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andreasv

Gaetano Scirea, sempre nei nostri cuori

Post in rilievo

Ricordo quel giorno, anche se ero un bambino, ma già grande abbastanza

Gaetano per me è sempre stato il simbolo della juventinità

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Identifico la Juve con Scirea, Boniperti, Bettega e Furino (oltre all'Avvocato e al Dottore ovviamente)

È un Olimpo ristretto di figure a mio parere emblematiche su ciò che è la Juventus. 

Pertanto credo che non ci siano parole migliori di queste

 

 

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1 minuto fa, RogerWaters ha scritto:

Identifico la Juve con Scirea, Boniperti, Bettega e Furino (oltre all'Avvocato e al Dottore ovviamente)

È un Olimpo ristretto di figure a mio parere emblematiche su ciò che è la Juventus. 

Pertanto credo che non ci siano parole migliori di queste

 

 

 

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e' vero, ogni anno qualcuno ripropone questo Topic.


Ed è giusto, perchè è impossibile dimenticare quel giorno.


Ce lo siamo detti più volte: la notizia data da Sandro Ciotti alla domenica sportiva, il pianto di Marco Tardelli,  le successive e contrastanti emozioni di incredulità, sbigottimento, perdita, rimarranno per sempre indelebili.


Sono passati 35 anni, un tempo lunghissimo, ma Gaetano rimarrà per sempre nel cuore di tutti noi.

 

Vi propongo un bell'articolo tratto da "Storie di calcio":
Il 3 settembre 1989, Gaetano Scirea moriva nel rogo di un auto, su un’anonima strada polacca, dopo aver visionato per la Juve il Gornik Zabrze. Era il campione che si raccontava nei lunghi silenzi, in quel sorriso impercettibile e semplice…


3settembre 1989, una domenica d’estate declinante e di calcio che rinasceva. Seconda giornata di campionato, spedito in orbita prima causa Mondiale. La Juventus che Zoff forgiò a sua immagine e somiglianza, silenziosa, umile, però severa eruppe in una fragorosa vittoria a Verona: 4-1 doppietta di Schillaci, Daniele Fortunato e Marocchi. Missione compiuta.


Nel frattempo lontano, lungo la strada che unisce Varsavia a Cracovia, la città santa, Gaetano Scirea ex capitano, promosso aiutante in campo, tornava da una missione di cosiddetto “spionaggio”. Aveva visionato il Gornik Zabrze modesta squadra polacca che avrebbe affrontato la Juve in Coppa Uefa. Su una vecchia Fiat 125, insieme con gli orgogliosi dirigenti del club dei minatori, Gaetano non vedeva l’ora di tornare a casa dalla sua Mariella e Riccardo che l’aspettavano al mare, nella casa di Andora. Li aveva chiamati dalla Polonia all’ora di pranzo: «Vado a messa, stasera torno».


E proprio nel momento di uno dei tanti trionfi juventini il destino s’impadronì della vita di quell’uomo buono. Un sorpasso azzardato, lo schianto frontale contro un furgone, poi il rogo innescato dalle taniche di benzina stipate nel bagagliaio. Così sulla dissestata strada di Skierniewice imprigionati dentro la bara di fuoco morirono Gaetano, l’autista e l’interprete si salvò solo il dirigente del Gornik sbalzato dall’auto in fiamme. Così calava un lugubre tramonto di quel giorno infame. Se i giorni vengono distinti fra loro la notte ha un solo nome. E sul far della notte la notizia deflagrò nel modo più crudele, annientò Mariella e Riccardo davanti alla tele visione e i giocatori della Juventus al rientro a Torino. Aspettavano il loro capitano per raccontargli di Verona…

 

Tanti anni sono passati da quel giorno infame eppure la figura di Scirea continua a stagliarsi, esempio di grandezza. Gaetano è stato il campione infinito che Trapattoni definì «Leader con il saio» e Bearzot: «Giocatore unico, grandissimo, un angelo. Se mai c’è stato uno per cui bisognava ritirare la maglia quello era lui». Prima dell’avvento di Del Piero uno dei tre capitani massimi con Scirea e Boniperti, era stato lo juventino più juventino di sempre. Fedelissimo alla Signora le aveva regalato tutto in Italia, in Europa nel mondo. E in cima al mondo portò anche la Juvitalia, offrendo a Tardelli l’occasione dell’urlo nella notte magica di Madrid, 11 luglio 1982.


E intanto gli anni continuano a passare da quel giorno infame che sottrasse alla vita, agli affetti, alla gente un grandissimo uomo prima ancora di immenso giocatore espressione inarrivabile dl ruolo ricoperto sul campo. Un posto dove un passero in una gabbia per aquile è libero. E Scirea libero grande è stato per davvero, più degli altri sommi perché lui ha saputo essere immenso difensore in difesa, grande centrocampista in mezzo, sofisticato attaccante in avanti. Gli altri, absit iniuria verbis, sapevano (tutt’al più) soltanto avanzare.

 

Era il 1974 quando quel ragazzo cresciuto a silenzi e calcio dall’oratorio di Cernusco sul Naviglio eppoi nell’Atalanta amica si presentò al cospetto di Boniperti per raccogliere “l’eredità” di Saldavore che fu uno dei sommi. Gaetano entrò e non uscì più, prima compagno di Cuccureddu e Morini, due simpatici “tipacci”. Poi a comandare una difesa in cui comparivano “Monumento” Zoff, “Gheddafi” Gentile, “Carabina” Cabrini comparve lui il mite Gai. Già grandissimo, eppure chiedeva a chi (presumeva) ne sapesse più di lui se si poteva sganciare. Nel sabaudo rispetto dei ruoli. Come accadde in un derby che il Toro tremendista stava comandando e lui ribaltò con due gol di pura rabbia ed esultanza palesata, strana per lui così misurato.


Sempre. Nel gesto atletico, nella forma, nel rispetto dell’avversario mai considerato nemico. Ligio, riconoscente rinunciò nel nome della juventinità a un importantissimo ruolo nella Roma. Quando sbocciò dalla Primavera eppoi nella prima squadra dell’Atalanta fu incoraggiato a far pressione sugli avversari, essere più cattivo: previo guiderdone. Mai Gaetano avrebbe derogato tant’è che terminò l’infinita carriera senza un’ammonizione. Gai e il Monumento vivevano in simbiosi.


Zoff adottò subito quel ragazzo uomo intuendo di che pasta era fatto, dapprima baluardo, bastione, maestro d’eleganza al limitar dell’area eppoi in panchina con lui per continuare a percorrere la strada d’una calcio romantico destinato a perdersi. Gaetano e Dino parlavano con lo sguardo e bastavano i loro gesti solenni. Vivevano, diffondendolo, un fragoroso silenzio. E se la parola è una chiave, il silenzio è il grimaldello. Maledetto quel giorno: tre settembre millenovecentottantanove…
 

Buona giornata a tutti
 

Immagine1.jpg

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Ho da sempre l'immagine di quel luogo infausto ed il pensiero dell'assurdità di ciò che è accaduto, e l'unico pensiero che mi da una parvenza di sollievo è che una chiamata del genere non poteva che essere per una persona che doveva sublimare gli stretti confini fisici del suo essere. 

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L'importanza di Gaetano Scirea - Athleta Magazine

 

 

LA " JUVENTINITA' " NELLA SUA MASSIMA E NOBILE ESPRESSIONE  - AVETE AMATO E PROTETTO LA " VECCHIA SIGNORA " COME SE FOSSE 

UNA COMPONENTE DELLA NOSTRA E VOSTRA FAMIGLIA ... UNA FAMIGLIA IN CUI " IL BIANCO ABBRACCIA IL NERO " ! 

 

SEMPRE E PER SEMPRE NEI NOSTRI    Juve storia di un grande amore - Album by The Champions Group | Spotify     CUORI !

 

 

SCIREA - BECKENBAUER - KROL - I MIGLIORI IN ASSOLUTO - ( senza dimenticare PAROLA che ai tempi era definito " CENTROMEDIANO "  .. & .. SANDRO SALVADORE che seppe eccellere sia nella mansione di " LIBERO " , oltre che, alla bisogna, anche nei ruoli di " TERZINO DX " - " STOPPER " - " MEDIANO " ) -

 

IL 15/03/94 - ORGANIZZAI UN PULLMAN DI TIFOSI BIANCONERI PER POTER ASSISTERE ALLA PARTITA - "JUVENTUS - CAGLIARI " DI COPPA UEFA - 

IL CAGLIARI VINSE PER  1 - 2  .. E .. AHIME' .. LA JUVE VENNE ELIMINATA  .. SI TRATTAVA DEI " QUARTI DI FINALE " - 

 

Ma, ciò che più contrassegnò quella giornata sta nel fatto che prima della partita, grazie a previ accordi avuti con la moglie di Scirea, 

ci recammo al cimitero di Morsasco per rendere il dovuto omaggio alle spoglie del Grande Calciatore .. ma soprattutto .. Grande Uomo

GAETANO SCIREA . 

 

Ad attenderci c'era la Sig.a MARIELLA CAVANNA SCIREA , in compagnia del giovane figlio RICCARDO ( e raggiungere il Cimitero a bordo di un

pullman non fu affatto semplice : strada tortuosa e stretta che portava in cima alla collina ) 

 

Trent'anni senza Gaetano, da oggi l'esposizione "Gaetano Scirea" al  J|Museum - Pagina 7 - Juventus forum - VecchiaSignora.com

 

Non  uum   rammento esattamente chi fu l'artefice di questa " crasi " in chiave calcistica , ma il " LIBERO " nella sua più  " PURA e NOBILE " accezione, in un  connubio " MITOLOGICO "  da collocare nell' " OLIMPO DEL GIUOCO DEL CALCIO ",  fu metaforicamente idealizzato con l'appellativo di ..... .ehm    

 

"  S C I R B A U E R " 

 

Lasciata la collina, dalla quale si poteva godere di un bel panorama .. e .. nel contempo ..  dopo i convenevoli di rito .. riprendemmo la via che ci avrebbe riportato al " Comunale " - in tutto il tragitto, sul pullman, un " SILENZIO ASSORDANTE " ci accompagnò fino alle mura dello stadio -

 

GAETANO SCIREA - UNO DI NOI - SEMPRE E COMUNQUE CON TUTTI COLORO CHE HANNO AVUTO ED HANNO A CUORE LA " VECCHIA SIGNORA " - E - GUAI COSI' NON FOSSE, MI GARBA ALTRESI' PENSARE CHE, ANCHE LA GRAN PARTE DI CHI SEGUE IL " GIUCO DEL CALCIO ", MA NON TIFA JUVE, ABBIA  IN DOTE QUEL MINIMO DI ASSENNATEZZA ED EQUILIBRIO PROPEDEUTICO A RISPETTARE E RENDERE OMAGGIO .. SEMPRE E COMUNQUE .. ALLA " MEMORIA " DI UN GRANDE CALCIATORE .. LEALE AVVERSARIO .. MA SOPRATTUTTO ..  GRANDE UOMO !

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Ricordo la stanza, il televisore, la voce di quell'annuncio. Ero piccolo, ma quel momento è ancora tutto qui. 

Di un'eleganza oggi incomprensibile. 

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Peccato ci siano così poche risposte a questo topic. 

Peccato perché Scirea è unico, giocatore che come disse Bortolotti quando lo vendette a Boniperti , come giocatore è sublime, come uomo molto di più. 

 

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Ebbi modo di parlargli in un ritiro a Villar ad inizio anni 80. Persona veramente squisita. 

Tecnicamente il migliore in Italia, per ampio distacco, in quel ruolo. Un difensore che giocava a testa alta, ancora oggi farebbe la differenza.

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Quanto ho pianto abbracciato a mio padre quella maledetta sera che Ciotti diede l'annuncio, ancora adesso il suo ricordo mi commuove.

 

Di uomini come lui, purtroppo, hanno rotto lo stampo.

 

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