

Poi ogni singolo reagisce alle offese a modo suo, e sarà responsabile del modo in cui reagisce

 

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4 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Non è una questione di bravo o cattivo, ma di efficacia nella reazione. A 23 anni sei grande abbastanza da reggere una situazione del genere.

La prova sta nel fatto che prima di Vinicius abbiamo avuto qualche migliaio di atleti neri al suo livello che hanno subito ben peggio ed hanno sconfitto il razzismo a suon di gol, canestri, titoli. Gente che gode del rispetto di tutti: mai sentito una singola persona sottovalutare Pelè, Tyson, Bryant, Jordan perché neri. A mio modestissimo parere il vecchio approccio funzionava, mentre l'attuale vittimismo, i pianti, le depressioni, l'inginocchiarsi no. Magari sbaglio.

i sentimenti e le emozioni umane non sono una tv che puoi accendere e spegnere con un telecomando. C'è chi reagisce in un modo e chi in un altro.

Sono d'accordo con te sull'efficacia di una reazione rispetto ad un'altra, ma è una cosa che non puoi controllare

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6 minutes ago, C'è_poco_da_stare_Allegri said:

i sentimenti e le emozioni umane non sono una tv che puoi accendere e spegnere con un telecomando. C'è chi reagisce in un modo e chi in un altro.

Sono d'accordo con te sull'efficacia di una reazione rispetto ad un'altra, ma è una cosa che non puoi controllare

A 23 anni dovresti avere tutti gli strumenti per gestire una situazione del genere. Sono lezioni di vita che ti passa tuo padre, tua madre o, in assenza di essi, i nonni, gli zii, i procuratori, gli allenatori, i compagni di squadra. Insomma, a un certo punto, come dissi a mia figlia quando tornò piangendo dall'asilo, qualcuno ti insegna che "se non vuoi sentirti più dare della 'nana' da Pincopallino, non dargli soddisfazione; sii forte, non piangere. Tienitelo dentro, resisti, e vedrai che si stuferà". Così fu. Se ci riuscì mia figlia a quattro anni sono sicuro che anche Vinicius può farcela. Ho 38 anni e non ricordo personaggi di spicco, prima di Naomi Osaka, Rashford e Vinicius, piangere per questioni simili.

 

O il razzismo ha raggiunto livelli intollerabili, mai visti nella storia, o stiamo crescendo una generazione debole. 

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2 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Per risponderti nel merito, "razzismo" ha una definizione ben precisa che, ho come la sensazione, molti ignorano: "Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.". 

 

Il razzista non è razzista a targhe alterne: i nazisti dividevano i "signori nessuno" ebrei da quelli "valorosi". Un ebreo era inferiore per definizione, tolte note e rarissime eccezioni. Se odi Seedorf perché gioca nel Milan, ma osanni Davids perché è bianconero c'è qualcosa che non funziona nel tuo razzismo (per fortuna, aggiungerei), ed è per questo che lo paragono, nelle intenzioni, a un qualsiasi altro becero insulto gratuito. Così come se dai del "ne*ro" a un rider, ma hai il poster di Tyson in cameretta. La realtà, lo sappiamo tutti, è che il nero si prende l'epiteto razzista, il grasso si prende il "ciccione", il basso è un "nano", ecc. Ognuno ha il suo insulto: incassi in silenzio, spalle larghe, il bullo si annoia e trova un'altra vittima.

Proprio il fatto che il nero si prenda l insulto in quanto nero è la conferma del pensiero razzista domandante, che vede ancora oggi la razza bianca superiore moralmente eè culturalmente su quella Afro. Il razzismo odierno è più latente e meno pericoloso di quello nazista, ma non vuol dire che non sia presente ancora oggi nella società 

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2 ore fa, SuperEagle ha scritto:

Parole sante.

Aggiungo che ho un amico “sessista” quando si tratta di ferire/insultare una donna (per strada, al lavoro), con i classici “puoi solo stare dietro ai fornelli” e così via, ma che poi le donne che stima le adora, riconoscendo in loro, anzi, qualità che gli uomini non possiedono.

Di al tuo amico che è un sessista se usa quell insulto perché altrimenti offenderebbe con altri epiteti. 

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2 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

A 23 anni dovresti avere tutti gli strumenti per gestire una situazione del genere. Sono lezioni di vita che ti passa tuo padre, tua madre o, in assenza di essi, i nonni, gli zii, i procuratori, gli allenatori, i compagni di squadra. Insomma, a un certo punto, come dissi a mia figlia quando tornò piangendo dall'asilo, qualcuno ti insegna che "se non vuoi sentirti più dare della 'nana' da Pincopallino, non dargli soddisfazione; sii forte, non piangere. Tienitelo dentro, resisti, e vedrai che si stuferà". Così fu. Se ci riuscì mia figlia a quattro anni sono sicuro che anche Vinicius può farcela. Ho 38 anni e non ricordo personaggi di spicco, prima di Naomi Osaka, Rashford e Vinicius, piangere per questioni simili.

 

O il razzismo ha raggiunto livelli intollerabili, mai visti nella storia, o stiamo crescendo una generazione debole. 

Ma questo è il tuo punto di vista. Non puoi assolutamente generalizzare.

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2 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

A 23 anni dovresti avere tutti gli strumenti per gestire una situazione del genere. Sono lezioni di vita che ti passa tuo padre, tua madre o, in assenza di essi, i nonni, gli zii, i procuratori, gli allenatori, i compagni di squadra. Insomma, a un certo punto, come dissi a mia figlia quando tornò piangendo dall'asilo, qualcuno ti insegna che "se non vuoi sentirti più dare della 'nana' da Pincopallino, non dargli soddisfazione; sii forte, non piangere. Tienitelo dentro, resisti, e vedrai che si stuferà". Così fu. Se ci riuscì mia figlia a quattro anni sono sicuro che anche Vinicius può farcela. Ho 38 anni e non ricordo personaggi di spicco, prima di Naomi Osaka, Rashford e Vinicius, piangere per questioni simili.

 

O il razzismo ha raggiunto livelli intollerabili, mai visti nella storia, o stiamo crescendo una generazione debole. 

Sono più o meno d'accordo. Le nuove generazioni sono più deboli perché le vecchie generazioni hanno creato tempi più semplici da vivere, sei più forte nelle difficoltà. Poi che oggi ci sia la moda a chi è più vittima è un dato di fatto. In ogni caso non giudico Vinicius, ognuno reagisce in modo diverso. Ma la questione razzismo è ormai vissuta in modo ridicolo, soprattutto perché esiste quasi solo per i neri, quando in realtà per luoghi comuni, stereotipi e usanze si pratica "razzismo" più o meno verso chiunque. E molti neri come Balotelli per dire uno si sono costruiti una carriera sul colore della pelle.

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10 hours ago, Rino Gaetano said:

Di al tuo amico che è un sessista se usa quell insulto perché altrimenti offenderebbe con altri epiteti. 

Siamo in un forum di calcio e facciamo finta di essere cresciuti in una sorta famiglia reale che ignora le dinamiche del popolo. Che poi, anche lì, lasciamo stare...

 

Ti immagino incitare la squadra in curva durante un Juve-Inter o Juve-Napoli a suon di "forza ragazzi, dateci dentro!", "viva la Juve!" e tanti "perbacco!", "acciderbolina!" quando gli avversari hanno la meglio. E quando senti uno "*", "cornuto", "fro*io", ti scandalizzi e cerchi di rimediare educando i razzisti, sessisti, omofobi allo stadio: "Ma ragazzi, vi sembra il caso di lanciare epiteti così sconci ed irrispettosi?".

 

Stiamo discutendo con l'ospite napoletano: sai quanti insulti ho mandato a Napoli e i napoletani durante le partite? Mi giudicassi in quei frangenti sarei realisticamente un razzista. La realtà è che adoro la città, la sua cultura, ciò che rappresenta. Il contesto è fondamentale. Esiste un me padre di famiglia in gita a Napoli, un me al pub con gli amici e un me che a quel gol al volo di Pogba si è guadagnato l'accesso all'inferno.

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9 hours ago, Totik said:

Ma questo è il tuo punto di vista. Non puoi assolutamente generalizzare.

Posso generalizzare perché il cambio generazionale è netto. Siamo passati da epoche nelle quali si chiedeva espressamente all'uomo (essere umano) di non piangere in pubblico o di non piangere-punto, a un'epoca che ne fa uno strumento per guadagnare solidarietà.

 

Come accennava @Slowpoke Sama, questo è figlio della società più sicura e ovattata che abbiamo creato negli ultimi decenni. Sostanzialmente tempi duri, uomini duri, tempi morbidi, uomini morbidi. La storia ci insegna di cicli e ricicli, imperi costruiti e poi crollati.

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lacrime di Netflix, diciamo così...

 

giocatore assolutamente insopportabile, montato, irrispettoso e che cerca di continuo i battibecchi col pubblico.

 

Con questo non giustifico gli insulti o il razzismo ma non mi sembra l'ambasciatore migliore per una denuncia del genere.

 

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22 minuti fa, J_Hook ha scritto:

lacrime di Netflix, diciamo così...

 

giocatore assolutamente insopportabile, montato, irrispettoso e che cerca di continuo i battibecchi col pubblico.

 

Con questo non giustifico gli insulti o il razzismo ma non mi sembra l'ambasciatore migliore per una denuncia del genere.

 

 per me è beccato (con epiteti razzisti, non c'è dubbio) dal pubblico anche per limiti suoi caratteriali. 

 

Se vi ricordate succedeva la stessa cosa con Balotelli.

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22 hours ago, Kyary Pamyu Pamyu said:

Non è una questione di bravo o cattivo, ma di efficacia nella reazione. A 23 anni sei grande abbastanza da reggere una situazione del genere.

La prova sta nel fatto che prima di Vinicius abbiamo avuto qualche migliaio di atleti neri al suo livello che hanno subito ben peggio ed hanno sconfitto il razzismo a suon di gol, canestri, titoli. Gente che gode del rispetto di tutti: mai sentito una singola persona sottovalutare Pelè, Tyson, Bryant, Jordan perché neri. A mio modestissimo parere il vecchio approccio funzionava, mentre l'attuale vittimismo, i pianti, le depressioni, l'inginocchiarsi no. Magari sbaglio.

Ok...e tutti gli altri atleti che invece hanno abbandonato lo sport per queste motivazioni?

 

È semplice per un europeo bianco trovare soluzioni, perché non vive quella realtà...

 

Conosco parecchia gente che subisce l'ignoranza di altri, e per quanto a un certo punto si crei una corazza rimane sempre una situazione difficile e pesante...

 

Le discriminazioni vanno contrastate, agendo su chi discrimina, e non proponendo a chi subisce di fare spallucce...

 

 

 

 

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33 minuti fa, Dio Zigo ha scritto:

Ok...e tutti gli altri atleti che invece hanno abbandonato lo sport per queste motivazioni?

 

È semplice per un europeo bianco trovare soluzioni, perché non vive quella realtà...

 

Conosco parecchia gente che subisce l'ignoranza di altri, e per quanto a un certo punto si crei una corazza rimane sempre una situazione difficile e pesante...

 

Le discriminazioni vanno contrastate, agendo su chi discrimina, e non proponendo a chi subisce di fare spallucce...

 

 

 

 

Esatto.

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6 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Posso generalizzare perché il cambio generazionale è netto. Siamo passati da epoche nelle quali si chiedeva espressamente all'uomo (essere umano) di non piangere in pubblico o di non piangere-punto, a un'epoca che ne fa uno strumento per guadagnare solidarietà.

 

Come accennava @Slowpoke Sama, questo è figlio della società più sicura e ovattata che abbiamo creato negli ultimi decenni. Sostanzialmente tempi duri, uomini duri, tempi morbidi, uomini morbidi. La storia ci insegna di cicli e ricicli, imperi costruiti e poi crollati.

È un punto di vista perché secondo te Vinicius si è messo a piangere solo per guadagnare solidarietà e non perché magari più sensibile di altri.

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Chilavert gli ha dato una bella botta.

Ma la vedeva più dal punto di vista della mascolinità...

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La prima cosa che si impara nei campetti è che i genitori sono PEGGIO che i figli quando di tratta di offendere...quindi i figli da chi prendono esempio? 

tutte le domeniche nei campetti di categoria inferiore piovono minacce - neanche velate - insulti, fino a quando con cadenza settimanale si arriva alle intimidazioni, a sfiorare l'uso della forza fisica per far valere le proprie ragioni.

Vicino casa mia un ragazzo di colore arbitrava una partita tra scapoli e ammogliati...le peggio cose:"so dove abiti"..."oggi non vai a casa sporc..." ...ed altre frasi che non si possono dire...il tutto con il sorriso sulle labbra cercando sguardi complici tra la folla.

Manca una CULTURA CALCISTICA ormai non solo in Italia...e non solo quella.

Dovrebbe essere lo Stato il primo ad "indirizzare" il popolino in una riforma civile e sociale DEGNA di questo nome con leggi e decreti da far RISPETTARE,solo così si educa la massa.

Non sicuramente con questi politicanti a cui manca una figura di SPICCO (uno a cui credere) che possa fare da traino per tutti...non c'è interesse politico nell'educazione di massa,si perdono voti...meglio tenerlo nell'ignoranza e ogni tanto fare finta di fare qualcosa...se siamo al punto più basso degli ultimi 50anni come educazione civica bisogna farsi delle domande...anzi DOVREBBERO.

 

 

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8 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Siamo in un forum di calcio e facciamo finta di essere cresciuti in una sorta famiglia reale che ignora le dinamiche del popolo. Che poi, anche lì, lasciamo stare...

 

Ti immagino incitare la squadra in curva durante un Juve-Inter o Juve-Napoli a suon di "forza ragazzi, dateci dentro!", "viva la Juve!" e tanti "perbacco!", "acciderbolina!" quando gli avversari hanno la meglio. E quando senti uno "*", "cornuto", "fro*io", ti scandalizzi e cerchi di rimediare educando i razzisti, sessisti, omofobi allo stadio: "Ma ragazzi, vi sembra il caso di lanciare epiteti così sconci ed irrispettosi?".

 

Stiamo discutendo con l'ospite napoletano: sai quanti insulti ho mandato a Napoli e i napoletani durante le partite? Mi giudicassi in quei frangenti sarei realisticamente un razzista. La realtà è che adoro la città, la sua cultura, ciò che rappresenta. Il contesto è fondamentale. Esiste un me padre di famiglia in gita a Napoli, un me al pub con gli amici e un me che a quel gol al volo di Pogba si è guadagnato l'accesso all'inferno.

Se devo offendere una donna e le dico meretrice ed è un conto, se le dicessi “vai a fornelli”, significa che ho introiettato quel valore e ritengo giusto o naturale che le donne si occupino solo di faccende domestiche, ragion per cui sarei un sessista. 

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8 ore fa, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Siamo in un forum di calcio e facciamo finta di essere cresciuti in una sorta famiglia reale che ignora le dinamiche del popolo. Che poi, anche lì, lasciamo stare...

 

Ti immagino incitare la squadra in curva durante un Juve-Inter o Juve-Napoli a suon di "forza ragazzi, dateci dentro!", "viva la Juve!" e tanti "perbacco!", "acciderbolina!" quando gli avversari hanno la meglio. E quando senti uno "*", "cornuto", "fro*io", ti scandalizzi e cerchi di rimediare educando i razzisti, sessisti, omofobi allo stadio: "Ma ragazzi, vi sembra il caso di lanciare epiteti così sconci ed irrispettosi?".

 

Stiamo discutendo con l'ospite napoletano: sai quanti insulti ho mandato a Napoli e i napoletani durante le partite? Mi giudicassi in quei frangenti sarei realisticamente un razzista. La realtà è che adoro la città, la sua cultura, ciò che rappresenta. Il contesto è fondamentale. Esiste un me padre di famiglia in gita a Napoli, un me al pub con gli amici e un me che a quel gol al volo di Pogba si è guadagnato l'accesso all'inferno.

Esistono dei "me" che andrebbero educati...ma questo vale per tutti sia inteso.

Se sono ad una partita e partono degli epiteti e perché l'esempio "negativo" che c'è intorno all'evento è quello...l'essere umano si adegua alle situazioni che gli fanno più comodo trovando nella sua testa "l'alibi" che più gli fa comodo...la verità è che siamo razzisti con una punta di buonismo che scatta in determinate circostanze,quando non siamo minacciati in quello che riteniamo importante affettivamente.

Siamo il prodotto di una società,di un sistema che sta producendo quello che vediamo in giro per il mondo...e NON è certamente il meglio della razza umana.

Vado all'estremo: ci sterminiamo tra di noi da secoli tra guerre religiose e politiche ed ancora pensiamo che tutto questo è giustificabile in qualche modo a tanti "me" diversi...e sta accadendo ora.

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1 ora fa, Gianco ha scritto:

Chilavert gli ha dato una bella botta.

Ma la vedeva più dal punto di vista della mascolinità...

Adesso insorgeranno anche i gay.

Ma anche l’intera comunità LGBT.

Ma anche le femministe, parlando di mascolinità tossica.

 

IMG_6317.png

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Il 26/3/2024 Alle 12:38, Kyary Pamyu Pamyu ha scritto:

Per risponderti nel merito, "razzismo" ha una definizione ben precisa che, ho come la sensazione, molti ignorano: "Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.". 

 

Il razzista non è razzista a targhe alterne: i nazisti dividevano i "signori nessuno" ebrei da quelli "valorosi". Un ebreo era inferiore per definizione, tolte note e rarissime eccezioni. Se odi Seedorf perché gioca nel Milan, ma osanni Davids perché è bianconero c'è qualcosa che non funziona nel tuo razzismo (per fortuna, aggiungerei), ed è per questo che lo paragono, nelle intenzioni, a un qualsiasi altro becero insulto gratuito. Così come se dai del "ne*ro" a un rider, ma hai il poster di Tyson in cameretta. La realtà, lo sappiamo tutti, è che il nero si prende l'epiteto razzista, il grasso si prende il "ciccione", il basso è un "nano", ecc. Ognuno ha il suo insulto: incassi in silenzio, spalle larghe, il bullo si annoia e trova un'altra vittima.

Il razzismo è solo ignoranza... com'è ignoranza sfottere qualcuno per i suoi difetti fisici. La società è molto migliorata negli anni. 30 anni fa era quasi normale (non giusto) sfottere una persona perchè grassa/bassa. Oggi c'è una cultura diversa. Non tutti ovviamente ma la gente è diventata piu' sensibile.

E' successo coi meridionali che venivano al nord. Per anni sono stati discriminati (i miei mi raccontavano che 50 anni fa si faceva fatica a prendere anche un appartamento in affitto perchè i proprietari non si fidavano). Oggi non c'è piu alcuna differenza tra nord e sud (a dispetto di quello che qualcuno racconta per tirare l'acqua al suo mulino, il razzismo verso i meridionali al nord è solo un lontano ricordo).

Succede anche con le persone di altre razze e religioni. Ci vuole solo del tempo (e buon volonta' da "ENTRAMBI" i lati).

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3 hours ago, Dio Zigo said:

Ok...e tutti gli altri atleti che invece hanno abbandonato lo sport per queste motivazioni?

 

È semplice per un europeo bianco trovare soluzioni, perché non vive quella realtà...

 

Conosco parecchia gente che subisce l'ignoranza di altri, e per quanto a un certo punto si crei una corazza rimane sempre una situazione difficile e pesante...

 

Le discriminazioni vanno contrastate, agendo su chi discrimina, e non proponendo a chi subisce di fare spallucce...

Io sono europeo bianco in Giappone da quasi vent'anni. C'è chi nella mia situazione piange perché non vogliono sedersi vicino al lui/lei in metropolitana, perché ti guardano con un occhio diverso, perché non è altrettanto semplice ottenere un mutuo, ecc. ecc. C'è chi ha lasciato la scuola, il lavoro, il paese per questo. Posso piangere e disperarmi per tutte le volte che mi hanno trattato "diversamente" o drizzare la schiena, ringraziare d'essere vivo, in salute, di avere gli stessi diritti degli altri. 

 

Il professionismo non è faccenda per chi non regge le critiche e gli insulti. Ed, ahimè, non vale solo per i neri e per il calcio.

Poi, oh, se volete insegnare ai vostri figli e alle future generazioni che quando vengono criticati, insultati, aiuta piangere, fate pure. Non è questo il messaggio che sto passando a mia figlia. I miei modelli si chiamano Muhammad Ali e Kobe Bryant, non Mario Balotelli e Vicinius Jr.

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6 minutes ago, Kyary Pamyu Pamyu said:

Io sono europeo bianco in Giappone da quasi vent'anni. C'è chi nella mia situazione piange perché non vogliono sedersi vicino al lui/lei in metropolitana, perché ti guardano con un occhio diverso, perché non è altrettanto semplice ottenere un mutuo, ecc. ecc. C'è chi ha lasciato la scuola, il lavoro, il paese per questo. Posso piangere e disperarmi per tutte le volte che mi hanno trattato "diversamente" o drizzare la schiena, ringraziare d'essere vivo, in salute, di avere gli stessi diritti degli altri. 

 

Il professionismo non è faccenda per chi non regge le critiche e gli insulti. Ed, ahimè, non vale solo per i neri e per il calcio.

Poi, oh, se volete insegnare ai vostri figli e alle future generazioni che quando vengono criticati, insultati, aiuta piangere, fate pure. Non è questo il messaggio che sto passando a mia figlia. I miei modelli si chiamano Muhammad Ali e Kobe Bryant, non Mario Balotelli e Vicinius Jr.

Se tu vivi bene la tua condizione da gaijin non significa che debba essere uguale per tutti...

 

Io ho preso 4 lauree in 6 anni, non è che dico agli altri che ne hanno solo una che sono pigri, lamentosi, o chissà cosa...

 

Siamo tutti diversi, e nelle nostre diversità il rispetto è la strada per vivere assieme... purtroppo il retaggio culturale porta dietro pregiudizi difficili da scardinare e occorre lottare contro la discriminazione...

 

Sul resto sorvolo perché hai scritto un minestrone incomprensibile e non mi ci addentro...

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