Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Vs News

Calvo: "C'è bisogno di ridurre il numero di squadre in A e di un nuovo format, lo stato non ci aiuta"

Post in rilievo

Sono le solite cose che si leggono da quasi 15 anni, tutte giuste ma che si rivelano irrealizzabili per i troppi interessi particolari in gioco e che a troppa gente non cala di rimuovere.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Sarebbe sperabile che lo Stato,qualora avesse i soldi,aiutasse altre situazioni quali ad esempio la sanità,l'istruzione e il welfare.

Di fare calcio non l'ha ordinato il medico e non è un bene primario... iniziate a tagliare costi e privilegi magari prendendo esempio da chi ieri sera ha dato una lezione a tutti di come è possibile fare calcio in modo sano

  • Mi Piace 2

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
15 ore fa, Gion Gis Kann ha scritto:

si ma mettetevi d'accordo...

se lo stato vi aiuta gli rinfacciate che volete autonomia...se non vi calcola...volete aiuto...dai...

Ma infatti lo stato non deve aiutare un bel niente, se la devono cavare da soli come qualsiasi azienda privata deve fare.

Se non riescono a ridurre il numero di squadre è solo perché vivono di lotte intestine.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

L’unica cosa di cui si preoccupa lo stato, anzi i governi di qualunque colore, è affossare il più possibile il calcio italiano inteso come giovani italiani che vorrebbero esplodere nel professionismo per aprire le braccia a qualsiasi pippa purché straniero (almeno una volta veniva gente valida, se non top players).

a proposito ringrazio chi ha fatto il decreto crescita e chi usa in modo del tutto improprio la legge bosman per giustificare questo schifo, ma non importa tanto che ci vuole a taroccare un passaporto trovando uomini di Neandertal italiani nell’albero genealogico di qualche scarpone sudamericano 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Basterebbe fare una legge che obbliga tutte le società ad essere in pareggio. I calciatori giocherebbero anche per la metà di quello che prendono adesso 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
5 ore fa, krom ha scritto:

Sono 15 anni che vogliono portare la A a 18 squadre… purtroppo si decide a maggioranza e le medio piccole non vogliono

Esatto quindi ha poco senso chiederlo e parlarne. I soldi della Serie A per una medio piccola sono quelli che la fanno andare avanti

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
17 ore fa, yore ha scritto:

Oppure potrebbe dire:

Sapete che c'è? Visto che noi investiamo milioni e milioni nel mercato italiano tenendo a galla tutto il baraccone da oggi compriamo solo all'estero se non smettete di derubarci e non ascoltare le nostre richieste.

E poi avrai uno squadra tutta di stranieri, senza anima, di cui i giocatori più affezionati finito l'anno possono andare a giocare dall'avversaria e fare balletti. Pensa gli altri.

Che schifo

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
19 ore fa, Vs News ha scritto:

Francesco Calvo, Managing Director Revenue & Football Developmen della Juventus, è intervenuto alla Commissione Cultura e Istruzione del Senato: "Per noi è imprenscindibile un cambio di format dei campionati con una riduzione delle squadre professionistiche potrebbe, combinata con una riforma sui contratti dei calciatori introducendo più flessibilità, far rivedere il concetto stesso di mutualità che quello che sostiene tutte le categorie inferiori. Negli ultimi 6 anni la Juventus ha investito in Serie B e Lega Pro, tramite l’acquisto dei calciatori e premi di valorizzazione, quasi 500 milioni di euro. Stessa proporzione per gli altri club della massima serie. La crisi calcio italiano parte da lontano. Nel 2003, la Juve fatturava come tutte le più importanti società d’Europa. Intorno ai 230-250 milioni di euro. A 20 anni di distanza, siamo riusciti a doppiare questa cifra, ma le nostri rivali internazionali lo hanno quadruplicato. Il problema principale è che le norme italiane pensano siano solo un gioco e non un industria. La Juventus fa parte di un sistema che investe in settori di sviluppo che non hanno altri sostegni come quello giovanile e femminile. Nel comitato di controllo della FIFA i club non hanno alcuna rappresentanza, mentre in quello della UEFA sono solo tre. I club sono gli unici ad assumersi il rischio di impresa. Per esempio, nell’anno dei mondiali i club avranno a disposizione i calciatori solo per il 75%, tempo di riposo incluso.

Per il 25% non saranno a disposizione dei club senza avere un incentivo economico. Crisi del calcio dopo la pandemia? Alla luce di un sistema economico del paese che fatica, a una mancanza di concorrenza nel settore televisivo, senza dimenticare il tema infrastrutturale, immaginare una crescita del calcio italiano per i livelli più alti è difficile. L’eliminazione del Decreto Crescita e divieto sponsorizzazione delle aziende di betting sono decisioni prese al di fuori dal sistema calcio ma che pesano esclusivamente su di esso. Basti pensare come, nonostante l’aggiornamento del decreto sullo sport professionistico, qualora la Juventus volesse organizzare un concerto all’interno del proprio stadio o sfruttare economicamente l’istallazione dei pannelli solari, non potrebbe farlo. L’inizio crisi del calcio è partita dal 1995 con la legge Bosman che ha portato a un enorme squilibrio nel rapporto fra club e calciatori con un incremento esponenziale dei costi. Ci sentiamo penalizzati. La Legge Melandri sui diritti televisivi, che ha di fatto portato all’interruzione della crescita del calcio italiano e questo non è un caso. I diritti tv si sono fermati al 2009. La Serie A sostiene tutto il sistema. Il calcio italiano non è sostenibile e si rende necessario un intervento per renderlo economicamente sostenibile e stabilizzarlo", queste le parole di Calvo riprese da Calcio & Finanza.

Tutto giusto.

 

Tutte cose AA diceva in continuazione.

 

Ma l'Italia è un paese così ... un paese di poltronari... e la serie A solo un insieme di boss/bulletti da quartiere... che pensano a sè stessi e stop

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
3 ore fa, Gianlu263 ha scritto:

E poi avrai uno squadra tutta di stranieri, senza anima, di cui i giocatori più affezionati finito l'anno possono andare a giocare dall'avversaria e fare balletti. Pensa gli altri.

Che schifo

Non mi risulta che dalle squadre italiane acquistiamo solo giocatori italiani...anzi....se poi quelli italiani sono i bernardeschi o i locatelli a 40 bombe cad. Io passerei senza pensarci 2 volte.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
7 minuti fa, yore ha scritto:

Non mi risulta che dalle squadre italiane acquistiamo solo giocatori italiani...anzi....se poi quelli italiani sono i bernardeschi o i locatelli a 40 bombe cad. Io passerei senza pensarci 2 volte.

E grazie al cavolo, gli scarsi sono scarsi, quelli che siano italiani o stranieri cambia nulla.

Se vuoi una Juventus con un'anima devi avere giocatori italiani, giocatori stranieri che hanno già giocato in Italia e una piccola parte di giocatori forti/molto forti che viene da fuori.

Fare una squadra solo con quest'ultimi porterebbe a disastro assicurato

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
21 ore fa, yore ha scritto:

Detto da chi poi definisce un furto con scasso "acqua passata" lascia il tempo che trova....specie a chi è diretto il messaggio.

Esatto 

puo tranquillamente evitare sti discorsi e starsene appecorato 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
3 ore fa, jimmyw ha scritto:
22 ore fa, Vs News ha scritto:

Francesco Calvo, Managing Director Revenue & Football Developmen della Juventus, è intervenuto alla Commissione Cultura e Istruzione del Senato: "Per noi è imprenscindibile un cambio di format dei campionati con una riduzione delle squadre professionistiche potrebbe, combinata con una riforma sui contratti dei calciatori introducendo più flessibilità, far rivedere il concetto stesso di mutualità che quello che sostiene tutte le categorie inferiori. Negli ultimi 6 anni la Juventus ha investito in Serie B e Lega Pro, tramite l’acquisto dei calciatori e premi di valorizzazione, quasi 500 milioni di euro. Stessa proporzione per gli altri club della massima serie. La crisi calcio italiano parte da lontano. Nel 2003, la Juve fatturava come tutte le più importanti società d’Europa. Intorno ai 230-250 milioni di euro. A 20 anni di distanza, siamo riusciti a doppiare questa cifra, ma le nostri rivali internazionali lo hanno quadruplicato. Il problema principale è che le norme italiane pensano siano solo un gioco e non un industria. La Juventus fa parte di un sistema che investe in settori di sviluppo che non hanno altri sostegni come quello giovanile e femminile. Nel comitato di controllo della FIFA i club non hanno alcuna rappresentanza, mentre in quello della UEFA sono solo tre. I club sono gli unici ad assumersi il rischio di impresa. Per esempio, nell’anno dei mondiali i club avranno a disposizione i calciatori solo per il 75%, tempo di riposo incluso.

Per il 25% non saranno a disposizione dei club senza avere un incentivo economico. Crisi del calcio dopo la pandemia? Alla luce di un sistema economico del paese che fatica, a una mancanza di concorrenza nel settore televisivo, senza dimenticare il tema infrastrutturale, immaginare una crescita del calcio italiano per i livelli più alti è difficile. L’eliminazione del Decreto Crescita e divieto sponsorizzazione delle aziende di betting sono decisioni prese al di fuori dal sistema calcio ma che pesano esclusivamente su di esso. Basti pensare come, nonostante l’aggiornamento del decreto sullo sport professionistico, qualora la Juventus volesse organizzare un concerto all’interno del proprio stadio o sfruttare economicamente l’istallazione dei pannelli solari, non potrebbe farlo. L’inizio crisi del calcio è partita dal 1995 con la legge Bosman che ha portato a un enorme squilibrio nel rapporto fra club e calciatori con un incremento esponenziale dei costi. Ci sentiamo penalizzati. La Legge Melandri sui diritti televisivi, che ha di fatto portato all’interruzione della crescita del calcio italiano e questo non è un caso. I diritti tv si sono fermati al 2009. La Serie A sostiene tutto il sistema. Il calcio italiano non è sostenibile e si rende necessario un intervento per renderlo economicamente sostenibile e stabilizzarlo", queste le parole di Calvo riprese da Calcio & Finanza.

Tutto giusto.

 

Tutte cose AA diceva in continuazione.

 

Ma l'Italia è un paese così ... un paese di poltronari... e la serie A solo un insieme di boss/bulletti da quartiere... che pensano a sè stessi e stop

E infatti AA ha dissanguato la Juve pagando 30 milioni all'anno a Ronaldo + oneri riflessi e ora ce la prendiamo con lo stato?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
4 ore fa, Juvemiamor ha scritto:

E infatti AA ha dissanguato la Juve pagando 30 milioni all'anno a Ronaldo + oneri riflessi e ora ce la prendiamo con lo stato?

Cosa c'entra? .asd

 

Rileggi bene le parole di Calvo va

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.