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Jsr

Szczesny e la differenza tra Juve e Barça

Post in rilievo

  Il 18/03/2025 Alle 06:37, nichi druzya ha scritto:

Beh hanno 40 partite all anno dove palleggiano ed escludendo due club trovano squadrette, normale che poi esprimono un gioco migliore nelle coppe l'appetito viene mangiando 

 

Se noi perdiamo col Empoli normale che il psv che ci scassa questione di mentalità 

 

Se quest anno non vincono qualcosa, sono già a due anni senza aver vinto nulla 

 

Vediamo i tifosi del samba Brasileiro come la prendono a quel punto 😁l'anno scorso mi risulta hanno vinto niente 

 

Ps non ho controllato se dico baggianate se così fosse chiedo scusa sul palmares del barca ma non sono a casa 🤣🙏

Non siamo negli anni 90 amico, ii tuoi sembrano discorsi di 30 anni fa dove eravamo il campaionato dominante e la coppa uefa sembrava la coppa italia. Non è più così da un pezzo e oggi fa ridere denigrare campionati come la liga o la premier (ma pure la bundes).

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  Il 18/03/2025 Alle 11:35, centrattacco ha scritto:

Se significasse solo questo allora sarebbe un motto completamente inutile e privo di significato, perchè sottolineerebbe l'ovvio.

Perché, dire che si scende in campo per vincere non è una ovvietà?

secondo te quale significato alternativo (da quello che ho spiegato) ha il motto?

a. Un bel catenaccio è quello che ci vuole per vincere
b. la Juventus è legittimata anche ad andare oltre i confini della legalità pur di vincere
c. spendiamo 800 milioni ogni mercato e fanku*o ai poveri, l'importante è che vinciamo.

Sinceramente non so.., se non vi fidate nemmeno del significato che diede chi ha fatto propria questa espressione, mutuandola da chi l'aveva coniata, e chi si è occupato di storia bianconera, non so cosa farci.

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  Il 18/03/2025 Alle 05:59, jurgen kohler ha scritto:

Sicuramente c'è un problema culturale per cui il tifoso juventino non vuole un club al pari di Real Madrid, Barcellona, Bayern, ecc.

 

Al tifoso Juventino interessa solo l'Inter, il Napoli, il Milan. Oltre non va. Non ha nessuna ambizione di primeggiare in Europa, proprio non interesa. 

Che cosa c'entra il "primeggiare in Europa" col vivere il rapporto col calcio come Szczesny testimonia si viva al Barcellona? La ricetta per primeggiare è quella che hai deciso tu? O é il progetto fantasioso di Motta? Non capisco perché poni delle tue opinioni molto discutibili come fossero la via. Non hai azzeccato nemmeno che avevamo la miglior difesa per pure caso, mi hai detto che gufavo, ora ci dici che non vogliamo primeggiare perché così e colà. Ma sinceramente, ma parla per te che già non ce la fai.

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  Il 18/03/2025 Alle 11:44, zebra67 ha scritto:

Perché, dire che si scende in campo per vincere non è una ovvietà?

secondo te quale significato alternativo da quello che ho spiegato ha il motto?

a. Un bel catenaccio è quello che ci vuole per vincere
b. la Juventus è legittimata anche ad andare oltre i confini della legalità pur di vincere
c. spendiamo 800 milioni ogni mercato e fanku*o ai poveri, l'importante è che vinciamo.

Sinceramente non so.., se non vi fidate nemmeno del significato che diede chi ha fatto propria questa espressione, mutuandola da chi l'aveva coniata, e chi si è occupato di storia bianconera, non so cosa farci.

La sensazione che lascia è proprio quella espressa da scezny,e cioè che si miri esclusivamente al risultato nell'immediato senza l'intento di costruire qualcosa che va oltre (e che paradossalmente a mio parere alla lunga porta maggiori risultati).

 

 

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  Il 18/03/2025 Alle 11:20, MisterD. ha scritto:

Lo dico da anni.

Uno con solida esperienza in Premier/Bundes, che si porti dietro preparatori che facciano sì che i giocatori siano in grado di reggere quei ritmi, possibilmente senza rompersi un giorno sì e l'altro pure.

Un Emery, uno Slot, un Arteta, un Flick, un Howe ...  

 Motta avrebbe anche il curriculum,soprattutto da giocatore

ma evidentemente non è in grado

comunque visti i nomi che fai ci siamo capiti bene

Ma pensa un po’ si vocifera di pioli…..

🤦🏼

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  Il 18/03/2025 Alle 11:48, centrattacco ha scritto:

La sensazione che lascia è proprio quella espressa da scezny,e cioè che si miri esclusivamente al risultato nell'immediato senza l'intento di costruire qualcosa che va oltre (e che paradossalmente a mio parere alla lunga porta maggiori risultati).

 

 

Ma chi lo dice? Ma queste teorie chi le dimostra? Sono pura fantasia. I progetti spensierati e vincenti perché tutti provano la giocata sono delle favole.

 

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“Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”, qual è il vero significato? Ce lo spiega Alessandro Del Piero

“Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”, “Winning isn’t everything; it’s the only thing“ sono le parole pronunciate per la prima volta da Henry Russel “Red” Sanders nel 1950 ed è una frase ad effetto che inconsapevolmente è diventata il motto della Juventus FC, una frase immortale pronunciata da Boniperti a fine anni ’80.

Sanders era l’allenatore di UCLA per la squadra di football americano dell’Università e pronunciò quelle parole durante una lezione di educazione fisica al California Polytechnic State University di San Luis Obispo.

La frase divenne famosa tra gli appassionati di sport americani quando fu ripresa da uno dei coach più in vista dell’NLF, Vince Lombardi quando allenava Green Bay Packers (due Super Bowl consecutivi). La prima volta la pronunciò in un’intervista pubblicata da Sport Illustrated nel 1955 e, nel 1959, nel suo libro di memorie Run to Daylight.

Nella Juventus post Platini, post 1986, il club da più vincente del Mondo era entrato in una crisi tecnica (e non solo) senza precedenti: Boniperti non riusciva a acquistare un calciatore di primo piano per via della forte concorrenza di Milan, Inter, Sampdoria e Napoli che disponevano di budget superiori (al tempo la crisi FIAT era tangibile e l’Avvocato e Cesare Romiti avevano chiuso i rubinetti).

Il Presidente Boniperti cercava (con seconde e terze scelte) di rendere comunque la squadra competitiva cercando di trasmettere i valori bianconeri, la solita mentalità vincente, facendo leva sul DNA del club e sulla tradizione.

Proprio in quel contesto, ad inizio di una stagione con un simbolo bianconero come Dino Zoff in panchina (ne parleremo di quella mitica squadra capace di vincere Coppa Uefa e Coppa Italia nonostante un gap tecnico con la concorrenza), quella immortale frase di Sanders venne all’orecchio di Pietro Bianco, capo ufficio stampa della Juventus dal 1988 al 1994. Bianco la suggerì a Giampiero Boniperti che la proferì in un’intervista sulle aspettative stagionali dei bianconeri, nel pre-campionato.

Quella frase, ripresa nel 2011 dallo stesso Boniperti durante l’inaugurazione dello Stadium accanto a Del Piero, è stata però spesso male interpretata e storpiata soprattutto dagli avvelenatori di pozzi e dalla narrativa anti-juventina, ma anche da certi tifosi bianconeri.

Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: il reale significato

Quella magica sera Alessandro Del Piero era seduto accanto proprio al Presidentissimo, a colui che lo ha portato alla Juventus (pagandolo a peso d’oro dal Padova giovanissimo). E saranno “coincidenze” ma proprio l’ex Capitano ha le idee molto chiare su come deve essere interpretata questa frase (e penso che un ripasso della reale mentalità juventina non faccia mai male a quelle “sette” che sul web oramai stanno devastando il DNA bianconero).

E’ chiaro che Boniperti ne ha parlato a Del Piero, gli ha passato il testimone chiarendo bene il significato.
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta!”

“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta significa essere alla Juve vuol dire dare tutto, senza alibi e senza limiti, per vincere, perché quello è l’unico obiettivo e non ci si può accontentare di null’altro. Mi fa piacere ricordare il Grande Presidente in questo modo”

Alessandro Del Piero



Non vuol dire che il risultato è tutto e va raggiunto con qualunque mezzo e costi quel che costi. No, non è così e questo significato è di chi è in malafede e vuole mettere in cattiva luce la stessa Juventus.

Alessandro Del Piero è molto chiaro nella sua esposizione: “Il risultato non può che essere centrale, lo pensano anche quelli che dicono di non pensarlo. Ma la frase di Boniperti, e lo dico sapendo bene di cosa parlo, è stata storpiata malamente da chi gli attribuisce il significato di “vincere a tutti i costi e con qualunque mezzo”. Non è così.

“Significa: essere alla Juve – afferma Del Piero – vuol dire dare tutto, senza alibi e senza limiti, per vincere, perché quello è l’unico obiettivo e non ci si può accontentare di null’altro. Mi fa piacere ricordare il Grande Presidente in questo modo”

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  Il 18/03/2025 Alle 11:49, GiovanniTrapattoni ha scritto:

Ma chi lo dice? Ma queste teorie chi le dimostra? Sono pura fantasia.

 

Non c'è mai la controprova. Infatti ho scritto che è una mio opinione.

 

Io credo che,a parità di mezzi,giocando esclusivamente per il risultato,si ottengano meno risultati. E ad esempio lo pensano anche a barcellona e da altre parti. Perchè non è che altrove siano fessi e pensano a giocare tanto per.....il fatto è che sono convinti che costruendo una mentalità,alla lunga si possano migliorare anche i risultati. Il barcellona,con gli stessi giocatori e una mentalità da juventus,avrebbe vinto così tanto negli ultimi 30 anni? Secondo me no. Avrebbe vinto lo stesso parecchio perchè con messi e gli altri fenomeni i risultati sarebbero arrivati,ma penso un filo meno. 

 

 

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  Il 18/03/2025 Alle 11:51, Michel Platini 10 ha scritto:

“Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”, qual è il vero significato? Ce lo spiega Alessandro Del Piero

“Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”, “Winning isn’t everything; it’s the only thing“ sono le parole pronunciate per la prima volta da Henry Russel “Red” Sanders nel 1950 ed è una frase ad effetto che inconsapevolmente è diventata il motto della Juventus FC, una frase immortale pronunciata da Boniperti a fine anni ’80.

Sanders era l’allenatore di UCLA per la squadra di football americano dell’Università e pronunciò quelle parole durante una lezione di educazione fisica al California Polytechnic State University di San Luis Obispo.

La frase divenne famosa tra gli appassionati di sport americani quando fu ripresa da uno dei coach più in vista dell’NLF, Vince Lombardi quando allenava Green Bay Packers (due Super Bowl consecutivi). La prima volta la pronunciò in un’intervista pubblicata da Sport Illustrated nel 1955 e, nel 1959, nel suo libro di memorie Run to Daylight.

Nella Juventus post Platini, post 1986, il club da più vincente del Mondo era entrato in una crisi tecnica (e non solo) senza precedenti: Boniperti non riusciva a acquistare un calciatore di primo piano per via della forte concorrenza di Milan, Inter, Sampdoria e Napoli che disponevano di budget superiori (al tempo la crisi FIAT era tangibile e l’Avvocato e Cesare Romiti avevano chiuso i rubinetti).

Il Presidente Boniperti cercava (con seconde e terze scelte) di rendere comunque la squadra competitiva cercando di trasmettere i valori bianconeri, la solita mentalità vincente, facendo leva sul DNA del club e sulla tradizione.

Proprio in quel contesto, ad inizio di una stagione con un simbolo bianconero come Dino Zoff in panchina (ne parleremo di quella mitica squadra capace di vincere Coppa Uefa e Coppa Italia nonostante un gap tecnico con la concorrenza), quella immortale frase di Sanders venne all’orecchio di Pietro Bianco, capo ufficio stampa della Juventus dal 1988 al 1994. Bianco la suggerì a Giampiero Boniperti che la proferì in un’intervista sulle aspettative stagionali dei bianconeri, nel pre-campionato.

Quella frase, ripresa nel 2011 dallo stesso Boniperti durante l’inaugurazione dello Stadium accanto a Del Piero, è stata però spesso male interpretata e storpiata soprattutto dagli avvelenatori di pozzi e dalla narrativa anti-juventina, ma anche da certi tifosi bianconeri.

Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: il reale significato

Quella magica sera Alessandro Del Piero era seduto accanto proprio al Presidentissimo, a colui che lo ha portato alla Juventus (pagandolo a peso d’oro dal Padova giovanissimo). E saranno “coincidenze” ma proprio l’ex Capitano ha le idee molto chiare su come deve essere interpretata questa frase (e penso che un ripasso della reale mentalità juventina non faccia mai male a quelle “sette” che sul web oramai stanno devastando il DNA bianconero).

E’ chiaro che Boniperti ne ha parlato a Del Piero, gli ha passato il testimone chiarendo bene il significato.
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta!”

“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta significa essere alla Juve vuol dire dare tutto, senza alibi e senza limiti, per vincere, perché quello è l’unico obiettivo e non ci si può accontentare di null’altro. Mi fa piacere ricordare il Grande Presidente in questo modo”

Alessandro Del Piero



Non vuol dire che il risultato è tutto e va raggiunto con qualunque mezzo e costi quel che costi. No, non è così e questo significato è di chi è in malafede e vuole mettere in cattiva luce la stessa Juventus.

Alessandro Del Piero è molto chiaro nella sua esposizione: “Il risultato non può che essere centrale, lo pensano anche quelli che dicono di non pensarlo. Ma la frase di Boniperti, e lo dico sapendo bene di cosa parlo, è stata storpiata malamente da chi gli attribuisce il significato di “vincere a tutti i costi e con qualunque mezzo”. Non è così.

“Significa: essere alla Juve – afferma Del Piero – vuol dire dare tutto, senza alibi e senza limiti, per vincere, perché quello è l’unico obiettivo e non ci si può accontentare di null’altro. Mi fa piacere ricordare il Grande Presidente in questo modo”

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METTETE STO MESSAGGIO IN EVIDENZA PER FAVORE,  che qui si sta storpiando la storia della juve per delle diatribe cretine...( come se non vincessimo da secoli o come se il barca nella sa storia abbia solo e sempre stravinto... come se inseguire il risultato sia diverlo fafe giocando male, assurdo.... siamo arrivati alla frutta con ste storie ridicole

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  Il 18/03/2025 Alle 11:48, centrattacco ha scritto:

La sensazione che lascia è proprio quella espressa da scezny,e cioè che si miri esclusivamente al risultato nell'immediato senza l'intento di costruire qualcosa che va oltre (e che paradossalmente a mio parere alla lunga porta maggiori risultati).

 

 

Sczesny non ha nemmeno fatto un richiamo al motto, quindi ha espresso una sua legittima opinione che nulla ha a che vedere con il motto.

Il polacco (al quale avrei volentieri concesso l'ultimo anno di permanenza in bianconero), è arrivato nel 2017 e si è trovato in una società che aveva appena vinto il sesto scudetto consecutivo, aveva disputato due mesi prima la seconda finale di CL in tre anni e aveva vinto varie coppe nazionali.
E' ovvio che c'era un ambiente affamato di risultati, che arrivavano copiosi, e spesso abbinati a buone prestazioni, perché specie in CL non fai strada se fai partite scandalose.

Oggi la fame di risultati è dovuta a ragioni esattamente opposte: l'astinenza (non solo quaresimale, ma quinquennale). Chissà se fosse al posto di Di Gregorio cosa direbbe...
 

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Curioso che si parli di inseguire il risultato quando abbiamo fatto uno sei cicli più lunghi della storia del calcio, se insegui il risultato estemporaneo fai alcuni exploit non apri nella storia vari cicli

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A Barcellona oltre ai milioni hanno anche una mentalità che parte dalle giovanili, questo aiuta a vincere e a non mettersi pressione perché sanno che sono forti (basta vedere la finale di champions del 2015 come giocavano sulla scala mobile)

Noi abbiamo sempre dovuto vendere per comprare e quindi devi vincere subito con quello che hai, questo ti mette pressione e poi perdi le finali

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  Il 18/03/2025 Alle 05:45, Jsr ha scritto:

In queste dichiarazioni ci sono tutti i motivi del nostro mancato adeguamento al calcio moderno. Anche se arrivasse il Padreterno troverebbe comunque forti resistenze a farsi seguire e ad abbandonare un certo tipo di mentalità, figuriamoci un signor nessuno come Motta.

Diciamo che concordo, molto dipenderà però dal dopo Motta. Se si continua su questa linea, sarà stato utile anche lui nel processo di cambiamento. Se torna uno come Conte invece, o simile, sarà la fine del cambiamento mai veramente portato a termine e il ritorno alla vecchia mentalità dove vincere (fino al confine) è l'unica cosa che conta. A qualcuno andrà bene, a qualcun altro tipo me invece no visto che mi piacerebbe una Juve più europea e meno italiana di mentalità.

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  Il 18/03/2025 Alle 11:37, Malakay ha scritto:

La differenza tra noi e il barcellona e' il rigore non dato su Pogba...

bravo

noi avremmo una meritatissima coppa in più, la "maledizione" non ci sarebbe stata, ecc. ecc.

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  Il 18/03/2025 Alle 12:18, Loz ha scritto:

bravo

noi avremmo una meritatissima coppa in più, la "maledizione" non ci sarebbe stata, ecc. ecc.

è tutto da vedere se andavi sul 2-1 come sarebbe finita, poi la maledizione non esiste; si diceva che la nazionale avesse la maledizione con i rigori e poi hai vinto il mondiale e l'europeo ai rigori...

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noi, comunque, il risultato lo pretendiamo perché senza la qualificazione in Champions, senza le partite in Champions, non campiamo

il Barça prende tonnellate di quattrini in ogni dove, perché il sistema calcio spagnolo è malato da una parte e superfavorevole alle due big dall'altra

 

Oltre ad avere un marketing strepitoso. Qui da noi i tifosi annunciano il seppuku quando vedono le strisce seghettate mentre il Barça negli ultimi anni ha visto i quadretti, le strisce orizzontali, seconde maglie fosforescenti, arancioni, azzurre, verdi, rosa, nere, uguali al Lecce, nere/rosa, granata, dorate...

 

i tifosi, poi, sono i primi a pretendere i risultati e disertano gli spalti quando la squadra è reduce da 5 vittorie consecutive in campionato e avrebbe solo bisogno di appoggio e supporto...

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Bando alle ciance Tek, se in semifinale incontrate gli innominabili fategli male, ma molto male mi raccomando niente scherzi, il resto è noia.

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  Il 18/03/2025 Alle 12:18, Karma Cop ha scritto:

Diciamo che concordo, molto dipenderà però dal dopo Motta. Se si continua su questa linea, sarà stato utile anche lui nel processo di cambiamento. Se torna uno come Conte invece, o simile, sarà la fine del cambiamento mai veramente portato a termine e il ritorno alla vecchia mentalità dove vincere (fino al confine) è l'unica cosa che conta. A qualcuno andrà bene, a qualcun altro tipo me invece no visto che mi piacerebbe una Juve più europea e meno italiana di mentalità.

Però scusa una cosa la juve non ha vinto le finali ma non si puodire che nella sua storia non sia stata europea, i percorsi (visro che non so parla di risultati) li abbiamo fatti e anche bene, abbiamo vinto tutte le coppe europee ecc quello che manca e vincere le finali non essere europei se non sei europeo non fai tutte quelle finali

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Aggiungo una cosa noi guardiamo sempre l'erba del vicino, il barca la sua vera fortuna l'ha fatta negli ulrimi decenni scoprendo dei fenomeni assoluti come messi e comapany prima non era certo un bulldozer in europa, barca  che stava per fare bancarotta con debiti enormi... quindi non stiamo sempre a fare gli italiani e guardare solo le cose positive degli altri e denigrarci da soli presi da un periodo non certo avvincente... di storie in europa tra tutti i top club ce ne sono miriadi ognuna con le sue pecche recenti o passate e le sue glorie..... 

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  Il 18/03/2025 Alle 08:45, zebra67 ha scritto:

Per il mio concetto di bello, l'Atalanta mi appaga eccome.
E comunque ho indicato modelli più vicini a noi, e quindi più facilmente replicabili, perché anche la Juve non mi sembra 'sto tripudio di qualità.

La Juve deve togliersi dalla mediocrità che si è cucita addosso negli ultimi anni.Manchiamo su tutto , pure senza sponsor.Secondo me serve una nuova proprietà con ambizioni nuove ,forti e capitali importanti. 

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