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Tuttosport- Scanavino: “Thiago Motta condivide il nostro progetto, Bremer non lo abbiamo voluto cedere. Giustizia sportiva? Vediamo cosa succede agli altri"

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A pochi giorni dal debutto in campionato contro il Como, intervista fiume a Tuttosport dell'amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, che ha parlato del mercato dei bianconeri, dell'arrivo di Thiago Motta, dell'addio di Allegri, delle basi su cui vuole poggiare il nuovo corso Juve guidato da Giuntoli e di molto altro tra cui il progetto Next Gen che continua a crescere e anche delle questioni con la giustizia sportiva. Il dirigente ha garantito l'arrivo "di un altro Ronaldo" e ha fatto intuire che forse a Torino vincere non è più l'unica cosa che conta...

 

Sull'addio di Allegri: "Il finale è stato inaspettato. Sicuramente abbiamo avuto una seconda parte della stagione ch enon è stata facile sotto il profilo sportivo. Poi c’è stata quella reazione nella finale di Coppa Italia che ci ha obbligati a dover prendere delle iniziative e interrompere il rapporto con lui. La volontà di entrambe le parti è stata quella di trovare un accordo cosi come è avvenuto. Detto ciò, anche nella fase successiva all’interruzione, il rapporto personale con Max è sempre stato ottimo sia dal punto di vista professionale che personale".

 

Su Thiago Motta: "Con lui si è creato subito un ottimo feeling, è una persona con cui condividiamo passo passo tutte le situazioni. La Germania è stata, vivendo insieme una settimana, un’occasione importante per vederci anche più volte al giorno, parlando di questioni tecniche, situazioni più generali o anche solo per fare quattro chiacchiere piacevoli. Insomma, è emersa una figura di una persona estremamente dedicata, determinata, attentissima ai dettagli, e sicuramente anche molto ambiziosa. Inoltre è dotato di una personalità forte e una modalità di comunicazione con i giocatori molto schietta e diretta. Si è visto, lui va dritto al punto, cosa che è molto apprezzata, perché ho notato come tutti seguano i ritmi di lavoro con positività. Direi che la sintonia con il sottoscritto e con Cristiano (Giuntoli, ndr) deriva dal fatto che lui è molto concentrato ad allenare. Un elemento fondamentale è la chiarezza dei ruoli all’interno dell’azienda: sia per la parte sportiva, che per la parte diciamo più aziendale classica". 

 

Su Giuntoli: "Oltre ad essere bravissimo come talent scout, ha anche una capacità di imbastire trattative difficili e complesse che mettono insieme le nostre esigenze, le richieste altrui, le volontà dei giocatori, l’intervento dei procuratori. E sa agire in un modo formale e trasparente, che per certi versi, può essere una difficoltà in più in un mondo come quello del calciomercato".

 

A proposito di mercato, Scanavino spiega le basi su cui poggia il nuovo ciclo bianconero: "Competitività e sostenibilità non è uno slogan. E’ un concetto che va interpretato nel modo giusto, cioè, il nostro approccio non è un approccio bieco, solo rivolto ai conti, curando esclusivamente la sostenibilità senza prendere in considerazione la volontà di essere competitivi. Insomma, essere competitivi per vincere resta il nostro obiettivo, la nostra ambizione. Dobbiamo seguirla su un percorso più attento ai costi. Ma, faccio un esempio: Bremer non lo abbiamo venduto, anzi gli abbiamo rinnovato il contratto. E avevamo offerte molto interessanti sotto il profilo economico, ma la cessione seppure remunerativa ci avrebbe indebolito, quindi abbiamo detto no. La competitività la prendiamo sul serio, non è una parola da sbandierare e basta".

 

Può arrivare un altro Ronaldo? "Se intendiamo Ronaldo come esempio di top player, allora sì. Non escludo assolutamente che un domani non possa arrivare un top. Certo, vogliamo anche essere capaci di crearli noi, puntando sui giovani o su giocatori di talento che non sono ancora esplosi al massimo. Ma, come ho detto, la sostenibilità non deve assolutamente escludere la competitività. La Juventus ha comunque risorse importanti e quindi nell’insieme dell’investimento economico sulla prima squadra non è escluso che un domani possa arrivare un top player. Anzi, cioè direi che ci sarà". 

 

Problema esuberi: "Anche in questo caso è una questione di trasparenza, è inutile raccontare bugie quando tutti sanno la verità. Abbiamo rispetto dei nostri avversari e delle loro capacità di valutazione di certe situazioni. Quindi, tanto vale essere trasparenti, no? Poi, come capita ovunque, si può essere non funzionali in una realtà e funzionalissimi in un’altra. Le decisioni sui giocatori dipendono dal modulo di gioco, dalle scelte dell’allenatore, da fattori umani e da fattori economici".

 

Cosa chiedono i tifosi? "All’inizio per 6 mesi era sempre la stessa frase: “Mi raccomando: difendeteci e salvateci! Non fateci tornare in Serie B!” Erano preoccupatissimi di quel rischio. Poi, risolte le questioni giudiziarie, mi chiedono di tornare a vincere in fretta e di vedere un po’ di spettacolo in campo. Ecco, in particolare quelli che vengono allo stadio chiedono soprattutto un spettacolo migliore".

 

Vincere quindi non è più l'unica cosa che conta? "Calma, la vittoria resta importante e fondamentale per il tifoso juventino. Ma le nuove generazioni considerano anche altri fattori ed elementi. Nelle Olimpiadi appena concluse abbiamo apprezzato lo sforzo, la sofferenza, l’impegno. E’ qualcosa di nuovo che si affaccia nella cultura sportiva italiana che magari può diventare meno ossessionata dalla vittoria. Poi la Juventus è sempre la Juventus e la parola chiave deve restare “competitività”. Se vesti quella maglia devi ambire a vincere e dare tutto quello che hai per riuscirci. L’impegno viene sempre premiato dai tifosi juventini".

 

Le questioni con la giustizia sportiva: "Il grande stratega è stato il presidente, Gianluca Ferrero che ha approcciato la cosa in modo molto concreto e pragmatico. Abbiamo fatto delle scelte di confronto e di dialogo per non compromettere ulteriormente la classifica del campionato e, in questo modo, gestire in modo pratico anche la situazione europea, per riuscire a partecipare alla prossima Champions. Sulla disparità di giudizio tra noi e gli altri non so cosa rispondere. Diciamo che ci sono molte situazioni ancora pendenti, aspettiamo di capire come verranno giudicate e se verranno giudicate. Sicuramente la cosa che è peculiare nel caso della Juventus è che la precedente dirigenza è stata intercettata per mesi con migliaia di ore di intercettazione. Trattamento che non mi sembra sia stato, neanche in minima parte, riservato ad altri che avevano più o meno le stesse problematiche. Dopodiché, sul giudizio, sul trattamento definitivo, aspettiamo di vedere cosa succederà anche per gli altri".

 

La Next Gen: "Rimane un asset assolutamente importante. Sulla Next Gen è stato fatto un investimento economico molto, molto importante negli anni, che inizia ora a dare i suoi primi frutti e proprio perché è stato un investimento importante su cui c’è un abbrivio e sicuramente noi continueremo a investire con l’obiettivo di sviluppare talenti. Poi, come dicevo, non tutti possono essere funzionali alla Juventus e, quindi, alcuni giocatori della Next Gen potranno sempre essere utilizzati per creare risorse economiche da reinvestire sul mercato".

 

SPORTMEDIASET 

 

 

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Bremer è il difensore meno a suo agio con la palla tra i piedi, la logica era venderlo e reinvestire su giocatori adatti a Motta. Ma qui di logica non ne vedo molta

 

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È riportato il sommario fatto nella prima pagina del giornale,  bisognerebbe leggere tutto.

Comunque di solito queste interviste, a meno di rivelazioni clamorose, sono sono solo dei "vaste programme" che lasciano il tempo che trovano

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Quoto

 

Juventus, Scanavino: "Prenderemo un altro Ronaldo. Vendere Bremer ci avrebbe indebolito"

15 agosto 2024

L'INTERVISTA

Intervista fiume dell'ad bianconero a Tuttosprt: "Con Allegri obbligati a interrompere il rapporto. I tifosi che vengono allo stadio chiedono soprattutto un spettacolo migliore"

 

A pochi giorni dal debutto in campionato contro il Como, intervista fiume a Tuttosport dell'amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, che ha parlato del mercato dei bianconeri, dell'arrivo di Thiago Motta, dell'addio di Allegri, delle basi su cui vuole poggiare il nuovo corso Juve guidato da Giuntoli e di molto altro tra cui il progetto Next Gen che continua a crescere e anche delle questioni con la giustizia sportiva. Il dirigente ha garantito l'arrivo "di un altro Ronaldo" e ha fatto intuire che forse a Torino vincere non è più l'unica cosa che conta...

Sull'addio di Allegri: "Il finale è stato inaspettato. Sicuramente abbiamo avuto una seconda parte della stagione ch enon è stata facile sotto il profilo sportivo. Poi c’è stata quella reazione nella finale di Coppa Italia che ci ha obbligati a dover prendere delle iniziative e interrompere il rapporto con lui. La volontà di entrambe le parti è stata quella di trovare un accordo cosi come è avvenuto. Detto ciò, anche nella fase successiva all’interruzione, il rapporto personale con Max è sempre stato ottimo sia dal punto di vista professionale che personale".

Su Thiago Motta: "Con lui si è creato subito un ottimo feeling, è una persona con cui condividiamo passo passo tutte le situazioni. La Germania è stata, vivendo insieme una settimana, un’occasione importante per vederci anche più volte al giorno, parlando di questioni tecniche, situazioni più generali o anche solo per fare quattro chiacchiere piacevoli. Insomma, è emersa una figura di una persona estremamente dedicata, determinata, attentissima ai dettagli, e sicuramente anche molto ambiziosa. Inoltre è dotato di una personalità forte e una modalità di comunicazione con i giocatori molto schietta e diretta. Si è visto, lui va dritto al punto, cosa che è molto apprezzata, perché ho notato come tutti seguano i ritmi di lavoro con positività. Direi che la sintonia con il sottoscritto e con Cristiano (Giuntoli, ndr) deriva dal fatto che lui è molto concentrato ad allenare. Un elemento fondamentale è la chiarezza dei ruoli all’interno dell’azienda: sia per la parte sportiva, che per la parte diciamo più aziendale classica". 

Su Giuntoli: "Oltre ad essere bravissimo come talent scout, ha anche una capacità di imbastire trattative difficili e complesse che mettono insieme le nostre esigenze, le richieste altrui, le volontà dei giocatori, l’intervento dei procuratori. E sa agire in un modo formale e trasparente, che per certi versi, può essere una difficoltà in più in un mondo come quello del calciomercato".

A proposito di mercato, Scanavino spiega le basi su cui poggia il nuovo ciclo bianconero: "Competitività e sostenibilità non è uno slogan. E’ un concetto che va interpretato nel modo giusto, cioè, il nostro approccio non è un approccio bieco, solo rivolto ai conti, curando esclusivamente la sostenibilità senza prendere in considerazione la volontà di essere competitivi. Insomma, essere competitivi per vincere resta il nostro obiettivo, la nostra ambizione. Dobbiamo seguirla su un percorso più attento ai costi. Ma, faccio un esempio: Bremer non lo abbiamo venduto, anzi gli abbiamo rinnovato il contratto. E avevamo offerte molto interessanti sotto il profilo economico, ma la cessione seppure remunerativa ci avrebbe indebolito, quindi abbiamo detto no. La competitività la prendiamo sul serio, non è una parola da sbandierare e basta".

Può arrivare un altro Ronaldo? "Se intendiamo Ronaldo come esempio di top player, allora sì. Non escludo assolutamente che un domani non possa arrivare un top. Certo, vogliamo anche essere capaci di crearli noi, puntando sui giovani o su giocatori di talento che non sono ancora esplosi al massimo. Ma, come ho detto, la sostenibilità non deve assolutamente escludere la competitività. La Juventus ha comunque risorse importanti e quindi nell’insieme dell’investimento economico sulla prima squadra non è escluso che un domani possa arrivare un top player. Anzi, cioè direi che ci sarà". 

Problema esuberi: "Anche in questo caso è una questione di trasparenza, è inutile raccontare bugie quando tutti sanno la verità. Abbiamo rispetto dei nostri avversari e delle loro capacità di valutazione di certe situazioni. Quindi, tanto vale essere trasparenti, no? Poi, come capita ovunque, si può essere non funzionali in una realtà e funzionalissimi in un’altra. Le decisioni sui giocatori dipendono dal modulo di gioco, dalle scelte dell’allenatore, da fattori umani e da fattori economici".

Cosa chiedono i tifosi? "All’inizio per 6 mesi era sempre la stessa frase: “Mi raccomando: difendeteci e salvateci! Non fateci tornare in Serie B!” Erano preoccupatissimi di quel rischio. Poi, risolte le questioni giudiziarie, mi chiedono di tornare a vincere in fretta e di vedere un po’ di spettacolo in campo. Ecco, in particolare quelli che vengono allo stadio chiedono soprattutto un spettacolo migliore".

Vincere quindi non è più l'unica cosa che conta? "Calma, la vittoria resta importante e fondamentale per il tifoso juventino. Ma le nuove generazioni considerano anche altri fattori ed elementi. Nelle Olimpiadi appena concluse abbiamo apprezzato lo sforzo, la sofferenza, l’impegno. E’ qualcosa di nuovo che si affaccia nella cultura sportiva italiana che magari può diventare meno ossessionata dalla vittoria. Poi la Juventus è sempre la Juventus e la parola chiave deve restare “competitività”. Se vesti quella maglia devi ambire a vincere e dare tutto quello che hai per riuscirci. L’impegno viene sempre premiato dai tifosi juventini".

Le questioni con la giustizia sportiva: "Il grande stratega è stato il presidente, Gianluca Ferrero che ha approcciato la cosa in modo molto concreto e pragmatico. Abbiamo fatto delle scelte di confronto e di dialogo per non compromettere ulteriormente la classifica del campionato e, in questo modo, gestire in modo pratico anche la situazione europea, per riuscire a partecipare alla prossima Champions. Sulla disparità di giudizio tra noi e gli altri non so cosa rispondere. Diciamo che ci sono molte situazioni ancora pendenti, aspettiamo di capire come verranno giudicate e se verranno giudicate. Sicuramente la cosa che è peculiare nel caso della Juventus è che la precedente dirigenza è stata intercettata per mesi con migliaia di ore di intercettazione. Trattamento che non mi sembra sia stato, neanche in minima parte, riservato ad altri che avevano più o meno le stesse problematiche. Dopodiché, sul giudizio, sul trattamento definitivo, aspettiamo di vedere cosa succederà anche per gli altri".

La Next Gen: "Rimane un asset assolutamente importante. Sulla Next Gen è stato fatto un investimento economico molto, molto importante negli anni, che inizia ora a dare i suoi primi frutti e proprio perché è stato un investimento importante su cui c’è un abbrivio e sicuramente noi continueremo a investire con l’obiettivo di sviluppare talenti. Poi, come dicevo, non tutti possono essere funzionali alla Juventus e, quindi, alcuni giocatori della Next Gen potranno sempre essere utilizzati per creare risorse economiche da reinvestire sul mercato".

 

 

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"Cerchiamo la sostenibilità, ma vincere resta un concetto chiave"

questa frase descrive questo signore....

La prima sensazione che mi fa questa frase è di uno che parte dalla negatività.

Se ascoltate le parole di Velasco dopo la semifinale con la Turchia esprimono proprio questo concetto.

Serve positività e la positività da stimoli,gli stimoli portano a superare i limiti.

per la Juve vincere è nel DNA,ora serve aggiungere pezzi al DNA....

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1 minuto fa, nanu galderisi ha scritto:

 

cioè seguiamo le indicazioni strampalate di motta, è per questo che siamo in condizioni penose a 3 giorni dall'inizio del campionato con la rosa a brandelli?

 

Questo è quello che hai voluto capire tu, non certo quello che ha detto Scanavino.

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18 minuti fa, nanu galderisi ha scritto:

 

Bremer è il difensore meno a suo agio con la palla tra i piedi, la logica era venderlo e reinvestire su giocatori adatti a Motta. Ma qui di logica non ne vedo molta

Cioè, adesso dovremmo pure vendere il miglior difensore che abbiamo, nonché uno dei maggiori investimenti degli ultimi anni, perché non sarebbe "adatto" a Motta? Credo che questa storia della funzionalità dei giocatori stia leggermente prendendo la mano... anzi, io sono estremamente preoccupato quando leggo che Motta sceglie i giocatori (ma non per Motta in particolare, perché dovrebbe allenare e non fare il mercato).

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1 minuto fa, Minor threat ha scritto:

Cioè, adesso dovremmo pure vendere il miglior difensore che abbiamo, nonché uno dei maggiori investimenti degli ultimi anni, perché non sarebbe "adatto" a Motta? Credo che questa storia della funzionalità dei giocatori stia leggermente prendendo la mano...

Bremer è il miglior difensore marcatore, ma se lo metti a palleggiare davanti al portiere è uno da errori a raffica. I giocatori vanno rispettati per quello che sanno fare.

 

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19 minuti fa, nanu galderisi ha scritto:

 

Bremer è il difensore meno a suo agio con la palla tra i piedi, la logica era venderlo e reinvestire su giocatori adatti a Motta. Ma qui di logica non ne vedo molta

 

Bremer era da vendere per l’ingaggio assurdo prima e ancora più assurdo ora. Di destri ci sono già Gatti, Rugani, Djalo e serve gente con i piedi buoni.

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Adesso, nanu galderisi ha scritto:

Bremer è il miglior difensore marcatore, ma se lo metti a palleggiare davanti al portiere è uno da errori a raffica. I giocatori vanno rispettati per quello che sanno fare.

Eh, pazienza, non palleggerá davanti al portiere. I giocatori vanno rispettati dall'allenatore, non vanno sostituiti con gente meno forte ma che sa fare una roba X che chiede l'allenatore di turno.

1 minuto fa, gufo bianconero ha scritto:

Bremer era da vendere per l’ingaggio assurdo prima e ancora più assurdo ora. Di destri ci sono già Gatti, Rugani, Djalo e serve gente con i piedi buoni.

Serve gente che sappia difendere, visto che sono difensori. I piedi buoni possono averli gli altri 9 giocatori. Che poi, non è che Bremer sia davvero questo scarpone che alcuni stanno dipingendo

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