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juventino milanese

16 maggio 1984, la Coppa delle Coppe è bianconera

Post in rilievo

Care amiche e cari amici, pensando di fare cosa gradita e senza attinenza con quanto accaduto ieri sera ed in questa stagione in generale, apro questa discussione per ricordare uno dei momenti più felici della gloriosa Storia Juventina.

 

Proprio oggi ricorre il quarantennale di quella grande Vittoria: un periodo di tempo lunghissimo, molti di voi non erano nemmeno nati, altri erano molto giovani, altri ancora sono diventati degli arzilli anzianotti. In questo periodo, molte cose sono capitate alla nostra amata Juve e a chi, come me non più giovanissimo, ha visto il mondo e la propria vita cambiare (*rimando a fine messaggio per alcuni cenni storici).

 

Nel 1984 ero un teenager, la Juventus era il grande Amore che mio papà mi aveva trasmesso sin dai primi vagiti, ben sapendo che questo “imprinting” sarebbe durato tutta la vita.

L’anno precedente, la prima grande delusione: perdemmo inopinatamente la finale di Coppa dei Campioni, ad Atene contro l’Amburgo. Come se non bastasse, il campionato (quello successivo al Trionfo degli Azzurri ai Mondiali di calcio di Spagna) venne vinto dai giallorossi di Roma.

 

A noi non rimase che “accontentarci” della Coppa Italia, che allora era comunque una competizione lunga e difficile, con gironi preliminari ed eliminazioni dirette dagli ottavi di finale.

 

image.png.ac9715a1d0d8fa35d833c8c5967704d0.pngSconfitti all’andata da un ottimo Verona (che da lì ad un paio d’anni avrebbe vinto uno storico scudetto) riuscimmo nel ritorno a ribaltare il risultato con un perentorio 3 a 0. Fu la settima vittoria del trofeo per la Juventus, e ciò diede la possibilità di partecipare l’anno successivo alla Coppa delle Coppe

 

 

 La competizione, che per ogni Paese vedeva partecipare le vincitrici delle rispettive coppe nazionali, aveva un formato ad eliminazione diretta. Non c’era la necessità di giocare decine di partite inutili alla ricerca continua di soldi, il business non la faceva ancora da padrone.

 

Se il sorteggio fosse stato fortunato, avresti potuto beccare squadre abbordabili. Se ti fosse andato male, avresti corso il rischio di uscire molto presto.

 

Questo il cammino della Juventus:

 

Sedicesimi di finale

Andata

Ritorno

Juventus 

Lechia Danzica

7-0

3-2

       
       

Ottavi di finale

Andata

Ritorno

Paris Saint-Germain 

Juventus 

2-2

0-0

       
       

Quarti di finale

Andata

Ritorno

Valkeakoski Haka

Juventus 

0-1

0-1

       
       

Semifinali

Andata

Ritorno

Manchester United

Juventus 

1-1

1-2

 

La finale si disputò a Basilea, Svizzera, nel vetusto stadio St. Jakob (oggi, ristrutturato, è un gioiellino). Ebbi modo di frequentarlo quattro anni più tardi in occasione di un concerto, e rimasi colpito dal fatto che dietro gli spalti si vedessero passare i treni…. forse qualcuno, tra di voi, era presente; sarebbe bello se ci potesse raccontare l’atmosfera.

 

La formazione dei bianconeri, per l’occasione con la bellissima maglietta gialla e pantaloncini blu, era la seguente: Tacconi - Gentile - Cabrini - Bonini - Brio - Scirea - Vignola - Tardelli -Rossi - Platini - Boniek

FORMAZIONE.jpg.81f6c58a80ced29851f2dfca96925097.jpg    

UNO SQUADRONE FORMIDABILE, che se non avesse perso l’anno prima ad Atene avrebbe potuto portare a casa la “maledetta” per 3 o 4 anni di fila.

Ma che nel frattempo aveva, qualche giorno prima, vinto il suo 21° scudetto.

C’è chi si vanta di aver raggiunto un traguardo (per altro farlocco) di 20 scudetti nel 2024, noi l’abbiamo superato 40 anni fa……

 

La partita fu comunque combattuta, qui di seguito filmato trovato in rete:

Ho scelto un video con voce di Gianfranco De Laurentiis (mi risulta fosse juventino, eppure non lo lasciava trasparire 

 

 

 

 

Qui di seguito, invece, un resoconto tratto da Hurrà Juventus a firma di Angelo Caroli:

 

Un colpo di spugna ad Atene. È il verdetto di Basilea, la deliziosa città nel nord della Svizzera, dove la Juventus conquista, il 16 maggio del 1984, la Coppa delle Coppe. Soltanto il Milan (due volte) e la Fiorentina hanno iscritto il proprio nome nell’albo d’oro italiano della manifestazione.

La Juventus insegue un altro sogno internazionale dopo quello coronato nel 1977 a Bilbao, in Coppa Uefa. Basilea è straordinariamente bella, le costruzioni sono carezze al verde smeraldo dei prati e dei campi. Il Medio Evo si respira negli angoli delle strade, nei selciati dei viali, nelle piazzette che spuntano come incantesimi improvvisi, nelle torri con gli orologi, nelle colonne e nelle fontane che rappresentano allegorie campestri, guerresche e religiose.

La Juventus vi approda in un giorno di primavera. Il cielo ha il colore dei pastelli e sfuma all’ora del tramonto in un rosa struggente. La vigilia è scandita da un’eccitazione strana: c’è bagarre per i biglietti che scarseggiano e che puntualmente ricompaiono, nelle mani dei bagarini, il giorno della finale. Il ricordo della sconfitta di Atene in Coppa Campioni, le immagini dei bianconeri più simili a fantasmi che a calciatori, il pianto di tifosi vinti dal disinganno sono fotogrammi da cancellare. È l’imperativo categorico e Trapattoni fa leva su questi elementi psicologici per preparare il match con il Porto.

La Juventus conta ancora su cinque Campioni del Mondo (Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Paolo Rossi; non c’è più Zoff, che ha scelto la strada del pensionamento per raggiunti limiti d’età). Tacconi, Bonini, Brio, e Vignola completano la truppa italiana, gli stranieri sono Platini e Boniek, due assi di Coppa.

Trapattoni conosce i portoghesi per averli osservati attraverso i videotapes. Li studia con ossessione. La zona, il pressing, il rischioso espediente del fuori gioco. Tutto è mandato a memoria, con puntiglioso scrupolo. Trapattoni è come un elefante, non dimentica i rilievi che gli vennero mossi all’indomani della sconfitta con l’Amburgo, ad Atene nel 1983. E sono diventati, con il tempo, scheletri scomodi dentro l’armadio delle sue ambizioni. Perciò nella vigilia di Basilea, il Trap convince Platini ad una posizione prudente, a rinunciare a licenze stilistiche per mettersi al servizio del collettivo. Un sacrificio tattico val bene una Coppa!

L’arbitro è il terribile Prokop della Germania democratica, un dirigente industriale che ha partecipato ai Mondiali di Argentina e di Spagna. Le dichiarazioni degli strateghi, Trapattoni da una parte ed Antonio Morais dall’altra, si sviluppano secondo temi diversi: il Trap è sicuro di essere il più forte e dispone di uomini goal come Platini, Boniek e Paolo Rossi; Morais si sente più debole, ma ricorda la finale di Atene, quando i super favoriti bianconeri chinarono il capo davanti al sinistro infido di Magath. Inoltre, il trainer portoghese sa di contare più sul complesso che sulle individualità.

L’aspetto scenografico si annuncia stupefacente. La Svizzera assiste, in quei giorni, al più colorito e massiccio trasferimento di tifosi. Quelli bianconeri sono 50.000 ed arrivano con ogni mezzo, percorrendo strade perfino impossibili, e sono pacificamente chiassosi. Il serpente di macchine di fan juventini sembra che raggiunga i 200 chilometri di lunghezza. Inaudito! Ma non tanto, se si pensa che la “Vecchia Signora” è la squadra che vanta il maggior numero di sostenitori in Europa.

Nel giorno della finale, alle 18:30 della sera, lo stadio St.Jakob è un’esplosione di pacifica ebbrezza. I 10.000 portoghesi, paganti per la verità, oppongono una resistenza un po’ sbiadita nell’innocente gioco di colori. Il tramonto è dolcissimo anche se nell’aria c’è un vago annuncio di pioggia. All’improvviso, un treno dipinto in bianco e nero sbuca da un filare di alberi fioriti. E sembra sfiorare i muri di cinta dello stadio. È una tradotta con un carico di tifosi juventini. Quando passa davanti al St.Jakob, il macchinista mette in funzione il segnale festoso, è un fischio che attira l’attenzione del pubblico che affolla lo stadio. Ma già s’intravvede, più indietro, un secondo convoglio con un carico di bandiere bianconere. Sono attimi di commozione.

La partita è stupenda. La Juventus ha appena vinto lo scudetto e tenta il bis in Coppa, come nel 1977, quando aggiunse al titolo italiano una prestigiosa Coppa Uefa. È definita, quella di Basilea, una battaglia di stili e di uomini. Spunti di notevole intensità tecnica da una parte, compattezza strategica dall’altra. Fiammate bianconere illuminano il cielo di Basilea, che si fa sempre più triste e piovigginoso; un gioco consorziale è quello dei portoghesi che sono organizzatissimi. Vignola, piccolo centrocampista dal sinistro preciso come un cecchino, fa esplodere di gioia lo stadio dopo 13 minuti.

L’illusione che il match sia deciso da quella prodezza non contagia nessuno, anche se il più delle volte il successo in Coppa va alla squadra capace di passare in vantaggio. Trascorrono infatti sedici minuti e Sousa rimette tutto in gioco con un pallone molto tagliato.

Il Porto mostra la miglior immagine di sé, perfino inedita, la Juventus non indulge a raffinatezze tecniche e leziosismi stilistici e pensa soltanto a dare concretezza agli schemi. La vecchia guardia, da Tardelli a Gentile (partita superlativa, la sua), da Cabrini a Brio e Bonini, si rimbocca le maniche ed estrae la scimitarra dal fodero. I fendenti della difesa tengono a distanza il pericoloso Frasco, il cannoniere Gomes, ex scarpa d’oro, ed il vitale Vermelhinho.

L’umiltà e la determinazione della Juventus hanno il sopravvento. Dall’esperienza di Atene trae utilissimi insegnamenti. Platini si sacrifica in un gioco oscuro ma utile e tiene impegnato Pacheco che lo marca da vicino, alla faccia della zona. Boniek cresce con il trascorrere dei minuti e diventa per il Porto una mina vagante. Il pubblico è rapito da quel gioco senza pause, senza risparmi di risorse fisiche e mentali.

Quattro minuti prima che i giocatori imbocchino il boccaporto che conduce negli spogliatoi per la sosta, la dama in bianco e nero passa di nuovo in vantaggio. L’iniziativa a percussione è del polacco Boniek. Zibi è attorniato da tre avversari, compreso il portiere Zé Beto, e la sua straordinaria potenza muscolare gli permette di sfondare quel muro. Lo stadio ha un sussulto. Ma non è fatta. Manca ancora un tempo da consumare.

Il tema non cambia, nella ripresa: il Porto non si rassegna, attacca con manovre ad ampio respiro e porta le offensive per linee esterne. Il cuore della “Signora” è robusto, la vecchia guardia si esalta, Gentile diventa il protagonista di una difesa insuperabile. La partita a scacchi tra Antonio Morais e Giovanni Trapattoni è vinta dal tecnico lombardo, Vignola e Boniek sono gli alfieri che danno “matto” al Porto. La Juventus conquista la seconda coppa internazionale, aspetta quella dei Campioni, al cui assalto si dedicherà a partire dal settembre successivo.

Negli spogliatoi c’è l’aroma inebriante della felicità. Soltanto per Boniek e Gentile l’aria è di smobilitazione. L’Avvocato ha parole di elogio per il polacco, ma con una eloquente riserva: «È stato molto bravo, ma un giocatore non si deve giudicare per una sola partita. Del futuro non mi piace parlare».

Trapattoni sospira: «Atene è vendicata ed i tifosi che quella volta rimasero delusi possono rifarsi oggi».

Boniperti esulta, madido di tensione, sudore e spumante. Aveva promesso di restare legato 90 minuti alla sedia della tribuna d’onore. Non ha resistito ed ha aspettato il termine delle operazioni nel chiuso dello spogliatoio. Sofferenza o scaramanzia? Un dilemma al quale il presidente non saprà mai dare una risposta. Nemmeno per se stesso.

 

 

 

 

Ricordo ancora oggi la tensione che mi accompagnava, l’incredulità nel vedere Paolo Rossi che nel finale di partita si mangiava gol praticamente già fatti.

E tutte quelle bandiere bianconere che sventolavano: sembrava che fossimo un “corpo unico”, sugli spalti ed a casa, il Popolo Juventino!

Alla fine, che goduria!

Scirea.jpg.44eebb543f8fb22a25ab97a39d3f9fd2.jpg

 

 

 

E voi? Qualcuno ha dei ricordi che vuole condividere?

Grazie anticipatamente a chi vorrà partecipare

 

Un caro saluto

 

(*): quante cose sono cambiate; ricordi personali e fatti accaduti:

nel 1984 la Apple metteva in commercio il primo PC della serie Macintosh

Veniva inventato il videogioco Tetris

Presidente della Repubblica era ancora Sandro Pertini, al Governo Bettino Craxi.

Moriva Luigi Berlinguer

Negli Stati Uniti il Presidente è Ronald Reagan

Strage del Rapido 904

Carlo Rubbia vince il Nobel per la fisica

Esce C’era una volta in America, capolavoro di Sergio Leone

Esce Non ci resta che piangere, con Benigni e Troisi

Springsteen pubblica Born in the USA

Prince pubblica Purple Rain

De André pubblica Creuza de mä

A Sanremo vincono Al Bano e Romina con “Ci sarà”

Le Olimpiadi si svolgono a Los Angeles, con la consacrazione del “figlio del vento” Carl Lewis; quelle invernali a Sarajevo (la guerra in Bosnia -Erzegovina era ancora lontana)

La Roma perde in casa la finale di Coppa dei Campioni (chi c’era, non può aver dimenticato Bruce Grobbelaar!)

Moser vince il Giro d’Italia, Fignon il Tour de France

Niki Lauda su McLaren vince mondiale Formula 1

L’auto più venduta in Italia è la Fita Uno

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Me la ricordo bene,gol di Vignola e Boniek 😊una coppa che a me piaceva e che non mi dispiacerebbe se ritornasse 🙂

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Mi ricordo che la juventus domino' la partita e vinse 3 a 1 .....quella juventus era nettamente la squadra piu' forte del mondo......mi ricordo che pochi giorni dopo la sconfitta di atene dissi a un mio amico cartonato che rideva, siamo nettamente i piu' forti, l'anno prossimo vinceremo la coppa coppe, tra due anni la coppa campioni e l'intercontinentale, primi in europa a vincere tutte le coppe e con lo stesso allenatore. E cosi' fu. Platini in quei 3 anni era piu' forte di maradona.

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Adesso, Omar Bianconero ha scritto:

Siamo l unico Club che è riuscito a vincere tutte le competizioni.. Forza Juveee!!! 

credo che anche ol barcellona e il bayer..ma noi siamo stati sicuramente i primi.

P.s.: ma perchè abolire la coppa coppe....bho !

 

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Ricordo indelebile da bambino che ero ... fu il primo trofeo internazionale che ricordo (ero troppo piccolo per la prima coppa uefa in assoluto). Dopo la delusione di Atene ci voleva.

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3 minuti fa, fightclub77 ha scritto:

credo che anche ol barcellona e il bayer..ma noi siamo stati sicuramente i primi.

P.s.: ma perchè abolire la coppa coppe....bho !

 

Dicono che non facesse piu audience... tre coppe erano troppe. Oggi siamo di nuovo a 3 coppe di cui l'ultima (la conference) è davvero il trofeo che non vorrei mai vincere.

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Adesso, Maxxo74 ha scritto:

Dicono che non facesse piu audience... tre coppe erano troppe. Oggi siamo di nuovo a 3 coppe di cui l'ultima (la conference) è davvero il trofeo che non vorrei mai vincere.

infatt introdurre quella ciofeca con chi si qualifica al 150posto in campionato..chi vice la coppa nazionale secondo me meriterebbe una competizione tutta sua..in questo modo anche giocarla la coppa nazionale avrebeb più senso

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uno dei più bei ricordi avevo 14 anni e dovevo andarci con mio padre a basilea ma per un impegno di lavoro dovetti cedere i i biglietti...

una delle juve più belle e più forti di tutti i tempi..dopo la cocente delusione di atene dell'anno prima questa coppa fu una bella consolazione 

e una gioia indescrivibile 

  • Grazie 1

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4 minuti fa, fightclub77 ha scritto:

infatt introdurre quella ciofeca con chi si qualifica al 150posto in campionato..chi vice la coppa nazionale secondo me meriterebbe una competizione tutta sua..in questo modo anche giocarla la coppa nazionale avrebeb più senso

Il problema è che con l'attuale formula della CL che qualifica le prime 4 (quest'anno addiritura le prime 5) in coppa coppe finirebbe per andare non la vincitrice del trofeo nazionale (che quasi sempre arriva tra le prime 4) e neppure la finalista perdente (che spesso anche lei arriva tra le prime 4) ma una delle semifinaliste riducendo il trofeo ad una sorta di conference league.

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al di là delle riflessioni sul tempo che passa e che siamo oltre i 50, quella Juve è, credo, inarrivabile

squadra che dominava ovunque, ok la macchia di Atene, ma fece tre finali europee consecutive (vincendone due), più l'intercontinentale e la supercoppa

in quegli anni era la squadra più forte del mondo

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33 minuti fa, Sugarleonard ha scritto:

Mi ricordo che la juventus domino' la partita e vinse 3 a 1 .....quella juventus era nettamente la squadra piu' forte del mondo......mi ricordo che pochi giorni dopo la sconfitta di atene dissi a un mio amico cartonato che rideva, siamo nettamente i piu' forti, l'anno prossimo vinceremo la coppa coppe, tra due anni la coppa campioni e l'intercontinentale, primi in europa a vincere tutte le coppe e con lo stesso allenatore. E cosi' fu. Platini in quei 3 anni era piu' forte di maradona.

2 a 1 🙂

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40 minuti fa, fightclub77 ha scritto:

credo che anche ol barcellona e il bayer..ma noi siamo stati sicuramente i primi.

P.s.: ma perchè abolire la coppa coppe....bho !

 

Anche Bayern e Ajax....Barcellona se si considera la Coppa delle Ferie l'antenata della coppa UEFA(tempo fa mi sembra di aver letto che però questa Coppa non rientri nelle statistiche Uefa mentre per le statistiche Fifa si),Chelsea e Manchester United se si considera l'Europa League come proseguimento della Coppa UEFA.

Poi se vogliamo essere proprio precisi,noi abbiamo vinto anche l'Intertoto😃

  • Grazie 1

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Un'emozione grandissima, arrivata dopo una semifinale pazzesca col Manchester Utd, (tra l'altro mia prima partita al Comunale...E chi se la scorda)

  • Grazie 1

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Condivido il mio ricordo che ho nel cuore di quella sera in cui la nostra Juve vinse la finale di Coppa belle Coppe, avevo 9 anni@@ mi trovavo in casa della mia nonna materna mio zio mi portò a festeggiare con i suoi amici in giro per la città e ricordo che ci fermò la polizia .relax

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Non ce la faccio... Troppi ricordi... Stadio di Basilea strapieno di bandiere bianconere... Boniek... Vignola... Gol... e la coppa alzata al cielo... 

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Avevo 6 anni e non ricordo niente della finale,mi viene in mente un mio vicino di casa,tifossimo della Juve,che parlava di una partita che dovevamo assolutamente vincere.

Ieri sera giustamente abbiamo festeggiato la Coppa Italia,però le vittorie in Europa hanno un altro fascino,c'è poco da dire.

Dalle immagini noto che Basilea fu invasa dai tifosi bianconeri,ma c'erano i tifosi del Porto?

Poi è vero che la delusione di Atene fu tanta,ma senza quella sconfitta non avremo mai vinto la Coppa delle Coppe e non saremo stati la prima Società a vincere tutti i trofei europei,cosa che i Bauscia di Milano non potranno mai fare perché la Coppa Coppe non esiste più...anzi,forse l'hanno abolita proprio per questo motivo.

 

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2 ore fa, fightclub77 ha scritto:

credo che anche ol barcellona e il bayer..ma noi siamo stati sicuramente i primi.

P.s.: ma perchè abolire la coppa coppe....bho !

 

E chi ci andrebbe a giocare in coppa delle coppe scusa? 
ad esempio la Juve il prossimo anno non ci andrebbe perché farebbe la Champions. 
come quasi tutte le vincitrici delle coppe nazionali 

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