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Blackwhite heart

Peruzzi e l'importanza spesso dimenticata di chi non gioca

Post in rilievo

Spesso ci si scorda che le "riserve" servono spesso anche da uomo spogliatoio e possono essere devastanti o invece una colla di unione.
Tra chi crea gruppi contro perchè non gioca, chi s allena con superficialità, chi fa il depresso e chi invece si allena con più grinta per entrare, chi fa gruppo, chi è sempre pronto può esserci la differenza tra una stagione vincente e un gran casino.
La magia degli sport di squadra
 
"Non è che avessimo bisogno di stimoli, Berlino all’orizzonte ne scatenava di continuo,e di bellissimi, però ogni tanto da questo punto di vista il gruppo cercava un aiutino.
Sentiva la necessità di autoalimentarsi con i sogni e con il divertimento, e in questi momenti Peruzzi diventava la nostra colla. C’erano le figurine, c’era l’album, lui rappresentava il punto di congiunzione. Rendeva omogeneo il racconto. Lo adoravano tutti, nel ritiro della Nazionale. Non volergli bene sarebbe stato il peggiore dei peccati, una mossa controproducente ancora prima che irriverente. Un omone dal cuore dolce, Angelo di nome e di fatto. Buonissimo, alla mano, un fenomeno in porta che, pur essendo il secondo di Buffon e non avendo spazio in quel Mondiale, non perdeva mai l’allegria. Contagiosa, irrinunciabile. Un talento incredibile sul campo, un tesoro senza prezzo fuori. Il nostro moltiplicatore di stimoli. Quando la tensione rischiava di abbassarsi, lo mettevamo in mezzo, e lui stava sempre al gioco.
Alcuni compagni nei momenti liberi pescavano nel laghetto del ritiro, ogni tanto lui li riprendeva, un po’ serio e un po’ no: «Facile così, ragazzi. A questi pesci basta dare da mangiare, sono ammaestrati, è chiaro che poi si lasciano prendere con l’amo e la
canna».
Loro, facendo finta di reagire male, rispondevano per le rime: «Ah sì? Allora fai una bella cosa, se ci riesci. Provaci tu a prenderli. Ma con le mani».
«Ok, se andiamo avanti in questo Mondiale lo faccio.»
Ecco un motivo irrinunciabile per non essere eliminati. Dopo una delle nostre vittorie nella fase a eliminazione diretta, a successo ancora caldo, a stadio appena conquistato, direttamente nello spogliatoio gli abbiamo ricordato l’appuntamento del giorno successivo: «Caro Angelo, togliti i guanti e scalda le mani».
«Voi non preoccupatevi, domani mattina rispetterò la parola data.»
E siccome quando parla fa, e quando promette mantiene, meno di ventiquattr’ore splendore. Con i bermuda colorati, una magliettina bianca e le ciabatte Havaianas, manco fossimo a Rio de Janeiro. Noi tutti, schierati qualche metro più indietro, convinti che non ce l’avrebbe mai fatta, tifavamo contro. Mica era Indiana Jones. Eppure, con la massima calma, ha fatto qualche passo dentro l’acqua, finché gli è arrivata all’altezza dell’ombelico. Ha iniziato a muoversi, pareva un transatlantico considerata la stazza, e infatti al suo passaggio si formavano le onde. Fino a quando, con un movimento velocissimo, si è abbassato per riemergere quasi subito. Stavamo già per fischiare, come si fa a teatro con quelli che steccano, però non ce ne ha lasciato il tempo. Ha alzato la mano destra verso il cielo e nel pugno stringeva una carpa. Aveva appena trasformato il detto latino Carpe Diem, “cogli l’attimo”, in Carpa Diem, che più o meno significava la stessa cosa. Un sinonimo. Aveva pescato davvero a mani nude!
Un momento divertentissimo, con un messaggio incorporato: “Se vuoi, puoi”. Basta crederci. Angelo aveva appena dato una carezza allo spirito di tutti noi, togliendo quel leggero strato di polvere che, inevitabilmente, si era depositato dopo tante settimane passate insieme. Il suo, in quel Mondiale vissuto a trecentosessanta gradi, è stato un ruolo fondamentale: nelle dinamiche di un gruppo che vuole vincere qualcosa di
importante, una figura del genere è determinante. Se ce l’hai te la tieni stretta, e ringrazi il cielo di avertela mandata (e un grazie lo dici pure a Lippi per averla convocata).
Prima a Coverciano, durante il ritiro pre-Mondiale, e poi in Germania, ha creato energia positiva, nascondendo il proprio ego, mettendosi al servizio di tutti gli altri.
Assistendo alla sua pesca a mani nude, personalmente, mi sono sentito talmente forte da pensare: “Possiamo fare qualsiasi cosa”.
ALESSANDRO DEL PIERO
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17 minuti fa, Blackwhite heart ha scritto:
Assistendo alla sua pesca a mani nude, personalmente, mi sono sentito talmente forte da pensare: “Possiamo fare qualsiasi cosa”.
ALESSANDRO DEL PIERO

Infatti ti sei messo a parlare con gli uccelli. 

 

 

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4 minutes ago, juventino milanese said:

 

Infatti ti sei messo a parlare con gli uccelli. 

 

 

E' un commento che non mi trova d'accordo. Capisco che soprattutto negli ultimi tempi magari, non sempre si sia comportato benissimo, ma è una leggenda della Juve, che a mio parere non merita considerazioni come queste. Scusami.

  • Grazie 1

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7 minuti fa, Il Demone ha scritto:

E' un commento che non mi trova d'accordo. Capisco che soprattutto negli ultimi tempi magari, non sempre si sia comportato benissimo, ma è una leggenda della Juve, che a mio parere non merita considerazioni come queste. Scusami.

Beh Dai, come battuta simpatica sulla pubblicità dell'uliveto ci sta piu tutto è possibile che parlare con gli animali....

  • Grazie 1

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17 minuti fa, Il Demone ha scritto:

E' un commento che non mi trova d'accordo. Capisco che soprattutto negli ultimi tempi magari, non sempre si sia comportato benissimo, ma è una leggenda della Juve, che a mio parere non merita considerazioni come queste. Scusami

Non ti devi scusare, ci mancherebbe. 

 

Il mio era un collegamento faunistico tra le carpe di Peruzzi e l'uccellino delle pubblicità con Del Piero, imprese entrambe che hanno del miracoloso.

 

Detto che sono proprio curioso di sapere quanto dello scritto sia farina del suo sacco, e ribadito che Alex giocatore è tra i miei Top five in assoluto della storia bianconera a cui ho avuto modo di assistere, trovo stucchevole e pleonastico questo riferimento ad una pesca con le mani come termine di riferimento per una grande impresa; checacchio, ma quando vede un invalido che vince le olimpiadi cosa penserà mai?

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Di stimoli ce n'erano tanti: Calciopoli, Pessotto, l'essere l'ultima occasione di una generazione d'oro di talenti italiani per poter vincere, Lippi come allenatore amato da tutti, etc etc

 

Diciamo che Peruzzi era come Pinsoglio attuale nella Juve, serviva e non serviva ecco...

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Peruzzi è un mito.

 

Lo perdonerò anche per la Finale persa contro il Borussia, perché anni dopo ammise senza problemi che quel giorno non c'era con la testa per la nascita del figlio...

 

D'altronde quella precedente la vincemmo anche grazie a lui, per cui...1-1 palla al centro.

 

Che forte Angelo!

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43 minuti fa, juventino milanese ha scritto:

Non ti devi scusare, ci mancherebbe. 

 

Il mio era un collegamento faunistico tra le carpe di Peruzzi e l'uccellino delle pubblicità con Del Piero, imprese entrambe che hanno del miracoloso.

 

Detto che sono proprio curioso di sapere quanto dello scritto sia farina del suo sacco, e ribadito che Alex giocatore è tra i miei Top five in assoluto della storia bianconera a cui ho avuto modo di assistere, trovo stucchevole e pleonastico questo riferimento ad una pesca con le mani come termine di riferimento per una grande impresa; checacchio, ma quando vede un invalido che vince le olimpiadi cosa penserà mai?

Sono aneddoti simpatici, non occorre tirare fuori il benaltrismo.
E' ovvio che chi vive in condizioni di povertà e ha avuto tre lutti in famiglia, vive una situazione molto peggiore di chi ha superato un esame universitario dopo tre tentativi falliti e un professore che lo aveva preso di mira, se però quello studente ritiene di poter trovare una carica, un'energia dal modo in cui ha reagito alla situazione, fino a superare l'esame con lo stesso professore, non vedo perché censurarlo.
Ci sono pagine sui social che raccontano decine, centinaia di aneddoti, scherzi negli spogliatoi etc., che sono al confine tra realtà e leggenda.
Basta saper attribuire loro il giusto peso, prenderla con leggerezza:
Se ci mettiamo a criticare anche questi episodi più comici che filosofici (vedi riferimenti all'abbigliamento di Peruzzi, alla stazza di Peruzzi che faceva le onde, ai compagni di squadra che tifavano contro, la definizione della scommessa come "il motivo irrinunciabile per non essere eliminati"), direi che tutto questo toglie ogni sacralità e ogni lezione di morale al racconto stesso.
Quindi credo anche io che il tuo sia stato un raffronto improprio e infelice.

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44 minuti fa, juventino milanese ha scritto:

trovo stucchevole e pleonastico questo riferimento ad una pesca con le mani come termine di riferimento per una grande impresa

Se consideri la grande carica agonistica che Lippi aveva trasferito (se non trasfuso) nel gruppo, puoi immaginare quanto potesse essere facile entusiasmarsi. E poi... hai mai provato a prendere un pesce con le mani?

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L’altro giorno stavo pensando a quando Peruzzi prima di prendere il posto di Tacconi, abbia prima fatto un po’ di panchine.. ma immagino che di Gregorio non sarebbe venuto per giocarsela con Szcehzny (santoddio ancora non so come si scrive)

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1 ora fa, zebra67 ha scritto:

Quindi credo anche io che il tuo sia stato un raffronto improprio e infelice

Cercherò di farmene una ragione. 

 

Benaltrismo? Ti riferisci alle mie parole sull'invalido che vince le olimpiadi? Personalmente sono quelle le imprese che riempiono di ammirazione, la grande forza di volontà, il coraggio e la determinazione che permettono di superare ogni ostacolo. Un semplice esempio quindi per spiegare quanti possano essere gli spunti, i punti di riferimento, i gesti eroici da imitare per fare meglio. 
Non una grande * come pescare con le mani, cosa che per altro ricordo di aver fatto da bambino con gli amici e, dopo esserci riusciti, esserci resi conto dell'idiozia e crudeltà del gioco. 
Perciò non mi pare di aver eluso nulla, e tantomeno di aver fatto la morale a qualcuno. 


Sugli aneddoti che circolano sul mondo del calcio, la vediamo alla stessa maniera; bisogna sapervi dare il giusto peso, potrei raccontarne diversi, avendo avuto la possibilità di conoscere direttamente persone che in Juventus hanno lavorato proprio durante il periodo in cui Alex era giocatore.

Episodi divertenti e tristi, di grande moralità e di pochezze disarmanti, restano come ricordi nella vita di ognuno. Ed a me piace moltissimo sentirne parlare. 

Ultima cosa: le battute, anche quelle evidentemente mal riuscite, non sono critiche o lezioni di moralità.

Un saluto 

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11 minuti fa, juventino milanese ha scritto:

anche quelle evidentemente mal riuscite

Ecco, finalmente hai centrato il punto.

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6 minuti fa, dissidente ha scritto:

Ecco, finalmente hai centrato il punto.

Io almeno l'ho centrato. 

Tu invece, che nel topic su Jdentità bianconera continui a mettere zizzania, non ci arriverai mai.

Un saluto pure a te

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Durante quel mondiale avevamo un fenomeno in porta ma sapevamo anche che in caso di necessità avevamo un altro fenomeno in panchina. 

Impressionante quanto fosse forte quel gruppo.

L'affetto è la stima per Peruzzi non è mai diminuita neppure quando decise di passare all'inter e questo dimostra quanto avesse fatto per la Juve. 

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1 minuto fa, juventino milanese ha scritto:

Tu invece, che nel topic su Jdentità bianconera continui a mettere zizzania, non ci arriverai mai.

Ah, quindi mi conosci...? .muttley

 

Non essere permaloso, su, ti è capitato di scrivere una hazzata, ma te ne sei prontamente accorto e l'hai subito riconosciuto. Per me questo è un merito.

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2 ore fa, PirrO ha scritto:

Nel film di Lippi si racconta come la carpa fosse già stata messa li in precedenza 

Quando finge di pescarla lui per imitare Peruzzi

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