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Furio78

Ritorno al Nucleare

Post in rilievo

Per me il treno l’abbiamo bello che perso.

Farla ora vuol dire averla/e nel 2040/2050.

 

Quanto ci metteremo a coprirne i costi e ad andare in attivo?

 

Non ci sarà niente di meglio tra 30/40 anni?

 

Andava fatto 30/40 anni fa, non ora.

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2 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

Per me il treno l’abbiamo bello che perso.

Farla ora vuol dire averla/e nel 2040/2050.

 

Quanto ci metteremo a coprirne i costi e ad andare in attivo?

 

Non ci sarà niente di meglio tra 30/40 anni?

 

Andava fatto 30/40 anni fa, non ora.

Se ci ti ci metti oggi a programmare un parco nucleare, dal 2035 le hai già attive, per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica prefissati per il 2050.

 

Quello di cui non tenete conto è che non si può programmare il futuro sperando a qualcosa di fantascientifico tra qui a 25 anni. Non si programma così il futuro.

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7 ore fa, Furio78 ha scritto:

Se ci ti ci metti oggi a programmare un parco nucleare, dal 2035 le hai già attive,

Guarda, più fantascientifica di questa frase, non penso di averle mai lette.

Aggiungici almeno due astronavi e qualche alieno, così diventa un bel racconto e contestualizziamo il tutto.

 

In Italia ci metteremmo anni a costruire una cuccia per il cane se solo dovessimo chiedere il permesso, pensare di partire oggi e avere centrali nucleari operative tra 10 anni è oltre la fantascienza.

Siamo oltre la camminata sulle acque, oltre i viaggi nel tempo 😄 

 

O vivi in un altro mondo o non hai mai avuto a che fare con la burocrazia italiana: 10 anni ci vorrebbero forse per trovare i siti e i lavori verrebbero bloccati appena inizierà il primo scavo perché troveranno reperti storici, per rischio idrico, per problemi paesaggistici, per comitati locali, perché sicuramente verrà scelto il posto sbagliato.

 

p.s.: il mio “di meglio” tra 30/40 anni si riferisce a consumare meno, a vivere il rapporto con la natura che ci circonda in maniera più equilibrata, non ad avere una società sempre più energivora, consumatrice, incurante del proprio futuro e che sta correndo verso la sua auto distruzione.

 

 

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4 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

Guarda, più fantascientifica di questa frase, non penso di averle mai lette.

Aggiungici almeno due astronavi e qualche alieno, così diventa un bel racconto e contestualizziamo il tutto.

 

In Italia ci metteremmo anni a costruire una cuccia per il cane se solo dovessimo chiedere il permesso, pensare di partire oggi e avere centrali nucleari operative tra 10 anni è oltre la fantascienza.

Siamo oltre la camminata sulle acque, oltre i viaggi nel tempo 😄 

 

O vivi in un altro mondo o non hai mai avuto a che fare con la burocrazia italiana: 10 anni ci vorrebbero forse per trovare i siti e i lavori verrebbero bloccati appena inizierà il primo scavo perché troveranno reperti storici, per rischio idrico, per problemi paesaggistici, per comitati locali, perché sicuramente verrà scelto il posto sbagliato.

 

p.s.: il mio “di meglio” tra 30/40 anni si riferisce a consumare meno, a vivere il rapporto con la natura che ci circonda in maniera più equilibrata, non ad avere una società sempre più energivora, consumatrice, incurante del proprio futuro e che sta correndo verso la sua auto distruzione.

 

 

Ti stavo anche seguendo sul discorso della fantascienza, perché effettivamente avere un parco nucleare in 10 anni in Italia è sicuramente fantascienza (in 15-20 però forse ci potremmo essere…) 

 

Ma la chiosa finale è un ipotesi talmente tanto fantasiosa che il problema dei tre corpi al confronto è un resoconto da fonti storiche sefz 

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5 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

Guarda, più fantascientifica di questa frase, non penso di averle mai lette.

Aggiungici almeno due astronavi e qualche alieno, così diventa un bel racconto e contestualizziamo il tutto.

 

In Italia ci metteremmo anni a costruire una cuccia per il cane se solo dovessimo chiedere il permesso, pensare di partire oggi e avere centrali nucleari operative tra 10 anni è oltre la fantascienza.

Siamo oltre la camminata sulle acque, oltre i viaggi nel tempo 😄 

 

O vivi in un altro mondo o non hai mai avuto a che fare con la burocrazia italiana: 10 anni ci vorrebbero forse per trovare i siti e i lavori verrebbero bloccati appena inizierà il primo scavo perché troveranno reperti storici, per rischio idrico, per problemi paesaggistici, per comitati locali, perché sicuramente verrà scelto il posto sbagliato.

È chiaro che devi sburocratizzare e attuare una deregulation (il settore è over-regulated in modo grottesco).

 

La prima centrale magari ci metti 10 anni, ma poi una volta che hai acquisito know-how e attivato la supply-chain, i tempi per costruire le altre centrali lo abbatti. La media di costruzione di una centrale di terza generazione è 5/6 anni nel mondo.

 

Se si comincia oggi, non è utopistico come pensi avere un parco nucleare entro il 2038/2040.

 

5 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

 

p.s.: il mio “di meglio” tra 30/40 anni si riferisce a consumare meno, a vivere il rapporto con la natura che ci circonda in maniera più equilibrata, non ad avere una società sempre più energivora, consumatrice, incurante del proprio futuro e che sta correndo verso la sua auto distruzione.

 

 

Questi discorsi mi fanno rabbrividire. 

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sono ignorante quindi chiedo.... perchè costruire una centrale nucleare richiede tutti questi anni? Perchè non è possibile costruirla nel giro di 2-3anni?

 

Detto questo ho rivalutato il nucleare.

Sarebbe il minore di tutti i mali avere centrali sufficenti per alimentare ogni regione.

Questo se poi volete le macchine elettriche. Altrimenti ditelo perchè senza centrali è impossibile un parco auto altamente elettrico in Italia.

 

 

Andando sulla fantascienza

Certo dovremmo curarci del nostro pianeta ma il nostro futuro è lo spazio.

Per quello dovremmo studiare ed investire. Colonizzare ed espanderci.

Il posto e le risorse sulla Terra stanno finendo. Quindi le opzioni sono o ci riduciamo di numero noi oppure allarghiamo le nostre case.

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11 ore fa, nomevisualizzato ha scritto:

Ti stavo anche seguendo sul discorso della fantascienza, perché effettivamente avere un parco nucleare in 10 anni in Italia è sicuramente fantascienza (in 15-20 però forse ci potremmo essere…) 

 

Ma la chiosa finale è un ipotesi talmente tanto fantasiosa che il problema dei tre corpi al confronto è un resoconto da fonti storiche sefz 

Sulla prima parte son disposto a pagare una cena dove preferisce chi afferma il contrario se il 18 novembre 2034 in Italia sarà attiva una centrale nucleare.

 

Sulla seconda parte, in grassetto, ovviamente lo so pure io che l’uomo è una testa di * di dimensioni epiche 😄 e finirà per autodistruggersi però ho ancora la speranza che a furia di legnate sui denti che prenderemo nei prossimi decenni qualcosa cambierà.


Anche perché non è che la terra scomparirà senza l’uomo, andrà avanti lo stesso come ha fatto per il 99,9999999% della sua storia…

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9 ore fa, Furio78 ha scritto:

È chiaro che devi sburocratizzare e attuare una deregulation (il settore è over-regulated in modo grottesco).

 

La prima centrale magari ci metti 10 anni, ma poi una volta che hai acquisito know-how e attivato la supply-chain, i tempi per costruire le altre centrali lo abbatti. La media di costruzione di una centrale di terza generazione è 5/6 anni nel mondo.

 

Se si comincia oggi, non è utopistico come pensi avere un parco nucleare entro il 2038/2040.

 

Questi discorsi mi fanno rabbrividire. 

Ma se in Italia manco uno stadio a Roma o Milano fai in 10 anni, cosa vuoi fare una centrale nucleare? 😄 

 

Sui discorsi che fanno rabbrividire, se tra pochi anni rimarremo senza acqua ne riparleremo… ecco investirei molto più in cura dell’ambiente, in manutenzione e pulizia dei fiumi, degli acquedotti, in impianti di depurazione, ecc ecc, 

 

Alla attuale progressione demografica quanti bipedi ci saranno al mondo tra 10 anni? E tra venti? E nel 2070?

 

Non sono un indovino ma 15/20 miliardi di uomini sto pianeta non li regge e nemmeno le centinaia di miliardi di animali allevati intensamente solo per essere macellati.

E tutti gli annessi e connessi che si porta dietro.

 

E non sono nè un ambientalista, nè un animalista o similari: dico solo che l’attuale modello sociale non lo vedo molto futuribile.

 

Ovviamente se ad uno piace l’attuale situazione e si immagina un futuro ricco e prospero, io posso solo augurare che abbia ragione :) 

 

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7 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

Ma se in Italia manco uno stadio a Roma o Milano fai in 10 anni, cosa vuoi fare una centrale nucleare? 😄 

Quando la necessità è impellente la burocrazia viene piegata dall’urgenza nazionale.

 

Guarda la costruzione del nuovo ponte Morandi: è durata neanche 12 mesi…

 

Quoto

 

Sui discorsi che fanno rabbrividire, se tra pochi anni rimarremo senza acqua ne riparleremo… ecco investirei molto più in cura dell’ambiente, in manutenzione e pulizia dei fiumi, degli acquedotti, in impianti di depurazione, ecc ecc, 

Per fare tutte queste belle cose serve energia. Tanta energia.

 

Lo scopo non è ridurre i consumi, ma crescere in modo sostenibile.

 

La decrescita è un fallimento, un disastro.

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1 ora fa, Furio78 ha scritto:

Quando la necessità è impellente la burocrazia viene piegata dall’urgenza nazionale.

 

Guarda la costruzione del nuovo ponte Morandi: è durata neanche 12 mesi…

 

Per fare tutte queste belle cose serve energia. Tanta energia.

 

Lo scopo non è ridurre i consumi, ma crescere in modo sostenibile.

 

La decrescita è un fallimento, un disastro.

Siamo dello stesso anno e se non ci andrà di sfiga tra 10 anni saremo ancora al mondo 😄: te la scommetti sta cena/pranzo che tra 10 anni in Italia non ci sarà nessuna centrale nucleare? 😄 

E non scherziamo, un ponte con una centrale nucleare, è come paragonare una piantina in vaso ad un bosco.

 

Sui lavori di manutenzione, non serve energia: serve competenza, volontà e poche balle.

Li facevano e bene, un secolo fa, praticamente a mano…

Oggi si può fare e meglio, solo che manca la volontà perché gran parte della nostra società non ha voglia di fare un caxxo.

Si trastulla, come stiamo facendo noi ora con uno smartphone/pc, vivendo mediamente nella comodità.

 

Crescere? Ma quanto vuoi crescere ancora?

Abbiano case piene di oggetti inutili, abbiano il doppio, io triplo, il quadruplo di tutto, vestiti a volontà (e quello dei vestiti sarebbe un capitolo a parte, una follia senza fine).

 

Abbiamo 1500 tipi di merendine, un sacco di caxxate che basta girare per un ipermercato sotto le feste e non, per avere il mal di testa.

 

Appena ci son 20 gradi accendiamo il condizionatore, se ce ne sono 19 accendiamo il riscaldamento.

 

Altro che decrescere… ma confido nella ciclicità della storia, i segnali di legnate sui denti all’attuale modello di vita e sviluppo, ci sono tutti.

 

E anche lì, avremmo le capacità, le competenze e le opportunità per sfangarla, vivere bene e in equilibrio ma siamo troppo stupidi e preferiamo continuare a scavarci la fossa.

 

Sono proprio curioso di vedere come potranno coesistere 15 miliardi di persone con gli attuali consumi…

  • Grazie 1

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4 ore fa, The Tasmanian Devil ha scritto:

Siamo dello stesso anno e se non ci andrà di sfiga tra 10 anni saremo ancora al mondo 😄: te la scommetti sta cena/pranzo che tra 10 anni in Italia non ci sarà nessuna centrale nucleare? 😄 

E non scherziamo, un ponte con una centrale nucleare, è come paragonare una piantina in vaso ad un bosco.

 

Sui lavori di manutenzione, non serve energia: serve competenza, volontà e poche balle.

Li facevano e bene, un secolo fa, praticamente a mano…

Oggi si può fare e meglio, solo che manca la volontà perché gran parte della nostra società non ha voglia di fare un caxxo.

Si trastulla, come stiamo facendo noi ora con uno smartphone/pc, vivendo mediamente nella comodità.

 

Crescere? Ma quanto vuoi crescere ancora?

Abbiano case piene di oggetti inutili, abbiano il doppio, io triplo, il quadruplo di tutto, vestiti a volontà (e quello dei vestiti sarebbe un capitolo a parte, una follia senza fine).

 

Abbiamo 1500 tipi di merendine, un sacco di caxxate che basta girare per un ipermercato sotto le feste e non, per avere il mal di testa.

 

Appena ci son 20 gradi accendiamo il condizionatore, se ce ne sono 19 accendiamo il riscaldamento.

 

Altro che decrescere… ma confido nella ciclicità della storia, i segnali di legnate sui denti all’attuale modello di vita e sviluppo, ci sono tutti.

 

E anche lì, avremmo le capacità, le competenze e le opportunità per sfangarla, vivere bene e in equilibrio ma siamo troppo stupidi e preferiamo continuare a scavarci la fossa.

 

Sono proprio curioso di vedere come potranno coesistere 15 miliardi di persone con gli attuali consumi…

Inutile insistere, sulla crescita e i consumi futuri siamo su due piani completamente opposti.

 

Sul nucleare probabilmente avrai ragione, ma dipende tutto dalla volontà politica e sociale.

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23 hours ago, MancatoContesto said:

sono ignorante quindi chiedo.... perchè costruire una centrale nucleare richiede tutti questi anni? Perchè non è possibile costruirla nel giro di 2-3anni?

 

Detto questo ho rivalutato il nucleare.

Sarebbe il minore di tutti i mali avere centrali sufficenti per alimentare ogni regione.

Questo se poi volete le macchine elettriche. Altrimenti ditelo perchè senza centrali è impossibile un parco auto altamente elettrico in Italia.

 

 

Andando sulla fantascienza

Certo dovremmo curarci del nostro pianeta ma il nostro futuro è lo spazio.

Per quello dovremmo studiare ed investire. Colonizzare ed espanderci.

Il posto e le risorse sulla Terra stanno finendo. Quindi le opzioni sono o ci riduciamo di numero noi oppure allarghiamo le nostre case.

Si vabbe' il futuro e' lo spazio... riusciremo a popolare i fondali marini prima di riuscire a colonizzare lo spazio e comunque un'eventuale colonizzazione passa per lo sviluppo di tecnologie che adesso non sono neanche abbozzate. 

 

Musk parla di Marte e di vita su altri pianeti solo come paravento per spaceX il cui vero scopo e' quello di riempire l'atmosfra di satelliti per Starlink e per varialtri utilizzi strategici. E' una cosa tanto lontana che Musk sara' sotto terra almeno da secoli quando ci sara la prima colonia stabile su Marte.

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Quoto

 

Italia 100% rinnovabile, si può?

Spesso si sente parlare in televisione, su internet, nei giornali o dai politici, della possibilità di poter arrivare ad utilizzare il 100% di energia rinnovabile, sia nel nostro paese sia nel resto del mondo.

Ma sarebbe davvero possibile ottenere tutta l’energia richiesta dall’Italia solo tramite fonti rinnovabili e senza dover importare dall’estero?

Nel calcolo che viene riportato di seguito, si cerca di dimostrare in modo semplice, ma allo stesso tempo il più accurato possibile, quale sarebbe l’entità della sfida da affrontare se si volesse rendere l’Italia completamente rinnovabile e indipendente.

Innanzitutto, va fatta una precisazione doverosa; qui di seguito ci si riferirà sempre all’energia elettrica e NON all’energia totale. Quindi tutta l’energia che serve per il settore dei trasporti non elettrico (macchine, camion, moto, aerei, navi ecc..) e tutta l’energia richiesta sotto forma di calore (sia residenziale che industriale) non saranno prese in considerazione.

Quanta energia dovrebbe essere prodotta dalle rinnovabili per soddisfare completamente la richiesta di energia elettrica nazionale? I dati riportati da Terna mostrano che il consumo di energia elettrica italiano è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi 5 anni oscillando tra i 315 e i 322 TWh annui. Prendendo come riferimento l’anno 2019, il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato di circa 320 TWh, suddivisi nel seguente modo: 163 TWh dai combustibili fossili (di cui 130 TWh solo dal metano), 47 TWh dall’idroelettrico, 38 TWh importati dall’estero, 24 TWh dal fotovoltaico, 20 TWh dall’eolico, 17 TWh dalle biomasse, 6 TWh dal geotermico e 5 TWh dai rifiuti. È interessante notare che 214 TWh sono richiesti solo dal Nord-Italia, su un totale di 320 TWh, mentre invece tutto il Sud, insieme a Sicilia e Sardegna, si attesta sui 57 TWh annui.

Basandoci su questi dati, per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, bisognerà sostituire i 163 TWh ricavati dai combustibili fossili e i 38 TWh importati dall’estero (per comodità arrotondiamo a 200 TWh totali) con altrettanta energia da fonti rinnovabili prodotta in Italia.

Partiamo dal basso:

1. L’energia ricavata dai rifiuti (bruciandoli nei termovalorizzatori) è improbabile che aumenti nei prossimi anni, principalmente a causa dell’avversità della popolazione a questa tecnologia, e in ogni caso la costruzione di 1 o 2 termovalorizzatori nuovi non porterebbe a variazioni tangibili sulla produzione totale. Inoltre la combustione di rifiuti nei termovalorizzatori non è né rinnovabile né a basso impatto ambientale.

2. L’energia geotermica è sfruttata unicamente in Toscana grazie alla presenza, unica nel Paese, di vari giacimenti di vapore ad alta temperatura; se la risorsa geotermica non è ad una temperatura sufficientemente alta (ad alta entalpia), non è infatti termodinamicamente conveniente utilizzarla per produrre energia elettrica. La quasi totalità dei giacimenti in Toscana viene già sfruttata (con una potenza installata di circa 800 MW) ed è improbabile che in futuro ci possa essere un aumento della produzione di energia elettrica dal geotermico in Italia – e infatti negli ultimi 20 anni la produzione è rimasta sostanzialmente invariata.

3. Le biomasse sono un mondo vasto che comprende al suo interno: le biomasse solide (bruciate per esempio come pellet), il biogas (ottenuto con la digestione anaerobica e dal quale si può ottenere il biometano), i vari biocombustibili liquidi come biodiesel, bioetanolo, frazioni liquide della biomassa ecc.. (che si ottengono con vari processi termo-chimici come la transesterificazione, la fermentazione, la pirolisi ecc..), il syngas (ottenuto dalla gassificazione della biomassa solida) e così via.

La produzione di energia elettrica da biomasse ha avuto un grosso incremento passando da meno di 1 TWh del 2000 a più di 16 TWh del 2014. Tuttavia, negli ultimi 6 anni non ci sono state variazioni degne di nota. Questo non vuol dire che in futuro non ci potranno essere ulteriori incrementi, però va ricordato che l’utilizzo di biomasse, in tutte le loro forme, non solo emette in atmosfera anidride carbonica e sostanze inquinanti, ma rischia anche di non essere affatto “100% rinnovabile”; tagliare una pianta richiede pochi minuti, ma per farla ricrescere servono anni. Se si brucia in un anno una quantità di vegetazione maggiore di quella in grado di crescere nello stesso anno, ci si indebita in termini di CO2. Questo senza considerare il grosso impatto che ha una deforestazione sull’habitat locale. Allo stesso modo non ha senso occupare migliaia di ettari di terreno per coltivare piante con cui produrre energia, se quel terreno poteva essere lasciato alla natura. Risulta ovvio che le biomasse devono essere intese in un’ottica di “riutilizzo degli scarti”: se ho dei rifiuti umidi, sia domestici che industriali, oppure dei fanghi industriali, o dei liquami di scarto degli allevamenti o dei residui forestali e così via, allora posso pensare di utilizzarli per produrre un po’ di energia.

Allo scopo del nostro calcolo supporremo, in maniera ottimistica, che nei prossimi anni ci possa essere un incremento della produzione di energia elettrica da biomasse di quasi il 100%, arrivando a 30 TWh.

4. L’idroelettrico si divide in grande idroelettrico, piccolo idroelettrico, micro e mini-idroelettrico. La grandezza di un impianto è dettata dal fatto di avere grandi “altezze” da sfruttare e grandi portate d’acqua. Un grosso bacino idroelettrico che si trova a migliaia di metri d’altezza potrà essere sfruttato facendo scendere l’acqua in condotte lunghe chilometri per farla poi arrivare alla turbina. La quasi totalità di questi bacini in Italia si trovano ovviamente sulle Alpi e sono già tutti sfruttati. I piccoli impianti idroelettrici invece posso sfruttare piccole altezze e piccole portate d’acqua, permettendo così di ricavare energia anche dai corsi d’acqua minori. Va osservato che la costruzione di un impianto idroelettrico e di una diga ha spesso un impatto importante sull’ambiente circostante e che la potenza dell’impianto dipende in maniera non lineare dalla stagione, in quanto nei mesi estivi i corsi d’acqua più piccoli tendono a ridurre la loro portata in percentuali maggiori. Inoltre la costruzione di un impianto idroelettrico richiede diversi anni, anche se la potenza installata è solo di poche centinaia di kW e per riuscire ad aumentare significativamente l’energia prodotta dall’idroelettrico in Italia servirebbe costruire decine di migliaia di questi piccoli impianti, dal momento che la potenza attualmente installata è pari a 23 GW (23 milioni di kW). Di nuovo, allo scopo del nostro calcolo, scegliamo comunque di adottare un approccio ottimistico, ipotizzando che in futuro la produzione di energia da tutti gli impianti idroelettrici non scenda mai sotto i 60 TWh annui, valore che è stato raggiunto solo un anno (nel 2014) e che è ben superiore ai valori degli ultimi 5 anni.

Dopo tutte queste considerazioni, risultano ancora circa 175 TWh di fabbisogno di energia elettrica, che possono essere coperti solo dal solare e dall’eolico.

Il solare si suddivide in solare termodinamico e fotovoltaico, tuttavia in Italia la tecnologia del fotovoltaico ha ormai definitivamente “vinto” su quella del solare termodinamico (i progetti di costruzione di centrali solari a concentrazione in Sicilia sono stati abbandonati e l’azienda che si proponeva di portare in Italia questa tecnologia ha chiuso) e di conseguenza quest’ultima non verrà presa in considerazione nel nostro calcolo.

All’interno dell’eolico ci sono tantissime tecnologie che comprendono impianti off-shore e on-shore, turbine ad asse orizzontale e verticale, a 3 pale, a 2 pale o mono-pala, a resistenza o a portanza e così via. Di seguito, con il termine eolico si intenderà l’insieme di tutte queste tecnologie, anche se la stragrande maggioranza degli impianti nel mondo sono turbine a 3 pale ad asse orizzontale a portanza, sia on-shore che off-shore.

Resta quindi da decidere quanti di quei 175 TWh debbano essere fatti dal fotovoltaico e quanti dall’eolico. L’Italia è un Paese abbastanza soleggiato, mentre il vento è presente in grandi quantità solo in limitate aree geografiche (ad esempio la Sardegna e la Puglia). Possiamo quindi ipotizzare che l’80% del nostro fabbisogno venga coperto dal fotovoltaico e il restante 20% dall’eolico. Se questi valori non dovessero piacere si invita a rifare i calcoli mettendo 90 e 10 o 70 e 30, anziché 80 e 20: il risultato finale non cambia di molto.

Dunque il fotovoltaico dovrà produrre nei prossimi anni l’80% di 175 TWh, cioè 140 TWh, che sommati agli attuali 24 TWh fanno 164 TWh, mentre l’eolico dovrà produrre il restante 20% di 175 TWh, cioè 35 TWh, più gli attuali 20 TWh, per un totale di 55 TWh.

Concentriamoci sul fotovoltaico; il fotovoltaico in Italia, guardando i dati forniti da Terna, produce il 70% dell’energia annuale nei sei mesi più soleggiati, cioè dal 21 di Marzo fino al 21 di Settembre, mentre invece nei restanti sei mesi dell’anno, dal 21 Settembre al 21 Marzo, produce solo il 30% dell’energia annuale. La richiesta di energia elettrica italiana invece non cambia tra i mesi caldi e i mesi freddi. È vero che generalmente i consumi d’estate aumentano, ma l’aumento è compensato dai ridottissimi consumi di Agosto, mese in cui, a causa delle vacanze, moltissime aziende sono chiuse e di conseguenza anche i consumi sono bassi. Sempre guardando i dati di Terna si vede come la richiesta di energia elettrica italiana sia sostanzialmente divisa a metà, cioè 50% nei sei mesi caldi e 50% nei sei mesi freddi.

Quindi, se il fotovoltaico produce il 70% dell’energia annuale solo in sei mesi, risulta evidente che è necessario fare un accumulo di energia stagionale che permetta di accumulare almeno un 20% di energia in più, per poi poterlo utilizzare nei mesi in cui il fotovoltaico produce di meno. Occorre dunque disporre di sistemi di accumulo in grado di poter immagazzinare circa 32,8 TWh di energia.

L’accumulo di energia elettrica rappresenta un mondo vastissimo, sul quale è possibile trovare migliaia di articoli scientifici che trattano, tra le altre cose, di: rotori ad altissima velocità, sistemi ad aria compressa (CAES) o ad aria liquida (LAES), sistemi di pompaggio di acqua ad alta quota nei bacini idrici, idrogeno, batterie elettriche e così via.

Senza entrare nel dettaglio, occorre sottolineare il fatto che l’accumulo di per sé rappresenta già uno spreco in termini energetici, e per questo motivo andrebbe sempre evitato, se possibile. Accumulare energia infatti, richiede che una parte dell’energia iniziale venga “persa” nel corso della fase di stoccaggio; se ad esempio si vuole accumulare 1 kWh di energia elettrica per poterlo utilizzare in un secondo momento, solo una frazione ridotta di quel kWh sarà effettivamente ancora disponibile al momento dell’utilizzo. Noi però vogliamo essere ottimisti e quindi supponiamo (con tanta fantasia) che non ci siano perdite durante l’accumulo, cioè ipotizziamo un rendimento dei sistemi di accumulo del 100%.

Oggi, in Italia, l’accumulo di energia con sistemi di pompaggio di acqua ad alta quota si assesta intorno ai 2,5 TWh; di conseguenza, servirebbero 30 TWh circa di accumulo aggiuntivi. Le batterie elettriche risultano essere il sistema più facile da usare su larga scala, tuttavia, a prescindere da quale tecnologia di accumulo si decida di utilizzare, il costo si aggira sulle centinaia (se non migliaia) di euro per kWh di energia accumulabile. Assumiamo in maniera ottimistica che si riesca in un futuro prossimo ad avere un prezzo dei sistemi di accumulo non superiore ai 100 euro/kWh.

1 TWh corrisponde ad un miliardo di kWh, quindi 30 TWh corrispondono a 30 miliardi di kWh e se abbiamo detto che il costo è di 100 euro a kWh, otteniamo 3000 miliardi di euro.

3000 miliardi di euro sono il 170% del PIL italiano del 2019, e più di 14 volte il valore del Recovery Fund che arriverà all’Italia.

Questo solo per pagare il sistema di accumulo del fotovoltaico.

Non abbiamo ancora considerato l’accumulo dell’eolico, le spese di modifica e potenziamento della rete elettrica, il costo dei pannelli fotovoltaici e delle turbine eoliche. Sì, perché per avere 164 TWh di energia elettrica dal fotovoltaico sarebbero necessari circa 140 GW di potenza installata, dato che per fare gli attuali 24 TWh servono circa 21 GW di potenza installata; quindi circa 560 milioni di pannelli fotovoltaici con una potenza di 250 W ciascuno. Ad oggi un pannello da 250 W ha un costo di 300 euro, installazione compresa. Anche supponendo che questo costo si riduca dell’80% nei prossimi anni, sarebbero comunque altre centinaia di miliardi.

I pannelli fotovoltaici, come le turbine eoliche e anche le batterie elettriche, hanno una vita media di 20-25 anni; quindi una simile spesa andrebbe rinnovata ogni 20-25 anni per sostituire tutti i pannelli fotovoltaici, le turbine eoliche e le batterie.

Sperando di riuscire a riciclare quasi tutto, altrimenti avremo milioni di tonnellate di pannelli esausti fatti con materiali tossici, che dovranno essere mandati in discarica insieme alle batterie e alle turbine – e abbiamo escluso dai conti il costo di riciclaggio e smaltimento.

In tutto questo poi non è stato ancora considerato l’impatto ambientale causato dall’estrazione massiccia di litio e cobalto, necessari per fare le batterie, in paesi come Cile e Congo; o dall’estrazione di terre rare dalle miniere in Cina per fare i pannelli fotovoltaici, a maggior ragione se consideriamo che l’obiettivo del 100% rinnovabili è comune a molti altri paesi oltre all’Italia.

Concludiamo ricordando che tutto questo calcolo è fatto solo sull’energia elettrica e non sull’energia totale; quando in futuro si vorrà utilizzare su larga scala l’auto elettrica, allora i consumi elettrici aumenteranno drasticamente facendo aumentare di pari passo anche il numero di pannelli fotovoltaici, turbine eoliche e batterie necessarie, e lo stesso varrà nel momento in cui si vorrà decarbonizzare anche la produzione di calore per il riscaldamento domestico e/o industriale.

Alla luce di tutto questo, la domanda è: siamo davvero sicuri di voler andare avanti a investire SOLO in energie rinnovabili?

E soprattutto, se qualcuno d’ora in poi vi chiedesse se è tecnicamente possibile arrivare al 100% di energia rinnovabile in Italia, voi rispondereste di sì o di no?


 

avvocatoatomico.com

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