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0oo-rooze

(CorSera) "Chi è Cristiano Giuntoli"

Post in rilievo

Sono anni che il suo lavoro viene apprezzato per la capacità di tenere i conti in ordine, di comprare bene e vendere ancora meglio. Ma chi è Cristiano Giuntoli, il direttore tecnico della Juventus, capace di far saltare tutti i nervi ad Allegri? Lui è tanto altro e molto di più.
Nel bene e anche nel male. Ché se è vero che Max lo manda via platealmente (e in maniera sguaiata) dal campo dopo la vittoria della Coppa Italia, lo è altrettanto il fatto che l'applauso a mani alte di Cris, rivolte al «suo» allenatore, davanti a decine di telecamere, è la più plateale delle provocazioni. Fra toscani, nessuno la fa passar liscia all'altro, ma c'è chi regge la pressione e chi no. E, allora, dopo aver sopportato il «divieto»  di farsi vedere alla Continassa durante gli allenamenti, ha aspettato il nemico al varco. E gli ha scritto l'epitaffio. Ha portato a termine la missione. Senza mai dire una parola: maestrìa.
È stato zitto per mesi, ha (fintamente) accettato di essere estromesso da riunioni e allenamenti, ha lavorato per il mercato in solitudine e quando Allegri ha scoperto la cena con Galliani, per il portiere del Monza Di Gregorio, lui ha abbozzato. Lo hanno fatto entrambi, per la verità. Non c'è stato dialogo ma guerra fredda.  Giuntoli ha incontrato Thiago Motta, prossimo allenatore della Juventus, nessuno scrupolo. Dal suo punto di vista ha fatto il suo lavoro, d'intesa con la società.
Giuntoli è un re che sa stare con e senza scettro, i momenti bui li ha vissuti in prima persona, ha sempre avuto l'abilità di star fermo quando il mare è in tempesta. Barra dritta: non è che negli otto anni di Napoli siano stati tutti rose e fiori, anzi. Da pupillo di De Laurentiis, al quale strappa un contratto lungo e milionario, ha trascorso gli ultimi mesi (nell'anno dello scudetto) senza parlargli. Non si rivolgevano la parola, e ai tempi di Gattuso in panchina la frizione toccò punte altissime: fu Giuntoli a caldeggiare l'approdo a Napoli dell'ex Milan, Aurelio De Laurentiis aveva altre idee. Il tecnico calabrese non si qualificò per la Champions League, ma ebbe il merito comunque di portare a casa la Coppa Italia. Cristiano sorrideva, beffardo.
Da dove arriva Giuntoli? La sua storia  è interessante per capire come si diventa bravi in questo mestiere, perchè lo è e sa di esserlo. Nel suo lavoro è maniacale: controlla tutto, dall’erba del campo all’alimentazione dei giocatori, fino agli alberghi per i ritiri («Lì non puoi risparmiare, i giocatori devono stare bene ed essere contenti» è la sua teoria). Soprattutto sviluppa un sistema di – come lo chiama lui – lavoro e sacrificio, dove niente è lasciato al caso. È completamente dedito alla causa, gira per i campi, osserva i giocatori, li studia, intreccia relazioni con tutti. Senza grandi risorse lavora sulla ricerca: «Io prendo ragazzi gratis dai dilettanti, ho tre collaboratori e tanti amici che mi fanno segnalazioni, poi c’è il computer per lo scouting, ma l’ultima parola resta la mia». Tutto quello che deve fare un ds – collaboratori, scouting, intuito, relazioni – con Giuntoli funziona e il Carpi, la sua prima squadra vera, sale di categoria in categoria, fino ad arrivare in serie A con qualche impiegato e uno stadio da 3000 posti: e lui è il mago del mercato, l’uomo che ha fatto le nozze coi fichi secchi creando una squadra competitiva con due spicci.
La grande opportunità è appunto il Napoli, grazie al forte legame che ha con Maurizio Sarri (dal quale poi verrà sovrastato), nel club partenopeo entra in punta di piedi, quando va via lo fa da primo attore. Nello spogliatoio ha urlato, ha confortato, ha sbattuto porte: mai nessuno (o quasi) ha saputo nulla. Freddo e ostinato: una corazza che indossa per nascondere fragilità e anche grandi sensibilità. Soffre e non lo dà a vedere, gioisce e nasconde gli occhi. Pensa, trama e colpisce. Cade quasi sempre in piedi perchè formalmente è inattaccabile. Mister bugia, viene chiamato. Quando trattava Osimhen, ed erano le fasi finali, diceva di essere in barca in mezzo al mare. In vacanza. «Sono a Genova con la famiglia», mentre sta facendo firmare il contratto a Kvara. Non guarda in faccia agli amici, depistare sempre... fino alla fine (è nel suo dna). Mai fidarsi. Appare in mondovisione in seconda fila al teatro Ariston al festival di Sanremo a febbraio scorso, mentre la squadra è in ritiro per la sfida con l'Udinese. Nessuno sa nulla, lui è in tv. Lui può.
Il primo mercato di Giuntoli passa sotto traccia, tanto che si parla quasi più dei suoi modi decisi poco adatti a un ds di una grande squadra che non del mercato. In ritiro, ad esempio viene alle mani con De Guzman, è lo stesso giocatore olandese a raccontare: «Ero nello spogliatoio e mi disse: “ehi, pezzo di m…, vieni qui. Tu te ne andrai, l’hai promesso”. E io: “Non ho promesso niente”. E all’improvviso mi ha colpito in faccia».
Come Allegri, in fondo. È passato molto tempo da allora, Giuntoli ha avuto la capacità anche di smussare aspetti caratteriali poco adatti a un grande manager. Qualche scivolone pubblico c'è stato: «Le fidanzate sono come i calciatori, solo quando te le metti in casa vedi quanto valgono: se lavano o stirano» disse alle Iene, salvo poi scusarsi («ho fatto un esempio infelice»). Intelligente e furbo, composto oggi. Ha una compagna, Elena Rossi, suo punto di riferimento. Imprenditrice che ama il calcio, hanno avuto un figlio, Alessandro che oggi ha 2 anni. L'unico che scioglie l'uomo di ghiaccio.
Da manager scudettato va in campo al Maradona per la festa e dice: «Fidatevi di De Laurentiis, è lui l'artefice di questo capolavoro». Non lo pensa fino in fondo, ma la valigia è già pronta per Torino, la squadra del cuore. Altro giro, altra corsa, altra mission: convincere Allegri (che voleva Giovanni Manna al suo posto che adesso va al Napoli) o farlo fuori. Max ci ha messo tutto il suo, Cris ha saputo aspettarlo sulla riva del fiume. La sfuriata post Coppa gli è costata la panchina, con un po' di anticipo. Un assist prezioso. 
Cambia l'asset manageriale adesso alla Juventus e Giuntoli si rafforza, il primo ad arrivare sarà il suo storico vice, il fedelissimo Giuseppe Pompilio, contratto in scadenza col Napoli (ma di fatto già esautorato da De Laurentiis). Anche lui ha dovuto aspettare: zitto, fermo e senza lavorare per una stagione. Giovanni Manna sarà a Napoli già dalla settimana prossima, Giuntoli è convinto: «È forte, farà bene». Forte, appunto, prima di bravo.

(Monica Scozzafava)
 

 

Non resta che metterlo alla prova.

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12 minuti fa, 0oo-rooze ha scritto:

allora, dopo aver sopportato il «divieto»  di farsi vedere alla Continassa durante gli allenamenti, ha aspettato il nemico al varco. E gli ha scritto l'epitaffio.

Se tutto questo è vero Allegri ormai era in delirio di onnipotenza 😬 comunque per fare il dirigente ad alti livelli nel calcio ci vuole pelo nello stomaco alto e fitto come la moquette 😅 cosa che a quanto pare Giuntoli possiede 🙂

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Cose risapute … grazie ad Agnelli , Allegri credeva di essere il padrone della Juve e al suo addio credeva di averne ereditato i poteri , ma ha trovato Giuntoli che è uno mi sa più testardo e permaloso di lui 

non mi sorprenderebbe vederlo con Manna al Napoli a questo punto 

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Dai si è capito da subito che la convivenza sarebbe stata difficile, Giuntoli è sempre stato in panchina durante le partite e con Allegri sta cosa non è mai successa. Però mi chiedo questo anno di convivenza forzata a cosa sia servito.

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Vabbé, è ora di girar pagina, ora Allegri non è più il nostro allenatore, quindi si può anche smettere di fare le barricate tra allegristi e non. C'è la Juve e c'è Giuntoli, speriamo che le cose vadano migliorando.

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A me piacciono le persone che sono ossessionate dal loro lavoro, quelle che lavorano come dei pazzi perchè ci trovano gusto a farlo

Invece non apprezzo le persone che vedono il lavoro come una scocciatura a cui si è obbligati per portare a casa lo stipendio

 

Ovviamente parlo solo a livello lavorativo. Spero che Giuntoli appartenga davvero alla prima categoria

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3 minuti fa, gigi superman buffon ha scritto:

Dai si è capito da subito che la convivenza sarebbe stata difficile, Giuntoli è sempre stato in panchina durante le partite e con Allegri sta cosa non è mai successa. Però mi chiedo questo anno di convivenza forzata a cosa sia servito.

a farci sembrare l'inter di Pellegrini e Moratti all inizio. 

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9 minuti fa, zoff70 ha scritto:

Se tutto questo è vero Allegri ormai era in delirio di onnipotenza 😬 comunque per fare il dirigente ad alti livelli nel calcio ci vuole pelo nello stomaco alto e fitto come la moquette 😅 cosa che a quanto pare Giuntoli possiede 🙂

Se tutto questo è vero comincio a dubitare delle sue capacità...

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Adesso, RogerWaters ha scritto:

Se tutto questo è vero comincio a dubitare delle sue capacità...

Mah vedremo, è chiaro che adesso lui ci sta mettendo la faccia, adesso è davvero la sua Juventus, onori ed oneri 🙂

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Allegri si sentiva il dio sceso in terra . Addirittura vietare l’ingresso agli allenamenti. Non ho parole solo un sentito ringraziamento verso Giuntoli .

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Si, di questo Giuntoli ne sto sentendo e leggendo di cotte e di crude fin dall'anno scorso. 

Il Messia, il top, il re dei DS, l'uomo di ghiaccio...lo stanno gonfiando a dismisura.

Mi sembra che in questa narrazione ci siano un sacco di *, la parte più vicina alla realtà sono le prime 3 righe. E per quello lo hanno chiamato alla Juve, tutto da vedere se riuscirà ad andare oltre.

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Allegri ha tramato fin dal giorno zero per minarne l’arrivo, per metterci chi voleva lui o comunque qualcuno che non mettesse in dubbio il suo delirio di onnipotenza.

 

Giuntoli in tutta risposta lo ha coglionato per un anno ed ha atteso che si facesse fuori da solo.

 

Avanti tutta, ora sotto con i movimenti nell’organico .juve

 

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Se è vera la guerra tra Allergi e Giuntoli a breve scopriremo tante cose nuove sulla gestione dei calciatori.

Ad esempio Djalò non ha mai visto il campo perchè ancora convalescente o perchè Allegri doveva dimostrare qualcosa a Giuntoli?

 

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Caro Cristiano, 

 

prima di tutto GRAZIE per aver osato l'"impossibile".

Secondo molti lo hai fatto in modo "machiavellico", tramando dietro le quinte, seducendo e abbandonando quel bijou del nostro Mister.

Ai miei occhi, ci hai liberato da un Allenatore  che praticava un calcio antico ed inefficace e che si credeva (e glielo hanno fatto credere) onnipotente.

 

Solo una preghiera quanto al MERCATO..

Mi raccomando, non cedere i nostri giovani talenti.

E, in subordine, non andare sui soliti melliflui GREGARI, parametri zero ultratrentenni inutilmente costosi.

Sui Felipe Anderson (!) o sui Berardi (!) tanto per capirci.

 

Aiutaci ad emanciparci, una volta per tutte, dalla retorica dei "giocatori pronti", della "difesa è la cosa più importante", dei 532 in casa contro Strefezza (!) e Luvumbo (!).

 

Mi raccomando e in bocca al lupo per il futuro .ok

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