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Leevancleef

39 anni con i nostri 39 angeli! Heysel: 29 maggio 1985, 29 maggio 2024

Post in rilievo

Quella coppa fu per loro

È per loro 

E chi la rinnega non rende onore a quelle povere persone 

È quello che avrebbero voluto che sognavano in quel maledetto giorno

 

11 ore fa, Anastasi65 ha scritto:

No. Non ero nel Settore Z. Ero in tribuna centrale. Ma vedevo chiaramente il settore Z nel campo visivo alla mia destra. amici di famiglia che avevano delle attività industriali a Bruxelles mi regalarono il biglietto di tribuna. A distanza di 39 anni ,ancora oggi , a volte, ho incubi che mi riportano a quella sera. E personalmente non concordo con chiunque sostenga che quella coppa fosse da restituire o non ritirare. Quella coppa è un monumento al ricordo perenne di ciò che è stato e non dovrà mai più ripetersi.

Ti stimo per quel po che può valere

  • Grazie 2

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Ho visitato il luogo della tragedia (uno stadio fatiscente che non poteva ospitare una finale di Champions) solo pochi mesi dopo  la mattanza. Ho pianto come un bimbo...

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Ho un solo ricordo di quella sera che mi è rimasto impresso: mia madre che mi racconta la notizia avendola sentita al tg. Ma ero piccolo e non compresi la reale portata dell'accaduto.

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1 ora fa, robertotn ha scritto:

Ho visitato il luogo della tragedia (uno stadio fatiscente che non poteva ospitare una finale di Champions) solo pochi mesi dopo  la mattanza. Ho pianto come un bimbo...

Io sono stato al Re Baldovino pochi anni fa e mi ha addolorato molto vedere solo una misera targa a ricordo della strage

  • Mi Piace 1

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io ero col mio babbo alla tv... finita la partita andammo a letto in silenzio ☹️

Il giorno dopo, su una parete vicino a casa mia :

"39 GOBBI IN MENO !"

Se l'odio esiste, io in quel momento l'ho provato, forte... 😡

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1 ora fa, marianox ha scritto:

Giornata pesante oggi. Come tutti gli anni. 

Alle 18.00 di ogni 29 Maggio mi prende un' ansia opprimente, la sensazione di vedere quel muro cadere al rallentatore per tutto il giorno a quest'ora diventa insopportabile.

Quest' anno vorrei rendere onore a Giuseppina Conti e Roberto Lorentini partiti come me da Arezzo sognando di vincere la maledetta, tutti e tre in Z ,loro non sono tornati, io si.

Giuseppina era liceale come me , più grande di un paio d' anni , brillante , intelligente, studiosa e Roberto  si è distinto perdendo la vita per fare quello che sognava,aiutare le persone, era medico e tornò indietro dopo essere uscito dalla calca per cercare di salvare il piccolo Andrea Casula , li trovarono insieme,un atto eroico che da solo definisce la grandezza dell' uomo.

Io ero un ragazzo difficile, avevo solo voglia di giocare a pallone e mi impegnavo solo in quello, nel resto ero un egoista fancazzista che faceva dannare i suoi per ogni cosa. Il perché il destino abbia voluto togliere al mondo due persone di quel valore e salvare me mi è tutt' ora ignoto.

Il giorno più difficile della mia vita non è stato l' Heysel da cui sono uscito vivo perché mio padre mi ha salvato la vita,  ma il funerale in Duomo ad  Arezzo, una Chiesa enorme che a me, accucciato dietro una colonna cercando di scomparire, sembrava uno stanzino per quanto mi opprimeva per il senso di colpa di essere sopravvissuto.

I  miei compagni di scuola avrebbero voluto che parlassi ma ho smesso di parlare il 29 Maggio 1985 e ci sono voluti otto lunghi anni perché ricominciassi, l' unico posto in quegli anni in cui mi sia sentito sereno è stato il prato verde del campo di calcio, li eravamo io , l' erba ed il pallone non mi serviva parlare.

Quando sopravvivi ti chiedi spesso perché tu si e gli altri no e mentre cresci ti chiedi se te lo sei meritato .

Ogni volta che penso a Giuseppina e Roberto questa domanda diventa un macigno perché la risposta è sempre la stessa , no.

I fantasmi sono un giudice severo  perché in realtà sei tu che ti stai giudicando e non c'è giudizio più severo del proprio quando vivi nel dispiacere di avere preso il posto di qualcun'altro.

Tutti i caduti dell' Heysel sono compagni di viaggio per chi è uscito da quella curva e fratelli per chi è bianconero e ne onora il ricordo ogni anno, non me ne vogliate se quest' anno ho voluto dedicare il mio pensiero a due di loro che considero da sempre due esempi a cui ispirarmi.

Un abbraccio a tutti coloro che hanno voluto ricordare ed a chi in questi anni si è battuto perché il ricordo rimanesse vivo sempre.

Ringrazio tutti di cuore.

 

 

Anni fa ho letto il libro del giornalista aretino Francesco Caremani sulla tragedia dell'Heysel e ho potuto apprezzare il lavoro fatto da Otello Lorentini e dall'Associazione delle vittime dell'Heysel nel processo contro la UEFA,quello che hanno fatto nel 2005 per organizzare l'amichevole ad Arezzo tra le formazioni Primavera di Juventus e Liverpool con la presenza tra le file bianconere di un giovanissimo Marchisio.

E non devi sentirti in colpa,a quella età siamo stati tutti fancazzisti e nessuno avrebbe meritato di morire in una giornata che doveva essere una festa dello sport.

Un abbraccio Bianconero.

29/05/1985   +39 Rispetto

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  • Grazie 1

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1 ora fa, marianox ha scritto:

Giornata pesante oggi. Come tutti gli anni. 

Alle 18.00 di ogni 29 Maggio mi prende un' ansia opprimente, la sensazione di vedere quel muro cadere al rallentatore per tutto il giorno a quest'ora diventa insopportabile.

Quest' anno vorrei rendere onore a Giuseppina Conti e Roberto Lorentini partiti come me da Arezzo sognando di vincere la maledetta, tutti e tre in Z ,loro non sono tornati, io si.

Giuseppina era liceale come me , più grande di un paio d' anni , brillante , intelligente, studiosa e Roberto  si è distinto perdendo la vita per fare quello che sognava,aiutare le persone, era medico e tornò indietro dopo essere uscito dalla calca per cercare di salvare il piccolo Andrea Casula , li trovarono insieme,un atto eroico che da solo definisce la grandezza dell' uomo.

Io ero un ragazzo difficile, avevo solo voglia di giocare a pallone e mi impegnavo solo in quello, nel resto ero un egoista fancazzista che faceva dannare i suoi per ogni cosa. Il perché il destino abbia voluto togliere al mondo due persone di quel valore e salvare me mi è tutt' ora ignoto.

Il giorno più difficile della mia vita non è stato l' Heysel da cui sono uscito vivo perché mio padre mi ha salvato la vita,  ma il funerale in Duomo ad  Arezzo, una Chiesa enorme che a me, accucciato dietro una colonna cercando di scomparire, sembrava uno stanzino per quanto mi opprimeva per il senso di colpa di essere sopravvissuto.

I  miei compagni di scuola avrebbero voluto che parlassi ma ho smesso di parlare il 29 Maggio 1985 e ci sono voluti otto lunghi anni perché ricominciassi, l' unico posto in quegli anni in cui mi sia sentito sereno è stato il prato verde del campo di calcio, li eravamo io , l' erba ed il pallone non mi serviva parlare.

Quando sopravvivi ti chiedi spesso perché tu si e gli altri no e mentre cresci ti chiedi se te lo sei meritato .

Ogni volta che penso a Giuseppina e Roberto questa domanda diventa un macigno perché la risposta è sempre la stessa , no.

I fantasmi sono un giudice severo  perché in realtà sei tu che ti stai giudicando e non c'è giudizio più severo del proprio quando vivi nel dispiacere di avere preso il posto di qualcun'altro.

Tutti i caduti dell' Heysel sono compagni di viaggio per chi è uscito da quella curva e fratelli per chi è bianconero e ne onora il ricordo ogni anno, non me ne vogliate se quest' anno ho voluto dedicare il mio pensiero a due di loro che considero da sempre due esempi a cui ispirarmi.

Un abbraccio a tutti coloro che hanno voluto ricordare ed a chi in questi anni si è battuto perché il ricordo rimanesse vivo sempre.

Ringrazio tutti di cuore.

 

 

Grazie per la tua testimonianza fratello.

Un abbraccio a te e ai 39 angeli che ci proteggono da lassù.

 

+39

  • Grazie 1

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Ero al quinto anno..

Insieme a dei compagni juventini ci era balenata l'idea di andare a Bruxelles.

Se l'idea si fosse concretizzata, probabilmente sarei finito in quella curva, dato che lì finivano gli juventini che non partivano con viaggi organizzati...

 

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